09-04-2002, 01:06apocalittici e integrati, articolo 18, campagnePermalink
Ceronetti contro le sanguisughe confederali
Extra action!
Siamo in guerra – e forse dovremmo avere più pudore nel parlarne, perché rischia di suonare banale, mentre è soltanto vero. Non sappiamo esattamente quando è iniziata, ma già vediamo le nostre stesse vite, qui nelle retrovie, esposte a un peggioramento. Ci accusiamo a vicenda, non ci fidiamo più di nessuno, in piazza ci spiamo… quel signore all'angolo dove l'ho già visto, perché non parla con nessuno, non è per caso qualcuno in borghese? Oggi uscendo dalla mensa un tale si divincolava da due vigili urbani.
Siamo in guerra, e non vale consolarci pensando che la guerra è altrove. La terribile Pasqua palestinese ha pur sempre fatto meno vittime di una normale pasquetta italiana. Verranno un giorno i pacifisti di tutto il mondo a protestare davanti ai nostri caselli autostradali? Siamo al corpo a corpo, tutti contro tutti. Ci fanno molta paura gli albanesi (che guerre non ne hanno forse vinte mai), e intanto ci massacriamo a casa nostra, figli contro madri e fidanzati contro fidanzati.
Nell'ombra aspettiamo soltanto il momento di calare pugnali alle spalle del prossimo. Io stesso, la settimana scorsa, sfogliavo la Stampa, aspettando al varco qualche intellettuale falsopacifista, un succulento Yehoshua, o un prevedibile Lerner (che mi ha spiazzato uscendo invece sul Manifesto). E mentre sfogliavo nell'ombra, domenica 31 – primo giorno d'ora legale, vero inizio di Primavera – ho finalmente visto la luce. Rossa. Non fraintendete. Era un fondo di Ceronetti. I suoi fondi sulla Stampa si chiamano appunto Lanterna Rossa.
Ecco qui:
Di violenze ormai ne subiamo tante da perderne il conto. Da perderne perfino coscienza. Ma è violenza tutto, da tutto, contro tutto e tutti. È assurdo quindi ritenere di vivere nella pace, in luoghi provvisoriamente non visitati dalla peste di una guerra.
Mio Dio, quant'è vero, mi sono detto. Quest'uomo ha colto nel segno. Ecco cos'è questa sensazione di rabbia tutte le sere, questa impotenza, questa frustrazione, questi foruncoli. Siamo in guerra. Ma forse, leggendo il fondo di questo intellettuale, potrò capire qualcosa, mettere un po' di pace almeno nella mia piccola vita. E sono andato avanti.
Tra le violenze accolte con più passività e indifferenza c'è l'imposizione del mutamento di ora due volte nel corso dell'anno.
Un attimo. Ho letto bene? È scritto lì, sul fondo della Stampa, domenica del 31 febbraio 2002. Appena sopra un trafiletto racconta della ragazza sequestrata per nove ore e strangolata da un camionista in seguito a una contestazione amichevole. Più sopra cosa c'è? Cogne, ovviamente, e la Palestina. Morte, morte dappertutto. Pensavo che Ceronetti intendesse questo quando parlava di violenza. Ma no, lui parlava del cambio d'ora. Che c'entra con la violenza?
Nulla è privo di conseguenze nelle profondità medullari dell'essere: essere brutalmente strappati al Tempo Solare alla fine di ogni mese di marzo è un graffio nell'anima, una lacerazione nei tessuti invisibili. [oh, mi piacerebbe citarlo tutto…] L'Autorità – cieca, idiota, volgare, ubbidiente ai più bassi criteri di praticità materiale – interviene dall'alto, afferra la luce che ha appena aperto gli occhi e la stupra, la strangola e ne sotterra il cadavere innocente.
In segreto l'Ora Solare, stremata dall'annuale violenza che patisce, piange.
Oddio, piange, la povera Ora Solare! E io che non me n'ero mai accorto, perché, perché tanta insensibilità? Perché andare a contare i morti di un conflitto lontano quando ho accanto a me questo stupro, questo strangolamento, questo pianto, e nemmeno me ne accorgo? Il fatto è che ormai devo aver perso il contatto con le profondità medullari del mio essere. Vado a letto alle tre, mi alzo alle sei (del mattino), nel dopopranzo quando possibile mi corico un po', non faccio altro che graffiare e lacerare i tessuti invisibili, poi di cosa mi lamento.
