Sesso Droga e Mussolini
28-02-2010, 21:29drogarsi, ho una teoria, internet, prostituzionePermalink
Luddisti di tutta Italia, unitevi!
(Non avete da perdere che i vostri internets).
(Il Partito Luddista Italiano, sull'Unità.it).
(ftg. Ned Ludd, Benito Mussolini, Barbara Palombelli, gli mp3 dopanti, i bulli di Torino, i decreti Romani-Alfano-Pisanu, e tante altre cose che vi risolleveranno il lunedì).
(Provate a commentare di là, talvolta funziona).
C'era una volta Ned Ludd. Un oscuro tessitore delle Midlands, che verso la fine del '700 distrusse il suo telaio meccanico. Nel suo improvviso accesso d'ira molti vollero vedere una presa di coscienza: le macchine avevano reso la nostra vita miserabile. Il cielo si era tinto del grigio delle ciminiere; la giornata non cominciava più al canto del gallo, ma sulla nota sgraziata della sirena che chiamava gli operai a interminabili turni sempre uguali, per una paga da fame. Nessuna sorpresa che negli anni successivi l'esempio del leggendario “Capitano Ludd” ispirasse centinaia di seguaci in tutta l'Inghilterra industriale. Li chiamarono luddisti, e ne impiccarono un bel po'. Ma il loro esempio vive. Ovunque la tecnologia minacci il nostro benessere, il fantasma di Re Ludd chiama ancora a raccolta i suoi seguaci.
Anche in Italia, dove il luddismo non è mai stato così forte come negli ultimi anni. È una corrente trasversale ai partiti, a cui aderiscono giornalisti, magistrati, politici. Chiamarli luddisti può apparire improprio: non li vedrete mai intenti a distruggere un'automobile, un televisore o un telefono... Tutti questi strumenti sono ormai parte della nostra natura, neanche loro saprebbero farne a meno. Tuttavia c'è una tecnologia che oggi più che mai ci minaccia: Internet. I luddisti italiani lo hanno capito: la rete non tinge di grigio il cielo: ma intorbida le nostre coscienze con prostituzione, droga, fascismo, video scioccanti e opinioni anonime. Esagero? Giudicate voi
Qualche mese fa la procura di Trieste ha ottenuto l'oscuramento della sezione incontri di un popolare sito italiano di annunci gratuiti (Bakeca), adoperato da molte prostitute per pubblicizzare i loro servizi. Il che è evidentemente illegale (non prostituirsi, ma farsi pubblicità gratuitamente su internet. Dopo chi li compra più gli spazi sui giornali nella sezione “Massaggi” o “Incontri”?)
Qualche settimana fa gli utenti dell'I-Phone scoprirono sgomenti che l'applicazione più scaricata in Italia era quella che consentiva di ascoltare o assistere ai discorsi di Benito Mussolini. Il che è evidentemente intollerabile. Non i discorsi di Mussolini: il fatto che si possano scaricare da Internet. Se Mussolini diventa accessibile on line, chi comprerà più le dispense appollaiate in cima al chiosco di giornali, con allegato il vhs o il dvd? Alla fine la Apple ha recepito il messaggio e ha rimosso l'applicazione. Se vuoi ascoltare Mussolini, almeno alza il sedere e va' in edicola.
C'è poi la piaga della droga. Certo, può darsi che qualcuno si drogasse anche prima di Internet, ma era molto meno semplice. Nell'ultima puntata di Annozero Barbara Palombelli ha rivelato agli spettatori sgomenti che bastano pochi clic per rifornirsi di pasticche dall'Olanda. L'idea che la rete stia semplificando la vita ai tossici è allarmante – perfino gli spacciatori ai giardinetti dovrebbero cominciare a preoccuparsi. Tanto più che basta aver guardato Porta a Porta di recente per sapere che addirittura c'è un modo di drogarsi da casa, scaricando dei file e ascoltandoli in cuffia; l'avevamo sentito dire qualche anno fa e pensavamo fosse una bufala, ma se persino Vespa l'ha ritirata fuori qualcosa di vero ci dev'essere; ed è qualcosa di potenzialmente devastante per chiunque si guadagni da vivere spacciando ancora droga alla vecchia maniera. Non resta che iscriversi al partito luddista italiano.
