ottima scelta?

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Il mondo salvato dai camerieri

In effetti lo spot del gorgonzola (per cui vedi Wittgenstein) è indifendibile. Il testo sembra scritto da un grumo di forfora di Vanzina. “Ottima scelta bella topolona” è lo slogan che in nome dell'incisività sacrifica secoli di spirito italiano. Eppure.
Eppure non mi sento di buttarlo via. C'è qualcosa, in quello spot, che funziona nonostante tutto. È scritto male, da persone che evidentemente pensano male. Poi però è stato girato molto bene, da un regista bravo, e con un attore fantastico.

È volgare? Altroché se è volgare. Ma è una volgarità tutta verbale. In un palinsesto pubblicitario in cui si usano normalmente chili di donna nuda per venderti il silicone sigillante per infissi, in questo spot non si fa vero mercimonio visivo del corpo femminile. Nel senso che la “bella topolona”, in realtà, è una signora che si vede pochissimo. Giusto il tempo per apprezzarne le forme; poi il cameriere ha il suo raptus, si vede di sfuggita che la tipa sgrana gli occhi e spalanca la bocca, ma non riusciamo più a metterla a fuoco. Questa idea di lasciarla sullo sfondo, mentre il cameriere resta solo in primo piano con la sua vergogna, è quasi cinema.

Ma non sarebbe cinema se non ci fosse il cameriere – quel cameriere. Io non so come si chiami l'attore, e come stia vivendo questa situazione. Probabilmente ha studiato per anni, ha fatto teatro, ha fatto tv, e in questo momento rischia di passare alla storia come l'uomo che disse “bella topolona”. Molto peggio di Calindri col logorio della vita moderna. Eppure.
Eppure se lo meriterebbe, perché è davvero bravo. Riuscire a renderci empatici nei confronti di un personaggio con una sola battuta a disposizione non è facile. Se poi quell'unica battuta era “ottima scelta bella topolona” l'impresa è ai limiti del possibile. Eppure lui ci riesce. In poche sillabe riesce a passare, con un accelerazione graduale, dal tono ossequioso del maggiordomo di classe (“Ottima scel...”) al grugnito del vecchio porco represso (“...ta bella topolona!) E quell'occhiata finale di pentimento ed espiazione è meravigliosa.

Così, se mi chiedete segni di speranza per l'anno che verrà, io per ora non ho che da offrirvi questo: in Italia c'è ancora un sacco di gente come questo attore, in grado di realizzare con professionalità qualsiasi cosa gli si chieda. Se gli dai Shakespeare, ti recitano Shakespeare. Se gli dai “bella topolona”, te lo leggono con la stessa bravura con cui ti leggerebbero Shakespeare. Non importa quanto schifo facciano i testi, c'è sempre qualcuno in grado di nobilitarli con l'amore per il proprio lavoro. Vorrei poter concludere dicendo che è l'amore per il proprio lavoro che ci salverà.

Poi mi viene in mente che anche i boia nazisti amavano il loro lavoro ed eseguivano con professionalità un piano elaborato da un mitomane deficiente, e mi rendo conto di essermi fregato da solo. Che figura.
Pessima scelta, vecchio sbabbione.
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