Il Partito (Democratico) dei Sogni
30-09-2014, 23:59Pd, RenziPermalink
Dalla parte del principio del piacere
A cinque mesi dal suo insediamento - non molti in fin dei conti - Matteo Renzi ha ancora la pretesa di non essere giudicato per quel che fa, ma per quel che promette. E promette senz'altro tante bellissime cose: come si fa a dirgli di no? Ora vuole cancellare tutti i contratti precari. Tutti. È senz'altro una promessa coraggiosa, nobile, e non stiamo nemmeno a discutere se sia una promessa di sinistra o di destra, scherziamo? Nelle slide della riforma della scuola non c'è scritto soltanto che assumerà tutti i precari di seconda fascia, ma che in un qualche modo riuscirà a farlo a costo zero, non è meraviglioso? Ci ha già dato ottanta euro in più, nella speranza che la ripresa economica fornisse la copertura - la ripresa non c'è stata e allora adesso ce ne sta promettendo altri cento in più, vi rendete conto - ok, in realtà è il Tfr, vuole mettercelo in busta così ci tiriamo su di morale; ha un po' l'aria dell'ultima raschiata nel barile, ma butta via.
Ma insomma sono tutte promesse fantastiche, e di sinistra senz'altro; lui ce le racconta nei giornali, in tv, come se fosse in campagna elettorale, come se la nostra opinione in merito gli interessasse davvero, come se avesse paura che ci fossimo stancati delle promesse di ieri, e gliene stessimo chiedendo di più grosse, sempre più grosse. E invece noi gufiamo, ci distraiamo; invece di concentrarci sulle promesse ci facciamo antipatiche domande su come Renzi potrà mantenerle. È proprio un atteggiamento old school, fortunatamente ormai minoritario anche nella direzione del Pd. I pochi che ancora richiamano l'attenzione su quella cosa antipatica che si chiama realtà sono vecchi leoni animati dal risentimento. È più interessante dare un'occhiata ai giovani, soprattutto quelli che due anni fa avversavano Renzi e poi si sono spostati, e con loro il baricentro del partito. Stupidi non sono: seguono il pifferaio, ma non hanno l'aria rapita e succube dei topolini. Non è che le loro smorfie di soddisfazione siano insincere, ma tradiscono ancora un'ombra di alterigia dalemiana. Se sanno ancora fare due conti, sanno che dietro le chiacchiere di Renzi non c'è un granché - ovvero, ci saranno altre chiacchiere più grosse, ancora più grosse. Però alla fine se qualcuno andrà a sbattere sarà Renzi, loro in un qualche modo si barcameneranno. Nel frattempo, vento in poppa, quando ci ricapita? Essere svegli in un mondo che dorme, non è fichissimo?
Anche stavolta parlare di sinistra e di destra sembra inadeguato. Come ai tempi di Berlusconi, quando più che una sinistra e una destra c'era un partito del Principio del Piacere (il PdL) e un partito del Principio di Realtà (il centrosinistra - Ulivo). Il progetto del primo era farti sognare: un milione di posti di lavoro, un nuovo miracolo italiano, il federalismo fiscale, la libertà dall'oppressione fiscale, eccetera. Il compito del secondo era svegliarti, dare un'occhiata ai conti, rimettere un po' in sesto i bilanci, farti pagare anche una tassa in più - in attesa di cedere di nuovo la palla ai sognatori. Due poli che apparentemente si opponevano, e nei fatti si completavano. Se ieri alla direzione del PD è successo qualcosa di storico, probabilmente è stato questo: il PD è passato ormai quasi del tutto dalla parte del principio del piacere. Non è che Renzi possa sparare le stesse palle di Berlusconi - i tempi sono cambiati - e però il programma è lo stesso, in versione economica: trascinarsi in giro per l'Italia e per il mondo a sorridere e sprizzare ottimismo, con qualche figuraccia internazionale che fa colore. Per quanto il tizio possa restare antipatico, a questo punto si fa anche fatica a volergliene. È un imbonitore, un venditore porta a porta col suo repertorio di barzellette tristi - è colpa sua se è fatto così? è per questo che lo abbiamo scelto. Perché ebbene sì: lo abbiamo scelto noi. Nessun potere forte ce l'ha imposto (si stanno già chiamando fuori, quei bastardi). Ne avevamo abbastanza dei vecchi saggi che con aria compunta ci dicevano tristi verità, volevamo un uomo che ci facesse ridere. Eccoci accontentati e che dio ce la mandi buona. Dopotutto hai visto mai.
