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07-11-2005, 01:352025, autocritiche, blog, BushPermalinkA less dangerous mind
Ancora quella vecchia storia. Vabbè, come si dice, posso spiegarvi tutto.
Naturalmente non mi feci esplodere, quella sera; la ragione ufficiale, verbalizzata da Arci nel rapporto al comitato centrale, fu "troppa poca gente". In realtà mi ero cagato in mano un'altra volta.
Come a Napoli due settimane prima – l'idea di farsi esplodere durante la simulazione di un attentato, per aumentare il caos, fu un parto geniale di Arci; cui purtroppo non corrispose una realizzazione efficace da parte mia. Ora, due cilecche su due sono una media disastrosa per un kamikaze; per cui non fui molto sorpreso di sentirmi scaricare dal comitato. E siccome altri volontari per ora non si trovavano, la strategia della tensione fu aggiornata a data da definirsi. Sì, mi rendo conto che suona tutto molto dilettantesco, ma a quel tempo eravamo solo una giovane organizzazione segreta ancora ignara del suo destino di fondatrice del Teopop.
Per darvi un'idea del grado di dilettantesimo, considerate che era nato tutto da un blog.
Il mio blog, già.
Uno dei primi in Italia. Niente di speciale, pensierini in libertà, qualche esca per le femmine, un po' di politica. Ecco. Fu la politica a fottermi.
Era il 2001, e SB aveva appena vinto le elezioni. Tirava una brutta aria, e di lì a poco George II doveva venire a Genova per un summit. Lo sapevano anche i sassi che ci sarebbe stato un enorme casino. Ma i sassi non avevano ancora aperto un blog (nel 2001). Io sì.
Feci in modo di trovarmi là, affettando una coscienza politica che, beh, tutto sommato, chissà se avevo davvero. Ma la politica è come la squadra del cuore, non è vero? Più hai paura di non crederci, più ci devi credere. I blog lo sanno. I blog sono i gabinetti dove ognuno scoreggia e annusa le proprie opinioni – e quelle dei compagni di latrina. Io avevo scelto il cesso pubblico in fondo a sinistra, e da lì in poi ci dovevo credere; e più cresceva la puzza intorno, più forte doveva essere la mia fede. Sì, mi rendo conto, siamo a un basso livello di metafore stasera, ma tant'è.
Nei tempi lunghi la mia scelta si rivelò perdente. Pare infatti che i blog fossero roba di destra. A sinistra, la gente preferiva esprimersi sui forum, i newswire, i quotidiani, i dvd allegati alle riviste di geopolitica, e persino le riviste medesime, a s-celofanarle. Insomma, un blog di sinistra in sé non lo cagava nessuno, la sola idea di farsi notare con un mezzo simile era demenziale, e dubito di averla nutrita consapevolmente mai. Ma che altro mai avrei dovuto scrivere? Critica televisiva? Gossip? Esegesi biblica? Ancora ganci per ragazze? Troppo tardi, ero stato agganciato io.
La politica, invece, mi veniva spontanea. La politica è una droga. Che bisogno avevo di parlar male di neoconi, ex-socialisti, israeliani, radicali, in pratica di tutte le lobby più vendicative di questo mondo? Che bisogno avevo di atteggiarmi a estremista extraparlamentare, quando nella realtà quotidiana ero solo un timido maestrino rispettoso della legge e dell'ordine? Nessun motivo, a parte l'istinto di autodistruzione che sta nel fondo di ogni cuore tossicomane. Io anelavo a finire bruciato vivo in un flame, coi troll che mi rosicavano le carni, ecco cosa.
