Ricattabile, Ah Ah Ah
16-11-2010, 19:08Berlusconi, intercettazioni, telefonatePermalinkLa trattativa
[Dove non osa dagospia: la redazione di Leonardo ha messo le mani su un'intercettazione di qualche giorno fa che presenta non pochi motivi d'interesse].
“Presidente”
“Adesso no, per favore. Sono stanco”.
“Ma Presidente, c'è in linea l'Eminenza. Dice che è urgente”.
“Ma porco d'un...”
“Glielo passo”.
“...cribbio, sì, passamelo e facciamola finita”.
“Pronto Presidente”.
“Eminenza! È proprio lei? Ma che piacere! Qual buon vento?”
“Ecco, io per prima cosa sono venuto a portarle la mia, la nostra solidarietà”.
“Eminenza, ma non c'era bisogno! Io lo so che posso sempre contare su... che voi mi ricordate sempre nelle vostre preghiere”.
“E infatti è così. Noi ci ricordiamo”.
“Ma infatti Eminenza, grazie”.
“Qualsiasi cazzata lei faccia”.
“Eh?”
“Pronto?”
“No, scusi, c'è stato come un disturbo, per un attimo ho perso la... devo aver sentito male”.
“Allora glielo ripeto. Noi ci ricordiamo di lei, qualsiasi cazzata lei faccia”.
“Ah”.
“Adesso è chiaro?”
“...Sì”.
“Aggiungo che abbiamo molto gradito la scelta di tirarsi indietro alla Conferenza sulla Famiglia”.
“Beh, lo sa che fosse stato per me sarei andato... il fatto è che sono un combattente, e tirarsi indietro non mi piace. Proprio come concetto”.
“Un buon combattente conosce anche il concetto di ritirata strategica”.
“Sì, però, vede, Eminenza... qui tutti stanno annegando in un bicchier d'acqua. Cioè, è veramente un bicchier d'acqua. Va bene, lo so, non sono uno stinco di santo, però”
“Ah, decisamente no”.
“... pensate davvero che una festicciola ogni tanto mi impedisca di governare?”
“Presidente, se noi lo pensassimo davvero, lei già da molto tempo non sarebbe...”
“Ma lo sa cosa arrivano a dire? Una cosa che, cioè, è veramente ridicola, anche solo il pensarci mi... dicono che sono ricattabile, ah, ah, capisce?”
“Capisco”.
“Ricattabile io! Ah, ah, ah. No, ma vorrei veramente sapere chi è che... chi si potrebbe permettere di... ma non lo sanno chi sono io?”
“Lo sappiamo un po' tutti, ormai”.
“Ma io sono quello che si prendeva le bombe della mafia! Le bombe! Ad Arcore negli anni Ottanta! E ci ridevo sopra! Questo sono io!”
“Però alla fine Mangano lo ha assunto”.
“Sì, ma che c'entra... quello che voglio dire, Eminenza, è che a me le minacce, i ricatti mi hanno sempre fanno ridere, ah, ah, ah. Anche perché ormai, con tutte le cattiverie che ci sono in giro su di me, ma che differenza fa una ragazza in più o in meno? Una villa ai Caraibi in più o in meno? Un processo in più o in meno?”
“Una strage di mafia in più o in meno?”
“Ecco. Ma lo capiscono che ormai la gente non li conta neanche più i miei processi? Dicano pure che sono un vecchio porco, questo posso consentirglielo, sì, sono un porco e non sono più esattamente nel fiore degli anni. Dicano che le mie barzellette non sono freschissime, va bene”.
“Non proprio freschissime, confermo”.
“Ma non dicano che sono ricattabile, perché, davvero, ah, ah, ah, i barzellettieri a questo punto sono loro. Io ricattabile? E da chi?”
“Eh, chissà”.
“No, ma me lo dovrebbero spiegare chi, chi avrebbe il coraggio di ricattare proprio me. Per ricattare uno come me bisognerebbe avere come minimo una struttura più potente, più capillare di quella che ho io. Più televisioni e giornali di quelle che ho io. Sezioni in ogni paesino d'Italia. E nessuno ce le ha. Quindi nessuno mi può ricattare, capisce? Nessuno”.
