voglio rifugiarmi sotto il Patto di Varsavia
16-03-2007, 18:07Berlusconi, mafie o camorre, nostalgia, o Prodi o basta, OttantaPermalinkNon c’è nessuna foto di Sircana con un trans; e se anche ci fosse, non farebbe così tanto schifo.
Invece, volete vedere una foto che fa veramente schifo? Ecco qui.
O nostalgia, o vergogna
O nostalgia per quel Muro, che quando c’era, tutto era molto più chiaro; c’era un Rosso e c’era un Bianco; e con un po’ di astuzia si poteva essere un po’ rossi di qua e tifare per quelli un po’ bianchi di là, e insomma sentirsi in pace con tutti, in quella vecchia Europa di una volta.
Quell’Europa che a volte ancora mi sorride dalle cartine appese alle aule, quella senza Ucraina e con una Germania in più, ma piccola; l’Europa del BeNeLux e della Coppa Campioni, e della Jugoslavia. O com’era strano e bello confinare con la Jugoslavia.
Quell’Europa campo minato nucleare. O che nostalgia. O che vergogna.
O come ci siamo ridotti, a rimpiangere Bresnev e Gromiko; i Giochi Senza Frontiere e il tempo delle Mele, e la Uno Fiat che ormai non fanno più neanche in Polonia.
Quegli anni che a viverci ti sembravano di fango, coi democristiani sempre uniti e al governo; perché ancora nessuno ti aveva spiegato che peggio di una Grande Balena, ci sono solo due o tre balene piccole, tutte ansiose di far bella figura davanti alla Grande Foca in ermellino. O vergogna tra le vergogne, di provare nostalgia per Aldo Moro, per Fanfani, per Andreot… no, aspetta, per Andreotti no.
O che nostalgia, per i tempi in cui la Russia si chiamava CCCP, si pronunciava urss, e significava Impero del Male; ma un Male talmente Male che più che spavento faceva tenerezza. Perché scusate, qualcuno di voi è mai riuscito veramente a odiare Ivan Drago? Il povero Ivan Drago, in guantoni rossi, concepito in laboratorio per spiazzarti in due?
O nostalgia per quel tenero Impero del Male, di facce stanche e tristi come quella di Darth Fener dietro il casco; un Impero di povera gente con un esercito da far paura; con le spie e i cosmonauti, che guardavano il mondo da un oblò e tornati a casa facevano una brutta fine. O terribile poesia dell’Impero del Male Contadino, che lancia le cagne in orbita. La povera Laika, ma l'hai guardata negli occhi? Gli americani, imperialisti, usavano gli scimpanzé. Il Male lo vedi nei dettagli. Che cattiveria, che disperazione, in un Impero contadino che per farsi bello sacrifica anche l’animale da cortile.
E insomma eran cattivi, ma anche poveri; li si poteva temere ma un po' ammirare e un po' anche compatire; e in ogni caso stavano di là dal muro, e quindi tutto era chiaro. Nessuna compromissione. Al massimo compassione.
O terribile nostalgia, di quando i ricchi eravamo noi.
E adesso che ci resta? Di mendicare il gas, ci resta. E pazienza se il padrone dei gasdotti è un mafioso, agente del KGB, istruttore di arti marziali, uno che sembra il cattivo di un film con Sean Connery, uno che insomma non fa alcuna tenerezza. Non c’è più un muro che ci salvi, da uno come lui. Non c’è più decenza. Ci tocca abbracciarlo, sbaciucchiarlo, perché sarà anche un mafioso, un assassino di giornalisti, un corrotto e un corruttore: ma è il padrone dei gasdotti, e il gas ci serve.
Ci fosse almeno un intermediario, un capro espiatorio, un italiano un po’ più schifoso degli altri che facesse questo sporco mestiere per noi. Che si facesse fotografare lui, a braccetto con lo Zar della Mafia. Ci fosse un nanetto da insultare, mentre entriamo in casa e distrattamente alziamo il riscaldamento. Ci fosse un Berlusconi. Ecco, l’ho detto. Ci fosse la faccia pagliaccia del potere, da insultare e adoperare.
E invece no. O schifo, o vergogna, ad abbracciare e baciare Putin ci deve andare l’uomo che ho votato io. Perché sia chiaro che lo schifo è tutto mio, che la vergogna sono io, che i giornalisti a Mosca ho dato una mano ad ammazzarli anch’io. Quando? Ecco, se almeno mi si potesse dire quando. Ogni volta che accendo il gas? Una volta ogni due? Si può misurare la mia complicità nel genocidio ceceno? Dei quattro bossoli accanto Anna Politkovskaja, quanti ne ho pagati io?