Può anche darsi che non ci sia nessuna rovina dietro l'angolo; che la ripresa sia appena appena un po' più tarda ad arrivare; o che l'Italia possa precipitare in moto rettilineo ancora per anni, decenni, secoli, senza impattare contro nessun muro, contro nessuna apocalisse che magari è solo una proiezione dei nostri capricciosi super-io. Anche la realtà, hai visto mai: magari non esiste. Speriamo bene.
A cinque mesi dal suo insediamento - non molti in fin dei conti - Matteo Renzi ha ancora la pretesa di non essere giudicato per quel che fa, ma per quel che promette. E promette senz'altro tante bellissime cose: come si fa a dirgli di no? Ora vuole cancellare tutti i contratti precari. Tutti. È senz'altro una promessa coraggiosa, nobile, e non stiamo nemmeno a discutere se sia una promessa di sinistra o di destra, scherziamo? Nelle slide della riforma della scuola non c'è scritto soltanto che assumerà tutti i precari di seconda fascia, ma che in un qualche modo riuscirà a farlo a costo zero, non è meraviglioso? Ci ha già dato ottanta euro in più, nella speranza che la ripresa economica fornisse la copertura - la ripresa non c'è stata e allora adesso ce ne sta promettendo altri cento in più, vi rendete conto - ok, in realtà è il Tfr, vuole mettercelo in busta così ci tiriamo su di morale; ha un po' l'aria dell'ultima raschiata nel barile, ma butta via.
Ma insomma sono tutte promesse fantastiche, e di sinistra senz'altro; lui ce le racconta nei giornali, in tv, come se fosse in campagna elettorale, come se la nostra opinione in merito gli interessasse davvero, come se avesse paura che ci fossimo stancati delle promesse di ieri, e gliene stessimo chiedendo di più grosse, sempre più grosse. E invece noi gufiamo, ci distraiamo; invece di concentrarci sulle promesse ci facciamo antipatiche domande su come Renzi potrà mantenerle. È proprio un atteggiamento old school, fortunatamente ormai minoritario anche nella direzione del Pd. I pochi che ancora richiamano l'attenzione su quella cosa antipatica che si chiama realtà sono vecchi leoni animati dal risentimento. È più interessante dare un'occhiata ai giovani, soprattutto quelli che due anni fa avversavano Renzi e poi si sono spostati, e con loro il baricentro del partito. Stupidi non sono: seguono il pifferaio, ma non hanno l'aria rapita e succube dei topolini. Non è che le loro smorfie di soddisfazione siano insincere, ma tradiscono ancora un'ombra di alterigia dalemiana. Se sanno ancora fare due conti, sanno che dietro le chiacchiere di Renzi non c'è un granché - ovvero, ci saranno altre chiacchiere più grosse, ancora più grosse. Però alla fine se qualcuno andrà a sbattere sarà Renzi, loro in un qualche modo si barcameneranno. Nel frattempo, vento in poppa, quando ci ricapita? Essere svegli in un mondo che dorme, non è fichissimo?
Anche stavolta parlare di sinistra e di destra sembra inadeguato. Come ai tempi di Berlusconi, quando più che una sinistra e una destra c'era un partito del Principio del Piacere (il PdL) e un partito del Principio di Realtà (il centrosinistra - Ulivo). Il progetto del primo era farti sognare: un milione di posti di lavoro, un nuovo miracolo italiano, il federalismo fiscale, la libertà dall'oppressione fiscale, eccetera. Il compito del secondo era svegliarti, dare un'occhiata ai conti, rimettere un po' in sesto i bilanci, farti pagare anche una tassa in più - in attesa di cedere di nuovo la palla ai sognatori. Due poli che apparentemente si opponevano, e nei fatti si completavano. Se ieri alla direzione del PD è successo qualcosa di storico, probabilmente è stato questo: il PD è passato ormai quasi del tutto dalla parte del principio del piacere. Non è che Renzi possa sparare le stesse palle di Berlusconi - i tempi sono cambiati - e però il programma è lo stesso, in versione economica: trascinarsi in giro per l'Italia e per il mondo a sorridere e sprizzare ottimismo, con qualche figuraccia internazionale che fa colore. Per quanto il tizio possa restare antipatico, a questo punto si fa anche fatica a volergliene. È un imbonitore, un venditore porta a porta col suo repertorio di barzellette tristi - è colpa sua se è fatto così? è per questo che lo abbiamo scelto. Perché ebbene sì: lo abbiamo scelto noi. Nessun potere forte ce l'ha imposto (si stanno già chiamando fuori, quei bastardi). Ne avevamo abbastanza dei vecchi saggi che con aria compunta ci dicevano tristi verità, volevamo un uomo che ci facesse ridere. Eccoci accontentati e che dio ce la mandi buona. Dopotutto hai visto mai.
