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Nel parco del Virunga, nel Congo orientale, vivono gli ultimi gorilla dalla schiena argentata che furono descritti da Diane Fosseyranger. I ranger pagano un duro contributo di sangue ai cacciatori di frodo per difendere i grandi animali dai bracconieri. Negli ultimi 10 anni ne sono stati uccisi 114. Come dire, più di uno al mese
In Uganda c’è un parco, il Rhino Sanctuary, dedicato agli ultimi rinoceronti del Paese - quei pochi sopravvissuti alla follia di Idi Amin. Ippopotami invece, che non hanno un corno appetibile dai cacciatori, ne ho trovati un sacco viaggiando dalla sorgente del Nilo Bianco sino alle cascate Murchison.
Nel nord della Namibia, ai confini con l'Angola, dove le acqua cadono nella spaccatura delle Epupa Falls, vivo il “popolo rosso”: gli himba
Queen Elizabeth Park, tra i laghi George ed Edward. Non siamo a Londra ma in Uganda. Un safari fotografico tra facoceri e altre bestiacce
In Uganda c’è un parco, il Rhino Sanctuary, dedicato agli ultimi rinoceronti del Paese - quei pochi sopravvissuti alla follia di Idi Amin. Ippopotami invece, che non hanno un corno appetibile dai cacciatori, ne ho trovati un sacco viaggiando dalla sorgente del Nilo Bianco sino alle cascate Murchison.
Nel nord della Namibia, ai confini con l'Angola, dove le acqua cadono nella spaccatura delle Epupa Falls, vivo il “popolo rosso”: gli himba
Queen Elizabeth Park, tra i laghi George ed Edward. Non siamo a Londra ma in Uganda. Un safari fotografico tra facoceri e altre bestiacce
Tutto come quel settembre del 1835, quando su queste acque navigò il il Beagle con un giovane naturalista a bordo che avrebbe cambiato la storia della scienza. Rotta per le Galapagos, dalla isla Española alle isla Genovesa. Rotta per le isole lontane
Se vi piacciono gli animali… queste isole sono il posto giusto! Ecco tartarughe, iguane e altre stranezze. Il Paradiso terrestre doveva essere così: pieno di esseri viventi che camminavano senza timore alcuno fianco a fianco con Adamo ed Eva. Anche adesso, a ripensarci, mi pare impossibile
Da Buenos Aires a Bariloche, da Bariloche sino a El Maiten per l'inaugurazione della "sorellina di Radio Sherwood”: radio Petu Mogeleiñ. Siamo nel cuore della Tierra Mapuche
Chi gli ha rubato la terra sotto ai piedi, li chiama "el pueblo desaparecidos". Ma loro sono ancora presenti. E resistono.
Sulla costa dell’Ecuador a Salango. Una “comuna” di pescatori lotta contro lo sfruttamento industriale del loro mare e contro una inquinantissima fabbrica che gli è stata “regalata” dai “compagni” cinesi
Il tintinnare della campanelle è un suono ricorrente nei templi induisti. Serve ad attirare l'attenzione del dio, spesso distratto, al quale si rivolge la preghiera: Are Rama
Sulla fronte portano il “tilaka” che non è una benedizione, come comunemente si crede, ma un segno che ha una funzione identificativa e protettiva. La sera, accendono fuochi per le strade per scaldarsi. Per scrivere lettere d'amore chiedono consiglio ai poeti. Ti salutano con un leggero inchino dicendo "namaste" che significa “Riconosco il divino che c'è in te”. E’ la gente delle valli del Tibet. Si definiscono "una tenera radice tra due macigni", l'India e la Cina. Due vicini scomodi.
Dall'altra parte dell'Everest, esiliati dalla loro terra, i profughi tibetani edificano gli Stupa, li profumano con lo zafferano ed innalzano l'Om Mane Padme. Sulla cima disegnano gli occhi sempre aperti del principe Siddharta che hanno visto la verità e il suo naso che rappresenta l'unità. Li ornano con il profumo delle spezie e le coloratissime bandiere. Il vento che le agita, porta le preghiere al cielo
Camminando per le strade che portando da Bhaktapur alla valle di Kathmandu, sotto l'immensa catena dell'Himalaya, non posso fare a meno di pensare che da qualche parte, tra queste strette gole dove il massiccio dell'Everest sovrasta l’orizzonte, si nasconde la mia Shangri La
Nella riva destra del sacro Bagmati, i fuochi non si spengono mai e accompagnano l'anima dei defunti nel ciclo infinito della reincarnazione. Da Kathmandu, le anime scendono lungo il fiume dei morti. Un mio amico nepalese si è stupito quando ho raccontato dei nostri cimiteri. "Ma sul serio voi, in Europa, edificate città ai defunti?”