E cosa dovrei fare adesso, a parte provare vergogna e nostalgia? E cosa aspetta insomma il riscaldamento globale a lessarci tutti quanti? E dopo sarà tutto sterile e pulito. Niente più gas, niente più mafia, niente. Neanche più la nostalgia. Niente.
Invece, volete vedere una foto che fa veramente schifo? Ecco qui.
O nostalgia, o vergogna
O nostalgia per quel Muro, che quando c’era, tutto era molto più chiaro; c’era un Rosso e c’era un Bianco; e con un po’ di astuzia si poteva essere un po’ rossi di qua e tifare per quelli un po’ bianchi di là, e insomma sentirsi in pace con tutti, in quella vecchia Europa di una volta.
Quell’Europa che a volte ancora mi sorride dalle cartine appese alle aule, quella senza Ucraina e con una Germania in più, ma piccola; l’Europa del BeNeLux e della Coppa Campioni, e della Jugoslavia. O com’era strano e bello confinare con la Jugoslavia.
Quell’Europa campo minato nucleare. O che nostalgia. O che vergogna.
O come ci siamo ridotti, a rimpiangere Bresnev e Gromiko; i Giochi Senza Frontiere e il tempo delle Mele, e la Uno Fiat che ormai non fanno più neanche in Polonia.
Quegli anni che a viverci ti sembravano di fango, coi democristiani sempre uniti e al governo; perché ancora nessuno ti aveva spiegato che peggio di una Grande Balena, ci sono solo due o tre balene piccole, tutte ansiose di far bella figura davanti alla Grande Foca in ermellino. O vergogna tra le vergogne, di provare nostalgia per Aldo Moro, per Fanfani, per Andreot… no, aspetta, per Andreotti no.
O che nostalgia, per i tempi in cui la Russia si chiamava CCCP, si pronunciava urss, e significava Impero del Male; ma un Male talmente Male che più che spavento faceva tenerezza. Perché scusate, qualcuno di voi è mai riuscito veramente a odiare Ivan Drago? Il povero Ivan Drago, in guantoni rossi, concepito in laboratorio per spiazzarti in due?
O nostalgia per quel tenero Impero del Male, di facce stanche e tristi come quella di Darth Fener dietro il casco; un Impero di povera gente con un esercito da far paura; con le spie e i cosmonauti, che guardavano il mondo da un oblò e tornati a casa facevano una brutta fine. O terribile poesia dell’Impero del Male Contadino, che lancia le cagne in orbita. La povera Laika, ma l'hai guardata negli occhi? Gli americani, imperialisti, usavano gli scimpanzé. Il Male lo vedi nei dettagli. Che cattiveria, che disperazione, in un Impero contadino che per farsi bello sacrifica anche l’animale da cortile.
E insomma eran cattivi, ma anche poveri; li si poteva temere ma un po' ammirare e un po' anche compatire; e in ogni caso stavano di là dal muro, e quindi tutto era chiaro. Nessuna compromissione. Al massimo compassione.
O terribile nostalgia, di quando i ricchi eravamo noi.
E adesso che ci resta? Di mendicare il gas, ci resta. E pazienza se il padrone dei gasdotti è un mafioso, agente del KGB, istruttore di arti marziali, uno che sembra il cattivo di un film con Sean Connery, uno che insomma non fa alcuna tenerezza. Non c’è più un muro che ci salvi, da uno come lui. Non c’è più decenza. Ci tocca abbracciarlo, sbaciucchiarlo, perché sarà anche un mafioso, un assassino di giornalisti, un corrotto e un corruttore: ma è il padrone dei gasdotti, e il gas ci serve.
Ci fosse almeno un intermediario, un capro espiatorio, un italiano un po’ più schifoso degli altri che facesse questo sporco mestiere per noi. Che si facesse fotografare lui, a braccetto con lo Zar della Mafia. Ci fosse un nanetto da insultare, mentre entriamo in casa e distrattamente alziamo il riscaldamento. Ci fosse un Berlusconi. Ecco, l’ho detto. Ci fosse la faccia pagliaccia del potere, da insultare e adoperare.
E invece no. O schifo, o vergogna, ad abbracciare e baciare Putin ci deve andare l’uomo che ho votato io. Perché sia chiaro che lo schifo è tutto mio, che la vergogna sono io, che i giornalisti a Mosca ho dato una mano ad ammazzarli anch’io. Quando? Ecco, se almeno mi si potesse dire quando. Ogni volta che accendo il gas? Una volta ogni due? Si può misurare la mia complicità nel genocidio ceceno? Dei quattro bossoli accanto Anna Politkovskaja, quanti ne ho pagati io?
E cosa dovrei fare adesso, a parte provare vergogna e nostalgia? E cosa aspetta insomma il riscaldamento globale a lessarci tutti quanti? E dopo sarà tutto sterile e pulito. Niente più gas, niente più mafia, niente. Neanche più la nostalgia. Niente.
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