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14-04-2005, 13:172025, Teopop, Tremonti, WTOPermalinkLe manovre del Cardinale Ambrogio
Caro Leonardo,
è vero che ho una buona memoria, ma non è affatto prodigiosa, come dicono. E ho dei buchi notevoli, come tutti.
I buchi. Arci mi diceva di non preoccuparmene: "I buchi sono la prova che tu hai dei ricordi. Chi non ha ricordi, non ha più nemmeno i buchi. Ti può mancare il nome di una canzone, o come finiva un film. Ma vuole ancora dire che ti ricordi di quella canzone, o quel film".
"Forse me ne sto dimenticando".
"No, non credo. In realtà i buchi non si allargano. Al massimo se ne creano altri".
"E come fai a saperlo?"
"Se ti metti qsto casco in testa, te lo dimostro".
"Stasera no, grazie".
Arci era un matto, coi suoi caschi e gli esperimenti eccetera, ma non aveva tutti i torti. In effetti, più uno ha memoria, più uno ha buchi. Per dire, ieri ho visto il faccione lindo e roseo del cardinale Ambrogio al Supernet, e ho passato mezza giornata a cercare di ricordare il suo nome pre-Teopop. Invano. Un bel buco.
Epperò, più ci pensavo, più mi venivano in mente cose sul cardinale Ambrogio. Che è nato in una valle delle Alpi, attualm contesa tra Padani delle Valli e Grande Elvezia. Che nel '94 fu eletto coi postdemocristiani che però in quell'occasione (unica nella Storia d'Italia) non contavano un c, dimodoché nella prima sessione utile passò a Forza Italia e il suo voto alla Camera fu determinante per la nascita del Berlusconi Uno. Mi ricordo.
E ancora mi ricordo che fu ricambiato nell'occasione con un bel Ministero, che onorò varando un decreto che portava il suo nome, un sistema per detassare gli investimenti produttivi, la pacchia per tutte le fabbrichette che si misero allegramente a investire in macchinari, ma anche semplicem in macchine sportive per il padroncino.
E poi mi ricordo che la pacchia durò poco, il Berlusconi Uno cadendo subito in una pozza di fango, e lasciando in tutti gli industriali pre-Padani una voglia insoddisfatta di Porsche, che li avrebbe accompagnati per sette anni, una lunga traversata nel deserto. Fino alla soglia di quel 2001 in cui il Berlusconi Due cominciò a profilarsi all'orizzonte, e il primo effetto sull'economia fu il crollo delle vendite di Porsche, perché tutti volevano attendere il momento in cui il Ministro Ambrogio, reinsediandosi, avrebbe fatto il suo bis, detassando e contribuendo a un fragoroso rilancio dell'economia. Me ne ricordo, non serve a nulla ma me ne ricordo.
E poi ricordo che il rilancio dell'economia non fu così tanto fragoroso, anzi: come certe scoregge che si annunciano imperiose e poi alla prova dei fatti risultano miseri flop puzzolenti, così si ritrovò l'Italia quando i padroncini delle fabrichette si accorsero che la Porsche nuova fiammante nel garage non li avrebbe protetti dal Grande Slancio In Avanti della Repubblica Popolare Cinese. La mia memoria senza dubbio semplifica, ma più o meno andò così. A quel punto i padroncini volsero tremebondi i loro cofani ad Ambrogio, invocando il suo aiuto, ma Ambrogio era lontano, a Roma, tutto preso da bilanci farlocchi, cedole, cartoline e aliquote, in qlla città dove non puoi pestare i piedi a lungo senza trovare prima o poi qlcuno coi piedi più grossi dei tuoi. E infatti a un certo punto si prese una gran pedata dal governatore della Banca d'Italia, e sembrava finito, ma non era finito. Non lui.
Si mise a frequentare i salotti tv, dove il tono stridulo della sua voce si prestava molto bene al proferir di garbate minacce. Berlusconi Due mangiò la foglia e lo insignì al volo della prima carica che gli venne in mente, vicepresidente del Partito o giù di lì. Poteva sembrare un contentino, e invece stava creando le premesse per la nascita di Berlusconi III. L'episodio atteso da anni, in cui il protagonista finalm cede al lato oscuro della Forza. La mia memoria può fare confusioni, ma più o meno il senso è quello.
