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Woody e Natalia

A un certo punto del collegio docenti, il mio cellulare si è arreso. La carne è triste, ahimè! E io ho vinto a tutti i giochi. Non c'erano più palline da scoppiare, mattoni da sistemare, vermi da ingrassare, astronavi, macchinine, tris, poker, game over, basta, utente, mi arrendo, pietà.

Nell'aula magna la gente va e viene, parlando di libri di testo.
Il termometro dice: 34°.
Il calendario dice: "29 giugno 2004"
Il mio contratto dice: "scade il 30 giugno".
Una circolare ministeriale dice… non si capisce assolutamente cosa, ma il senso è che tra 3 mesi avrò meno punti in graduatoria di quanti ne ho adesso. Potrebbe sembrare strano, ma ormai non lo è più. Anche 12 mesi fa ne avevo più di adesso. Se insisto ancora in questa professione, finisce che mi tolgono la laurea, il diploma, la patente, la cresima e la comunione.

E adesso di cosa parlano. Di vacanze di Natale.
Natale, figurati.
Così ho spostato la sedia contro il muro, di modo da appoggiare la testa. Ora, se riesco a pensare a qualcosa di inutile, mi posso addormentare. Natale. Arrivarci, a Natale. Che uno fa per dire, ma sul serio: cosa farò, io, a Natale? Sarò infine insieme a te? Sarò ancora insieme a te? Starò bene? Starò male?

Di certezze ne ho pochine, e mi ci appendo come posso: so che d'estate farà caldo, ma a settembre verranno le prime piogge, e Woody Allen presenterà un film a Venezia, e Natalia Aspesi dirà che è il più riuscito degli ultimi dieci anni. E in ottobre io lo andrò a vedere. Quello lo so per certo. E basta, direi.

Non è tantissimo, ma almeno.
Zzz.
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