A destra imbecille

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Contro il CoCheStaFisso

Il tratto dell'A1 tra il bivio con la A22 (Brennero) e la A14 (Adriatica), in pratica tra Modena e Bologna, è il perno autostradale d'Italia. Se riesci a guidare qui, dovresti farcela ovunque (Salerno – Reggio Calabria esclusa, quella meriterebbe una patente a parte).

Detto questo, fino a qualche anno fa le regole erano molto chiare: con tre corsie, e il limite teorico dei 130, guidare un'autovettura consisteva sostanzialmente nel dribblare i camion che si affacciavano continuamente nella corsia centrale per superarsi a vicenda, con stacchi millimetrici. Questo portava spesso anche i conducenti di vetture modeste, come la mia, oltre la soglia della terza corsia, dove il limite teorico veniva ovviamente rivisto all'eccesso. Ma anche una più che accettabile media dei 150 non ti metteva al riparo dallo sfanalìo selvaggio dell'Audi nERA aSSASSINA mALEDETTA bAstarDA non mi AVRai. (Scusate).

(Per quanto posso, cerco di tenere questo blog lontano dalle mie ossessioni personali. Non vi ho mai presentato i miei amici immaginari, compreso Snupi che insiste tanto, zitto Snupi, non vedi che sto scrivendo; dei miei incubi ricorrenti in cui vengo assunto dal Ministero della Pubblica Istruzione con contratto a tempo indeter... ah no, questa è la realtà, scusate; e non vi avevo mai parlato dell'Audi Nera Assassina. Perché anche se non si trattasse di una mia paranoia, anche se effettivamente fosse provato che c'è un'Audi Nera che vuole uccidermi là fuori, oppure una congiura di Audi Nere che mi vogliono fare la pelle appena metto il naso fuori di casa, ebbene, sarebbero comunque fatti privati. Se poi qualche conducente di Audi Nera volesse spiegarmi cosa ho fatto di male a lui o a tutta la categoria, insomma il motivo per cui devo morire di morte violenta speronato da un'Audi Nera, ecco, l'indirizzo è qui di fianco, dico sul serio, m'interessa).

Dov'ero rimasto. Ah sì: tra la seconda e la terza corsia. Più che una posizione, una metafora sociale: quello che ci prova, che sta andando a Bologna a dare esami o ritirare prestigiose pergamene, quello che potrebbe anche fare i 150 se volesse, ma non vuole, anche perché finirebbe spappolato tra le Audi e le Alfa di chi è già arrivato (che per essere già arrivati comunque corrono parecchio). E allora, quando lo sfanalano, con certi lampi al calor bianco, gli tocca accodarsi tra i tir dei camionisti rumeni allo sbaraglio, che fanno i cento in corsia di mezzo e a momenti si toccano. Tra seconda e terza corsia, lo slalom del borghese precario. Ma questo è un post che avrei dovuto scrivere cinque anni fa. Prima di Lunardi.

A proposito: che fine ha fatto Lunardi? E l'azienda di sua moglie, quella che vinceva gli appalti? Non se ne sente più parlare.

Con Lunardi arrivò la quarta corsia, e il dribbling tra i tir e le Audi Assassine diventò un gioco più complesso. Ma la vera svolta è arrivata più o meno da un anno a questa parte, ed è il tutor: quell'aggeggio inquietante per cui oggi, anche se hai un'Audi devi fare lo stesso i 130. Cioè, se ai un'Audi Nera Assassina al limite farai i 140 – secondo me sotto i 140 all'Audi Nera Assassina si spegne il motore – ma non più dei 140.

E quindi, pensateci bene: adesso abbiamo quattro corsie, ma andiamo tutti più o meno alla stessa velocità (tir compresi). Il paesaggio autostradale ne risulta radicalmente mutato. Prima la seconda corsia era la terra di nessuno tra la colonna dei tir e la Nürburgring delle Audi Nere Assassine. Oggi immettersi nell'A1 a Borgo Panigale è come entrare in un vagone delle ferrovie: prendi il tuo posto tra degli sconosciuti, e che ti piacciano o no ti tocca starci vicino, strusciandoli e urtandoli finché non arrivi a casa.

Eppure, anche in questo quadro radicalmente mutato c'è qualcosa, c'è qualcuno che non è cambiato, che non poteva cambiare, che non cambierà mai, ed è lui: come chiamarlo? C'è solo l'imbarazzo: imbecille, pirla, coglione, ma tutte queste garbate perifrasi non chiariscono il concetto, e allora lasciatemi usare i trattini per introdurre Colui-che-sta-fisso-in-terza-corsia-ai-centoventi.

Io ho una tesi su di lui. Secondo me è tutta colpa sua. Di cosa? Di tutto. Sapete tutte quelle tabelle che dicono che l'Italia è il Paese europeo meno avanzato in fatto di xxxxxxxx? È colpa sua, e di chi gli ha dato la patente.