Vogliamo parlare dei video amatoriali, pieni di cose brutte che non si dovrebbero mostrare? Negli ultimi giorni un giudice italiano ha attirato l'attenzione di tutto il mondo, condannando a sei mesi di reclusione i gestori di YouTube che lasciarono per qualche giorno on line un video-choc in cui alcuni studenti maltrattavano un loro compagno disabile. Il che è davvero intollerabile – non molestare i disabili: quello succedeva anche prima (anzi, quel video ha permesso l'identificazione dei colpevoli, che sono stati puniti). Nemmeno mostrare i loro maltrattamenti: un video del genere si può ancora tranquillamente diffondere, via cellulare (chiedete ai vostri figli). No, quello che è semplicemente inammissibile è che un video del genere resti qualche ora su YouTube, dove può creare un caso nazionale: i disabili vanno maltrattati con discrezione.
Ho una teoria: anche il luddismo non è più quello di una volta. I neoluddisti italiani sanno benissimo che non è stata internet a portarci la prostituzione, la droga e il bullismo. Quello che non sopportano è il fatto che grazie a internet ci si possa prostituire, drogare o bullare gratis (e che persino i discorsi di Mussolini circolino a un prezzo irrisorio). Non resta che organizzarsi, lobbizzarsi, ispirare sentenze e disegni di legge. Così, mentre i finanziamenti statali per la banda larga vengono bloccati, in Parlamento si discute un testo di legge che equipara le piattaforme internet alle emittenti tv, impedendo di pubblicare video senza un'autorizzazione preventiva. Il decreto Alfano minaccia di fatto la libera circolazione delle opinioni su internet, imponendo a tutti i siti (blog amatoriali inclusi) l'obbligo alla rettifica. Nel frattempo viene prorogato il decreto Pisanu, che impone norme restrittive a tutti i gestori di reti wireless (siamo probabilmente gli unici in Europa a dover presentare i documenti per navigare in un luogo pubblico).
Il risultato è sotto i nostri occhi. L'Italia è tra gli ultimi Paesi in Europa per numero di accessi pubblici WiFi. La nostra connessione internet – domestica o mobile – è più cara di quella dei nostri colleghi europei; in compenso è più lenta. Stiamo accumulando un ritardo che peserà sulle nostre imprese anche quando la crisi sarà finita. I nostri blog sono più cauti: troppa franchezza nell'esprimere le proprie opinioni può metterci nei guai. Ma in compenso l'edicolante continuerà a fare qualche soldo con le dispense di Mussolini e Hitler. I giornali potranno sempre contare sulle inserzioni delle massaggiatrici. E i video diseducativi li potremo sempre guardare in televisione. Indovinate sui canali di chi.
Anche in Italia, dove il luddismo non è mai stato così forte come negli ultimi anni. È una corrente trasversale ai partiti, a cui aderiscono giornalisti, magistrati, politici. Chiamarli luddisti può apparire improprio: non li vedrete mai intenti a distruggere un'automobile, un televisore o un telefono... Tutti questi strumenti sono ormai parte della nostra natura, neanche loro saprebbero farne a meno. Tuttavia c'è una tecnologia che oggi più che mai ci minaccia: Internet. I luddisti italiani lo hanno capito: la rete non tinge di grigio il cielo: ma intorbida le nostre coscienze con prostituzione, droga, fascismo, video scioccanti e opinioni anonime. Esagero? Giudicate voi
Qualche mese fa la procura di Trieste ha ottenuto l'oscuramento della sezione incontri di un popolare sito italiano di annunci gratuiti (Bakeca), adoperato da molte prostitute per pubblicizzare i loro servizi. Il che è evidentemente illegale (non prostituirsi, ma farsi pubblicità gratuitamente su internet. Dopo chi li compra più gli spazi sui giornali nella sezione “Massaggi” o “Incontri”?)
