Attento con quell'asse, Matteo Renzi
19-01-2014, 21:58Beppe Grillo, Berlusconi, ho una teoria, RenziPermalink
Ormai non se lo ricorda più nessuno, ma il primo programma politico condiviso on line non lo produsse il M5S, bensì lo staff di Matteo Renzi. Ancor prima delle artigianali piattaforme on line di Grillo, ci fu il "wikiprogramma" lanciato alla prima Leopolda, che nei fatti non era un wiki e non lo diventò mai - dettagli. Sono passati più di due anni, e siamo tutti in attesa di conoscere i termini della legge elettorale che Renzi e Berlusconi hanno deciso per noi. Nemmeno Enrico Letta ne sa di più; Renzi con una battuta ha detto che per sapere qualcosa dovrà chiedere a zio Gianni - insomma, per ora il grande vecchio di Forza Italia conosce più dettagli del presidente del consiglio che è compagno di partito di Renzi. Che dire: meno male che io a questa cosa della democrazia-diretta-on-line non ci ho mai voluto credere, sennò sarei parecchio deluso.
I renziani invece molto delusi non sembrano; si vede che non ci avevano creduto molto nemmeno loro. Meglio così, lasciamo questi specchietti alle allodole grilline e facciamo finta di essere uomini di mondo. È abbastanza chiaro che dovesse finire così: in una situazione di stallo a tre, vincono i primi due che si mettono d'accordo su una legge per fregare il terzo. Se avevamo nutrito qualche illusione che tra i primi due non ci fosse Berlusconi, la caparbietà con la quale Grillo ha escluso i suoi da ogni trattativa ce le stroncò nella culla in primavera. D'altro canto per quale motivo al mondo Grillo dovrebbe fare l'unica mossa che non gli conviene? Occorre sempre ricordare il suo vantaggio sui due avversari: lui non ha bisogno di vincere. Che prenda più o meno del 25%, il suo core business è l'opposizione ringhiosa: quaranta deputati più o in meno non gli cambiano più di tanto la situazione, anzi, meno sono e meglio si controllano. Alla fine dei conti il suo ruolo è perfettamente complementare a quello degli altri due. Quello tripolarismo che ci sembrava così precario in febbraio sta rivelando un insolito equilibrio, e non è detto che nuove elezioni non lo confermino. È chiaro che sia Renzi che Berlusconi vorrebbero aggiudicarsi un super-premio di maggioranza e governare da soli, ma è abbastanza possibile che si ritrovino di nuovo a convivere al governo col terzo soddisfatto che abbaia. Spero come sempre di sbagliare, ma se una cosa conviene a tutte le parti in gioco, perché non dovrebbe accadere?
Tutto ampiamente prevedibile, tranne i dettagli: l'oltraggiosa liturgia di Berlusconi nella tana del nemico... (continua sull'Unita.it, H1t#215). Fino a qualche mese fa lo avremmo considerato l’ennesimo errore tattico di una segreteria PD. Adesso però c’è Renzi e non ha senso prendersela con lui: una sbruffonata così è perfettamente nel suo stile. A gli elettori del PD che lo hanno voluto segretario non era dato sapere, in dicembre, se avrebbe sostenuto Letta o se lo avrebbe impallinato; l’unica cosa sicura era lo stile-Renzi, dal protagonismo in similpelle alla tendenza a conferire con Berlusconi tête-à-tête; e lo stile-Renzi ha vinto su tutte le obiezioni col 73%.
I renziani invece molto delusi non sembrano; si vede che non ci avevano creduto molto nemmeno loro. Meglio così, lasciamo questi specchietti alle allodole grilline e facciamo finta di essere uomini di mondo. È abbastanza chiaro che dovesse finire così: in una situazione di stallo a tre, vincono i primi due che si mettono d'accordo su una legge per fregare il terzo. Se avevamo nutrito qualche illusione che tra i primi due non ci fosse Berlusconi, la caparbietà con la quale Grillo ha escluso i suoi da ogni trattativa ce le stroncò nella culla in primavera. D'altro canto per quale motivo al mondo Grillo dovrebbe fare l'unica mossa che non gli conviene? Occorre sempre ricordare il suo vantaggio sui due avversari: lui non ha bisogno di vincere. Che prenda più o meno del 25%, il suo core business è l'opposizione ringhiosa: quaranta deputati più o in meno non gli cambiano più di tanto la situazione, anzi, meno sono e meglio si controllano. Alla fine dei conti il suo ruolo è perfettamente complementare a quello degli altri due. Quello tripolarismo che ci sembrava così precario in febbraio sta rivelando un insolito equilibrio, e non è detto che nuove elezioni non lo confermino. È chiaro che sia Renzi che Berlusconi vorrebbero aggiudicarsi un super-premio di maggioranza e governare da soli, ma è abbastanza possibile che si ritrovino di nuovo a convivere al governo col terzo soddisfatto che abbaia. Spero come sempre di sbagliare, ma se una cosa conviene a tutte le parti in gioco, perché non dovrebbe accadere?
Tutto ampiamente prevedibile, tranne i dettagli: l'oltraggiosa liturgia di Berlusconi nella tana del nemico... (continua sull'Unita.it, H1t#215). Fino a qualche mese fa lo avremmo considerato l’ennesimo errore tattico di una segreteria PD. Adesso però c’è Renzi e non ha senso prendersela con lui: una sbruffonata così è perfettamente nel suo stile. A gli elettori del PD che lo hanno voluto segretario non era dato sapere, in dicembre, se avrebbe sostenuto Letta o se lo avrebbe impallinato; l’unica cosa sicura era lo stile-Renzi, dal protagonismo in similpelle alla tendenza a conferire con Berlusconi tête-à-tête; e lo stile-Renzi ha vinto su tutte le obiezioni col 73%.
Ora sappiamo che Renzi manterrà in vita il governo Letta, per un anno almeno. Dovrà difenderlo, qualsiasi cosa accada – e di cose ne stanno accadendo: alcune magari sono sciocchezze pompate dai media, ma se i media si comportano così non si capisce perché dovrebbero cambiare atteggiamento da qui a un anno. Nel frattempo dovrà difendere Berlusconi mentre riscrive diversi articoli della Costituzione con lui. Questo significa, a spanne, seppellire qualsiasi possibile intervento sul conflitto d’interessi, un argomento a cui Renzi non è mai stato appassionato. Sarà un anno molto lungo, e Renzi deve gran parte del suo successo al fatto di essere un uomo nuovo: tra un anno lo sarà molto meno. E a quel punto magari si voterà, con un sistema elettorale che Berlusconi ha potuto scegliere con comodo. Con la Mediaset tutta ancora saldamente nelle mani del presidente di Forza Italia. Ok, siamo uomini di mondo, se Renzi ha offerto tutto questo a Berlusconi, avrà senz’altro ottenuto qualcosa in cambio. Qualcosa che al momento ci sfugge: la Lega su un piatto d’argento? Briciole. La benevolenza della stampa berlusconiana? Sai che roba – e poi durerà solo finché lo vuole il padrone. La stabilità? Ma non era venuto a rottamare? E quali garanzie hai di vincere tra un anno quello che temi evidentemente di non portare a casa in maggio col Mattarellum?
Spero di sbagliarmi. Davvero. Ma c’è solo una persona in Italia che può ficcarsi in una situazione del genere e credere di spuntarla con le sue sole forze, e gli elettori del PD lo hanno voluto a guida del PD. Forse era inevitabile, ma è inutile prendersela con lui. http://leonardo.blogspot.com
Comments (46)