Slightly Out Of Focus
03-12-2008, 21:13giornalisti, Pd, tv, VeltroniPermalinkIo non credo che un blog sia il luogo adatto per un dibattito sul PD. Non il mio, almeno. Il mio è più piccolo e semplice, e i dibattiti grandi e complessi non riuscirebbe a contenerli. Al limite lo posso caricare con uno slogan forte e chiaro, e lo slogan dell'autunno '08 è il seguente: piantiamola di dire che non esiste un'alternativa a Veltroni, perché è solo la classica profezia che si autoavvera. L'alternativa ci sarà quando tutti cominceremo a ritenerla inevitabile. Questo blog la ritiene inevitabile, e continuerà a trattare Veltroni come uno che se ne deve andare il prima possibile. Il mio piccolo contributo è tutto qui.
Detto questo, faccio il possibile per non trasformarmi nella parodia di me stesso. Per esempio, mai due pezzi antiveltroni di fila. Certo, sarebbe più facile se Veltroni mi desse una mano, evitando di scadere lui per primo nella parodia di sé stesso.
In realtà facciamo tutti e due quel che possiamo. Un esempio è il caso Sky. Il blog antiveltroniano duro-e-puro avrebbe chiuso la questione già l'altro ieri: con tutti i problemi che abbiamo, che razza di leader è uno che s'impunta su un aumento che la stessa Sky prevede di un euro e venti centesimi a famiglia?
Ecco, vedete? Dei pezzi così si scrivono da soli. E piacciono, si fanno leggere, si fanno lincare. E lasciano il tempo che trovano.
Anche perché, siamo onesti: fino a che punto Veltroni si è impuntato sul caso Sky? Lui ha fatto una dichiarazione, stop. Se l'andiamo a rileggere, non ci troviamo nemmeno tutta questa foga: ha fatto presente che c'è un conflitto di interessi (e il conflitto c'è) e che l'aliquota inciderà sulle famiglie (vero; meno di ordinare una pizza, ma è vero). Era un breve intervento nel mezzo di un'intervista estemporanea, dove magari aveva toccato tantissimi altri temi interessanti, chi lo sa. Fatto sta che il resto dell'intervista è caduta nel dimenticatoio, mentre le tre parole su Sky da un paio di giorni stanno rimbalzando nei media. Anche oggi Repubblica ci ha fatto la prima pagina, e dire che siamo in emergenza terrorismo. È Veltroni che ha deciso di parlare solo di Sky, o sono i media?
Per me è la seconda. Se la questione Sky ha forato il video è soprattutto grazie all'autoreferenzialità dei media, che parlano più volentieri di sé stessi che degli ecocentivi. E se uno cerca la dichiarazione di Veltroni sugli ecoincentivi, la trova: un po' in ritardo (è di oggi pomeriggio), ma ieri ce n'era una simile di un altro esponente PD. Però queste dichiarazioni non hanno forato.
Non è la prima volta che si assiste al fenomeno: anche quando ha le idee giuste nel momento giusto, Veltroni resta vittima dell'impaginazione. Le cose che più gli premono non sono necessariamente quelle che le redazioni metteranno in risalto. Senz'altro pesa il fatto che metà di queste redazioni siano controllate da Berlusconi o consociati. Ma è proprio in una situazione del genere che un leader deve dimostrare di essere Più-Che-Bravo, e Veltroni semplicemente non lo è.
Si dice: smettiamola di parlare di nomi, parliamo di idee. Ma non sono necessariamente le idee il problema. Io continuo a pensare che ci sia anche un problema di comunicazione. Nel momento in cui ogni giornalista che ti mette il microfono davanti è in grado d'importi le sue priorità, un leader dovrebbe reagire, riuscire a imporsi, e Veltroni non lo fa. Nella fattispecie, avrebbe dovuto avere la prontezza di spirito per avvertire, già lunedì, che la questione Sky era penosa ma secondaria e che quelle importanti erano altre. È quello che chiediamo a lui: parare ogni affondo insidioso, murare le schiacciate. È una missione quasi impossibile, ma noi avevamo scelto lui appunto perché credevamo che fosse il più bravo.
Rivedendolo adesso con calma, ci rendiamo conto che tanto bravo non è. Magari ci vengono in mente altri che nella stessa emergenza si sarebbero comportati meglio: benissimo, cominciamo a ragionare sulla necessità di cambiarlo. Forse non è proprio il momento più adatto per farlo, ma è senz'altro il momento migliore per cominciare a parlarne: in futuro avremo ancora più fretta e più pressione.
Detto questo, faccio il possibile per non trasformarmi nella parodia di me stesso. Per esempio, mai due pezzi antiveltroni di fila. Certo, sarebbe più facile se Veltroni mi desse una mano, evitando di scadere lui per primo nella parodia di sé stesso.
