In questa pagina ho riportato gli ultimi articoli che ho scritto per il quotidiano ambientalista Terra, il settimanale Carta, Manifesto, per siti come Global Project, FrontiereNews o siti di associazioni come In Comune con Bettin e altro ancora.
Neanche il virus ferma la caccia! La Regione Veneto autorizza i cacciatori di andare in deroga alla quarantena
6/04/2020Verdi Veneto
Andrà tutto bene. Restiamo a casa. Scuole chiuse, musei, cinema, teatri, pizzerie (che voglia di una Margherita cotta su forno a legna), bar, anche le chiese. Anche la sinagoga sotto casa mia. Tutto chiuso. Ed è giusto così. Niente passeggiate, niente visite agli amici. Neanche la zia ultra novantenne che vive da sola, possiamo andare a trovare. Non possiamo neppure slegare la barca per una vogata in laguna per goderci questi primi tepori primaverili. E anche chi vive dall’altra parte del ponte, deve lasciare la bicicletta che ha oliato per tutto l’inverno ferma in garage. Ma va bene. Facciamo tutti la nostra parte per fermare il diffondersi della pandemia. Tutti? Tutti tutti? No, non tutti. Ci sono categoria che per le quali le deroghe alla legge che vale per tutti, più che eccezioni sono costanti. Sto parlando dei cacciatori. Quello che vale per tutti, per loro conta come un fico secco. Un uomo non può portare il suo bambino a prendere un po’ di sole, ma se quest’uomo gira con un fucile a tracolla per andare a sparare a degli animali, allora tutto gli è concesso. Anche andare in deroga alle disposizioni di quarantena!
E così, signore e signori, pure in una emergenza planetaria come quella che stiamo vivendo, la caccia deve continuare!
“Mentre l'Italia è in piena emergenza Coronavirus - si legge in un comunicato diffuso da associazioni ambientalista come Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf - molte Regioni, approfittando del comprensibile e basso livello di attenzione della opinione pubblica, stanno emanando provvedimenti a favore della caccia, a partire dalle leggine incostituzionali fino alle autorizzazioni per l'attuazione di piani di ‘controllo’ della fauna, che consentiranno ai cacciatori selecontrollori di uscire sul territorio in totale disprezzo ai provvedimenti restrittivi assunti dal Governo”.
Il Veneto governato dal leghista Luca Zaia, come è lecito aspettarsi, è in prima fila nell’attivare i cosiddetti “piani di controllo della fauna selvatica” che altro non sono che strumenti legislativi per consentire ai cacciatori di sparare allo sparabile. Nessuna limitazione per gli uomini con la doppietta. Nessun “200 metri da casa”. Loro possono spostarsi dove vogliono ed entrare pure nel tuo fondo privato se solo pensano che ci possa essere un animale da accoppare.
Stesso discorso per l’altra Regione governata dalla Lega: la Lombardia. La giunta di Attilio Fontana ha addirittura fatto di peggio e si è attivata per impugnare una ordinanza del Tar che chiedeva la sospensione della caccia alla volpe! Come se in Lombardia non ci fossero cose più urgenti da fare che lavorare per consentire ai cacciatori di dedicarsi al loro divertimento preferito!
Decisioni come queste che lasciano esterrefatti! Come ambientalisti non possiamo non sottolineare che l’inquinamento e le devastazioni all’ecosistema, di cui la caccia è l’esempio più emblematico, sono tra le cause più accreditate non solo per la diffusione del virus ma anche per il cosiddetto fenomeno dello ‘spillover’, ovvero il salto che permette al patogeno di trasferirsi da specie all’altra, dal pipistrello all’uomo.
Ma l’aspetto più triste e sconsolante della vicenda, è che neppure quanto sta accadendo riesce ad insegnare qualcosa ai nostri cacciatori. In un momento in cui tutti siamo chiamati alla massima responsabilità, loro continuano pensare ad una cosa sola: sparare, sparare, sparare.
