Berlusconi ha vinto
26-10-2012, 02:19BerlusconiPermalinkDelenda MMXII
Mi sono sempre chiesto se questa paginetta on line sarebbe sopravvissuta alla carriera politica di Silvio Berlusconi. Da come si stanno mettendo le cose in questi giorni, sembrerebbe di sì. Se ora non mi metto a brindare e a far trenini, è per due ragioni: primo, magari non è successo niente. Questi annunci e strombazzamenti sono solo pretattica. Se dopodomani SB vede un paio di sondaggi in cui il PdL continua a scendere, ci mette mezz'ora a organizzare un altro teatrino in cui scende in campo per le primarie perché è la Gente che glielo chiede. E per tre giorni avremo tutti parlato di nulla, come qualche mese fa.
Il secondo motivo è che ha vinto lui. Non so se qualcuno lo abbia scritto in questi giorni (purtroppo non sto leggendo molto), ma è un'osservazione persino banale. Si ritira invitto, come i grandi campioni. Secondo me non era un grande campione, ma la Storia mi sta dando torto. Non è che abbia vinto tutte le battaglie: qualcuna l'ha pure pareggiata, fu in particolare un professore reggiano a dargli un insospettabile filo da torcere, però alla fine conta il risultato e il risultato è davanti a tutti. SB scese in politica per salvare la sua azienda, e la sua azienda è ancora qui che condiziona l'intero mercato, ormai una balena spiaggiata ma per quindici anni si è tenuta illegalmente delle frequenze da cui non avrebbe potuto trasmettere. SB è sceso in politica per non andare in galera, e non ci è andato. Il resto è un dettaglio, ad es. la malora economica e culturale della repubblica italiana negli ultimi vent'anni: un piccolo effetto collaterale. SB è sceso in politica per difendere i suoi interessi, e ci è riuscito abbondantemente. Occorre dargliene atto, il che mi costa un po'.
Non mi consola l'essere stato uno di quelli che lo hanno considerato un nemico della democrazia sin dall'inizio, e di non aver mai smesso di pensarlo e di scriverlo, per quanto banale e ridondante stesse diventando il concetto: non mi consola scoprire dopo quindici anni che la pensavano come me anche Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, e altri disgustosi voltagabbana che trovo molto più esecrabili di lui, che anzi (posso dirlo adesso), mi sta pure un po' simpatico, come certi ragazzini irresponsabili che non puoi rimproverare se ti rovinano un giocattolo: lo sapevi dall'inizio che distruggono tutto quello che trovano, sono fatti così: e a uno fatto così abbiamo fatto giocare con la repubblica per tutti questi anni. Silvio Berlusconi, semplicemente, non avrebbe mai potuto candidarsi per le elezioni politiche nel 1994, in quanto vincolato con lo Stato "per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica": decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957. Oscar Luigi Scalfaro, che era presidente nel '94 e che pure gode una fama di antiberlusconiano di ferro, ha la sua parte di responsabilità per aver consentito che un'azienda monopolista diventasse un partito. E la sua parte di responsabilità ce l'hanno i dirigenti progressisti di allora che lasciarono fare, tra cui Massimo D'Alema: fosse stato anche l'unico errore da lui commesso nella sua lunga carriera, è più che sufficiente per orientarne il giudizio dei posteri - quelli a cui fregherà qualcosa delle nostre faccende, speriamo non tanti.