Era un periodo di grandi frustrazioni non solo per i blog di sinistra, ma per la sinistra in generale. La botta peggiore fu la clamorosa seconda vittoria elettorale di Bush II, nel novembre del Quattro. Alla coscienza di un europeo standard sembrava incredibile che quella bertuccia, arrivata alla Casa Bianca per un inghippo di schede, venisse riconfermata a stragrande maggioranza per altri quattro anni. Il tutto grazie a Bin Laden, naturalmente. C'era da impazzire, e quale luogo migliore di Internet per impazzire? Io organizzai una riunione permanente coi miei lettori sull'annoso tema: "perché la sinistra perde sempre?" Poteva sembrare la trovata di uno che ha ormai esaurito gli argomenti. Ma da quei colloqui nacque un gruppetto di azione, che poi confluì in un movimento, che poi si scisse in vari tronconi, uno dei quali si fuse con altre corporazioni che presero il nome di Teopop. Nel gruppetto originale c'era Defarge – di cui dopo il processo fu cancellata quasi ogni testimonianza digitale. E c'era Arci, ricercatore in sociologia, che era entrato nel movimento per studiare quelli che lui chiamava i "rapporti sessuali verticali" – e non ne era più uscito. I casi della vita.
Ora non ricordo esattamente chi fu a concepire per primo l'idea dei kamikaze, se Arci o Defarge. Ma so che entrambi caldeggiarono fortemente la mia candidatura.
È vero che io attraversavo un periodo difficile, più o meno da quando passando in clandestinità avevo chiuso il blog. Avevo creduto di diventare una persona migliore, passando dalla scrittura all'Azione. Avevo creduto di essermi liberato del blog, uh, illuso. Come guarire un alcolizzato dissanguandolo. In realtà avevo attraversato tutto il 2005 esangue, senza più opinioni da regalare al prossimo, un morto ambulante. La mia donna aveva smesso di stimarmi ed era tornata al suo paese. Il lavoro non mi dava più nessuna soddisfazione. In quella situazione, farsi saltare in aria in un gesto di guerriglia psicologica non doveva sembrarmi una cattiva idea. Per non parlare delle 72 vergini, che, a priori, non mi sentivo di escludere.
E poi, certo, è un brutto momento quando ti rendi conto che neppure questo, sei in grado di fare. Non eri Einstein, non eri Paolo Rossi, e non eri nemmeno il kamikaze che avrebbe fatto scoppiare la guerra di religione in Italia. Non è stato facile, ma ok, ci sono passato. E quindi?
Cosa ci si aspetta da me, adesso?
Ancora quella vecchia storia. Vabbè, come si dice, posso spiegarvi tutto.
Naturalmente non mi feci esplodere, quella sera; la ragione ufficiale, verbalizzata da Arci nel rapporto al comitato centrale, fu "troppa poca gente". In realtà mi ero cagato in mano un'altra volta.
Come a Napoli due settimane prima – l'idea di farsi esplodere durante la simulazione di un attentato, per aumentare il caos, fu un parto geniale di Arci; cui purtroppo non corrispose una realizzazione efficace da parte mia. Ora, due cilecche su due sono una media disastrosa per un kamikaze; per cui non fui molto sorpreso di sentirmi scaricare dal comitato. E siccome altri volontari per ora non si trovavano, la strategia della tensione fu aggiornata a data da definirsi. Sì, mi rendo conto che suona tutto molto dilettantesco, ma a quel tempo eravamo solo una giovane organizzazione segreta ancora ignara del suo destino di fondatrice del Teopop.
Per darvi un'idea del grado di dilettantesimo, considerate che era nato tutto da un blog.
Il mio blog, già.
Uno dei primi in Italia. Niente di speciale, pensierini in libertà, qualche esca per le femmine, un po' di politica. Ecco. Fu la politica a fottermi.
Era il 2001, e SB aveva appena vinto le elezioni. Tirava una brutta aria, e di lì a poco George II doveva venire a Genova per un summit. Lo sapevano anche i sassi che ci sarebbe stato un enorme casino. Ma i sassi non avevano ancora aperto un blog (nel 2001). Io sì.
Feci in modo di trovarmi là, affettando una coscienza politica che, beh, tutto sommato, chissà se avevo davvero. Ma la politica è come la squadra del cuore, non è vero? Più hai paura di non crederci, più ci devi credere. I blog lo sanno. I blog sono i gabinetti dove ognuno scoreggia e annusa le proprie opinioni – e quelle dei compagni di latrina. Io avevo scelto il cesso pubblico in fondo a sinistra, e da lì in poi ci dovevo credere; e più cresceva la puzza intorno, più forte doveva essere la mia fede. Sì, mi rendo conto, siamo a un basso livello di metafore stasera, ma tant'è.