“Capisco tutto. Senta, stavo per dimenticarmi... le porto i saluti di Giulio”.
“Giulio?”
“Il ministro, ero con lui al telefono una mezz'ora fa”.
“Ah”.
“In effetti, è proprio il ministro che mi ha invitato a chiamare direttamente lei, perché c'è una certa situazione che... una rigidità, diciamo”.
“Ah”.
“Ma un'inezia, una sciocchezza, insomma per farla breve quei finanziamenti alla scuola... il ministro proprio non li vuole raddoppiare”.
“Eminenza, ne abbiamo già parlato...”
“Dice che non c'è copertura”.
“Se lo dice Giulio, penso che lei possa fidarsi, io adesso non...”
“Ma non è vero Presidente, io lo so che una copertura c'è sempre, con un po' di buona volontà. Il problema è che alcuni, questa buona volontà, non...”
“Eminenza, ne abbiamo già parlato. La situazione è critica. Tra un po' salta il Portogallo e i prossimi magari siamo noi. Il budget è quel che è. E alle vostre scuole abbiamo già dato in abbondanza”.
“È una questione di punti di vista, vede...”
“Eminenza, praticamente non possiamo neanche più chiamarla privata la vostra scuola, in questo momento le stiamo dando più soldi che alla pubblica”.
“Ma infatti non chiamiamola più così. Chiamiamola paritaria, cattolica, chiamiamola scuola di qualità...”
“Però Eminenza a me servono anche i voti di quelli che non ci vanno, alla scuola di qualità... io non è che posso sempre...”
“Presidente, si è fatto un po' tardi. Come sa, io dirigo una struttura molto complessa, e mi serve sapere entro pochi minuti se lei questi fondi ce li può sbloccare o no. Giulio farà quel che vuole lei, me l'ha detto”.
“Eminenza, la prego...”
“Qui io ho cinque o sei redazioni che non sanno se domattina possono uscire con la solita prima pagina sui fatti del giorno, o con un attacco ai politici indegni stile Famiglia Cristiana. Cosa faccio? Cosa gli dico?”
“Eminenza, lei è troppo ragionevole... troppo buono per...”
“Poi ci sono i parroci. In tutti i paesini d'Italia, forse non sa, la domenica c'è un parroco che dice Messa, e durante l'omelia può decidere di parlare del Vangelo del giorno da una prospettiva a-storica, oppure può attaccare i politici indegni che ci fanno vergognare. Cosa gli dico a questi qui? Perché scalpitano, vede”.
“Eminenza, ma capisce che...”
“No, Presidente, io non capisco più. Adesso tocca a lei capire che noi, a furia di coprire le sue cazzate, un 'orcodio ieri, una sgualdrina oggi... ci stiamo perdendo la faccia come raramente negli ultimi duemila anni. Allora bisogna che a casa un risultato ce lo portiamo, capisce? Qualcosa da mostrare alla nostra gente. Dopodiché, al prossimo battesimo di un nipotino, se vuole farsi inquadrare mentre si prende l'ostia in bocca, per me non ci sono problemi. Ma prima vedere cammello, capisce?”
“Capisco, sì”.
“Molto bene. Quindi posso richiamare Giulio e confermare che lei è d'accordo”.
“Sì. Sì, lo richiami pure”.
“Presidente, i miei omaggi”.
“Sì, sì, anche i miei”.
Tu-tu-tu
“Ma guarda tu che stronzi. Che maledettissimi... Ma fammi vincere un'altra elezione e poi gliela faccio vedere, a quei... il cammello, altro che cammello... quando avrò il parlamento come dico io... un bel giorno si svegliano, e zac! Sai che c'è? L'Islam è la nuova religione di Stato. Tie'. Hai voluto il cammello? Oppure me ne invento una io, di religioni, che ci vuole? Prendo uno dei miei figli, lo crocifiggo e poi...”
Drin!
“Ma che c'è ancora adesso! Per favore, basta! Sono stanco!”
“Ma Presidente, è il referente della Curva Sud Milano. Dice che per mettersi a trattare vuole Kakà subito e Messi a fine stagione”.
“Seh, perché Babbo Natale mi fa una pippa, notoriamente”.
“Altrimenti dice che manda quarantamila persone a votare per le primarie del centrosinistra”.