In fiamme l’auto di Fulvia Gravame, membro dell’esecutivo dei Verdi e storica ambientalista di Taranto
23/06/2019Verdi Veneto
Questa notte a Taranto un incendio doloso ad opera di ignoti ha dato alle fiamme l'automobile di Fulvia Gravame, storica esponente dei Verdi pugliesi e nota attivista sempre in prima fila nella battaglia contro l’Ilva. Le fiamme sono divampate poco dopo le 3 di notte in via Pitagora, dove Fulvia Gravame era solita parcheggiare la sua auto.
Solidarietà e stima per la nostra Fulvia Gravame sono giunti da tutto l’arcipelago ambientalista della Puglia e dell’Italia.
Anche, noi verdi del Veneto, ribadiamo la nostra vicinanza a Fulvia, vittima di un’attentato ignobile e vigliacco, compiuto in puro stile mafioso. Siamo certi che episodi come questo non avranno altro effetto che spingere Fulvia a continuare con determinazione ancora maggiore la sua battaglia per la difesa della salute dell’ambiente. Una battaglia che è anche quella di noi tutti.
Pfas: il pericolo è reale. Lo ammette anche la Regione Veneto. Con almeno 4 anni di ritardo!
23/09/2017Verdi VenetoCi sono voluti quattro di proteste e di denuncia degli ambientalisti. Ci sono voluti decine e decine di studi scientifici che dimostravano l'alto rischio per i residenti dovuto alla presenza dei Pfas nell'acqua potabile, prima di far muovere la Regione Veneto, più attenta a promuovere un insulso referendum consultivo a suon di milioni di euro (14 per l'esattezza) che alla salute dei cittadini. Per tacer della tutela dell'ambiente.
Da decenni, tonnellate di sostanze perfluoro-alchiliche, i cosiddetti Pfas, utilizzate per produrre tessuti impermeabili, sono stati versati nelle falde della nostra Regione da aziende come la Miteni di Trissino, nel vicentino, contaminando un area che si estende per circa 200 chilometri quadrati e tocca 4 province venete; Vicenza in particolare, ma anche Verona, Padova e Rovigo. Un bacino di circa 800 mila residenti vittime della contaminazione!
"Che i Pfas fossero pericolosi per la salute lo si sapeva da tempo - ha commentato la portavoce nazionale dei Verdi, Luana Zanella -. Anche in nome di un elementare principio di precauzione, l'amministrazione regionale avrebbe dovuto agire per tempo. Invece, in nome della logica del profitto che caratterizza la giunta di centrodestra che governa il Veneto, l'avvelenamento è stato coperto. Solo ora che se ne vedono i risultati sulla salute delle persone e che una ricerca ha stabilito l'alta percentuale di veleni presenti nel sangue dei giovani che hanno bevuto acqua contaminata, il governatore Luca Zaia interviene. E come è che interviene? Prendendosela con Roma! Tutto fumo negli occhi per coprire l'incapacità di gestire qualsiasi problema ambientale".
Sulla pericolo dei veleni rilevati nel sangue dei giovani in Veneto è intervenuto anche il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli. Purtroppo è solo la punta di un iceberg di un problema drammaticamente diffuso in tutto il Paese che e' stato finora sottovalutato dal ministero della Salute e da quello dell'Ambiente - ha sottolineato l'ambientalista in una intervista all'Ansa. - Sono milioni in tutto il Paese le persone che vivono in aree da bonificare, il cui sangue è stato contaminato da inquinanti che causano malattie e problemi seri alla salute, tra i quali il cadmio, l'arsenico, il piombo, Ddt e Pcb, il Tbbp-A e il Pbde, i perfluoroctani (Pfc) e, ultimi arrivati, il Pfas e il Pfoa. Da Priolo a Porto Torres in Sardegna, dalla Valle del Sacco nel Lazio fino a Taranto con l'Ilva passando per la Laguna di Grado e Marano in Friuli Venezia Giulia, arrivando ai casi attuali in Veneto i danni ambientali e alla salute dei cittadini sono enormi e da sempre sottovalutati".
