Vendesi pianeta abitabile (forse)
24-07-2015, 11:49futurismi, scienzaPermalinkNon è per gelare gli entusiasmi, ma come ha fatto notare almeno il buon Amedeo Balbi, un pianeta gemello della Terra, con le stesse dimensioni e in un'orbita molto simile, l'abbiamo già scoperto. Da molti, molti anni.
Non è lontano migliaia di anni luce - pensate, è visibile ad occhio nudo di notte e anche al mattino. Si chiama Venere e, se lo osservassero da Keplero, direbbero che ha tutti i requisiti per ospitare forme di vita a base di carbonio. Invece Venere è circondata da nubi di zolfo che oscurano il sole sulla superficie; l'atmosfera è un pesantissimo concentrato di gas serra che spappolerebbe qualsiasi astronauta molto prima di toccare il suolo, e se mai ci fossero stati oceani, li ha già fatti evaporare da un pezzo; insomma il nostro vero pianeta gemello, che da lontano sembrerebbe avere tutti i requisiti per ospitare forme di vita con le quali comunicare e far la guerra, visto da vicino si è rivelato un luogo tossico e impenetrabile. Kepler potrebbe essere altrettanto tossico.
Il fatto che sia dello stesso ordine di grandezza della Terra e di Venere (in realtà è il 60% più grosso), e più o meno alla stessa distanza dal suo Sole che hanno la Terra e Venere, ci fa pensare che possa essere un luogo simile alla Terra. Ma non c'è motivo per cui non pensare che sia invece più simile a Venere. E questo alla Nasa ovviamente lo sanno.
E allora perché tanta enfasi su una scoperta appena un po' più interessante di altre che passano sotto silenzio? L'anno scorso sono stati scoperti un migliaio di esoplaneti (pianeti che girano intorno ad altre stelle). A questo punto la notizia è che tra i più di 4000 che conosciamo non si fosse trovato ancora un pianeta vagamente simile alla Terra per raggio e distanza dal suo sole. Anche Kepler non è poi così simile, ma fin qui è il meglio che abbiamo trovato. A 1400 anni luce di distanza. La gente poi guarda i tg, legge Focus, vede le rappresentazioni artistiche con isole e oceani e si convince che noi possiamo sul serio dare un'occhiata a com'è fatto - noi che siamo appena riusciti a fare una foto a Plutone, con una sonda partita nove anni fa. C'è questa idea popolare per cui gli scienziati possono scoprire tutto, se si impegnano.
E invece le tecnologie necessarie per assicurarsi che Keplero sia non dico abitato, ma un po' più simile alla Terra che Venere potrebbero essere fuori della nostra portata. Quello che abbiamo scoperto di Keplero potrebbe essere tutto quello sapremo mai su Keplero. E allora perché la Nasa ha voluto creare un evento (riuscendoci benissimo)?
Perché ci conosce.
Molto più di quanto conoscerà mai Keplero.
I non più giovani forse ricorderanno quando 19 anni fa il presidente Bill Clinton annunciò al mondo che la NASA aveva trovato tracce di vita antichissima su Marte. Su un roccione di origine marziana, scagliato nello spazio da una collisione di un meteorite e poi intercettato dalla gravità terrestre e precipitato in Antartide. Quel roccione al microscopio aveva rivelato strani segni rettilinei che potrebbero essere stati lasciati da nanobatteri marziani. Potrebbero. E potrebbero esistere per tantissimi altri motivi. Ma un ricercatore NASA pubblicò un articolo in cui suggeriva che fossero nanobatteri, e Bill Clinton si scomodò per avvertirci che forse erano nanobatteri. Dopo qualche tempo (non so esattamente quanto) il Congresso rifinanziò i progetti NASA per l'esplorazione di Marte.
Io sono convinto che la NASA sia una delle cose più incredibili mai esistite sul pianeta Terra, un orgoglio per gli americani e per l'umanità. Ma è pur sempre una cosa umana, che va avanti grazie alla sua capacità di convincere altri umani a interessarsi di lei e finanziarla. I generali fanno quel che possono per convincerci che siamo minacciati da forze esterne e interne; gli astronauti ci mostrano immagini artistiche di pianeti che sembrano foto e ci fanno venir voglia di saperne di più. È marketing, nessuno ne è immune (su questo sistema solare, almeno).
Chi nei mesi scorsi ha avuto la sensazione che Samantha Cristoforetti stesse diventando qualcosa di più di una simpatica astronauta - una specie di testimonial dell'Agenzia Spaziale Europea, un cartonato da affiggere sulle pareti delle scuole - ha perfettamente ragione. La Cristoforetti era assolutamente preparata per la sua missione, ma era anche perfetta da un punto di vista mediatico. Doveva farci venir voglia di pensare un po' più allo spazio, e anche da questo punto di vista ha svolto la sua missione egregiamente. Astronauti e astrofisici mi stanno immensamente più simpatici di generali e venditori di armi, ma questo non mi impedisce di capire quando fanno marketing.
