Il gioco della torre
15-04-2014, 17:19Berlusconi, ho una teoria, RenziPermalink
Ovviamente non posso sapere cosa si siano detti con esattezza Matteo Renzi e Silvio Berlusconi al telefono; mi è impossibile misurare l'imbarazzo con cui il presidente del consiglio avrà parlato di riforme costituzionali con un avversario politico condannato in via definitiva, e che senza la disponibilità dello stesso Renzi sarebbe ormai da considerare al termine della sua traiettoria politica. L'Italicum, per come se ne parla sui giornali, continua a sembrarmi un buffo paradosso: i leader delle due principali coalizioni si stanno mettendo d'accordo per escludere qualsiasi possibilità di mettersi d'accordo da qui in poi. Qualsiasi rischio di Grosse Koalition dev'essere per sempre scongiurato: dunque la maggioranza dell'unica camera eletta dal popolo dev'essere riservata alla prima forza politica che si aggiudichi il 37% dei suffragi - poco più di un terzo. Tutto questo è democratico? Se ne può discutere - secondo me no - ma l'ultima parola non spetta comunque a noi (la corte costituzionale però si è già espressa un sistema che praticava distorsioni inferiori).
Proviamo invece a vedere cosa può succedere, caso per caso. Mettiamo che una coalizione raggiunga il 37%: in questo momento l'unica che sembra avere qualche chance di farcela sembra il centrosinistra a trazione renziana. Sarebbe, nel caso, il risultato più positivo dalla nascita del PD. I sondaggi per ora non autorizzano una previsione del genere, ma se togliamo "centrosinistra" e mettiamo "Matteo Renzi", l'indice di popolarità aumenta: bisognerà anche vedere se molte promesse lanciate negli scorsi mesi si realizzeranno.
Fin qui comunque i sondaggi (che sbagliano sempre) ci raccontano di un elettorato spezzato in tre parti più o meno uguali: centrosinistra, centrodestra e m5S, per ora rispettivamente prima seconda e terzo (si dà per scontata un'alleanza tra Forza Italia e NCD che conviene terribilmente a entrambi i partiti). In questa situazione, com'è noto, l'Italicum prevede un secondo turno che assume le forme di un pazzo gioco della torre: agli elettori della terza forza (nel caso più probabile, il Movimento Cinque Stelle) verrà chiesto chi buttare giù: Renzi o Berlusconi? Molti probabilmente si asterranno; tra i restanti è difficile immaginare una prevalenza berlusconiana. Renzi quindi dovrebbe vincere: a quel punto si troverebbe la Camera ai suoi piedi... (continua sull'Unita.it, H1t#226)
Proviamo invece a vedere cosa può succedere, caso per caso. Mettiamo che una coalizione raggiunga il 37%: in questo momento l'unica che sembra avere qualche chance di farcela sembra il centrosinistra a trazione renziana. Sarebbe, nel caso, il risultato più positivo dalla nascita del PD. I sondaggi per ora non autorizzano una previsione del genere, ma se togliamo "centrosinistra" e mettiamo "Matteo Renzi", l'indice di popolarità aumenta: bisognerà anche vedere se molte promesse lanciate negli scorsi mesi si realizzeranno.
Fin qui comunque i sondaggi (che sbagliano sempre) ci raccontano di un elettorato spezzato in tre parti più o meno uguali: centrosinistra, centrodestra e m5S, per ora rispettivamente prima seconda e terzo (si dà per scontata un'alleanza tra Forza Italia e NCD che conviene terribilmente a entrambi i partiti). In questa situazione, com'è noto, l'Italicum prevede un secondo turno che assume le forme di un pazzo gioco della torre: agli elettori della terza forza (nel caso più probabile, il Movimento Cinque Stelle) verrà chiesto chi buttare giù: Renzi o Berlusconi? Molti probabilmente si asterranno; tra i restanti è difficile immaginare una prevalenza berlusconiana. Renzi quindi dovrebbe vincere: a quel punto si troverebbe la Camera ai suoi piedi... (continua sull'Unita.it, H1t#226)
Anche il nuovo inquilino del Quirinale sarebbe scelto da un’assemblea allargata ma con una decisiva maggioranza di centrosinistra. Renzi in sostanza avrebbe briglia sciolta per cinque anni, persino in materia di ulteriori riforme costituzionali. Al 65-70% degli italiani a cui non piacerà, quali spazi resteranno per esprimere il proprio dissenso? Qualche trasmissione in tv – dove peraltro si è già notata una certa sollecitudine nei confronti di Renzi e di chi spande il suo verbo. La piazza? Con molta cautela, visto che la polizia è già piuttosto cattiva adesso. I giornali? Difficilmente i fondi per l’editoria resisteranno alle future spending review. Internet, certo; se chi ci governerà sarà tanto buono da lasciarcela. Ricordiamo che in passate legislature la Camera lasciò passare più di una legge per limitare la libertà di espressione; leggi che nella maggior parte dei casi non sopravvissero un successivo vaglio del Senato, ma in futuro questo passaggio non ci sarà.
Insomma, l’Italicum è un sistema che regala il Paese a chi si aggiudica un terzo dei voti,lasciando frustrati gli altri due terzi; Renzi poi può prendersela con chi lo accusa di una deriva autoritaria, ma dovrebbe riflettere su cosa succederà dopo una sua vittoria. Nei cinque anni successivi non potrebbe che coagularsi un fronte antirenziano che, se riuscisse a esprimere un leader, si aggiudicherebbe senz’altro le elezioni successive; Renzi magari non cova ambizioni autoritarie, ma l’anti-Renzi prossimo venturo potrebbe: e l’Italicum gli conferirebbe enormi poteri.
Questo nel migliore dei casi. C’è poi la possibilità che alle prossime elezioni politiche la coalizione di centrodestra, un po’ demotivata dalle disavventure del suo anziano leader, si sgonfi ulteriormente e venga sorpassata dal M5S. A quel punto sarebbero gli elettori berlusconiani a salire sulla torre per scegliere chi buttare giù: non è affatto escluso che affossino Renzi. Grillo e i suoi collaboratori si ritroverebbero padroni d’Italia: un’eventualità che Renzi e Berlusconi dovrebbero fare il possibile per evitare, e invece il sistema che stanno regalando al Paese presenta questa non piccola falla. La terza possibilità (ballottaggio tra M5S e centrodestra) è abbastanza implausibile, ma anche in questo caso Grillo ha qualche chance di vincere; chance che in un sistema proporzionale non avrebbe mai, vista la sua allergia alle alleanze. Il fatto che molti grillini preferiscano un sistema più proporzionale non è né un caso né un paradosso: Grillo prima di vincere vuole convincere gli italiani. Berlusconi e Renzi si accontentano di un 37%. Non è banale chiedersi chi sia il più saggio – è il gioco della torre che spetta a ciascuno di noi. http://leonardo.blogspot.com
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