Una situazione drammatica purtroppo dimostrata da molte indagini scientifiche. Alcune di queste hanno rilevato fino a 73 sostanze chimiche artificialiche dovrebbero stare da tutt'altra parte che nel sangue umano.
"Le persone analizzate da una indagine condotta dalla Detox-Svelenati, avevano età comprese tra dodici e 92 anni e appartenevano a tre generazioni diverse: nonne, mamme e figli. Ciascun componente familiare è risultato contaminato da un insieme di almeno 18 sostanze pericolose".
Due sono le cose da fare, secondo i Verdi: controllare più severamente le aree industriali a rischio e promuovere una serie di monitoraggi epidemiologici per avere una chiaro quadro della situazione.
"Ma se non si avvia un grande piano di bonifica delle aree inquinate - conclude il leader dei verdi - e di conversione ecologica delle industrie inquinanti si rischia di dover fare i conti con un problema che coinvolgerà sempre più persone".
Da decenni, tonnellate di sostanze perfluoro-alchiliche, i cosiddetti Pfas, utilizzate per produrre tessuti impermeabili, sono stati versati nelle falde della nostra Regione da aziende come la Miteni di Trissino, nel vicentino, contaminando un area che si estende per circa 200 chilometri quadrati e tocca 4 province venete; Vicenza in particolare, ma anche Verona, Padova e Rovigo. Un bacino di circa 800 mila residenti vittime della contaminazione!
"Che i Pfas fossero pericolosi per la salute lo si sapeva da tempo - ha commentato la portavoce nazionale dei Verdi, Luana Zanella -. Anche in nome di un elementare principio di precauzione, l'amministrazione regionale avrebbe dovuto agire per tempo. Invece, in nome della logica del profitto che caratterizza la giunta di centrodestra che governa il Veneto, l'avvelenamento è stato coperto. Solo ora che se ne vedono i risultati sulla salute delle persone e che una ricerca ha stabilito l'alta percentuale di veleni presenti nel sangue dei giovani che hanno bevuto acqua contaminata, il governatore Luca Zaia interviene. E come è che interviene? Prendendosela con Roma! Tutto fumo negli occhi per coprire l'incapacità di gestire qualsiasi problema ambientale".
Sulla pericolo dei veleni rilevati nel sangue dei giovani in Veneto è intervenuto anche il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli. Purtroppo è solo la punta di un iceberg di un problema drammaticamente diffuso in tutto il Paese che e' stato finora sottovalutato dal ministero della Salute e da quello dell'Ambiente - ha sottolineato l'ambientalista in una intervista all'Ansa. - Sono milioni in tutto il Paese le persone che vivono in aree da bonificare, il cui sangue è stato contaminato da inquinanti che causano malattie e problemi seri alla salute, tra i quali il cadmio, l'arsenico, il piombo, Ddt e Pcb, il Tbbp-A e il Pbde, i perfluoroctani (Pfc) e, ultimi arrivati, il Pfas e il Pfoa. Da Priolo a Porto Torres in Sardegna, dalla Valle del Sacco nel Lazio fino a Taranto con l'Ilva passando per la Laguna di Grado e Marano in Friuli Venezia Giulia, arrivando ai casi attuali in Veneto i danni ambientali e alla salute dei cittadini sono enormi e da sempre sottovalutati".
Una situazione drammatica purtroppo dimostrata da molte indagini scientifiche. Alcune di queste hanno rilevato fino a 73 sostanze chimiche artificialiche dovrebbero stare da tutt'altra parte che nel sangue umano.
"Le persone analizzate da una indagine condotta dalla Detox-Svelenati, avevano età comprese tra dodici e 92 anni e appartenevano a tre generazioni diverse: nonne, mamme e figli. Ciascun componente familiare è risultato contaminato da un insieme di almeno 18 sostanze pericolose".