“Auff. Passamelo”.
[Dove non osa dagospia: la redazione di Leonardo ha messo le mani su un'intercettazione di qualche giorno fa che presenta non pochi motivi d'interesse].
“Presidente”
“Adesso no, per favore. Sono stanco”.
“Ma Presidente, c'è in linea l'Eminenza. Dice che è urgente”.
“Ma porco d'un...”
“Glielo passo”.
“...cribbio, sì, passamelo e facciamola finita”.
“Pronto Presidente”.
“Eminenza! È proprio lei? Ma che piacere! Qual buon vento?”
“Ecco, io per prima cosa sono venuto a portarle la mia, la nostra solidarietà”.
“Eminenza, ma non c'era bisogno! Io lo so che posso sempre contare su... che voi mi ricordate sempre nelle vostre preghiere”.
“E infatti è così. Noi ci ricordiamo”.
“Ma infatti Eminenza, grazie”.
“Qualsiasi cazzata lei faccia”.
“Eh?”
“Pronto?”
“No, scusi, c'è stato come un disturbo, per un attimo ho perso la... devo aver sentito male”.
“Allora glielo ripeto. Noi ci ricordiamo di lei, qualsiasi cazzata lei faccia”.
“Ah”.
“Adesso è chiaro?”
“...Sì”.
“Aggiungo che abbiamo molto gradito la scelta di tirarsi indietro alla Conferenza sulla Famiglia”.
“Beh, lo sa che fosse stato per me sarei andato... il fatto è che sono un combattente, e tirarsi indietro non mi piace. Proprio come concetto”.
“Un buon combattente conosce anche il concetto di ritirata strategica”.
“Sì, però, vede, Eminenza... qui tutti stanno annegando in un bicchier d'acqua. Cioè, è veramente un bicchier d'acqua. Va bene, lo so, non sono uno stinco di santo, però”
“Ah, decisamente no”.
“... pensate davvero che una festicciola ogni tanto mi impedisca di governare?”
“Presidente, se noi lo pensassimo davvero, lei già da molto tempo non sarebbe...”
“Ma lo sa cosa arrivano a dire? Una cosa che, cioè, è veramente ridicola, anche solo il pensarci mi... dicono che sono ricattabile, ah, ah, capisce?”
“Capisco”.
“Ricattabile io! Ah, ah, ah. No, ma vorrei veramente sapere chi è che... chi si potrebbe permettere di... ma non lo sanno chi sono io?”
“Lo sappiamo un po' tutti, ormai”.
“Ma io sono quello che si prendeva le bombe della mafia! Le bombe! Ad Arcore negli anni Ottanta! E ci ridevo sopra! Questo sono io!”
“Però alla fine Mangano lo ha assunto”.
“Sì, ma che c'entra... quello che voglio dire, Eminenza, è che a me le minacce, i ricatti mi hanno sempre fanno ridere, ah, ah, ah. Anche perché ormai, con tutte le cattiverie che ci sono in giro su di me, ma che differenza fa una ragazza in più o in meno? Una villa ai Caraibi in più o in meno? Un processo in più o in meno?”
“Una strage di mafia in più o in meno?”
“Ecco. Ma lo capiscono che ormai la gente non li conta neanche più i miei processi? Dicano pure che sono un vecchio porco, questo posso consentirglielo, sì, sono un porco e non sono più esattamente nel fiore degli anni. Dicano che le mie barzellette non sono freschissime, va bene”.
“Non proprio freschissime, confermo”.
“Ma non dicano che sono ricattabile, perché, davvero, ah, ah, ah, i barzellettieri a questo punto sono loro. Io ricattabile? E da chi?”
“Eh, chissà”.
“No, ma me lo dovrebbero spiegare chi, chi avrebbe il coraggio di ricattare proprio me. Per ricattare uno come me bisognerebbe avere come minimo una struttura più potente, più capillare di quella che ho io. Più televisioni e giornali di quelle che ho io. Sezioni in ogni paesino d'Italia. E nessuno ce le ha. Quindi nessuno mi può ricattare, capisce? Nessuno”.
“Capisco tutto. Senta, stavo per dimenticarmi... le porto i saluti di Giulio”.
