There's nothing like a catholic girl
14-07-2008, 12:27Berlusconi, cattiva politicaPermalinkMangia la metafora
“Aureliana”
“Sì papà”.
“Lo sai che in fondo io sono uno di sinistra”.
“Come no, papà”.
“E quindi te lo devo dire. Con questa storia dei pompini ministeriali vi siete veramente tirati la zappa sui piedi”.
“Ma papà”.
“Come se alla gente interessassero i pompini. Ma non capisci che non gliene frega niente...”
“E io che invece avevo sempre pensato...”
“Sai cosa interessa, invece? La benzina a uno e ottanta al litro, questo interessa! Il pane a quattro euro al chilo! Questi sono problemi! E voi, invece di parlare dei veri problemi, vi attaccate al gossip. Più berlusconiani di Berlusconi”.
“Papà, ma cosa c'entra il gossip? Qui il problema non è mica se Berlusconi si fa fare un pompino”.
“Ecco, infatti”.
“E libero di farsene fare da chi gli pare e a me non interesserebbe niente”.
“E allora?”
“Però se in cambio di un pompino comincia a cedere poltrone ministeriali, diventa uno scandalo, capisci papà? Uno scandalo. Roba che neanche in Sudamerica...”
“Ma che Sudamerica e sudamerica, tra l'altro quelli erano tutti generali un po' repressi che non sapevano godersi la vita, invece Berlusconi è un po' così....”
“Papà, non fare il galletto”.
“Interpreta genialmente un certo tipo di italiano”.
“Il padrone della fabbrichetta che si fa la segretaria. Sì, papà, però la segretaria resta segretaria. Non diventa amministratrice delegata”.
“Povera figlia mia...”
“Oppure sì, diventa amministratrice delegata, e il risultato è che dopo qualche anno la fabbrichetta va allo scatafascio, e questo spiegherebbe qualcosa della crisi del nord-nordest”.
“Così giovane e già così ingenua”.
“Ma insomma, che al governo vengano eletti dei perfetti incapaci, a te non interessa, non vale neanche la pena di protestare?”
“Protestare per cosa? Perché ci sono degli incompetenti al governo? Sai la novità”.
“Non sarà una novità, però magari è una vergogna”.
“Perché, scusa, Bondi alla cultura? Schifani al senato? Maroni agli interni? E Castelli alla giustizia, l'altra volta? Perché non avete fatto un corteo contro Castelli? Te lo dico io...”
“Veramente lo abbiamo fatto”.
“...perché quello che vi dà veramente fastidio non è l'incompetenza, ma il pompino in sé. Siete delle bacchettone. Ma prendi Bondi. Non è un pompinaro anche lui, alla fin fine? Però un pompinaro metaforico”.
“Papà, ma che c-
“Ma se una bella ragazza un bel giorno decide di non accontentarsi della metafora, e di dare alla parola il suo vero e pieno significato, ecco che vi rizzate come un sol uomo, anzi una sola donna, contro la traditrice del vostro sesso. Non è così?”
“Va bene, forse è così”.
“Ti dà più fastidio un pompino reale che un pompino metaforico”.
“Probabilmente sì. Sbaglio?”
“Certo che sbagli. Reali o metaforici, i pompini sono tutti uguali. Anzi...”
“Magari salta fuori che la realtà è meglio della metafora”.
“Beh, sì. Viva la sincerità”.
“Quindi dovrei essere contenta perché finalmente una donna in politica viene premiata per azioni reali e non metaforiche”.
“Sì. Ma senti, cambiando argomento, in casa come va?”
“Stiamo impazzendo. Non sappiamo più dove appoggiare i libri”.
“Ma ne state cercando una più grande, o no?”
“Papà, sì, è da sei mesi che cerchiamo. Ma i prezzi sono quelli che sono. Però forse ho trovato un'occasione, in centro”.
“Un'occasione? Che tipo di occasione?”.
“Attico con ascensore, tre camere vista parco, riscaldamento autonomo, garage...”
“Ehilà, ti stai un po' allargando. A quanto te lo fanno?”
“A me, centocinquantamila...”
“E' molto buono!”
“...senza preservativo e con ingoio, una volta la settimana. Io ho detto che ci penso, ma Gianni non ne vuole sapere. Se vuoi metterci una parola tu... Con questo discorso del reale e del metaforico, magari lo convinci”.
“...”