Io lo so cosa pensate. Che Ceronetti è il solito piagnone apocalittico, che ciarla ciarla e non ha nessuna proposta concreta e praticabile. Sbagliato in pieno. Sentite un po':
Un'osservazione sul risparmio energetico, pretesto fondamentale per sradicare la fetta europea di umanità dal tempo legittimo del sole. È un incessante eruttare di partite calcistiche e altre esibizioni notturne, in campi e stadi rischiarati da centinaia di riflettori di enorme potenza […] per la mania televisiva di farle di notte, tenebra su tenebra. Spostandole tutte indistintamente in ore diurne, avremmo probabilmente coperto l'entità del risparmio indotto dall'ora legale.
Capito? Altro che ciarlatano. Anche se ha il buon gusto di schernirsi con un "probabilmente", Ceronetti avrà senz'altro in tasca uno studio di fattibilità per provare la fondatezza di quello che dice. Altrimenti non lo scriverebbe su un giornale serio, no? Quindi basterebbe abolire i posticipi di campionato e qualche altro concerto per risparmiare sei mesi di Ora Legale. Beh, sorprendente, questo Ceronetti. Come intellettuale lo trovo un po' sottostimato. Non si riesce a trovargli neanche un sottosegretariato ai Lavori Pubblici, o – faute de mieux – alla Cultura? Chi sa che non abbia nel cappello anche la soluzione ad altre priorità del governo, come per esempio le mezze stagioni (non ci sono più quelle di una volta), o il fatto che una volta qui era tutta campagna…
Ma no. Non lo vedo a ingrigire in un opaco ministero. Ceronetti è un leader, un trascinatore. Sentite questo crescendo finale:
Tanto per sognare. La nube di imbecillità che coprirà l'Italia il prossimo 16 aprile con lo sciopero generale voluto dalle smisurate sanguisughe confederali ecco di colpo -– divina metamorfosi – è trafitta da un raggio di intelligenza tardiva, e diventa sciopero generale contro la violenza alla luce solare, contro la barbarie dell'ora stravolta, e le piazze si riempiono di quadranti, in cui l'ora è fatta ritornare indietro e centinaia di bocche gridano: "Non la toccate più".
Signori, è nato un leader. Voi sciocchi confederati, che ancora vi ostinate a scioperare per quattro ridicoli diritti, non l'avete ancora capito? L'articolo 18 non è il segreto della felicità. Se aveste la forza di guardare nelle profondità medullari dell'essere vostro lo sapreste da tempo, ma siccome avete il cattivo gusto di puntare la sveglia tutte le mattine per andare a lavorare, comprate almeno la Stampa e fatevelo spiegare da Ceronetti: "la barbarie dell'ora stravolta", ecco qualcosa per cui vale veramente la pena lottare.
***
Siamo in guerra – e in guerra è lecito scherzare, anzi si ride e si canta con più ostinazione che in tempo di pace, perché ce n'è più bisogno. Si ride di quel che si può, anche di un nonnulla, dell'anziano signore che viene al bar e ogni giorno ce l'hai con qualcuno, e sentissi come gliele canta.
"Con chi ce l'hai stavolta, Guido?"
"Tès, valà, che stasira mi tocca dormire un'ora in meno, roba da matt! Ma dove andremo a finire?"
"Ma è per il risparmio energetico, Guido!"
"A t'al dag me, il risparmio energetico! Con tutta quelle partite che fanno tutte le sere, al campionato, e poi la ciamponslig, c'la roba lè… tutti quei riflettori accesi per niente, milioni, miliardi... e Berlusconi che non dice niente, e D'Alema… e quel altro là, veh, Cofferati…"
"Son tutti dei ladri, eh, Guido?"
"Tutti, tutti, dal prèm a l'ultèm. E a me tocca puntar la sveglia un'ora prima, tutti gli anni. Roba da matt".
"Ma Guido, scusa, dov'è che hai da andare, c'hai mica un cartellino da timbrare te, no?"
"L'è l'istess! È il principio che conta. Ma lo sai che svegliarsi prima fa male alla salute?"
"Dai, Guido, vieni, ti offro qualcosa".
"O, a'n'deg menga ad no!".
