ll partito flottante
30-12-2012, 02:38elezioni 2013, Pd, primarie 2012Permalink
Non c'è dubbio che queste primarie parlamentari del PD non siano le migliori primarie organizzabili dal migliore dei partiti possibili. Non c'è dubbio che il fine settimana sia uno dei più scomodi che si potevano trovare per gli elettori; non c'è dubbio che il poco tempo a disposizione abbia scoraggiato l'iniziativa di molti outsider a cui magari sarebbe bastata una settimana in più per sondare il terreno, raccogliere le firme, presentarsi al pubblico con un programma innovativo. Non c'è dubbio che una consultazione d'emergenza come questa non possa che rafforzare l'apparato, quella famosa struttura che è un punto di forza del PD ma è anche la cosa più criticata, e in certi casi davvero più criticabile del PD: il fatto che tra un sussulto e l'altro della società civile, tra un'ondata e l'altra di indignazione collettiva, nel PD ci sia gente che politica la fa tutti i giorni, la fa di mestiere, e se c'è da candidarsi ha già i manifesti pronti, uno staff pronto, eccetera.
Non c'è dubbio, insomma, che se pensavate che le primarie dovessero rappresentare una sfida della società liquida all'apparato, ecco, avete sbagliato partito, sbagliato anno, sbagliato tutto: niente di tragico, se avete bisogno di roba liquida ce n'è dappertutto, guardatevi in giro, sceglietevi il vostro partito liquido e non prendetevela con quella povera île flottante che è il PD. Non c'è dubbio che nel prossimo parlamento continueranno a sedere personaggi semisconosciuti che se fossero stati un po' più conosciuti probabilmente non sarebbero stati eletti, e alcuni di questi continueranno a essere esponenti del PD. Non c'è dubbio che i bersaniani partivano avvantaggiati, in generale chi è in vantaggio tende a essere avvantaggiato, prendetevela con La Palisse. Non c'è dubbio che una consultazione così frettolosa, quasi un colpo di mano, rischi di alienare la minoranza interna, già un po' demoralizzata dalla sconfitta pur onorevolissima di Renzi. Insomma dubbi proprio non ce n'è. O forse uno: se ci fosse stato più tempo per organizzarsi, per coinvolgere, per battibeccare, i vertici del PD sarebbero stati così lesti ad accettare l'idea quasi rivoluzionaria delle primarie? Ma più che un dubbio è un'insinuazione. No, il dubbio vero è uno solo: in una situazione del genere, con l'apparato che colonizza le primarie e le usa per legittimarsi, vale lo stesso la pena di andare a votare? Per gente che se non è sconosciuta è fin troppo conosciuta?
Secondo me sì, ma non sono sicuro del perché. Votare, si sa, è sempre un paradosso. Penso che chiunque abbia a cuore le primarie, chiunque sia convinto che siano il metodo giusto per riformare i partiti (io non ne sono convintissimo, ma ne parliamo un'altra volta) non si possa fare scappare l'occasione. Non c'è dubbio che non sia l'occasione migliore, ma è un precedente. I precedenti sono importanti: se queste primarie andranno male, sarà più difficile rifarne in futuro. Potrei anche approfittarne per spendere qualche parola in difesa dell'apparato, che negli anni non sempre è riuscito a mantenersi sopra la soglia della decenza, ma alla fine ci ha lasciato un partito in grado di organizzarsi nell'emergenza e provare a vincere. Ma difendere un'idea di politica come professione, al giorno d'oggi, è roba da bastian contrari persino più bastiani e più contrari di me. Del resto temo che non farò in tempo a votare, domani, ma non ha tantissima importanza il mio voto singolo. Mi piacerebbe però che votasse tanta gente, e che il PD - questo PD senza dubbio non perfetto, senza dubbio perfettibile, vincesse le elezioni. Dopodiché si può discutere di tutto. Ma almeno proviamo a vincere, proviamo a vedere cosa succede. Dopo tanti anni per me è ancora una questione di curiosità: cosa succede se per una volta tocca a noi? Ci è già successo e si è capito che non succede nulla di meraviglioso, anzi. Però ci riproverei.
Non c'è dubbio, insomma, che se pensavate che le primarie dovessero rappresentare una sfida della società liquida all'apparato, ecco, avete sbagliato partito, sbagliato anno, sbagliato tutto: niente di tragico, se avete bisogno di roba liquida ce n'è dappertutto, guardatevi in giro, sceglietevi il vostro partito liquido e non prendetevela con quella povera île flottante che è il PD. Non c'è dubbio che nel prossimo parlamento continueranno a sedere personaggi semisconosciuti che se fossero stati un po' più conosciuti probabilmente non sarebbero stati eletti, e alcuni di questi continueranno a essere esponenti del PD. Non c'è dubbio che i bersaniani partivano avvantaggiati, in generale chi è in vantaggio tende a essere avvantaggiato, prendetevela con La Palisse. Non c'è dubbio che una consultazione così frettolosa, quasi un colpo di mano, rischi di alienare la minoranza interna, già un po' demoralizzata dalla sconfitta pur onorevolissima di Renzi. Insomma dubbi proprio non ce n'è. O forse uno: se ci fosse stato più tempo per organizzarsi, per coinvolgere, per battibeccare, i vertici del PD sarebbero stati così lesti ad accettare l'idea quasi rivoluzionaria delle primarie? Ma più che un dubbio è un'insinuazione. No, il dubbio vero è uno solo: in una situazione del genere, con l'apparato che colonizza le primarie e le usa per legittimarsi, vale lo stesso la pena di andare a votare? Per gente che se non è sconosciuta è fin troppo conosciuta?
Secondo me sì, ma non sono sicuro del perché. Votare, si sa, è sempre un paradosso. Penso che chiunque abbia a cuore le primarie, chiunque sia convinto che siano il metodo giusto per riformare i partiti (io non ne sono convintissimo, ma ne parliamo un'altra volta) non si possa fare scappare l'occasione. Non c'è dubbio che non sia l'occasione migliore, ma è un precedente. I precedenti sono importanti: se queste primarie andranno male, sarà più difficile rifarne in futuro. Potrei anche approfittarne per spendere qualche parola in difesa dell'apparato, che negli anni non sempre è riuscito a mantenersi sopra la soglia della decenza, ma alla fine ci ha lasciato un partito in grado di organizzarsi nell'emergenza e provare a vincere. Ma difendere un'idea di politica come professione, al giorno d'oggi, è roba da bastian contrari persino più bastiani e più contrari di me. Del resto temo che non farò in tempo a votare, domani, ma non ha tantissima importanza il mio voto singolo. Mi piacerebbe però che votasse tanta gente, e che il PD - questo PD senza dubbio non perfetto, senza dubbio perfettibile, vincesse le elezioni. Dopodiché si può discutere di tutto. Ma almeno proviamo a vincere, proviamo a vedere cosa succede. Dopo tanti anni per me è ancora una questione di curiosità: cosa succede se per una volta tocca a noi? Ci è già successo e si è capito che non succede nulla di meraviglioso, anzi. Però ci riproverei.
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