“Papà, scherzavo”.
“...”
“Papà?”
“Aureliana”
“Sì papà”.
“Lo sai che in fondo io sono uno di sinistra”.
“Come no, papà”.
“E quindi te lo devo dire. Con questa storia dei pompini ministeriali vi siete veramente tirati la zappa sui piedi”.
“Ma papà”.
“Come se alla gente interessassero i pompini. Ma non capisci che non gliene frega niente...”
“E io che invece avevo sempre pensato...”
“Sai cosa interessa, invece? La benzina a uno e ottanta al litro, questo interessa! Il pane a quattro euro al chilo! Questi sono problemi! E voi, invece di parlare dei veri problemi, vi attaccate al gossip. Più berlusconiani di Berlusconi”.
“Papà, ma cosa c'entra il gossip? Qui il problema non è mica se Berlusconi si fa fare un pompino”.
“Ecco, infatti”.
“E libero di farsene fare da chi gli pare e a me non interesserebbe niente”.
“E allora?”
“Però se in cambio di un pompino comincia a cedere poltrone ministeriali, diventa uno scandalo, capisci papà? Uno scandalo. Roba che neanche in Sudamerica...”
“Ma che Sudamerica e sudamerica, tra l'altro quelli erano tutti generali un po' repressi che non sapevano godersi la vita, invece Berlusconi è un po' così....”
“Papà, non fare il galletto”.
“Interpreta genialmente un certo tipo di italiano”.
“Il padrone della fabbrichetta che si fa la segretaria. Sì, papà, però la segretaria resta segretaria. Non diventa amministratrice delegata”.
“Povera figlia mia...”
“Oppure sì, diventa amministratrice delegata, e il risultato è che dopo qualche anno la fabbrichetta va allo scatafascio, e questo spiegherebbe qualcosa della crisi del nord-nordest”.
“Così giovane e già così ingenua”.
“Ma insomma, che al governo vengano eletti dei perfetti incapaci, a te non interessa, non vale neanche la pena di protestare?”
“Protestare per cosa? Perché ci sono degli incompetenti al governo? Sai la novità”.
“Non sarà una novità, però magari è una vergogna”.
“Perché, scusa, Bondi alla cultura? Schifani al senato? Maroni agli interni? E Castelli alla giustizia, l'altra volta? Perché non avete fatto un corteo contro Castelli? Te lo dico io...”
“Veramente lo abbiamo fatto”.
“...perché quello che vi dà veramente fastidio non è l'incompetenza, ma il pompino in sé. Siete delle bacchettone. Ma prendi Bondi. Non è un pompinaro anche lui, alla fin fine? Però un pompinaro metaforico”.
“Papà, ma che c-
“Ma se una bella ragazza un bel giorno decide di non accontentarsi della metafora, e di dare alla parola il suo vero e pieno significato, ecco che vi rizzate come un sol uomo, anzi una sola donna, contro la traditrice del vostro sesso. Non è così?”
“Va bene, forse è così”.
“Ti dà più fastidio un pompino reale che un pompino metaforico”.
“Probabilmente sì. Sbaglio?”
“Certo che sbagli. Reali o metaforici, i pompini sono tutti uguali. Anzi...”
“Magari salta fuori che la realtà è meglio della metafora”.
“Beh, sì. Viva la sincerità”.
“Quindi dovrei essere contenta perché finalmente una donna in politica viene premiata per azioni reali e non metaforiche”.
“Sì. Ma senti, cambiando argomento, in casa come va?”
“Stiamo impazzendo. Non sappiamo più dove appoggiare i libri”.
“Ma ne state cercando una più grande, o no?”
“Papà, sì, è da sei mesi che cerchiamo. Ma i prezzi sono quelli che sono. Però forse ho trovato un'occasione, in centro”.
“Un'occasione? Che tipo di occasione?”.
“Attico con ascensore, tre camere vista parco, riscaldamento autonomo, garage...”
“Ehilà, ti stai un po' allargando. A quanto te lo fanno?”
“A me, centocinquantamila...”
“E' molto buono!”
“...senza preservativo e con ingoio, una volta la settimana. Io ho detto che ci penso, ma Gianni non ne vuole sapere. Se vuoi metterci una parola tu... Con questo discorso del reale e del metaforico, magari lo convinci”.
“...”
“Papà, scherzavo”.
“...”
“Papà?”
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