La democrazia dalle 10 alle 17.

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Oggi i senatori a 5 stelle voteranno in aula a favore dell'abrogazione del reato di clandestinità. È una scelta abbastanza coraggiosa e sorprendente (anche se l'emendamento lo avevano presentato proprio due di loro: ma Grillo non era stato molto contento). Per quel che mi riguarda, è anche la scelta giusta. E tuttavia il mio pensiero va agli iscritti del movimento a tutto il 30 giugno 2013, che ieri sera rincasando dal lavoro hanno dato un'occhiata al mondo su internet e in pochi secondi hanno scoperto che:

1. Il loro MoVimento aveva indetto una "votazione online sul reato di clandestinità", aperta anche a loro, proprio per decidere cosa far votare ai senatori m5s oggi. Chi l'aveva decisa? Grillo? Casaleggio? L'intelligenza collettiva del portale? Mistero.
2. La votazione era già conclusa. Si era potuto votare dalle dieci del mattino alle cinque della sera. Chi è arrivato tardi (il 69% degli aventi diritto) è da considerarsi astenuto.
3. Avevano vinto gli abrogazionisti, con il 31% dei voti degli aventi diritto (24.932 su 80.383). I favorevoli al mantenimento del reato di clandestinità che sono riusciti a votare entro le cinque sono appena 9.093 (l'11%).

Per ora insomma si tratta di una democrazia diretta con orari d'ufficio, (continua sull'Unita.it) che per mesi interi non ti consulta su nulla e poi nel giro di poche ore ti chiede un parere, e se in quel momento non sei connesso, ciao. Vi accederà più facilmente chi lavora davanti a un terminale connesso alla rete: più impiegati che artigiani. Questo potrebbe anche aver determinato l’esito sorprendente della consultazione. Come ricorda Carlo Gubitosa, Grillo qualche mese fa raccontava che l’80% degli elettori m5s era favorevole al mantenimento del reato, che lui e Casaleggio avevano fatto dei “sondaggi” (a che titolo? con che soldi? Non si sa). Vale la pena di ricordare che elettori e iscritti non sono proprio la stessa cosa: il rapporto è ancora di uno a cento. Otto milioni di persone hanno votato per il M5S, ottantamila hanno il diritto di esprimere il loro parere se Grillo glielo chiede sul portale. Di questi hanno votato soltanto venticinquemila: gli altri non erano interessati al quesito, o non se ne sono accorti in tempo.

In futuro magari si potrà sviluppare un’app che, quando Grillo ti chiede un parere, ti manda una scossa sul cellulare – tanto quello ormai al lavoro lo teniamo acceso tutti. Ci abitueremo prestissimo: invece di una partita a candycrush o di una foto al piatto di portata, voteremo per l’abrogazione di questo e l’introduzione di quello. Ti stai facendo la doccia, senti un bip – è Grillo che ti chiede di votare per l’inasprimento delle pene riguardanti l’abigeato. Un occhio a wikipedia, un clic veloce, fatto. La banda naturalmente la deve offrire lo Stato. http://leonardo.blogspot.com


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