In realtà facciamo tutti e due quel che possiamo. Un esempio è il caso Sky. Il blog antiveltroniano duro-e-puro avrebbe chiuso la questione già l'altro ieri: con tutti i problemi che abbiamo, che razza di leader è uno che s'impunta su un aumento che la stessa Sky prevede di un euro e venti centesimi a famiglia?
Non ci sono proprio altri argomenti? Altroché se ce ne sono: la cancellazione degli eco-incentivi, ad esempio, come hanno fatto presente parecchi blog (e allora alla fine vedi che a qualcosa servono). I cittadini che lo Stato aveva convinto a investire in tecnologie ecosostenibili hanno rischiato di trovarsi si troveranno migliaia di euro sul groppone. E perché invece di parlare di questo (e compattare ecologisti e semplici persone ragionevoli) il segretario del PD s'impunta su Sky?
Forse perché davvero, la questione Sky sembra perfidamente ritagliata su misura per Walter, anzi, per Wally, e per la sua idea di cittadino come spettatore. Levagli pure gli ecoincentivi, le ore di malattia, gli asili e gli aeroporti, ma non interrompergli un'emozione! Al punto che cominci a sospettare un'intelligenza là dove mai più te la saresti aspettata: in Tremonti e Berlusconi, che perfidamente, tra tutte le aliquote, scelgono proprio quella che attirerà il frescone nella trappola. Giusto per poi dire, vedete: noi distribuiamo tessere alimentari alla povera gente, e lui si lamenta perché gli tolgono il film coi sottotitoli...
Ecco, vedete? Dei pezzi così si scrivono da soli. E piacciono, si fanno leggere, si fanno lincare. E lasciano il tempo che trovano.
Anche perché, siamo onesti: fino a che punto Veltroni si è impuntato sul caso Sky? Lui ha fatto una dichiarazione, stop. Se l'andiamo a rileggere, non ci troviamo nemmeno tutta questa foga: ha fatto presente che c'è un conflitto di interessi (e il conflitto c'è) e che l'aliquota inciderà sulle famiglie (vero; meno di ordinare una pizza, ma è vero). Era un breve intervento nel mezzo di un'intervista estemporanea, dove magari aveva toccato tantissimi altri temi interessanti, chi lo sa. Fatto sta che il resto dell'intervista è caduta nel dimenticatoio, mentre le tre parole su Sky da un paio di giorni stanno rimbalzando nei media. Anche oggi Repubblica ci ha fatto la prima pagina, e dire che siamo in emergenza terrorismo. È Veltroni che ha deciso di parlare solo di Sky, o sono i media?
Per me è la seconda. Se la questione Sky ha forato il video è soprattutto grazie all'autoreferenzialità dei media, che parlano più volentieri di sé stessi che degli ecocentivi. E se uno cerca la dichiarazione di Veltroni sugli ecoincentivi, la trova: un po' in ritardo (è di oggi pomeriggio), ma ieri ce n'era una simile di un altro esponente PD. Però queste dichiarazioni non hanno forato.
Non è la prima volta che si assiste al fenomeno: anche quando ha le idee giuste nel momento giusto, Veltroni resta vittima dell'impaginazione. Le cose che più gli premono non sono necessariamente quelle che le redazioni metteranno in risalto. Senz'altro pesa il fatto che metà di queste redazioni siano controllate da Berlusconi o consociati. Ma è proprio in una situazione del genere che un leader deve dimostrare di essere Più-Che-Bravo, e Veltroni semplicemente non lo è.
Si dice: smettiamola di parlare di nomi, parliamo di idee. Ma non sono necessariamente le idee il problema. Io continuo a pensare che ci sia anche un problema di comunicazione. Nel momento in cui ogni giornalista che ti mette il microfono davanti è in grado d'importi le sue priorità, un leader dovrebbe reagire, riuscire a imporsi, e Veltroni non lo fa. Nella fattispecie, avrebbe dovuto avere la prontezza di spirito per avvertire, già lunedì, che la questione Sky era penosa ma secondaria e che quelle importanti erano altre. È quello che chiediamo a lui: parare ogni affondo insidioso, murare le schiacciate. È una missione quasi impossibile, ma noi avevamo scelto lui appunto perché credevamo che fosse il più bravo.
Rivedendolo adesso con calma, ci rendiamo conto che tanto bravo non è. Magari ci vengono in mente altri che nella stessa emergenza si sarebbero comportati meglio: benissimo, cominciamo a ragionare sulla necessità di cambiarlo. Forse non è proprio il momento più adatto per farlo, ma è senz'altro il momento migliore per cominciare a parlarne: in futuro avremo ancora più fretta e più pressione.
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