Fattore di protezione 50

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Big Mouth strikes again
Se ci riflettete bene, la notizia non è che Berlusconi abbia fatto una gaffe internazionale. Ma voi ve la ricordate, l'incredibile stagione 2002/03?

Vi aiuto io. Ottobre 2002: Berlusconi comincia a scherzare sulle infedeltà della moglie di fronte a un perplesso premier danese, a cui spiega: “you don't know the history, I explain you later”. Luglio 2003: Berlusconi inaugura il semestre europeo offrendo a un eurodeputato tedesco un ruolo da kapò in un film in lavorazione. Mentre in Germania si parla di boicottare le località turistiche italiane, e Schroeder pretende scuse ufficiali, Berl. si scusa spiegando che da noi lo sterminio degli ebrei è classica materia da barzellette: come dire, se ho sbagliato non è colpa mia, ma di tutti e 58 i milioni. No, ma sul serio, grazie, Presidente. Nel settembre dello stesso anno esce un'intervista allo Spectator in cui elogia Mussolini, che mandava gli antifascisti a prendere il sole a Ventotene. Siete ancora sicuri che la notizia sia che Berlusconi ha fatto una gaffe?

Secondo me la notizia è che da un bel po' aveva smesso di farne. Perché sì, tirar giù un leggio durante un'orazione a Bush non è esattamente come fare le corna in una foto ufficiale dei premier europei. Sul serio, stavo quasi pensando di scriverci un pezzo su, uno di questi giorni: cos'è successo al più grande gaffeur europeo più o meno da Carlo Magno in poi? Ha imparato un minimo di savoir faire o è semplicemente stanco? E devo ammettere che in quanto blog un po' mi mancavano, le sue uscite pazzerelle. Uno rischia di concentrarsi sulle perle di Veltroni, e poi ti danno del disfattista. Ma allo stesso tempo ero sinceramente contento che non ne facesse più, perché il pezzo-satirico-sulla-gaffe-di-Berlusconi è davvero una che ormai hanno imparato a fare tutti e non diverte più nessuno. E invece guarda qui. Ha detto che Obama è abbronzato.
E adesso che si fa?
Si prende sul serio?

Ai bei tempi del '02/03, il ritmo delle gaffes presidenziali era così serrato che persino i meno dietrologi stavano cominciando a subodorare un complotto: come se a Berlusconi non scappassero, come se lui le sparasse deliberatamente. È il sistema più a buon mercato per restare sulla bocca di tutti per un paio di settimane, magari distogliendo l'attenzione da qualche altra questione più spinosa. Da questo punto di vista la gaffe berlusconiana è davvero un tranello insidioso, perché come fai a resistere? Ha dato dell'abbronzato a Obama. Puoi davvero far finta di niente? No, devi replicare. Però è impossibile replicare seriamente a una scemenza così. Alzare il tono è inevitabile. Lui ha detto una battuta da asilo (“mamma, il signore è abbronzato?”), e a Franceschini tocca dargli del razzista. Commettendo un prevedibile autogol, perché Berlusconi non è un razzista. O comunque non lo è per aver detto che Obama è abbronzato. Al massimo è un pessimo battutista, un gaffeur, ma il razzismo è un'altra cosa.

Per inciso, io quella battuta ogni tanto la faccio. È il privilegio di lavorare coi bambini; anche la più decrepita barzelletta ritrova un pubblico. In particolare, l'equivoco carnagione-abbronzatura è intrinsecamente divertente, almeno fino ai 12 anni. Se il bimbo nero è in classe, può servire a sdrammatizzare il problema, che esiste. Il problema è: un bimbo nero in una classe bianca spicca, come un chicco di caffè in una zuccherriera. Possiamo raccontarci che è uguale agli altri, ma l'occhio ti racconta un'altra cosa. Un nero è diverso da un bianco, il bambino lo sa e non vuole essere considerato razzista per questo. È una delle grandi evidenze della vita, sulle quali è opportuno scherzare. Alzare uno steccatino politically correct su un certo tipo di battute non servirebbe a niente.

Allo stesso modo, cosa significa che “non dovrei notare” che Obama è un nero, come ha scritto Facci ieri? Che razza di ipocrita devo diventare per non notare che il colore della sua pelle è tanto diverso dal mio? Obama appartiene a una minoranza di persone col colore della pelle sensibilmente più scuro di quello della maggioranza degli statunitensi e dei cittadini del mondo: la cosa è di un'evidenza palese e quindi ci si può anche raccontare una barzelletta su. E se la barzelletta è vecchia, criticheremo il comico perché la barzelletta è vecchia. Ma il razzismo è un'altra cosa. Comincia quando si associano a determinate caratteristiche fisiche degli stereotipi culturali e un'inferiorità morale. Berlusconi non ha detto che Obama è appena sceso dagli alberi, o che ha il ritmo nel sangue. Ha detto che è abbronzato. Non fa ridere. Questa è l'unica critica sensata che gli si potrebbe fare: Berlusconi ha la battuta moscia. Tipico dei cumenda con tanti yes-men al seguito. Però anche qui, attenzione. Quanta attenzione è riuscito a calamitare, con queste battute mosce? Ogni volta che ne fa una è come se s'invitasse a tavola in tutte le famiglie, ma guarda chi c'è, lo zio brianzolo che le spara sempre grosse, dai, versa il trebbiano, la sapete l'ultima su Hitler?

E allora, insomma, che si fa? Non ditemi, per favore, che bisogna ignorarlo: perché o ci mettiamo tutti d'accordo (e siamo milioni), oppure ci sarà sempre qualcuno come Franceschini che ci casca. Io ci ho pensato a lungo, sapete. E per quanto mi riguarda, ho stabilito così: ogni volta che Berlusconi ne dirà una delle sue, attirando l'attenzione su una semplice gaffe, io nel mio piccolo cercherò di riportarla su cose più importanti. Cose che magari ha detto lo stesso Berlusconi, prima o dopo la gaffe.

Per esempio, ieri mi risulta che abbia affermato questo:
"Non mi ero accorto che nella Finanziaria sono stati tolti 134 milioni alla scuola privata cattolica. Ammetto una mia colpa: cercheremo di non togliere i finanziamenti alla scuola cattolica: è una libertà per tutti".
Avete capito? Siamo liberi di pagare le tasse per finanziare ai cattolici le suore delle suorine. E stiamo ancora a discutere dell'abbronzatura di Obama?
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