Sulla fronte portano il “tilaka” che non è una benedizione, come comunemente si crede, ma un segno che ha una funzione identificativa e protettiva. La sera, accendono fuochi per le strade per scaldarsi. Per scrivere lettere d'amore chiedono consiglio ai poeti. Ti salutano con un leggero inchino dicendo "namaste" che significa “Riconosco il divino che c'è in te”. E’ la gente delle valli del Tibet. Si definiscono "una tenera radice tra due macigni", l'India e la Cina. Due vicini scomodi.
Dall'altra parte dell'Everest, esiliati dalla loro terra, i profughi tibetani edificano gli Stupa, li profumano con lo zafferano ed innalzano l'Om Mane Padme. Sulla cima disegnano gli occhi sempre aperti del principe Siddharta che hanno visto la verità e il suo naso che rappresenta l'unità. Li ornano con il profumo delle spezie e le coloratissime bandiere. Il vento che le agita, porta le preghiere al cielo
Camminando per le strade che portando da Bhaktapur alla valle di Kathmandu, sotto l'immensa catena dell'Himalaya, non posso fare a meno di pensare che da qualche parte, tra queste strette gole dove il massiccio dell'Everest sovrasta l’orizzonte, si nasconde la mia Shangri La
Nella riva destra del sacro Bagmati, i fuochi non si spengono mai e accompagnano l'anima dei defunti nel ciclo infinito della reincarnazione. Da Kathmandu, le anime scendono lungo il fiume dei morti. Un mio amico nepalese si è stupito quando ho raccontato dei nostri cimiteri. "Ma sul serio voi, in Europa, edificate città ai defunti?”
Ya se mira el horizonte! Nel Messico rebelde tra los Zapatistas del Chiapas
Otro mundo es posible! E non si costruisce sbarrando con una croce una scheda elettorale, ma con un percorso diverso, capace di costruire una Otra Campaña
Con le brigate mediche di Ya Basta al caracol del subcomandante Marcos: La Realidad
Con gli zapatisti da Città del Messico a San Cristobal de Las Casas, da Oventic a La Realidad, per il primo festival intergalattico della Digna Rabia, la rabbia degna
Otro mundo es posible! E non si costruisce sbarrando con una croce una scheda elettorale, ma con un percorso diverso, capace di costruire una Otra Campaña
Con le brigate mediche di Ya Basta al caracol del subcomandante Marcos: La Realidad
Con gli zapatisti da Città del Messico a San Cristobal de Las Casas, da Oventic a La Realidad, per il primo festival intergalattico della Digna Rabia, la rabbia degna
Persepolis, la città morta degli immortali, i diecimila guerrieri che componevano la guardia scelta del Re dei Re.Lo stile Sin City è perfetto. O no?
La chiamano la "piccola Roma" dell'Iraq. Al Kosh è un cittadella fortificata cristiana tra curdi e sunniti. Siamo ad un tiro di cannone da Mosul. E con questo ho detto tutto
Tra gli adoratori dell'Angelo Pavone: gli yazidi iracheni. Siamo nel santuario di monte Lalish, dove i fedeli pregano il diavolo
La chiamano la "piccola Roma" dell'Iraq. Al Kosh è un cittadella fortificata cristiana tra curdi e sunniti. Siamo ad un tiro di cannone da Mosul. E con questo ho detto tutto
Tra gli adoratori dell'Angelo Pavone: gli yazidi iracheni. Siamo nel santuario di monte Lalish, dove i fedeli pregano il diavolo
Nel deserto del Namib, tra Usakos e Swakopmund, ai piedi della granitica catena dei monti Pontok, c'è un posto magico. Qui si innalza la montagna che i colonizzatori tedeschi hanno chiamato "testa a ogiva”: lo Spitzkoppe. Per i boscimani è la Montagna Sacra. Il primo essere umano che ne violò la cima fu un soldato coloniale della Imperiale Schutztruppe nel 1904. L'uomo, per una scommessa, vi salì per accendere un fuoco sulla vetta. Non fece più ritorno e il suo corpo non fu più ritrovato
Il primo navigatore che raggiunse il Capo di Buona Speranza, fu il portoghese Bartolomeo Diaz. Lo doppiò in una giornata serena ma le acqua erano ugualmente talmente agitate che lo chiamò Capo Tempestoso. Non viene difficile credere che su queste acque un marinaio olandese si giocò anima e vascello a dadi col diavolo. Dalla Table Mountain, la montagna dalla cima piatta che fa continente da sé, a Robben Island, l'isola prigione la prigione di Nelson Mandela. Da Cape Town agli estremi confini d'Africa e al suo mare in perenne tempesta
Dai confini con l'Angola al Sudafrica. Dal nord al sud, attraverso i deserti della Namibia