Nel frattempo Berlusconi 2 viveva giorni difficili. Le Grandi Opere sonnecchiavano, l'Italia era tutta un fragore di betoniere che giravano a vuoto perché mancavano i fondi per il calcestruzzo. I padronicini, delusi, avevano eletto il padroncino della fabbrichetta più grossa, che chiedeva a gran voce elezioni. Ed eravamo in guerra, come al solito. L'Euro era forte, sempre più forte, ci sfondava i pantaloni quando uscivamo a fare la spesa, e fingevamo che fosse la moda. Certo, potevamo rifarci all'estero, passando meravigliose vacanze nelle isole del Sud, ma ogni volta arrivava lo tsunami. Quando la benzina cominciò a costare più dell'olio di semi, automobilisti e rosticcerie tentarono di passare a qst'ultimo. Le patatine di mcronald cambiarono improvvisam sapore. Non sapevi più di chi fidarti. Meno male che c'era sempre il Papa. Ma morì. Insomma, tutte le sfighe. Non c'era neanche più gusto a scrivere il blog, e infatti io smisi. Passai alla clandestinità, in quel gruppo che poi si divise e si riunì ad altri gruppi, eccetera. Ma qsta volta non volevamo disperderci. Volevamo creare una vasta rete di consensi trasversali. Sapevamo che dopo il Berlusconi Due i padroncini avrebbero acclamato un insipido Prodi Due, come un Rambo tra un Rocky e l'altro, e volevamo qlcosa di più.
Una specie di rivoluzione, ma seria, anche pacifica se necessario, partecipata e collettiva, una cosa che piacesse anche alle vecchiette. E cercavamo contatti in tutte le direzioni. Non ci precludevamo nessuna alleanza.
E infatti mi ricordo, mi ricordo benissimo di qlla sera che in tv il solito Ambrogio si mise a spiegare che la crisi era solo colpa dei Cinesi. Tante grazie. Ma poi spiegò che erano state fatte scelte dissennate in sede europea, che il WTO andava ridiscusso, che tutta qsta foga tecnocratica e neoliberista e blablabla…
"Aspetta un attimo. Io ho già sentito questa roba".
"Vero? Sembrava anche a me".
"Ha detto neoliberista, lo ha detto? Ho sentito bene?"
"Qualcosa del genere. E tra un po' dirà moltitudini".
"No…"
"Fidati. Ancora un piccolo sforzo".
"Vuoi dire che sta dicendo le stesse cose di Casarini sei anni fa? Siamo a questo punto?"
"Grande è la confusione sotto il sole. La situazione è…"
"Un casino. Adesso però devo capire chi dei due ha cambiato idea".
"Le idee sono come l'acqua, non ci si bagna due volte nella stessa".
"Sì, certo, e tante altre cazzate".
"Pensa laterale. Pensa laterale. Forse nessuno dei due ha cambiato idea. Forse è l'idea che ci ha cambiati, tutti".
"No. Io no. Non sarò mai d'accordo con qsti stronzi".
"C'è troppo ego nei tuoi pensieri. Purificati dall'ego. Spogliati dei tuoi rancori personali. Non hai più orgoglio. Non hai posizioni da difendere, non hai più un blog con tot accessi giornalieri. Sei un uomo nuovo che cerca soluzioni nuove".
"Qll'uomo non è una soluzione nuova! È da dieci anni che ci ammorba con soluzioni disastrose!"
"Il Passato non esiste. Il Passato è passato".
"Arci, sei più fumato del solito stasera. Non è che stai sperimentando qlcosa?"
"Uh, mettiti un attimo il casco e ti faccio vedere".
"No, quel casco lì, basta".
Due anni dopo Ambrogio riceveva il bisbattesimo nella cattedrale omonima. Per uno con la sua esperienza, che aveva trattato per anni con postdemocristiani, postfascisti e prepadani, mettere d'accordo noglobal e berluscones fu un gioco da ragazzi. Era nato il Teopop.