Due sono le cose da fare, secondo i Verdi: controllare più severamente le aree industriali a rischio e promuovere una serie di monitoraggi epidemiologici per avere una chiaro quadro della situazione.
"Ma se non si avvia un grande piano di bonifica delle aree inquinate - conclude il leader dei verdi - e di conversione ecologica delle industrie inquinanti si rischia di dover fare i conti con un problema che coinvolgerà sempre più persone".
Regione Veneto: per i parchi solo le briciole, per il referendum 14 milioni
12/09/2017Verdi VenetoLa Regione Veneto non si smentisce a anche quest’anno ha eroso la quota annuale disposta a favore dei 5 parchi regionali. Una ulteriore dimostrazione di quanto poco o niente pesi nella sua agenda politica capitoli come la tutela dell’ambiente e del territorio.
Con la delibera di Giunta numero 1398, datata 29 agosto 2017 (sempre in agosto, escono le delibere peggiori della nostra Regione!), il Governatore Luca Zaia ha stabilito un contributo complessivo per tutti e cinque i nostri parchi di 3 milioni e 792 mila euro. Il fondo sarà così suddiviso: Colli Euganei 1,49 milioni di euro; Regole D’Ampezzo 514.195; Lessinia 612.028; Sile 418.257; Delta del Po 756.883.
Tutto qua? No. Bisogna aggiungere i contributi dedicati alla realizzazione dei Piani Ambientali, naturalmente. Altra non-priorità della Giunta Regionale che assegna, a tutti e cinque i parchi assieme, la bellezza di 430 mila euro!
Una somma così esigua che non ha paragone in nessun’altra Regione italiana e che, come commenta Ilario Simonaggio, responsabile dell’area Ambiente della Cgil, merita una sola risposta “Vergognatevi!”
Tanto per fare un paragone, per il “referendum” regionale sulla cosiddetta “autonomia” – che non ha nessun valore istituzionale e sul quale potremmo discutere a lungo se definirlo appena appena “consultivo” – la Regione non ha esitato a investire oltre 14 milioni di euro!
Vergognatevi, appunto!
Con la delibera di Giunta numero 1398, datata 29 agosto 2017 (sempre in agosto, escono le delibere peggiori della nostra Regione!), il Governatore Luca Zaia ha stabilito un contributo complessivo per tutti e cinque i nostri parchi di 3 milioni e 792 mila euro. Il fondo sarà così suddiviso: Colli Euganei 1,49 milioni di euro; Regole D’Ampezzo 514.195; Lessinia 612.028; Sile 418.257; Delta del Po 756.883.
Tutto qua? No. Bisogna aggiungere i contributi dedicati alla realizzazione dei Piani Ambientali, naturalmente. Altra non-priorità della Giunta Regionale che assegna, a tutti e cinque i parchi assieme, la bellezza di 430 mila euro!
Una somma così esigua che non ha paragone in nessun’altra Regione italiana e che, come commenta Ilario Simonaggio, responsabile dell’area Ambiente della Cgil, merita una sola risposta “Vergognatevi!”
Tanto per fare un paragone, per il “referendum” regionale sulla cosiddetta “autonomia” – che non ha nessun valore istituzionale e sul quale potremmo discutere a lungo se definirlo appena appena “consultivo” – la Regione non ha esitato a investire oltre 14 milioni di euro!
Vergognatevi, appunto!
La Regione, con la scusa del cinghiale, apre i parchi ai cacciatori
23/05/2017Verdi VenetoLa Regione Veneto ha approvato col decreto numero 598 del 28 aprile 2017 un piano di controllo e di eradicazione dei cinghiali nel territorio regionale ai fini di riportare il numero degli esemplari della specie a livelli - a detta della Giunta - "sostenibili".
