In migliaia a Mestre per Giacomo e contro le politiche securitarie di Brugnaro
29/09/2024Il Manifesto«Riprendiamoci la città» Il Cso Rivolta e tante associazioni hanno ricordato il ragazzo morto il 20 settembre. «Riprendiamoci la città. l sindaco ha tagliato tutti i servizi di welfare a Venezia, noi reagiamo: oggi noi chiediamo una radicale inversione di rotta»
Più di cento sigle tra comitati di quartiere, associazioni cittadine, movimenti, partiti, sindacati, comunità di migranti, hanno aderito all’appello lanciato da «Riprendiamoci la città» e dal Cso Rivolta e si sono date appuntamento nel pomeriggio di ieri davanti alla stazione di Mestre per manifestare dietro al grande striscione con la scritta: «Per Jack, per noi, per tutti: riprendiamoci la città». Il corteo ha sfilato lungo corso del Popolo sino alla cancellata ricoperta di mazzi di fiori del liceo Guggenheim, davanti alla quale, nella notte di giovedì 20 settembre, il 26enne Giacomo Gobbato è stato ucciso e il suo amico Sebastiano Bergamaschi ferito a una gamba nel tentativo di soccorrere una donna aggredita.
Nel febbraio dello scorso anno, un simile corteo aveva sfilato per la stessa strada per commemorare un’altra vittima del degrado in cui la città è sprofondata dopo nove anni di amministrazione del sindaco Luigi Brugnaro. In cinquemila erano scesi in piazza per commemorare un altro ragazzo, ucciso da un’auto che condotta da un tossicodipendente che guidava contromano, e chiedere un’inversione di rotta nelle politiche sicurtarie dell’amministrazione. Una richiesta che il sindaco non si è nemmeno degnato di prendere in considerazione. Ma la manifestazione di ieri ha visto la mobilitazione di un numero davvero impressionante di cittadini. Almeno 12mila persone hanno riempito le strade chiedendo una «sicurezza» diversa da quella tanto vantata dalla Giunta e concentrata su interventi temporanei e operazioni ad effetto che non hanno fatto altro che emarginare e criminalizzare tante persone in difficoltà. «Hanno tagliato tutti quei servizi di welfare indispensabili per chi si trova in difficoltà, hanno chiuso tutti gli spazi di socialità, smantellato i presidi di prevenzione delle dipendenze – denuncia Sebastiano Bergamaschi -. È stata la scelta precisa di una amministrazione che ha sempre privilegiato gli interessi privati al bene pubblico. Oggi noi chiediamo una radicale inversione di rotta. Oggi noi vogliamo riprenderci la città».
Una presa di posizione che Brugnaro non ha preso bene. Fallito il tentativo di santificare i due ragazzi come “eroi cittadini” – né Sebastiano, né la famiglia hanno voluto incontrare il sindaco – e di cavalcare la protesta invocando come soluzione all’innegabile degrado in cui Mestre è precipitata misura ancora più repressive – «è necessario un inasprimento delle pene anche per i micro reati» -, il sindaco ha bollato la manifestazione come un inutile «sventolio di bandiere rosse». «Ci andranno solo quelli che difendono chi gira col coltello», ha rimarcato dopo aver invocato non meglio precisati «poteri speciali» per i primi cittadini. Intanto anche questa settimana, le pagine di cronaca nera non sono rimaste senza notizie. Martedì notte, nella parallela via Piave, si è verificata una violenta aggressione a colpi di cocci di bottiglia. Solo questa settimana, due vetrine sono state spaccate per bottini di poche decine di euro. Una anziana l’altro ieri è stata aggredita sul portone di casa per strapparle una collanina.
Il fallimento delle politiche sicurtarie di Brugnaro sono oramai sotto gli occhi di tutti. Compresi di quei negozianti che magari avranno anche lo avranno anche votato ma che ieri esponevano nelle vetrine dei loro negozi il manifesto che Zero Calcare ha dedicato a Jack.
I funerali del ragazzo si svolgeranno lunedì a Jesolo. Gli amici potranno dargli l’ultimo saluto la mattina all’obitorio di Mestre. Niente fiori, hanno chiesto i genitori, ma offerte per Mediterranea, l’ong che soccorre chi ha bisogno di essere soccorso e non si gira dall’altra parte. Proprio come ha fatto Jack.