- giorno dispari

Permalink
Superpotenza dei giorni pari

Piccolo test, di una domanda sola.
Per voi Israele è:
1. Un piccolo Paese accerchiato, minacciato nella sua esistenza, che ha bisogno di aiuto
2. Una potenza mondiale che può risolvere i suoi problemi da sola.

Se avete risposto 1, siete amici di Israele, seriamente preoccupati per la sua esistenza. E non c’è niente di male, anzi.
Se avete risposto 2, siete altrettanto amici di Israele, altrettanto preoccupati per la sua esistenza, e continua a non esserci niente di male.
Ma se lunedì rispondete 1, martedì 2, mercoledì 1, giovedì 2, per quanto amici di Israele, avete qualcosa che non va.

Comunque siete in buona compagnia. Non c’è niente di male a sostenere Israele, ma Israele vuole essere sostenuto sì o no? Il lunedì, il mercoledì, il venerdì gli israeliani si sentono isolati dalla comunità internazionale (USA a parte, naturalmente). Non avranno tutti i torti, ma la sensazione è che martedì, giovedì e sabato Israele dalla comunità internazionale voglia soltanto sentirsi dire “fa quel che vuoi, ne hai il diritto”. Magari ne ha pure il diritto – ma ne ha le forze?

Spesso, a discutere con amici di Israele, s’incoccia in questo argomento. Israele è forte. Israele ‘potrebbe risolvere’ il problema, ‘se solo volesse’, se solo ‘ripagasse i nemici della loro stessa moneta’, ecc. Dunque Israele è una potenza che potrebbe rivoltare il Medio Oriente come un calzino, ma non lo fa perché ha una sua etica, una struttura democratica ecc.

Questo da un certo punto di vista è vero: Israele ha la Bomba, i suoi nemici (ancora) no.
Ma lasciamo stare l’Apocalisse (che comunque è uno scenario). Fermiamoci a questi giorni. Il bilancio delle vittime mi sembra parlar chiaro: Israele ha tutta la potenza di tiro che vuole. Ma riuscirà a debellare gli Hezbollah? Difficile. Perché dovrebbe riuscire a fare ora quello che non è riuscito a fare in vent’anni?

L’ironia è che Hezbollah non esisteva ancora 24 anni fa, quando Israele invase il Libano meridionale per liberarsi definitivamente dell’OLP di Arafat, che di fatto lo controllava. Il bacino di reclutamento – la comunità libanese sciita – in quel periodo era assai poco sensibile agli argomenti di Arafat e soci. Per gli sciiti l’OLP era un gruppo di sunniti, estremisti politici (vedi i vari Fronti di liberazione della Palestina annessi), e soprattutto intrusi. Finché non sono arrivati altri intrusi – gli israeliani. Solo a quel punto gli sciiti hanno cominciato a organizzarsi in milizie. Questo è il bel risultato di un’occupazione decennale: non solo Israele non è riuscita a liberarsi dell’OLP, ma in compenso nel Libano del sud si è procurata un nuovo nemico, oltretutto molto meno velleitario e pasticcione.

Ma se Israele fosse la Potenza che pretende di essere nei giorni pari, anche Hezbollah sarebbe un ricordo lontano. Al contrario, Hezbollah si vanta coi suoi d’essere l’unica milizia che abbia vinto una guerra contro gli israeliani – la guerra di liberazione del Libano meridionale, appunto, culminata nel ritiro israeliano del 2000. Ma gli israeliani (e i loro amici) si rendono conto di averla persa? Come si spiegano, alla luce dei fatti di oggi, il loro precipitoso ritiro? Cosa aveva in mente quella vecchia volpe di Barak?

Non si sa. Nei giorni dispari, però, è lecito formulare questa teoria: forse non aveva in mente nulla. Forse gli israeliani si sono ritirati perché non ce la facevano più, semplicemente. Sono un piccolo Paese in crisi economica, con troppi nemici, troppi fronti esterni e interni, e ogni tanto cedono. Sarebbe come dire che Israele ogni tanto perde le guerre, e questo è vietato ammetterlo. Nei giorni pari.

Avete presente la classica mamma italiana, costantemente indaffarata, sempre lesta a lagnarsi perché nessuno l’aiuta in casa, e tuttavia assolutamente refrattaria a qualsiasi tentativo di aiutarla veramente? Perché in realtà non è assolutamente l’aiuto che cerca, ma il diritto a lagnarsi perché nessuno l’aiuta?

Se dico che Israele è un po’ così, quanti punti antisemitismo guadagno?
Ebbene, la mamma ogni tanto va aiutata realmente. Non può fare qualunque cosa sempre bene. Non può sempre avere i riflessi di una ventenne e il giudizio di una cinquantenne. Non è perfetta, anche se è la vostra mamma.
E anche Israele: ogni tanto va aiutato. Va difeso. Dagli Hezbollah – che lo minacciano nella sua esistenza – e da sé stesso. Dagli enormi pasticci che combina, e che paga sempre con interessi di sangue.
Comments (11)