Avete vinto voi
04-12-2012, 02:03internet, primarie 2012, Renzi, TwitterPermalink
Congratulazioni ai renziani (SENZA IRONIA, MI CONGRATULO DAVVERO, vi invidio anche un po')
Le primarie sono andate benissimo, abbiamo vinto tutti. A saperlo prima potevamo magari evitare di incanaglirci sulle procedure, che è il modo migliore per delegittimarci a vicenda. Però è facile col senno del poi. Quindi sì, poteva andare persino meglio - ma è andata benissimo.
Bersani ha il margine che gli serviva per chiudere la discussione: queste sono le sue seconde primarie, non era tenuto a farle, le ha volute fare a due turni e li ha vinti tutti e due. Ora magari si potrebbe per un po' cessare di sventolare i santini di Berlinguer - Berlinguer, con tutto il rispetto, non ha mai dovuto rifondare un partito (a Bersani è successo un paio di volte) né combatterci dentro una mezza guerra civile: il suo compromesso storico era tutto sommato più indigesto di quello che stiamo mandando giù con Monti, e il suo massimo risultato fu un 33%, da morto. Bersani è vivo, è segretario nel momento peggiore dal dopoguerra, e ieri i sondaggi davano il suo partito al 34. Certo, sono solo sondaggi. Però comincia veramente a mostrare gli anni, il santino di Berlinguer.
Ma quelli che devono essere veramente contenti sono i sostenitori di Renzi: io, almeno, se fossi un sostenitore di Renzi, a questo punto avrei di che dirmi soddisfatto. Basta pensare a com'era il PD neanche due anni fa: a quel tempo una minoranza interna con un'identità riconoscibile e compatta come quella che gli hanno dato i renziani era inimmaginabile. La questione generazionale non era al primo punto né al secondo, forse non era nemmeno nelle agende dei più. I liberaldemocratici sembravano una presenza residuale. Oggi possono dire, con qualche ragione, di essere quasi il 40 per cento. Renzi poteva pretendere di più? Secondo me no, non sono nemmeno sicuro che ci abbia davvero provato. Verso la fine mi sembrava quasi che stesse provando a scassare il PD, ma forse sono prevenuto.
Una delle sue carte vincenti, che negli ultimi giorni è stata giocata a ripetizione, era la vocazione maggioritaria, il rifiuto di alleanze stile Ulivo: un bluff che si può giocare soltanto se si ha una ragionevole certezza di non vincere mai. Renzi non sarà il candidato del 2013, non sapremo mai se in una situazione di necessità avrebbe rifiutato i voti di un Casini (col risultato di consegnare comunque l'Italia a qualche altro governo tecnico sostenuto da Casini). I suoi sostenitori possono continuare a crederlo, e questo è un altro bel motivo per essere contenti che abbia fatto una bella campagna e abbia perso, evitando di sporcarsi le mani con la morchia della prassi. Il suo discorso da perdente poi è stato un capolavoro, la conferma di un vero talento per le autocritiche, che a sinistra apprezziamo tantissimo. In questo momento è un grande leader senza partito, mentre nel centro liberale c'è qualche partito senza leader: chissà come andrà a finire. Io se fossi un renziano, o per meglio dire un liberaldemocratico del PD che questa volta ha appoggiato Renzi, comincerei a guardarmi in giro: se non altro perché Renzi non era il candidato perfetto - lo ha ammesso anche lui - e anche se era umanamente assai migliore di come il suo staff lo ha cucinato verso la fine, molti renziani, pardon, libdem che hanno sostenuto Renzi, si meritavano di meglio.