Questi anziani signori ci sono in tutti i bar di tutti i paesi, e in tutte le redazioni dei giornali rispettabili. Perché c'è la guerra, è vero, ma questo non c'impedisce di divertirci ogni tanto alle spalle di qualcuno. Al Corriere c'è la Fallaci, con le sue memorabili smargiassate: "e allora gli ho detto ad Arafat, ma chi ti credi, oh, guarda che i numeri ce li avevano anche i Romani, ed erano anche più dritti dei vostri". Alla Stampa c'è Ceronetti, con la sua Lanterna Rossa. Che bisogna fare? Compatirli? E perché? Sono ridicoli, d'accordo, uno spettacolo pietoso, ma guadagnano bene. Guadagnano molto di più ora da rimbambiti che ai tempi in cui avevano ancora qualcosa di sensato da dire. Non resta che divertirsi anche noi alle loro spalle. In attesa che il prossimo efferato delitto, il prossimo incidente, il prossimo attentato ci riportino alla triste attualità Ma fino ad allora… Dai Oriana, raccontaci di quella volta che tu e Kissinger…
Extra action!
Siamo in guerra – e forse dovremmo avere più pudore nel parlarne, perché rischia di suonare banale, mentre è soltanto vero. Non sappiamo esattamente quando è iniziata, ma già vediamo le nostre stesse vite, qui nelle retrovie, esposte a un peggioramento. Ci accusiamo a vicenda, non ci fidiamo più di nessuno, in piazza ci spiamo… quel signore all'angolo dove l'ho già visto, perché non parla con nessuno, non è per caso qualcuno in borghese? Oggi uscendo dalla mensa un tale si divincolava da due vigili urbani.
Siamo in guerra, e non vale consolarci pensando che la guerra è altrove. La terribile Pasqua palestinese ha pur sempre fatto meno vittime di una normale pasquetta italiana. Verranno un giorno i pacifisti di tutto il mondo a protestare davanti ai nostri caselli autostradali? Siamo al corpo a corpo, tutti contro tutti. Ci fanno molta paura gli albanesi (che guerre non ne hanno forse vinte mai), e intanto ci massacriamo a casa nostra, figli contro madri e fidanzati contro fidanzati.
Nell'ombra aspettiamo soltanto il momento di calare pugnali alle spalle del prossimo. Io stesso, la settimana scorsa, sfogliavo la Stampa, aspettando al varco qualche intellettuale falsopacifista, un succulento Yehoshua, o un prevedibile Lerner (che mi ha spiazzato uscendo invece sul Manifesto). E mentre sfogliavo nell'ombra, domenica 31 – primo giorno d'ora legale, vero inizio di Primavera – ho finalmente visto la luce. Rossa. Non fraintendete. Era un fondo di Ceronetti. I suoi fondi sulla Stampa si chiamano appunto Lanterna Rossa.
Ecco qui:
Di violenze ormai ne subiamo tante da perderne il conto. Da perderne perfino coscienza. Ma è violenza tutto, da tutto, contro tutto e tutti. È assurdo quindi ritenere di vivere nella pace, in luoghi provvisoriamente non visitati dalla peste di una guerra.
Mio Dio, quant'è vero, mi sono detto. Quest'uomo ha colto nel segno. Ecco cos'è questa sensazione di rabbia tutte le sere, questa impotenza, questa frustrazione, questi foruncoli. Siamo in guerra. Ma forse, leggendo il fondo di questo intellettuale, potrò capire qualcosa, mettere un po' di pace almeno nella mia piccola vita. E sono andato avanti.
Tra le violenze accolte con più passività e indifferenza c'è l'imposizione del mutamento di ora due volte nel corso dell'anno.
Un attimo. Ho letto bene? È scritto lì, sul fondo della Stampa, domenica del 31 febbraio 2002. Appena sopra un trafiletto racconta della ragazza sequestrata per nove ore e strangolata da un camionista in seguito a una contestazione amichevole. Più sopra cosa c'è? Cogne, ovviamente, e la Palestina. Morte, morte dappertutto. Pensavo che Ceronetti intendesse questo quando parlava di violenza. Ma no, lui parlava del cambio d'ora. Che c'entra con la violenza?
