La realtà imita il fotomontaggio

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"Le vrai peut quelquefois n'être pas vraisemblable..."
Insomma, le foto di Berlusconi alla festa sono vere o no? Come si fa a dirlo. Davvero, in teoria dopo anni l'occhio per il fotomontaggio dovremmo averlo. Semmai ci manca l'occhio per la foto non ritoccata, ed è questo il punto. Ormai qualsiasi allineamento di pixel ci suggerisce il trucco, anche quando non c'è. Provate a guardare i vostri flickr con occhi vergini: ci troverete ritocchi dappertutto, senza bisogno di scomodare Berlusconi.

Il quale Berlusconi aggiunge una difficoltà, ovvero: sembra finto. Sempre e comunque. Mettilo in posa nel modo più spontaneo possibile, lascia che si rilassi, che sorrida e faccia le corna a un ministro: niente da fare, di fronte all'obiettivo risulterà comunque una sagoma di cartone. Tanto vale ritoccarlo direttamente.

Faccio un piccolo esempio, prendendo una foto recente che (se non mi sbaglio) serviva a dimostrare che i due sposini se la filassero una meraviglia. Vi sembra vera? A me sembra un montaggio, e pure a buon mercato. C'è uno sfondo verde-maculato che è la classica risorsa di chi non vuol perder troppo tempo con photoshop; la luce che batte in fronte a Berlusconi (complimentoni al fotografo, per inciso) non rischiara per nulla la consorte, che sembra piuttosto esposta a una fonte luminosa da un'altra direzione; lui per contro ha un flash negli occhi che gli conferisce un'espressione da mattoide, ma che sulla Lario non risulta. Senza parlare del solito handicap, l'altezza: la faccia di Berlusconi non è mai dove dovrebbe essere, sembra sempre ritagliata; salvo che se davvero la ritagliassero, l'appicicherebbero un po' più in alto, no?

Ecco, con Berlusconi il problema è questo: quando viene male sembra innaturale, quando viene bene non può che essere ritoccato. Malgrado tutto io penso che questa foto sia vera: montarla non avrebbe avuto molto senso.

Ora però prendo la foto e decido di usarla a sostegno della tesi di Feltri (il ministro del basso ventre di Berlusconi), secondo cui il divorzio è tutto un complotto politico di Franceschini. In effetti la Lario e Franceschini si frequentano da anni, non avete mai visto le foto? Eccole.

Miriam Raffaella Bartolini tanti anni fa si è trovata un nome d’arte: Veronica Lario. Dall’altro ieri gliene abbiamo trovato uno noi: Lario Franceschini. (Valeria Braghieri, Libero 30/4/9)

Dieci minuti di lavoro, e avrei potuto fare di meglio; ma poi rischiava di andare in prima pagina su Libero per davvero (e alla fine Feltri se la sarebbe presa con me). Sembra finta? Sì, ma non più della vera. Nella fotografia le categorie "vero" e "falso" sono saltate da un pezzo. Il naturalismo è finito: siamo tornati in una fase classicista in cui l'unica categoria solida è quella del "verosimile": ammesso che ogni foto è ritoccata o passibile di ritocco, l'immagine migliore è quella che imita con più grazia il vero. Ora si dà il caso che Berlusconi, in questo nuovo classicismo, stoni come un piazzista di detersivi tra le cariatidi dell'Eretteo. E certo, non è colpa sua se il suo corpo non rispetta le proporzioni vitruviane
D'altro canto è pur vero che non gli mancano i mezzi per farsi scattare - e ritoccare - foto migliori. Per dirla con Gilioli: almeno una volta si usavano i professionisti. E qui arriviamo al nucleo politico della discussione: Berlusconi non cadrà perché ha rapporti extraconiugali (capirai), ma perché si è circondato da troppi incompetenti, a tutti i livelli; veline ai ministeri, ipovedenti all'ufficio stampa, leghisti alle riforme, eccetera.

(Vedi anche Brinda con Papi).
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