La presenza del cinghiale nelle nostre terre viene trattata con tutti i criteri dell'emergenza. Nella premessa al decreto, si legge una lunga serie di danni arrecati all'agricoltura da questi animali che sarebbero addirittura pericolosi per l'uomo. La conclusione, sempre dettata della cosiddetta logica emergenziale, è ovviamente quella di autorizzarne la caccia. Si tratta, in altre parole, dell'ennesimo regalo con il quale la Giunta del Veneto premia i suoi fedeli cacciatori, sostenendo quella stessa categoria sociale che ha causato il danno (e pure l'emergenza) con rilasci abusivi di animali di allevamento, non di rado ibridati con i maiali domestici.
Se è vero che, per ora, la caccia dentro i parchi prevede comunque l'approvazione dell'ente gestore, è anche vero che il decreto punta verso questa soluzione e apre una porta all'attività venatoria che difficilmente potrà venir chiusa.
I parchi del Veneto corrono seriamente il rischio di trasformarsi da oasi di tutela ambientale a riserve di caccia con grave rischio di chi vi si reca per una passeggiata, per sport o semplicemente per godere di un angolo di natura incontaminata. Senza contare poi, che un decreto simile incoraggia indirettamente la caccia abusiva, considerando che non saranno pochi i cacciatori che, con la doppietta in mano, si limiteranno ad abbattere solo cinghiali e solo nel numero consentito per la sopracitata "sostenibilità".
La presenza del cinghiale nelle nostre terre viene trattata con tutti i criteri dell'emergenza. Nella premessa al decreto, si legge una lunga serie di danni arrecati all'agricoltura da questi animali che sarebbero addirittura pericolosi per l'uomo. La conclusione, sempre dettata della cosiddetta logica emergenziale, è ovviamente quella di autorizzarne la caccia. Si tratta, in altre parole, dell'ennesimo regalo con il quale la Giunta del Veneto premia i suoi fedeli cacciatori, sostenendo quella stessa categoria sociale che ha causato il danno (e pure l'emergenza) con rilasci abusivi di animali di allevamento, non di rado ibridati con i maiali domestici.
Se è vero che, per ora, la caccia dentro i parchi prevede comunque l'approvazione dell'ente gestore, è anche vero che il decreto punta verso questa soluzione e apre una porta all'attività venatoria che difficilmente potrà venir chiusa.
I parchi del Veneto corrono seriamente il rischio di trasformarsi da oasi di tutela ambientale a riserve di caccia con grave rischio di chi vi si reca per una passeggiata, per sport o semplicemente per godere di un angolo di natura incontaminata. Senza contare poi, che un decreto simile incoraggia indirettamente la caccia abusiva, considerando che non saranno pochi i cacciatori che, con la doppietta in mano, si limiteranno ad abbattere solo cinghiali e solo nel numero consentito per la sopracitata "sostenibilità".
Come dobbiamo dirvelo che l’inceneritore non lo vogliamo?
28/09/2016EcoMagazine, In Comune, Verdi VenetoE sempre all’erta bisogna stare! L’Sg31, buttato fuori dalla porta grazie ad una dura mobilitazione popolare, rischia di rientrare dalla finestra della partecipata. Finestra spalancata dalla cessione del 40% delle quote di Veritas alla srl Ecoprogetto. E il marcio non è solo in Danimarca evidentemente, considerato che della ventilata riapertura dell’inceneritore, se non addirittura della costruzione di un nuovo impianto nella stessa area, ne siamo venuto a sapere soltanto grazie all’allarme lanciato dal sindaco di Mira, il pentastellato Alvise Maniero, che ha prontamente informato la stampa non appena ne ha avuto notizia. C’è da chiedersi dove fossero gli altri 42 sindaci che pure fanno parte del consiglio di Bacino. A parte il Brugnaro “Gigio” che, di sicuro, stava sparlando di “schei” o di “sicurezza” davanti a qualche microfono. Ed è proprio sulla mancata trasparenza che il presidente della municipalità di Marghera ha puntato l’indice, questo pomeriggio, durante la riunione del consiglio. Un consiglio che sembrava più una assemblea popolare, pieno com’era di cittadini incazzati e preoccupati. “Proprio sul campo della gestione dei rifiuti bisognerebbe garantire la massima trasparenza - ha commentato l’ambientalista in apertura del dibattito -. Non è un caso che recentemente ci siano stati due attentati ai mezzi e agli impianti di trattamento, uno dei quali ha colpito proprio Veritas. I rifiuti, se non sono gestiti in maniera chiara e pulita, causano inquinamento ambientale e criminale”.
