A cosa serve lasciarvi morire

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Il reato di clandestinità a qualcosa serve. Non a eliminare i clandestini (anzi li aumenta), non a risolvere la complicata situazioni delle carceri (che anzi stanno scoppiando, e che hanno attirato l'attenzione delle Corte europea dei diritti dell'uomo). Non a ridurre la microcriminalità; non a dissuadere profughi provenienti da situazioni comunque più disperate, non a evitare che i trafficanti li stivino sui barconi e li lascino alla deriva; non a salvare vite nel Mediterraneo. Il reato di clandestinità non serve a nulla di tutto questo.

Eppure a qualcosa serve: altrimenti Bossi e Fini non ci avrebbero messo la firma, e oggi Beppe Grillo non lo difenderebbe. Il reato di clandestinità serve a vincere le elezioni.  Grillo è persona abbastanza intelligente e pratica per sapere che la criminalizzazione dei profughi non ha nessun'altra utilità, e molti effetti collaterali. Ma tanto gli basta, evidentemente. Nel suo blog lo ha scritto a chiare lettere: se il M5S avesse in campagna elettorale proposto l'abolizione del reato di clandestinità, "avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico". Più in là Grillo abbozza l'idea che abolirlo equivalga a inviare un invito "a tutti gli emigranti", che come è noto prima di imbarcarsi danno sempre un'occhiata all'evoluzione della legislazione italiana in materia. È una scemenza a cui non crede lui per primo.

(continua sull'Unita.it)

L’unica vera ragione per salvare il reato di clandestinità l’ha scritta sopra: il M5S non vuole percentuali da prefisso telefonico, il M5S vuole anzi fare il pieno di voti, e non può rinunciare a quella ghiotta fetta di consenso che si ottiene cavalcando un po’ di xenofobia. Magari non è giusto, ma è quello che vuole la gente, e Grillo e Casaleggio lo sanno senza bisogno di astruse piattaforme: è il loro intuito politico l’unico “sistema operativo” del M5S, e se si butta un po’ a destra non è per capriccio né per cattiveria: è proprio che per vincere i voti si devono prendere lì. Grillo ce lo ha sempre detto, che se non ci fosse lui ci sarebbe Alba Dorata: dunque ogni tanto gli toccherà abbozzare qualche passo dell’oca; niente di personale, è solo una questione di target. Ah, nel frattempo altri profughi potrebbero annegare a pochi metri delle coste. Diciamo che la loro vita non è una priorità.
La priorità di Grillo, per esempio, è vincere le prossime elezioni, costi quel che costi. È una notizia; quando mandò a monte la trattativa col PD sembrava rassegnato a una lunga traversata nel deserto. Adesso invece ha fretta, ed è disposto a compromessi che fino a qualche tempo fa lo avrebbero fatto pubblicamente inorridire: difendere la Bossi-Fini, mantenere il sistema elettorale che ha sempre voluto modificare, ignorare la tragedia delle carceri italiane che tempo fa denunciava. Il fine giustificherà tutti questi mezzi? http://leonardo.blogspot

(Questo è il duecentesimo pezzo che scrivo per l'Unità. Niente, così, giusto per dirvelo. Il mondo non sembra molto migliorato in questi quattro anni. Magari è solo una coincidenza).
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