Colui-che-sta-fisso-in-terza-corsia-ai-120, quando le corsie erano solo tre, si chiamava semplicemente Colui-che-sta-fisso-in-seconda-corsia-ai-100. Non che fosse meno pirla, anzi. Nel quadro testé descritto, in cui la prima corsia era perennemente occupata da una fila ininterrotta di tir e la terza era zona di caccia delle Audi Nere Assassine; in una situazione in cui l'unico spazio che consentiva un minimo di mobilità sociale era la seconda corsia, cosa c'era di peggio di trovarla occupata da un pirla col piede bloccato fisso sui 100? Sorpassarlo a destra? Illegale (e pericoloso). Scavalcarlo a sinistra? Il modo più sicuro per finire inchiodati al cofano dell'Audi Assassina appollaiata all'angolo cieco del tuo retrovisore.

Quel che è peggio, con Co-Che-Sta-Fisso eccetera, è che crede di aver ragione. È convinto di avere il Codice della Strada dalla sua. No, non si tratta soltanto del Codice – è qualcosa di più interiore, una Legge Morale, un imperativo kantiano, un Dio presbiteriano che fa finta di niente ma sta preparando un inferno aguzzo e rovente per quelli che osano arrivare ai 140, mentre fontane di latte e miele già sgorgano nell'Eden per Colui che tiene fisso l'acceleratore ai 100 in seconda corsia. Intorno a lui è tutto uno sfrecciare di cartelli elettronici SERRARE A DESTRA – TENERE LA CORSIA DI DESTRA – LA DESTRA, IDIOTA!!! LA TUA MIGLIORE AMICA, DEFICIENTE!!!, ma lui non se ne cura. Se ogni tanto qualcuno, nel tentativo di sorpassarlo, finisce tamponato, la colpa non è certo sua. La colpa è di quelli che non rispettano i limiti e guidano male, mentre io prendo la mia bella corsia di centro e non la cambio mai, vedi? Ecco, ciò che me lo rende più insopportabile di centinaia di assassini neri in Audi è il suo fariseismo. Gli assassini almeno lo sanno, che sono cattivi. Lui no, lui è convinto di essere buono. Guardalo, come mantiene la sua andatura costante in un mondo di peccato e perdizione che gli sfreccia intorno.

Prima di Lunardi aveva almeno una scusa: serrare a destra, con tutti quei tir, era effettivamente un lavoraccio. In effetti a quei tempi, per trovare il Co-Che-Sta-Fisso ideale dovevi aspettare la domenica. Ma ora, con quattro corsie, qual è il tuo problema? Stai andando ai centoventi, c'è gente che va un po' più veloce di te, alcuni persino legalmente: perché non li lasci passare? Cosa vuoi dimostrare? A furia di chiedermelo mi sono dato anche delle risposte.

Ecco, può darsi che sia un mio pallino, ma credo che sia un problema sociale. Il Co-Che-Sta-Fisso di solito ha una macchina dignitosa. Una famigliare, un SUV, un'utilitaria ma appena uscita, e tirata a lucido. Il Co-Che-Sta-Fisso ha una certa percezione di sé. È uno che sta bene. O perlomeno vuole che gli altri lo pensino di lui. Ecco, il Co-Che-Sta-Fisso, con la sua percezione di sé stesso benestante, nella corsia dei Tir non ci vuole proprio andare. Anche se certi Tir vanno più forte – ma non è una questione di velocità (per lui). È una questione di decoro. Io sono italiano, io sono ceto medio, io lavoro pago e pretendo e nella corsia delle merde non ci vado. Piuttosto mi pianto in mezzo e blocco tutto il traffico, nel bel mezzo del perno autostradale italiano.

Dopo un po' uno si stanca anche di odiarli, e comincia a sorpassarli. A destra, sissignore, come in America. Ma lentamente, affiancandoli, per dare loro il tempo di guardarti e giudicarti. Quello che stai facendo, secondo loro, è Molto Sbagliato. In realtà per il codice non è nemmeno sanzionabile (solo il sorpasso a zig-zag dovrebbe essere proibito), ma del resto è lo stesso codice che prescrive di ritornare alla corsia destra, cosa c'entra con le regole vere?

Le regole vere le fa la società. E la società non può mica costringerci a mescolarci coi Tir. Noi siamo ceto medio. Ancora per quanto non si sa, ma abbiamo ancora la macchina nuova, la magliettina firmata, lo stereo con la summer compilation, noi arranchiamo ma restiamo in mezzo. È il nostro posto, ci siamo nati, non schiodiamo. Il futuro può suonare e sfanalare finché vuole: dietro, in coda. Noi non cederemo. Noi tireremo dritto.
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