Qualche settimana fa gli utenti dell'I-Phone scoprirono sgomenti che l'applicazione più scaricata in Italia era quella che consentiva di ascoltare o assistere ai discorsi di Benito Mussolini. Il che è evidentemente intollerabile. Non i discorsi di Mussolini: il fatto che si possano scaricare da Internet. Se Mussolini diventa accessibile on line, chi comprerà più le dispense appollaiate in cima al chiosco di giornali, con allegato il vhs o il dvd? Alla fine la Apple ha recepito il messaggio e ha rimosso l'applicazione. Se vuoi ascoltare Mussolini, almeno alza il sedere e va' in edicola.
C'è poi la piaga della droga. Certo, può darsi che qualcuno si drogasse anche prima di Internet, ma era molto meno semplice. Nell'ultima puntata di Annozero Barbara Palombelli ha rivelato agli spettatori sgomenti che bastano pochi clic per rifornirsi di pasticche dall'Olanda. L'idea che la rete stia semplificando la vita ai tossici è allarmante – perfino gli spacciatori ai giardinetti dovrebbero cominciare a preoccuparsi. Tanto più che basta aver guardato Porta a Porta di recente per sapere che addirittura c'è un modo di drogarsi da casa, scaricando dei file e ascoltandoli in cuffia; l'avevamo sentito dire qualche anno fa e pensavamo fosse una bufala, ma se persino Vespa l'ha ritirata fuori qualcosa di vero ci dev'essere; ed è qualcosa di potenzialmente devastante per chiunque si guadagni da vivere spacciando ancora droga alla vecchia maniera. Non resta che iscriversi al partito luddista italiano.
Vogliamo parlare dei video amatoriali, pieni di cose brutte che non si dovrebbero mostrare? Negli ultimi giorni un giudice italiano ha attirato l'attenzione di tutto il mondo, condannando a sei mesi di reclusione i gestori di YouTube che lasciarono per qualche giorno on line un video-choc in cui alcuni studenti maltrattavano un loro compagno disabile. Il che è davvero intollerabile – non molestare i disabili: quello succedeva anche prima (anzi, quel video ha permesso l'identificazione dei colpevoli, che sono stati puniti). Nemmeno mostrare i loro maltrattamenti: un video del genere si può ancora tranquillamente diffondere, via cellulare (chiedete ai vostri figli). No, quello che è semplicemente inammissibile è che un video del genere resti qualche ora su YouTube, dove può creare un caso nazionale: i disabili vanno maltrattati con discrezione.
Ho una teoria: anche il luddismo non è più quello di una volta. I neoluddisti italiani sanno benissimo che non è stata internet a portarci la prostituzione, la droga e il bullismo. Quello che non sopportano è il fatto che grazie a internet ci si possa prostituire, drogare o bullare gratis (e che persino i discorsi di Mussolini circolino a un prezzo irrisorio). Non resta che organizzarsi, lobbizzarsi, ispirare sentenze e disegni di legge. Così, mentre i finanziamenti statali per la banda larga vengono bloccati, in Parlamento si discute un testo di legge che equipara le piattaforme internet alle emittenti tv, impedendo di pubblicare video senza un'autorizzazione preventiva. Il decreto Alfano minaccia di fatto la libera circolazione delle opinioni su internet, imponendo a tutti i siti (blog amatoriali inclusi) l'obbligo alla rettifica. Nel frattempo viene prorogato il decreto Pisanu, che impone norme restrittive a tutti i gestori di reti wireless (siamo probabilmente gli unici in Europa a dover presentare i documenti per navigare in un luogo pubblico).
Il risultato è sotto i nostri occhi. L'Italia è tra gli ultimi Paesi in Europa per numero di accessi pubblici WiFi. La nostra connessione internet – domestica o mobile – è più cara di quella dei nostri colleghi europei; in compenso è più lenta. Stiamo accumulando un ritardo che peserà sulle nostre imprese anche quando la crisi sarà finita. I nostri blog sono più cauti: troppa franchezza nell'esprimere le proprie opinioni può metterci nei guai. Ma in compenso l'edicolante continuerà a fare qualche soldo con le dispense di Mussolini e Hitler. I giornali potranno sempre contare sulle inserzioni delle massaggiatrici. E i video diseducativi li potremo sempre guardare in televisione. Indovinate sui canali di chi.
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