Col tempo Berlusconi è diventato tante altre cose - a un certo punto sembrava essere diventato tutte le cose, che non ci fosse un aspetto negativo delle nostre esistenze che non fosse in un qualche modo definibile come una forma di berlusconismo. La retorica del "berlusconiano che è in me" la capisco benissimo e mi ci sono molto esercitato, ma spero non fino al punto di non riconoscere più la differenza tra la metafora e la cosa in sé. Voglio dire che il fatto che esista un berlusconismo culturale, che non finisce certo oggi, non ci deve distogliere dal fatto che esiste ancora un Silvio Berlusconi fisico, per quanto acciaccato, che continua a far soldi con un'azienda che si è conquistata illegalmente una fetta di mercato ai danni dei concorrenti e degli utenti (noi). Combattiamo il berlusconi che è in noi, d'accordo: ma combattiamo anche quel criminale che è fuori di noi, e che ha occupato per quindici anni le nostre frequenze con le sue scemenze, il nostro parlamento coi suoi lacché e, negli ultimi anni, con gli equini a cui non trovava altre stalle. E invece niente, l'ha fatta franca nel '93 e ce la farà anche stavolta, con la scusa che ormai i problemi sono ben altri e che smantellare Cologno non conviene a nessuno. Ci ha fregato 15 anni di democrazia ma va bene così, un bel precedente per i prossimi industriali a cui venga voglia di lavarsi il culo nei nostri emicicli istituzionali.
Il giorno in cui Berlusconi si ritira senza mai essere stato sconfitto, senza mai essere stato cacciato con la forza, è un giorno triste. Mi pare di aver scritto troppe volte che levarcelo dai piedi non avrebbe risolto nulla, ma che non avremmo mai cominciato a risolvere nulla finché non ce lo fossimo levato dai piedi. Ebbene, è ancora lì: ha ancora interessi da difendere, tanti prestanome da mandare in parlamento, un carrozzone di primarie da montare. La strategia credo sia ancora quella di provare a strappare un 20% e poi farlo pesare: se Casini e compagnia non sono vincolati, andiamo verso un'altra legislatura movimentata, con rischi di ribaltoni, compravendita di parlamentari eccetera. Insomma, non è finito un bel niente. Credo che ci sia un solo modo di finirla.
Occorre perseguirlo, non per quelle due o trecento infrazioni che non è riuscito a depenalizzare mentre (non) abitava a Palazzo Chigi, ma per il complesso della sua carriera politica, di cui bisogna riconoscere il carattere criminale. Occorre accusarlo, come merita, di alto tradimento: sequestrargli le proprietà di famiglia, insomma, per farla breve
- Infatti senatore il tempo stringe
Sì, insomma dicevo per farla breve bisogna distruggere Cologno. Grazie.
Mi sono sempre chiesto se questa paginetta on line sarebbe sopravvissuta alla carriera politica di Silvio Berlusconi. Da come si stanno mettendo le cose in questi giorni, sembrerebbe di sì. Se ora non mi metto a brindare e a far trenini, è per due ragioni: primo, magari non è successo niente. Questi annunci e strombazzamenti sono solo pretattica. Se dopodomani SB vede un paio di sondaggi in cui il PdL continua a scendere, ci mette mezz'ora a organizzare un altro teatrino in cui scende in campo per le primarie perché è la Gente che glielo chiede. E per tre giorni avremo tutti parlato di nulla, come qualche mese fa.
Il secondo motivo è che ha vinto lui. Non so se qualcuno lo abbia scritto in questi giorni (purtroppo non sto leggendo molto), ma è un'osservazione persino banale. Si ritira invitto, come i grandi campioni. Secondo me non era un grande campione, ma la Storia mi sta dando torto. Non è che abbia vinto tutte le battaglie: qualcuna l'ha pure pareggiata, fu in particolare un professore reggiano a dargli un insospettabile filo da torcere, però alla fine conta il risultato e il risultato è davanti a tutti. SB scese in politica per salvare la sua azienda, e la sua azienda è ancora qui che condiziona l'intero mercato, ormai una balena spiaggiata ma per quindici anni si è tenuta illegalmente delle frequenze da cui non avrebbe potuto trasmettere. SB è sceso in politica per non andare in galera, e non ci è andato. Il resto è un dettaglio, ad es. la malora economica e culturale della repubblica italiana negli ultimi vent'anni: un piccolo effetto collaterale. SB è sceso in politica per difendere i suoi interessi, e ci è riuscito abbondantemente. Occorre dargliene atto, il che mi costa un po'.