Il primo navigatore che raggiunse il Capo di Buona Speranza, fu il portoghese Bartolomeo Diaz. Lo doppiò in una giornata serena ma le acqua erano ugualmente talmente agitate che lo chiamò Capo Tempestoso. Non viene difficile credere che su queste acque un marinaio olandese si giocò anima e vascello a dadi col diavolo. Dalla Table Mountain, la montagna dalla cima piatta che fa continente da sé, a Robben Island, l'isola prigione la prigione di Nelson Mandela. Da Cape Town agli estremi confini d'Africa e al suo mare in perenne tempesta
Dai confini con l'Angola al Sudafrica. Dal nord al sud, attraverso i deserti della Namibia
Vivendo, volando, che male ti fo'? Eccoci a levitare sulla Via della Seta
Di città con palazzoni lucicanti circondati da strade luride, piene di topi morti e gente stravaccata a dormire, ne ho viste parecchie. Ma come Jakarta, la capitale dell'Indonesia… direi che lo stile Dragan se lo sposa benissimo. Come dire che se New York 'è la Grande Mela, Jakarta è il Grande Durian. Puzza compresa…
Isola dopo isola, nel sud dell’indonesia, c’è un villaggio di pescatori dove si cacciano le balena con la fiocina di bambù. Siamo a Lamalera, a poche miglia marina da Timor Est
Di città con palazzoni lucicanti circondati da strade luride, piene di topi morti e gente stravaccata a dormire, ne ho viste parecchie. Ma come Jakarta, la capitale dell'Indonesia… direi che lo stile Dragan se lo sposa benissimo. Come dire che se New York 'è la Grande Mela, Jakarta è il Grande Durian. Puzza compresa…
Isola dopo isola, nel sud dell’indonesia, c’è un villaggio di pescatori dove si cacciano le balena con la fiocina di bambù. Siamo a Lamalera, a poche miglia marina da Timor Est
Un po’ di pazienza… qui ne arrivano tante! pagina in costruzione
Centinaia di persone in Punta della Dogana per dire difendere la laguna dei dogi. No alle Grandi Navi, no a quelle specie di speculazioni edilizie galleggianti. Brutte, sporche e puzzolenti. Fuori le Grandi Navi da Venezia
A Gradisca di Isonzo c'è un lager. Inutile, ingiusto, inumano, costoso e vigliacco. Un lager dove si trovano Uomini in Gabbia. Uomini che non hanno fatto niente... una vergogna chiamata Cie.
Sì scrive acqua ma si legge "democrazia". E non c’è altro futuro che nelle rinnovabili. Perché solo un pazzo, o un economista, può credere che da un pianeta finito si possano estrarre risorse infinite. Impressioni fotografiche di una stagione esaltante. Quella dei Quattro Sì
A Gradisca di Isonzo c'è un lager. Inutile, ingiusto, inumano, costoso e vigliacco. Un lager dove si trovano Uomini in Gabbia. Uomini che non hanno fatto niente... una vergogna chiamata Cie.
Sì scrive acqua ma si legge "democrazia". E non c’è altro futuro che nelle rinnovabili. Perché solo un pazzo, o un economista, può credere che da un pianeta finito si possano estrarre risorse infinite. Impressioni fotografiche di una stagione esaltante. Quella dei Quattro Sì
La città in cui vivo, Venezia, è talmente bella che non ho mai il coraggio di fotografarla. Qui ho cercato di darle luce con scatti in hdr, sino renderla Splendente
Non so se ci trovo l’arte. Non ho ben chiaro neppure cosa sia l'arte. Ma certo mi ci diverto un sacco, tutte le volte che ci vado! Questa è la Biennale 2011 Uno dei posti più belli al mondo per far foto in allegria!
Un grande parco nel centro storico di una città italiana… probabilmente la cosa più incredibile che abbia mai visto. L’occasione giusta per divertirsi un po' con gli effetti speciali e colorare di stranezza gli alberi di Ferrara
Non so se ci trovo l’arte. Non ho ben chiaro neppure cosa sia l'arte. Ma certo mi ci diverto un sacco, tutte le volte che ci vado! Questa è la Biennale 2011 Uno dei posti più belli al mondo per far foto in allegria!
Un grande parco nel centro storico di una città italiana… probabilmente la cosa più incredibile che abbia mai visto. L’occasione giusta per divertirsi un po' con gli effetti speciali e colorare di stranezza gli alberi di Ferrara
Non sempre ho voglia di portare la reflex con me. Ma in fondo, la migliore macchina fotografica è quella che hai sempre con te. Come il cellulare che è anche pieno di app con filtri che ti regalano l’illusione - e niente di più - di essere un artista. Ecco Parigi vista con l’hipstamatic