Ne approfitto per salutarli, mi dispiace che si siano molto incazzati per le ultime cose che ho scritto. Non chiedo scusa perché non sarebbe serio: quelle cose le ho scritte e tutto sommato le penso: mi sembra che Renzi abbia imposto la sua leadership in modo non trasparente, con un uso dei sondaggi che avrebbe dovuto destare qualche diffidenza in più, e che in linea di massima si sia dimostrato un pessimo negoziatore - e la negoziazione è una delle principali abilità dei politici, più dei bei discorsi che comunque uno bravo a scriverteli lo trovi. A me poi rileggendomi non sembra di esserci andato giù così pesante. Ma forse era l'atmosfera generale: mi pare che molti, su internet, siano reduci da quindici giorni di guerra fratricida. Mi chiedo se non sia un po' l'effetto di twitter e dei social network in genere, perché ogni volta che ho messo il naso fuori di casa non ho trovato nessuno davvero incazzato per Renzi o per Bersani. Nulla di paragonabile allo psicodramma dell''89, quando i comunisti cambiarono nome, o alle litigate furibonde tra rifondaroli e prodiani nel '98 (quanto sto diventando vecchio, mi sembro Matusalemix su una panchina).
Su twitter dovremmo tutti per legge seguire almeno una dozzina di persone che parlano solo di cose di cui non sappiamo niente: sarebbe sano, ci aprirebbe gli orizzonti. Altrimenti finiamo per soffrire realmente, fisicamente, per delle tempeste che si consumano in bicchieri d'acqua. La percentuale di persone a cui interessavano le primarie (tre milioni su sessanta) era già abbastanza esigua; la percentuale di questi tre milioni interessati a polemizzare sul comitato dei garanti o sulle inserzioni pubblicitarie (o anche al limite sui contenuti) era comunque minima. Però, certo, su twitter uno rischia sempre di selezionare solo le persone che hanno gli stessi interessi che hai tu, e se ci vai più volte al giorno a un certo punto rischi di confondere twitter col paesaggio, vedi un centinaio di persone che litigano (son tante: dal vero raramente hai visto centinaia di persone litigare) e ti convinci che là fuori litighino tutti. Secondo me no, secondo me la maggior parte degli elettori ha letto un po' di cose sui quotidiani (o su internet) magari ha visto il dibattito di sky, ha apprezzato i toni di tutti e in particolare di un candidato, ha votato per lui; e c'è senz'altro stato anche qualcuno che per curiosità si è fermato a guardare il dibattito il mercoledì seguente su rai1, e magari gli è piaciuto e gli è venuta mezza voglia di andare a votare - ma quando ha capito che non era tanto semplice, il più delle volte ha lasciato perdere; ecco, a tutta questa gente secondo me la rissa sulle regole e sulle giustifiche è scivolata intorno, come tutte le polemiche tecniche e noiose. Almeno mi piace pensarla così.
L'invito a non confondere internet col mondo, in ispecie quella piccola porzione del mondo che è l'Italia, suona sempre un po' antipatica. La raccomandazione a mantenere una vita anche offline, se ve la fa uno che scrive lenzuolate da dodici anni su un blog, è facile che la rispediate al mittente. Troppo giusto, però lasciatemelo dire, secondo me ve la siete presa troppo. Non credo che i miei pezzi, soprattutto gli ultimi, abbiano conquistato un solo voto a Bersani, o tolto un solo voto a Renzi. Non è per quello che li ho scritti, non sono bravo a fare propaganda. Li ho scritti perché mi diverte scrivere questo genere di cose, mi piace ragionare sulle cose che succedono, e mi piace anche molto litigare, non è una cosa di cui vada fiero, ma preferisco farlo sul mio blog personale dove non dovrebbe davvero farsi male nessuno. Non credo di avervi fatto davvero male, e poi sul serio, di che vi lamentate? Avete un partito che supera il 33 per cento, e che quasi sicuramente governerà il Paese. Certo, sarà costretto ad allearsi con gente orribile, ma voi potrete dire in continuazione Not In My Name (anche su questo blog, venite copiosi a smerdare l'autore, non c'è problema). Bersani dovrà fare delle scelte impopolari, scelte che anche a Renzi sarebbero toccate (ma secondo me non ci ha mai pensato seriamente). In tutti i casi deluderà i suoi elettori e la vecchia classe dirigente ne risulterà definitivamente compromessa. A quel punto può toccare a voi. A Renzi non so, ma a voi sicuramente. C'è solo da mostrare di essere un po' migliori, e non sarà così difficile. Congratulazioni, avete perso la migliore battaglia che potevate perdere, e l'avete persa bene. Per come vanno le cose, anche solo statisticamente, una guerra prima o poi la vincete.