Io portavo le paste.
Caro Leonardo,
è vero che ho una buona memoria, ma non è affatto prodigiosa, come dicono. E ho dei buchi notevoli, come tutti.
I buchi. Arci mi diceva di non preoccuparmene: "I buchi sono la prova che tu hai dei ricordi. Chi non ha ricordi, non ha più nemmeno i buchi. Ti può mancare il nome di una canzone, o come finiva un film. Ma vuole ancora dire che ti ricordi di quella canzone, o quel film".
"Forse me ne sto dimenticando".
"No, non credo. In realtà i buchi non si allargano. Al massimo se ne creano altri".
"E come fai a saperlo?"
"Se ti metti qsto casco in testa, te lo dimostro".
"Stasera no, grazie".
Arci era un matto, coi suoi caschi e gli esperimenti eccetera, ma non aveva tutti i torti. In effetti, più uno ha memoria, più uno ha buchi. Per dire, ieri ho visto il faccione lindo e roseo del cardinale Ambrogio al Supernet, e ho passato mezza giornata a cercare di ricordare il suo nome pre-Teopop. Invano. Un bel buco.
Epperò, più ci pensavo, più mi venivano in mente cose sul cardinale Ambrogio. Che è nato in una valle delle Alpi, attualm contesa tra Padani delle Valli e Grande Elvezia. Che nel '94 fu eletto coi postdemocristiani che però in quell'occasione (unica nella Storia d'Italia) non contavano un c, dimodoché nella prima sessione utile passò a Forza Italia e il suo voto alla Camera fu determinante per la nascita del Berlusconi Uno. Mi ricordo.
E ancora mi ricordo che fu ricambiato nell'occasione con un bel Ministero, che onorò varando un decreto che portava il suo nome, un sistema per detassare gli investimenti produttivi, la pacchia per tutte le fabbrichette che si misero allegramente a investire in macchinari, ma anche semplicem in macchine sportive per il padroncino.
E poi mi ricordo che la pacchia durò poco, il Berlusconi Uno cadendo subito in una pozza di fango, e lasciando in tutti gli industriali pre-Padani una voglia insoddisfatta di Porsche, che li avrebbe accompagnati per sette anni, una lunga traversata nel deserto. Fino alla soglia di quel 2001 in cui il Berlusconi Due cominciò a profilarsi all'orizzonte, e il primo effetto sull'economia fu il crollo delle vendite di Porsche, perché tutti volevano attendere il momento in cui il Ministro Ambrogio, reinsediandosi, avrebbe fatto il suo bis, detassando e contribuendo a un fragoroso rilancio dell'economia. Me ne ricordo, non serve a nulla ma me ne ricordo.
E poi ricordo che il rilancio dell'economia non fu così tanto fragoroso, anzi: come certe scoregge che si annunciano imperiose e poi alla prova dei fatti risultano miseri flop puzzolenti, così si ritrovò l'Italia quando i padroncini delle fabrichette si accorsero che la Porsche nuova fiammante nel garage non li avrebbe protetti dal Grande Slancio In Avanti della Repubblica Popolare Cinese. La mia memoria senza dubbio semplifica, ma più o meno andò così. A quel punto i padroncini volsero tremebondi i loro cofani ad Ambrogio, invocando il suo aiuto, ma Ambrogio era lontano, a Roma, tutto preso da bilanci farlocchi, cedole, cartoline e aliquote, in qlla città dove non puoi pestare i piedi a lungo senza trovare prima o poi qlcuno coi piedi più grossi dei tuoi. E infatti a un certo punto si prese una gran pedata dal governatore della Banca d'Italia, e sembrava finito, ma non era finito. Non lui.
Si mise a frequentare i salotti tv, dove il tono stridulo della sua voce si prestava molto bene al proferir di garbate minacce. Berlusconi Due mangiò la foglia e lo insignì al volo della prima carica che gli venne in mente, vicepresidente del Partito o giù di lì. Poteva sembrare un contentino, e invece stava creando le premesse per la nascita di Berlusconi III. L'episodio atteso da anni, in cui il protagonista finalm cede al lato oscuro della Forza. La mia memoria può fare confusioni, ma più o meno il senso è quello.
