Fin qui tutto bene

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Onta! Che mi sia tolta la colpa d'esser vivo fra cotanti morti! Morte. Vieni morte, bella morte. Piglia anco me, orsù che indugi, io ti invoco, tu non mi spauri...


“Ma Monicelli”.
“Eh”.
“Lo sai che ci sto ancora pensando? Ti giuro, sono dieci giorni che non riesco a smettere di pensare al vecchietto”.
“Un grandissimo”.
“Un grandissimo finale”.
“Uno dei suoi migliori”.
“Riscatta tutto il film”.
“Sì, anche perché io tutti questi film di Monicelli, ultimamente... cioè, non riesco a ricordarne uno degli ultimi vent'anni”.
“Le rose nel deserto com'era, poi?”
“Non so. L'ho preso in biblioteca, mai visto. L'ho reso dopo una settimana. Ma adesso vado a riprenderlo. Voglio dire, è il mio profeta adesso”.
“Addirittura”.
“Ma sì, ma non capisci... ci ha mostrato la via. Ce ne andremo tutti così, a novant'anni. Lui è stato il primo”.
“Arrivarci, a novant'anni”.
“Ma ci arriveremo, è questo il punto. Non siamo affatto preparati, non ci pensiamo, ma ci arriveremo quasi tutti. Se vai a vedere le statistiche sull'età media, noialtri ci arriveremo”.
“Eh, ma io mi butto prima”.
“Ecco, lo vedi? Stanno per trovare il vaccino antiaids”.
“Fico, finalmente si chiava”.
“Sì, a cinquantacinque anni, auguri a chi ti chiava”.
“Che generazione di sfigati”.
“E tra un po' arriva anche qualche cura per il cancro”.
“Evvai”.
“Quando saremo vecchi sarà tutto curabile. Il problema è che sarà tutto molto caro, quindi se non ti ammazzano i parenti per risparmiare sulle medicine e convertire la pensione, cosa ci succederà? A un certo punto ci ritroveremo da soli su un pianerottolo a pensare: mi ospedalizzo per risolvere questo polipo al pancreas e arrivare a cent'anni, attraverso un percorso lungo e doloroso, o prendo la via della finestra?”
“Monicelli ci mostra la via”.
“L'hai detta. Cadremo tutti come birilli, più o meno dal duemilaecinquanta”.
“La Chiesa non sarà per niente contenta”.
“La Chiesa sarà furiosa. Lo sai che razza di business metterà in piedi coi sanatori? Altro che otto per mille. Il cinquanta per mille, si farà dare”.
“Che sarebbe poi il cinque per cento”.
“Ci metteranno sottochiave in celle di materassi, per evitare che ci ammazziamo a testate contro il muro. Trovare il giusto pianerottolo sarà sempre una questione di pochi secondi. Monicelli è maestro di tempismo”.
“Non lo so. Io ho già le vertigini adesso, non credo che aderirò al culto monicelliano”.
“E che farai, allora? Ci pensi mai?”
“A volte ci penso”.
“E...”
“Guarda, non ridere, eh, però a volte mi viene in mente l'eroina”.
“L'eroina”.
“Sarà che sono cresciuto in quegli anni lì, che i nostri fratelli maggiori si vendevano anche il culo per uno schizzo, e io mi sono sempre chiesto: e se ne valesse la pena? Comunque, se c'è una cosa che ha funzionato con noi, intesi come generazione, è la campagna anti-eroina”.
“Beh, bastava vedere i tossici nei parchi”.
“Ecco, farò così. Andrò al parco anch'io”.
“Tu? Eroinomane?”
“A ottant'anni, in un parchetto, chi vuoi che mi badi?”
“Ti tireranno delle sòle tremende”.
“Oh, pazienza. Però è un narcotico, più o meno come quelli ufficiali che cercheranno di vendermi in farmacia per il mal di schiena e il mal di stomaco e il mal di testa e chennesò”.
“E alla prima dose tagliata male...”
“Oplà, missione compiuta, un peso in meno per il ministro del Welfare. Oppure un overdose, e non se ne parla più. In effetti dovrebbe passarla la mutua”.
“Troppo costosa. No, davvero, ci terranno sotto chiave e ci faranno pure la cresta sugli antidolorifici”.
“Monicelli lo aveva capito”.
“Un faro per tutti noi”.
“Diciamo un razzo di segnalazione”.
“Non fa ridere”.
“Tra quarant'anni, forse”.
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