Le primarie sono andate benissimo, abbiamo vinto tutti. A saperlo prima potevamo magari evitare di incanaglirci sulle procedure, che è il modo migliore per delegittimarci a vicenda. Però è facile col senno del poi. Quindi sì, poteva andare persino meglio - ma è andata benissimo.
Bersani ha il margine che gli serviva per chiudere la discussione: queste sono le sue seconde primarie, non era tenuto a farle, le ha volute fare a due turni e li ha vinti tutti e due. Ora magari si potrebbe per un po' cessare di sventolare i santini di Berlinguer - Berlinguer, con tutto il rispetto, non ha mai dovuto rifondare un partito (a Bersani è successo un paio di volte) né combatterci dentro una mezza guerra civile: il suo compromesso storico era tutto sommato più indigesto di quello che stiamo mandando giù con Monti, e il suo massimo risultato fu un 33%, da morto. Bersani è vivo, è segretario nel momento peggiore dal dopoguerra, e ieri i sondaggi davano il suo partito al 34. Certo, sono solo sondaggi. Però comincia veramente a mostrare gli anni, il santino di Berlinguer.
Ma quelli che devono essere veramente contenti sono i sostenitori di Renzi: io, almeno, se fossi un sostenitore di Renzi, a questo punto avrei di che dirmi soddisfatto. Basta pensare a com'era il PD neanche due anni fa: a quel tempo una minoranza interna con un'identità riconoscibile e compatta come quella che gli hanno dato i renziani era inimmaginabile. La questione generazionale non era al primo punto né al secondo, forse non era nemmeno nelle agende dei più. I liberaldemocratici sembravano una presenza residuale. Oggi possono dire, con qualche ragione, di essere quasi il 40 per cento. Renzi poteva pretendere di più? Secondo me no, non sono nemmeno sicuro che ci abbia davvero provato. Verso la fine mi sembrava quasi che stesse provando a scassare il PD, ma forse sono prevenuto.
Una delle sue carte vincenti, che negli ultimi giorni è stata giocata a ripetizione, era la vocazione maggioritaria, il rifiuto di alleanze stile Ulivo: un bluff che si può giocare soltanto se si ha una ragionevole certezza di non vincere mai. Renzi non sarà il candidato del 2013, non sapremo mai se in una situazione di necessità avrebbe rifiutato i voti di un Casini (col risultato di consegnare comunque l'Italia a qualche altro governo tecnico sostenuto da Casini). I suoi sostenitori possono continuare a crederlo, e questo è un altro bel motivo per essere contenti che abbia fatto una bella campagna e abbia perso, evitando di sporcarsi le mani con la morchia della prassi. Il suo discorso da perdente poi è stato un capolavoro, la conferma di un vero talento per le autocritiche, che a sinistra apprezziamo tantissimo. In questo momento è un grande leader senza partito, mentre nel centro liberale c'è qualche partito senza leader: chissà come andrà a finire. Io se fossi un renziano, o per meglio dire un liberaldemocratico del PD che questa volta ha appoggiato Renzi, comincerei a guardarmi in giro: se non altro perché Renzi non era il candidato perfetto - lo ha ammesso anche lui - e anche se era umanamente assai migliore di come il suo staff lo ha cucinato verso la fine, molti renziani, pardon, libdem che hanno sostenuto Renzi, si meritavano di meglio.
Ne approfitto per salutarli, mi dispiace che si siano molto incazzati per le ultime cose che ho scritto. Non chiedo scusa perché non sarebbe serio: quelle cose le ho scritte e tutto sommato le penso: mi sembra che Renzi abbia imposto la sua leadership in modo non trasparente, con un uso dei sondaggi che avrebbe dovuto destare qualche diffidenza in più, e che in linea di massima si sia dimostrato un pessimo negoziatore - e la negoziazione è una delle principali abilità dei politici, più dei bei discorsi che comunque uno bravo a scriverteli lo trovi. A me poi rileggendomi non sembra di esserci andato giù così pesante. Ma forse era l'atmosfera generale: mi pare che molti, su internet, siano reduci da quindici giorni di guerra fratricida. Mi chiedo se non sia un po' l'effetto di twitter e dei social network in genere, perché ogni volta che ho messo il naso fuori di casa non ho trovato nessuno davvero incazzato per Renzi o per Bersani. Nulla di paragonabile allo psicodramma dell''89, quando i comunisti cambiarono nome, o alle litigate furibonde tra rifondaroli e prodiani nel '98 (quanto sto diventando vecchio, mi sembro Matusalemix su una panchina).