“Giulio?”
“Il ministro, ero con lui al telefono una mezz'ora fa”.
“Ah”.
“In effetti, è proprio il ministro che mi ha invitato a chiamare direttamente lei, perché c'è una certa situazione che... una rigidità, diciamo”.
“Ah”.
“Ma un'inezia, una sciocchezza, insomma per farla breve quei finanziamenti alla scuola... il ministro proprio non li vuole raddoppiare”.
“Eminenza, ne abbiamo già parlato...”
“Dice che non c'è copertura”.
“Se lo dice Giulio, penso che lei possa fidarsi, io adesso non...”
“Ma non è vero Presidente, io lo so che una copertura c'è sempre, con un po' di buona volontà. Il problema è che alcuni, questa buona volontà, non...”
“Eminenza, ne abbiamo già parlato. La situazione è critica. Tra un po' salta il Portogallo e i prossimi magari siamo noi. Il budget è quel che è. E alle vostre scuole abbiamo già dato in abbondanza”.
“È una questione di punti di vista, vede...”
“Eminenza, praticamente non possiamo neanche più chiamarla privata la vostra scuola, in questo momento le stiamo dando più soldi che alla pubblica”.
“Ma infatti non chiamiamola più così. Chiamiamola paritaria, cattolica, chiamiamola scuola di qualità...”
“Però Eminenza a me servono anche i voti di quelli che non ci vanno, alla scuola di qualità... io non è che posso sempre...”
“Presidente, si è fatto un po' tardi. Come sa, io dirigo una struttura molto complessa, e mi serve sapere entro pochi minuti se lei questi fondi ce li può sbloccare o no. Giulio farà quel che vuole lei, me l'ha detto”.
“Eminenza, la prego...”
“Qui io ho cinque o sei redazioni che non sanno se domattina possono uscire con la solita prima pagina sui fatti del giorno, o con un attacco ai politici indegni stile Famiglia Cristiana. Cosa faccio? Cosa gli dico?”
“Eminenza, lei è troppo ragionevole... troppo buono per...”
“Poi ci sono i parroci. In tutti i paesini d'Italia, forse non sa, la domenica c'è un parroco che dice Messa, e durante l'omelia può decidere di parlare del Vangelo del giorno da una prospettiva a-storica, oppure può attaccare i politici indegni che ci fanno vergognare. Cosa gli dico a questi qui? Perché scalpitano, vede”.
“Eminenza, ma capisce che...”
“No, Presidente, io non capisco più. Adesso tocca a lei capire che noi, a furia di coprire le sue cazzate, un 'orcodio ieri, una sgualdrina oggi... ci stiamo perdendo la faccia come raramente negli ultimi duemila anni. Allora bisogna che a casa un risultato ce lo portiamo, capisce? Qualcosa da mostrare alla nostra gente. Dopodiché, al prossimo battesimo di un nipotino, se vuole farsi inquadrare mentre si prende l'ostia in bocca, per me non ci sono problemi. Ma prima vedere cammello, capisce?”
“Capisco, sì”.
“Molto bene. Quindi posso richiamare Giulio e confermare che lei è d'accordo”.
“Sì. Sì, lo richiami pure”.
“Presidente, i miei omaggi”.
“Sì, sì, anche i miei”.
Tu-tu-tu
“Ma guarda tu che stronzi. Che maledettissimi... Ma fammi vincere un'altra elezione e poi gliela faccio vedere, a quei... il cammello, altro che cammello... quando avrò il parlamento come dico io... un bel giorno si svegliano, e zac! Sai che c'è? L'Islam è la nuova religione di Stato. Tie'. Hai voluto il cammello? Oppure me ne invento una io, di religioni, che ci vuole? Prendo uno dei miei figli, lo crocifiggo e poi...”
Drin!
“Ma che c'è ancora adesso! Per favore, basta! Sono stanco!”
“Ma Presidente, è il referente della Curva Sud Milano. Dice che per mettersi a trattare vuole Kakà subito e Messi a fine stagione”.
“Seh, perché Babbo Natale mi fa una pippa, notoriamente”.
“Altrimenti dice che manda quarantamila persone a votare per le primarie del centrosinistra”.
“Auff. Passamelo”.
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