Il comunicato con il quale la partecipata Veritas, prende le distanze dal progetto Sg31 è sicuramente un passo avanti in questa battaglia per un futuro sostenibile - e non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico considerato che, Parigi insegna, o saremo green o non saremo niente - ma rimane comunque una presa di posizione assolutamente non vincolante, perlomeno sino a quando il consiglio di Bacino formalizzerà la bocciatura del progetto.
Con un comunicato congiunto, si sono fatto sentire anche l’assemblea contro il Rischio chimico e il comitato Opzione zero che invitano i cittadini a tempestare di mail la posta dei membri del consiglio di Bacino ed a partecipare con pentole e fischietti al presidio che si svolgerà domani, alle ore 9 davanti a Veritas, via Porto di Cavergnano, Mestre, proprio in concomitanza con la riunione del consiglio.
La preoccupazione che gli interessi economici privati delle società legate all’incenerimento dei rifiuti prevalga sulla tutela dell’ambiente e della salute pubblica è forte, nonostante le rassicurazione di Veritas secondo cui Venezia non tornerà indietro dalla politica avviata dalla precedente amministrazione comunale che era riuscita a chiudere l’ultimo inceneritore potenziando la differenziata. Ma oggi, in laguna, l’aria tira da un altro versante.
E sempre all’erta bisogna stare, dicono i comitati ambientalisti. Nel Veneto, come in tutta Italia, chi parla di riciclo, riuso, riduzione, raccolta e recupero viene visto come un nemico dello “sviluppo” economico. L’Europa è ancora lontana. Alle mafie dei rifiuti va bene così. Ma i comitati, i movimenti e gli ambientalisti sono pronti alla mobilitazione. Sanno che dei comunicati non ci si può fidare. Non con questi sindaci, non con questa Regione, non con questo Governo.
Il comunicato con il quale la partecipata Veritas, prende le distanze dal progetto Sg31 è sicuramente un passo avanti in questa battaglia per un futuro sostenibile - e non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico considerato che, Parigi insegna, o saremo green o non saremo niente - ma rimane comunque una presa di posizione assolutamente non vincolante, perlomeno sino a quando il consiglio di Bacino formalizzerà la bocciatura del progetto.
Con un comunicato congiunto, si sono fatto sentire anche l’assemblea contro il Rischio chimico e il comitato Opzione zero che invitano i cittadini a tempestare di mail la posta dei membri del consiglio di Bacino ed a partecipare con pentole e fischietti al presidio che si svolgerà domani, alle ore 9 davanti a Veritas, via Porto di Cavergnano, Mestre, proprio in concomitanza con la riunione del consiglio.
La preoccupazione che gli interessi economici privati delle società legate all’incenerimento dei rifiuti prevalga sulla tutela dell’ambiente e della salute pubblica è forte, nonostante le rassicurazione di Veritas secondo cui Venezia non tornerà indietro dalla politica avviata dalla precedente amministrazione comunale che era riuscita a chiudere l’ultimo inceneritore potenziando la differenziata. Ma oggi, in laguna, l’aria tira da un altro versante.
E sempre all’erta bisogna stare, dicono i comitati ambientalisti. Nel Veneto, come in tutta Italia, chi parla di riciclo, riuso, riduzione, raccolta e recupero viene visto come un nemico dello “sviluppo” economico. L’Europa è ancora lontana. Alle mafie dei rifiuti va bene così. Ma i comitati, i movimenti e gli ambientalisti sono pronti alla mobilitazione. Sanno che dei comunicati non ci si può fidare. Non con questi sindaci, non con questa Regione, non con questo Governo.