Non mi consola l'essere stato uno di quelli che lo hanno considerato un nemico della democrazia sin dall'inizio, e di non aver mai smesso di pensarlo e di scriverlo, per quanto banale e ridondante stesse diventando il concetto: non mi consola scoprire dopo quindici anni che la pensavano come me anche Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, e altri disgustosi voltagabbana che trovo molto più esecrabili di lui, che anzi (posso dirlo adesso), mi sta pure un po' simpatico, come certi ragazzini irresponsabili che non puoi rimproverare se ti rovinano un giocattolo: lo sapevi dall'inizio che distruggono tutto quello che trovano, sono fatti così: e a uno fatto così abbiamo fatto giocare con la repubblica per tutti questi anni. Silvio Berlusconi, semplicemente, non avrebbe mai potuto candidarsi per le elezioni politiche nel 1994, in quanto vincolato con lo Stato "per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica": decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957. Oscar Luigi Scalfaro, che era presidente nel '94 e che pure gode una fama di antiberlusconiano di ferro, ha la sua parte di responsabilità per aver consentito che un'azienda monopolista diventasse un partito. E la sua parte di responsabilità ce l'hanno i dirigenti progressisti di allora che lasciarono fare, tra cui Massimo D'Alema: fosse stato anche l'unico errore da lui commesso nella sua lunga carriera, è più che sufficiente per orientarne il giudizio dei posteri - quelli a cui fregherà qualcosa delle nostre faccende, speriamo non tanti.
Col tempo Berlusconi è diventato tante altre cose - a un certo punto sembrava essere diventato tutte le cose, che non ci fosse un aspetto negativo delle nostre esistenze che non fosse in un qualche modo definibile come una forma di berlusconismo. La retorica del "berlusconiano che è in me" la capisco benissimo e mi ci sono molto esercitato, ma spero non fino al punto di non riconoscere più la differenza tra la metafora e la cosa in sé. Voglio dire che il fatto che esista un berlusconismo culturale, che non finisce certo oggi, non ci deve distogliere dal fatto che esiste ancora un Silvio Berlusconi fisico, per quanto acciaccato, che continua a far soldi con un'azienda che si è conquistata illegalmente una fetta di mercato ai danni dei concorrenti e degli utenti (noi). Combattiamo il berlusconi che è in noi, d'accordo: ma combattiamo anche quel criminale che è fuori di noi, e che ha occupato per quindici anni le nostre frequenze con le sue scemenze, il nostro parlamento coi suoi lacché e, negli ultimi anni, con gli equini a cui non trovava altre stalle. E invece niente, l'ha fatta franca nel '93 e ce la farà anche stavolta, con la scusa che ormai i problemi sono ben altri e che smantellare Cologno non conviene a nessuno. Ci ha fregato 15 anni di democrazia ma va bene così, un bel precedente per i prossimi industriali a cui venga voglia di lavarsi il culo nei nostri emicicli istituzionali.
Il giorno in cui Berlusconi si ritira senza mai essere stato sconfitto, senza mai essere stato cacciato con la forza, è un giorno triste. Mi pare di aver scritto troppe volte che levarcelo dai piedi non avrebbe risolto nulla, ma che non avremmo mai cominciato a risolvere nulla finché non ce lo fossimo levato dai piedi. Ebbene, è ancora lì: ha ancora interessi da difendere, tanti prestanome da mandare in parlamento, un carrozzone di primarie da montare. La strategia credo sia ancora quella di provare a strappare un 20% e poi farlo pesare: se Casini e compagnia non sono vincolati, andiamo verso un'altra legislatura movimentata, con rischi di ribaltoni, compravendita di parlamentari eccetera. Insomma, non è finito un bel niente. Credo che ci sia un solo modo di finirla.
Occorre perseguirlo, non per quelle due o trecento infrazioni che non è riuscito a depenalizzare mentre (non) abitava a Palazzo Chigi, ma per il complesso della sua carriera politica, di cui bisogna riconoscere il carattere criminale. Occorre accusarlo, come merita, di alto tradimento: sequestrargli le proprietà di famiglia, insomma, per farla breve
- Infatti senatore il tempo stringe
Sì, insomma dicevo per farla breve bisogna distruggere Cologno. Grazie.
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