Su twitter dovremmo tutti per legge seguire almeno una dozzina di persone che parlano solo di cose di cui non sappiamo niente: sarebbe sano, ci aprirebbe gli orizzonti. Altrimenti finiamo per soffrire realmente, fisicamente, per delle tempeste che si consumano in bicchieri d'acqua. La percentuale di persone a cui interessavano le primarie (tre milioni su sessanta) era già abbastanza esigua; la percentuale di questi tre milioni interessati a polemizzare sul comitato dei garanti o sulle inserzioni pubblicitarie (o anche al limite sui contenuti) era comunque minima. Però, certo, su twitter uno rischia sempre di selezionare solo le persone che hanno gli stessi interessi che hai tu, e se ci vai più volte al giorno a un certo punto rischi di confondere twitter col paesaggio, vedi un centinaio di persone che litigano (son tante: dal vero raramente hai visto centinaia di persone litigare) e ti convinci che là fuori litighino tutti. Secondo me no, secondo me la maggior parte degli elettori ha letto un po' di cose sui quotidiani (o su internet) magari ha visto il dibattito di sky, ha apprezzato i toni di tutti e in particolare di un candidato, ha votato per lui; e c'è senz'altro stato anche qualcuno che per curiosità si è fermato a guardare il dibattito il mercoledì seguente su rai1, e magari gli è piaciuto e gli è venuta mezza voglia di andare a votare - ma quando ha capito che non era tanto semplice, il più delle volte ha lasciato perdere; ecco, a tutta questa gente secondo me la rissa sulle regole e sulle giustifiche è scivolata intorno, come tutte le polemiche tecniche e noiose. Almeno mi piace pensarla così.
L'invito a non confondere internet col mondo, in ispecie quella piccola porzione del mondo che è l'Italia, suona sempre un po' antipatica. La raccomandazione a mantenere una vita anche offline, se ve la fa uno che scrive lenzuolate da dodici anni su un blog, è facile che la rispediate al mittente. Troppo giusto, però lasciatemelo dire, secondo me ve la siete presa troppo. Non credo che i miei pezzi, soprattutto gli ultimi, abbiano conquistato un solo voto a Bersani, o tolto un solo voto a Renzi. Non è per quello che li ho scritti, non sono bravo a fare propaganda. Li ho scritti perché mi diverte scrivere questo genere di cose, mi piace ragionare sulle cose che succedono, e mi piace anche molto litigare, non è una cosa di cui vada fiero, ma preferisco farlo sul mio blog personale dove non dovrebbe davvero farsi male nessuno. Non credo di avervi fatto davvero male, e poi sul serio, di che vi lamentate? Avete un partito che supera il 33 per cento, e che quasi sicuramente governerà il Paese. Certo, sarà costretto ad allearsi con gente orribile, ma voi potrete dire in continuazione Not In My Name (anche su questo blog, venite copiosi a smerdare l'autore, non c'è problema). Bersani dovrà fare delle scelte impopolari, scelte che anche a Renzi sarebbero toccate (ma secondo me non ci ha mai pensato seriamente). In tutti i casi deluderà i suoi elettori e la vecchia classe dirigente ne risulterà definitivamente compromessa. A quel punto può toccare a voi. A Renzi non so, ma a voi sicuramente. C'è solo da mostrare di essere un po' migliori, e non sarà così difficile. Congratulazioni, avete perso la migliore battaglia che potevate perdere, e l'avete persa bene. Per come vanno le cose, anche solo statisticamente, una guerra prima o poi la vincete.
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