Può anche darsi che non ci sia nessuna rovina dietro l'angolo; che la ripresa sia appena appena un po' più tarda ad arrivare; o che l'Italia possa precipitare in moto rettilineo ancora per anni, decenni, secoli, senza impattare contro nessun muro, contro nessuna apocalisse che magari è solo una proiezione dei nostri capricciosi super-io. Anche la realtà, hai visto mai: magari non esiste. Speriamo bene.
http://video.repubblica.it/politica/scalfari-a-floris-renzi-e-lerede-di-berlusconi-ma-non-fa-bunga-bunga/177444/176167?ref=tbl
Se nessuno ti rappresenta stai a casa a leggerti un buon libro, no? Io l'ho fatto e non è morto nessuno. L'astensione è uno dei più grandi tabù della sinistra. Abbattilo!
Oppure vota SEL.
...quanti voti prenderebbe? la democrazia è più a breve termine...
così puoi scegliere fra "tutti a kasa ka$ta" - "un miliardo di posti di lavoro con il Partito dell'Amore" - "ci vorranno dieci no cento no mille giorni ma faremo ripartire il traghetto arenato e senza motore" (cfr. S. Benni, "La Compagnia dei Celestini".
...io perso pe' perso voterei 1) se vivessi lì - più che altro per trollare un po'. ma è uguale.
Se infatti con Renzi il PD si è trasformato in un Partito del Piacere pure lui (vedasi pezzo di Leonardo che stiamo commentando), occorrerebbe capire se sulla scena politica esistano Partiti della Realtà o no.
Ad esempio prendiamo il principale gruppo di opposizione, ossia il M5S: anche loro non propongono proposte reali e concrete, bensì presentano qualcosa che il loro elettori amano sentirsi dire (Non siamo mica a ballarò, vi manderemo tutti a casa, è vergognoso clicca qui, fuori dall'Euro e padroni a casa nostra, ecc...). Cambiano i toni, ma in pratica sono un terzo Partito del Piacere... diciamo Movimento del Piacere, visto che una delle loro fonti di piacere è sottolineare come non siano un "partito".
Con cordiale sconforto nel triangolo italiano.
In qualche modo il mio appello è servito a qualcosa
Epperò saresti il primo in una settimana, non è male come risultato (mi arrivava un'ottantina di spam al giorno).
Devi però osare di più, così dai l'impressione di chi vuole abbandonare il carro in corsa ma non ne è totalmente convinto...la prossima volta osa di più
Ah togli quei numeri per dimostare che non siamo dei robot che tanto non servono a nulla?
Non c'è nessuno status quo (è proprio sbagliato come concetto). Per formazione e cultura, i dirigenti della generazione precedente erano più tagliati per l'amministrazione che per la propaganda: raccontare frottole non era il loro mestiere, non lo sapevano fare bene. Ma un paio di volte rimisero effettivamente i conti in ordine.
Renzi è di un'altra pasta. In fin dei conti di democristiani come lui ce ne sono stati tanti, una volta era più facile. Se non trovavi i soldi li stampavi. Adesso c'è l'euro che stimola la creatività - e però se il tfr in busta fosse una buona idea, probabilmente sarebbe venuta a qualcuno prima di lui. Purtroppo non è una buona idea.
Amedeo
La verità è che il PD d'annata - D'Alema, Bersani, Bindi, etc. - non ha ALCUNA idea concreta di quale strada intraprendere per cambiare realmente le cose. Si sta limitando ad una difesa - peraltro confusa e senza strategie precise - dello status quo.
ecco, io NON no votato renzi alle primarie, in questo periodo mi sembra di essere incinto: ogni volta che guardo un tiggì o sfoglio un quotidiano mi viene la nausea
tuttavia credo che ogni volta che d'alema o bersani o attaccano renzi lui - comunque - guadagna consensi
oltretutto è stato l'ultimo a lamentarsi dei poteri forti...