Nel frattempo Berlusconi 2 viveva giorni difficili. Le Grandi Opere sonnecchiavano, l'Italia era tutta un fragore di betoniere che giravano a vuoto perché mancavano i fondi per il calcestruzzo. I padronicini, delusi, avevano eletto il padroncino della fabbrichetta più grossa, che chiedeva a gran voce elezioni. Ed eravamo in guerra, come al solito. L'Euro era forte, sempre più forte, ci sfondava i pantaloni quando uscivamo a fare la spesa, e fingevamo che fosse la moda. Certo, potevamo rifarci all'estero, passando meravigliose vacanze nelle isole del Sud, ma ogni volta arrivava lo tsunami. Quando la benzina cominciò a costare più dell'olio di semi, automobilisti e rosticcerie tentarono di passare a qst'ultimo. Le patatine di mcronald cambiarono improvvisam sapore. Non sapevi più di chi fidarti. Meno male che c'era sempre il Papa. Ma morì. Insomma, tutte le sfighe. Non c'era neanche più gusto a scrivere il blog, e infatti io smisi. Passai alla clandestinità, in quel gruppo che poi si divise e si riunì ad altri gruppi, eccetera. Ma qsta volta non volevamo disperderci. Volevamo creare una vasta rete di consensi trasversali. Sapevamo che dopo il Berlusconi Due i padroncini avrebbero acclamato un insipido Prodi Due, come un Rambo tra un Rocky e l'altro, e volevamo qlcosa di più.
Una specie di rivoluzione, ma seria, anche pacifica se necessario, partecipata e collettiva, una cosa che piacesse anche alle vecchiette. E cercavamo contatti in tutte le direzioni. Non ci precludevamo nessuna alleanza.
E infatti mi ricordo, mi ricordo benissimo di qlla sera che in tv il solito Ambrogio si mise a spiegare che la crisi era solo colpa dei Cinesi. Tante grazie. Ma poi spiegò che erano state fatte scelte dissennate in sede europea, che il WTO andava ridiscusso, che tutta qsta foga tecnocratica e neoliberista e blablabla…
"Aspetta un attimo. Io ho già sentito questa roba".
"Vero? Sembrava anche a me".
"Ha detto neoliberista, lo ha detto? Ho sentito bene?"
"Qualcosa del genere. E tra un po' dirà moltitudini".
"No…"
"Fidati. Ancora un piccolo sforzo".
"Vuoi dire che sta dicendo le stesse cose di Casarini sei anni fa? Siamo a questo punto?"
"Grande è la confusione sotto il sole. La situazione è…"
"Un casino. Adesso però devo capire chi dei due ha cambiato idea".
"Le idee sono come l'acqua, non ci si bagna due volte nella stessa".
"Sì, certo, e tante altre cazzate".
"Pensa laterale. Pensa laterale. Forse nessuno dei due ha cambiato idea. Forse è l'idea che ci ha cambiati, tutti".
"No. Io no. Non sarò mai d'accordo con qsti stronzi".
"C'è troppo ego nei tuoi pensieri. Purificati dall'ego. Spogliati dei tuoi rancori personali. Non hai più orgoglio. Non hai posizioni da difendere, non hai più un blog con tot accessi giornalieri. Sei un uomo nuovo che cerca soluzioni nuove".
"Qll'uomo non è una soluzione nuova! È da dieci anni che ci ammorba con soluzioni disastrose!"
"Il Passato non esiste. Il Passato è passato".
"Arci, sei più fumato del solito stasera. Non è che stai sperimentando qlcosa?"
"Uh, mettiti un attimo il casco e ti faccio vedere".
"No, quel casco lì, basta".
Due anni dopo Ambrogio riceveva il bisbattesimo nella cattedrale omonima. Per uno con la sua esperienza, che aveva trattato per anni con postdemocristiani, postfascisti e prepadani, mettere d'accordo noglobal e berluscones fu un gioco da ragazzi. Era nato il Teopop.
Io portavo le paste.
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