A settembre molti studenti (e studentesse!) mi domanderanno quando sarà possibile trasferirsi su Keplero; se i nativi saranno simpatici e il clima un po' più fresco. Pazientemente dovrò spiegare che il Keplero percepito dagli strumenti della Nasa è appena un punticino, una variazioncina minima nelle misurazioni della sua stella, che un immenso cannocchiale ha percepito 1400 anni dopo che la stella le ha emesse. Ammesso che non sia un pianeta tossico come Venere; che abbia qualche forma di vita simile alla nostra (con muscoli più robusti, vista la gravità maggiore), se volessimo comunicare qualcosa di molto semplice (PUNTO-PUNTO-PUNTO-PUNTO), la risposta ci arriverebbe tra 2800 anni (LA-VOLETE-PIANTARE-DI-ACCENDERE-E-SPEGNERE-LA-LUCE? È-FASTIDIOSO). Riuscire a conservare una civiltà organizzata per tutto questo tempo è un'altra impresa forse al di sopra delle nostre forze - benché sia necessario tentare.
Venere. Bello è bello, ma non ci vivrei. |
Il fatto che sia dello stesso ordine di grandezza della Terra e di Venere (in realtà è il 60% più grosso), e più o meno alla stessa distanza dal suo Sole che hanno la Terra e Venere, ci fa pensare che possa essere un luogo simile alla Terra. Ma non c'è motivo per cui non pensare che sia invece più simile a Venere. E questo alla Nasa ovviamente lo sanno.
E allora perché tanta enfasi su una scoperta appena un po' più interessante di altre che passano sotto silenzio? L'anno scorso sono stati scoperti un migliaio di esoplaneti (pianeti che girano intorno ad altre stelle). A questo punto la notizia è che tra i più di 4000 che conosciamo non si fosse trovato ancora un pianeta vagamente simile alla Terra per raggio e distanza dal suo sole. Anche Kepler non è poi così simile, ma fin qui è il meglio che abbiamo trovato. A 1400 anni luce di distanza. La gente poi guarda i tg, legge Focus, vede le rappresentazioni artistiche con isole e oceani e si convince che noi possiamo sul serio dare un'occhiata a com'è fatto - noi che siamo appena riusciti a fare una foto a Plutone, con una sonda partita nove anni fa. C'è questa idea popolare per cui gli scienziati possono scoprire tutto, se si impegnano.
E invece le tecnologie necessarie per assicurarsi che Keplero sia non dico abitato, ma un po' più simile alla Terra che Venere potrebbero essere fuori della nostra portata. Quello che abbiamo scoperto di Keplero potrebbe essere tutto quello sapremo mai su Keplero. E allora perché la Nasa ha voluto creare un evento (riuscendoci benissimo)?
Perché ci conosce.
Molto più di quanto conoscerà mai Keplero.
I non più giovani forse ricorderanno quando 19 anni fa il presidente Bill Clinton annunciò al mondo che la NASA aveva trovato tracce di vita antichissima su Marte. Su un roccione di origine marziana, scagliato nello spazio da una collisione di un meteorite e poi intercettato dalla gravità terrestre e precipitato in Antartide. Quel roccione al microscopio aveva rivelato strani segni rettilinei che potrebbero essere stati lasciati da nanobatteri marziani. Potrebbero. E potrebbero esistere per tantissimi altri motivi. Ma un ricercatore NASA pubblicò un articolo in cui suggeriva che fossero nanobatteri, e Bill Clinton si scomodò per avvertirci che forse erano nanobatteri. Dopo qualche tempo (non so esattamente quanto) il Congresso rifinanziò i progetti NASA per l'esplorazione di Marte.
Io sono convinto che la NASA sia una delle cose più incredibili mai esistite sul pianeta Terra, un orgoglio per gli americani e per l'umanità. Ma è pur sempre una cosa umana, che va avanti grazie alla sua capacità di convincere altri umani a interessarsi di lei e finanziarla. I generali fanno quel che possono per convincerci che siamo minacciati da forze esterne e interne; gli astronauti ci mostrano immagini artistiche di pianeti che sembrano foto e ci fanno venir voglia di saperne di più. È marketing, nessuno ne è immune (su questo sistema solare, almeno).
Chi nei mesi scorsi ha avuto la sensazione che Samantha Cristoforetti stesse diventando qualcosa di più di una simpatica astronauta - una specie di testimonial dell'Agenzia Spaziale Europea, un cartonato da affiggere sulle pareti delle scuole - ha perfettamente ragione. La Cristoforetti era assolutamente preparata per la sua missione, ma era anche perfetta da un punto di vista mediatico. Doveva farci venir voglia di pensare un po' più allo spazio, e anche da questo punto di vista ha svolto la sua missione egregiamente. Astronauti e astrofisici mi stanno immensamente più simpatici di generali e venditori di armi, ma questo non mi impedisce di capire quando fanno marketing.
A settembre molti studenti (e studentesse!) mi domanderanno quando sarà possibile trasferirsi su Keplero; se i nativi saranno simpatici e il clima un po' più fresco. Pazientemente dovrò spiegare che il Keplero percepito dagli strumenti della Nasa è appena un punticino, una variazioncina minima nelle misurazioni della sua stella, che un immenso cannocchiale ha percepito 1400 anni dopo che la stella le ha emesse. Ammesso che non sia un pianeta tossico come Venere; che abbia qualche forma di vita simile alla nostra (con muscoli più robusti, vista la gravità maggiore), se volessimo comunicare qualcosa di molto semplice (PUNTO-PUNTO-PUNTO-PUNTO), la risposta ci arriverebbe tra 2800 anni (LA-VOLETE-PIANTARE-DI-ACCENDERE-E-SPEGNERE-LA-LUCE? È-FASTIDIOSO). Riuscire a conservare una civiltà organizzata per tutto questo tempo è un'altra impresa forse al di sopra delle nostre forze - benché sia necessario tentare.
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