Nei tempi lunghi la mia scelta si rivelò perdente. Pare infatti che i blog fossero roba di destra. A sinistra, la gente preferiva esprimersi sui forum, i newswire, i quotidiani, i dvd allegati alle riviste di geopolitica, e persino le riviste medesime, a s-celofanarle. Insomma, un blog di sinistra in sé non lo cagava nessuno, la sola idea di farsi notare con un mezzo simile era demenziale, e dubito di averla nutrita consapevolmente mai. Ma che altro mai avrei dovuto scrivere? Critica televisiva? Gossip? Esegesi biblica? Ancora ganci per ragazze? Troppo tardi, ero stato agganciato io.
La politica, invece, mi veniva spontanea. La politica è una droga. Che bisogno avevo di parlar male di neoconi, ex-socialisti, israeliani, radicali, in pratica di tutte le lobby più vendicative di questo mondo? Che bisogno avevo di atteggiarmi a estremista extraparlamentare, quando nella realtà quotidiana ero solo un timido maestrino rispettoso della legge e dell'ordine? Nessun motivo, a parte l'istinto di autodistruzione che sta nel fondo di ogni cuore tossicomane. Io anelavo a finire bruciato vivo in un flame, coi troll che mi rosicavano le carni, ecco cosa.
Era un periodo di grandi frustrazioni non solo per i blog di sinistra, ma per la sinistra in generale. La botta peggiore fu la clamorosa seconda vittoria elettorale di Bush II, nel novembre del Quattro. Alla coscienza di un europeo standard sembrava incredibile che quella bertuccia, arrivata alla Casa Bianca per un inghippo di schede, venisse riconfermata a stragrande maggioranza per altri quattro anni. Il tutto grazie a Bin Laden, naturalmente. C'era da impazzire, e quale luogo migliore di Internet per impazzire? Io organizzai una riunione permanente coi miei lettori sull'annoso tema: "perché la sinistra perde sempre?" Poteva sembrare la trovata di uno che ha ormai esaurito gli argomenti. Ma da quei colloqui nacque un gruppetto di azione, che poi confluì in un movimento, che poi si scisse in vari tronconi, uno dei quali si fuse con altre corporazioni che presero il nome di Teopop. Nel gruppetto originale c'era Defarge – di cui dopo il processo fu cancellata quasi ogni testimonianza digitale. E c'era Arci, ricercatore in sociologia, che era entrato nel movimento per studiare quelli che lui chiamava i "rapporti sessuali verticali" – e non ne era più uscito. I casi della vita.
Ora non ricordo esattamente chi fu a concepire per primo l'idea dei kamikaze, se Arci o Defarge. Ma so che entrambi caldeggiarono fortemente la mia candidatura.
È vero che io attraversavo un periodo difficile, più o meno da quando passando in clandestinità avevo chiuso il blog. Avevo creduto di diventare una persona migliore, passando dalla scrittura all'Azione. Avevo creduto di essermi liberato del blog, uh, illuso. Come guarire un alcolizzato dissanguandolo. In realtà avevo attraversato tutto il 2005 esangue, senza più opinioni da regalare al prossimo, un morto ambulante. La mia donna aveva smesso di stimarmi ed era tornata al suo paese. Il lavoro non mi dava più nessuna soddisfazione. In quella situazione, farsi saltare in aria in un gesto di guerriglia psicologica non doveva sembrarmi una cattiva idea. Per non parlare delle 72 vergini, che, a priori, non mi sentivo di escludere.
E poi, certo, è un brutto momento quando ti rendi conto che neppure questo, sei in grado di fare. Non eri Einstein, non eri Paolo Rossi, e non eri nemmeno il kamikaze che avrebbe fatto scoppiare la guerra di religione in Italia. Non è stato facile, ma ok, ci sono passato. E quindi?
Cosa ci si aspetta da me, adesso?
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