E vergognarsi un po', ministro?

Permalink
Così, dopo un mese di proteste, il Ministero della Pubblica Istruzione ha riconosciuto che molti test di preammissione ai Tirocini Formativi Attivi erano fatti male: che contenevano domande mal poste, a cui corrispondevano talvolta risposte sbagliate. Lo ha ammesso tardi, quando ormai tutti i test erano stati somministrati, valutati, e chi era stato respinto ingiustamente era magari partito per le vacanze. Lo ha ammesso a inizio agosto, ci ha messo altri 15 giorni a "chiudere la procedura di verifica", insomma a far sapere chi è passato e chi no, e a inizio settembre cominciano gli orali: molti candidati che due settimane fa risultavano respinti e ora ammessi non avranno comunque tempo per prepararsi adeguatamente. Per questo pasticcio, che sarebbe scandaloso se non fosse quasi la routine, non è chiaro chi pagherà. Temo nessuno. (Continua sull'Unità.it, H1t#141).

Nessuno indennizzerà le estati rovinate di migliaia di studenti e precari: alcuni di loro abbandoneranno l’insegnamento, non per mancanza di preparazione o vocazione, ma perché un test a crocette era sbagliato. A frittata combinata, il Ministero ha avuto la compiacenza di informarci che i test comunque erano stati messi assieme da ‘esperti’ della passata gestione: la colpa insomma anche stavolta è del governo precedente. Il nuovo dicastero si sarebbe limitato a ereditare le buste sigillate, senza nemmeno porsi il problema di verificare cosa ci fosse dentro? A questo punto la lunga attesa per conoscere finalmente date e luoghi dei test non si capisce a cosa sia servita: forse a tenere alta la suspense.
Un’altra volta magari mi piacerebbe discutere sul perché gli stessi enti così fortemente persuasi della necessità di filtrare tutto attraverso test chiusi e meccanizzati – il MIUR, l’INVALSI – alla prova dei fatti molto spesso non riescono a produrne di decenti: come se anche chi si dice convinto della bontà dello strumento lo sottovaluti, lo consideri alla fine dei conti robaccia da demandare alla bassa manovalanza: coi risultati che si vedono. Un’altra volta ne riparleremo. Stavolta vorrei far passare un messaggio molto più semplice e diretto: ministro Profumo, non potrebbe almeno vergognarsi un po’?
In uno Stato decente, in una situazione ordinaria, per un pasticcio così ci si dimette, ministro; e forse lei potrebbe mostrare una residua decenza, potrebbe almeno provarci. Non renderà il tempo perso a migliaia di persone; probabilmente non ridarà loro fiducia nel sistema educativo pubblico; forse però restituirebbe a chi ha ancora voglia di crederci l’immagine di un governo che si preoccupa della formazione non solo a parole, senza delegarla a un pool di scimmie neanche tanto ammaestrate, Ministro, neanche tanto ammaestrate.http://leonardo.blogspot.com
Comments (1)