Save me from tomorrow!
12-08-2010, 00:01jukebox '10, musica, Ottanta, u2PermalinkFire fu la prima fanzine su cui misi le mani, forse l'unica. Era l'organo del fan club italiano degli U2, che però non uscivano con un disco nuovo ogni tre mesi, maledetti. Per cui Fire doveva rassegnarsi a parlare anche d'altro: film di Wim Wenders e band di area celtica, Waterboys o In Tua Nua.
Su un numero di Fire, in terza di copertina, fu pubblicato il testo di Ship of Fools dei World Party. Mi sembrò subito meraviglioso, un salmo, una piccola apocalisse, e non avevo ancora sentito la musica. Ma poi miracolosamente quell'estate Ship of Fools sbarcò su Videomusic, che mi serbava dell'affetto. A nessun altro per chilometri e chilometri parevano interessare i World Party, che in pratica erano un progetto solista del tastierista gallese dei Waterboys. Nessuno voleva sentire fosche profezie di sventura con arrangiamenti retrò che non erano ancora tornati di moda.
Su un numero di Fire, in terza di copertina, fu pubblicato il testo di Ship of Fools dei World Party. Mi sembrò subito meraviglioso, un salmo, una piccola apocalisse, e non avevo ancora sentito la musica. Ma poi miracolosamente quell'estate Ship of Fools sbarcò su Videomusic, che mi serbava dell'affetto. A nessun altro per chilometri e chilometri parevano interessare i World Party, che in pratica erano un progetto solista del tastierista gallese dei Waterboys. Nessuno voleva sentire fosche profezie di sventura con arrangiamenti retrò che non erano ancora tornati di moda.
Però per me, vedete, Ship of Fools epitomizzava tutto quello che mi stava succedendo attorno e non si chiamavano ancora “Anni Ottanta”, perché ci eravamo dentro e non avevamo la minima idea di quando sarebbero finiti. Secondo Fukuyama anche mai. Ecco, quegli Anni-non-ancora-Ottanta si riconoscevano dal ritornello, che era “you're going to pay tomorrow”. Potevamo accomodarci, spendere e spandere, avremmo pagato con calma in seguito. Ma dopo quel ritornello nella canzone ce n'era un altro, più dolente, e mi sembrava di sentire la mia stessa voce mentre Wallinger lo cantava: Save me from tomorrow! Io non c'entro! Non è colpa mia! Non voglio salpare con la nave dei folli! Ma non c'era niente da fare, avevamo già tagliato gli ormeggi da un pezzo.
Dopo quel disco Wallinger si concentrò su una sconosciuta cantante irlandese che aveva il vezzo di esibirsi calva, Sinead Qualcosa. Ma nel giro di pochi mesi comunque ascoltare rock celtico smise di essere trendy, e io passai ad altre cose che francamente adesso non so. I World Party ricomparvero sul mio radar tantissimi anni dopo con un altro pezzo struggente e fuori moda, Is it like today. Poi basta, per quel che ne sapevo Wallinger poteva anche aver preso una pompa di benzina fuori Cardiff.
Scopro invece che ha fatto di tutto, compreso le colonne sonore di Giovani Carini e Disoccupati e Ragazze a Beverly Hills. E che She's the one, l'insulsa ballatona di Robbie Williams pattinatore, è un pezzo dei World Party. Dannata internet. Preferivo non saperle, queste cose, e immaginarti seduto sul molo, a guardarci mentre naufraghiamo, senza fretta.
Scopro invece che ha fatto di tutto, compreso le colonne sonore di Giovani Carini e Disoccupati e Ragazze a Beverly Hills. E che She's the one, l'insulsa ballatona di Robbie Williams pattinatore, è un pezzo dei World Party. Dannata internet. Preferivo non saperle, queste cose, e immaginarti seduto sul molo, a guardarci mentre naufraghiamo, senza fretta.
E invece, per tutti questi anni, anche tu, nascosto nella stiva.
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