Nulla è privo di conseguenze nelle profondità medullari dell'essere: essere brutalmente strappati al Tempo Solare alla fine di ogni mese di marzo è un graffio nell'anima, una lacerazione nei tessuti invisibili. [oh, mi piacerebbe citarlo tutto…] L'Autorità – cieca, idiota, volgare, ubbidiente ai più bassi criteri di praticità materiale – interviene dall'alto, afferra la luce che ha appena aperto gli occhi e la stupra, la strangola e ne sotterra il cadavere innocente.
In segreto l'Ora Solare, stremata dall'annuale violenza che patisce, piange.
Oddio, piange, la povera Ora Solare! E io che non me n'ero mai accorto, perché, perché tanta insensibilità? Perché andare a contare i morti di un conflitto lontano quando ho accanto a me questo stupro, questo strangolamento, questo pianto, e nemmeno me ne accorgo? Il fatto è che ormai devo aver perso il contatto con le profondità medullari del mio essere. Vado a letto alle tre, mi alzo alle sei (del mattino), nel dopopranzo quando possibile mi corico un po', non faccio altro che graffiare e lacerare i tessuti invisibili, poi di cosa mi lamento.
Io lo so cosa pensate. Che Ceronetti è il solito piagnone apocalittico, che ciarla ciarla e non ha nessuna proposta concreta e praticabile. Sbagliato in pieno. Sentite un po':
Un'osservazione sul risparmio energetico, pretesto fondamentale per sradicare la fetta europea di umanità dal tempo legittimo del sole. È un incessante eruttare di partite calcistiche e altre esibizioni notturne, in campi e stadi rischiarati da centinaia di riflettori di enorme potenza […] per la mania televisiva di farle di notte, tenebra su tenebra. Spostandole tutte indistintamente in ore diurne, avremmo probabilmente coperto l'entità del risparmio indotto dall'ora legale.
Capito? Altro che ciarlatano. Anche se ha il buon gusto di schernirsi con un "probabilmente", Ceronetti avrà senz'altro in tasca uno studio di fattibilità per provare la fondatezza di quello che dice. Altrimenti non lo scriverebbe su un giornale serio, no? Quindi basterebbe abolire i posticipi di campionato e qualche altro concerto per risparmiare sei mesi di Ora Legale. Beh, sorprendente, questo Ceronetti. Come intellettuale lo trovo un po' sottostimato. Non si riesce a trovargli neanche un sottosegretariato ai Lavori Pubblici, o – faute de mieux – alla Cultura? Chi sa che non abbia nel cappello anche la soluzione ad altre priorità del governo, come per esempio le mezze stagioni (non ci sono più quelle di una volta), o il fatto che una volta qui era tutta campagna…
Ma no. Non lo vedo a ingrigire in un opaco ministero. Ceronetti è un leader, un trascinatore. Sentite questo crescendo finale:
Tanto per sognare. La nube di imbecillità che coprirà l'Italia il prossimo 16 aprile con lo sciopero generale voluto dalle smisurate sanguisughe confederali ecco di colpo -– divina metamorfosi – è trafitta da un raggio di intelligenza tardiva, e diventa sciopero generale contro la violenza alla luce solare, contro la barbarie dell'ora stravolta, e le piazze si riempiono di quadranti, in cui l'ora è fatta ritornare indietro e centinaia di bocche gridano: "Non la toccate più".
Signori, è nato un leader. Voi sciocchi confederati, che ancora vi ostinate a scioperare per quattro ridicoli diritti, non l'avete ancora capito? L'articolo 18 non è il segreto della felicità. Se aveste la forza di guardare nelle profondità medullari dell'essere vostro lo sapreste da tempo, ma siccome avete il cattivo gusto di puntare la sveglia tutte le mattine per andare a lavorare, comprate almeno la Stampa e fatevelo spiegare da Ceronetti: "la barbarie dell'ora stravolta", ecco qualcosa per cui vale veramente la pena lottare.
***
Siamo in guerra – e in guerra è lecito scherzare, anzi si ride e si canta con più ostinazione che in tempo di pace, perché ce n'è più bisogno. Si ride di quel che si può, anche di un nonnulla, dell'anziano signore che viene al bar e ogni giorno ce l'hai con qualcuno, e sentissi come gliele canta.
"Con chi ce l'hai stavolta, Guido?"
"Tès, valà, che stasira mi tocca dormire un'ora in meno, roba da matt! Ma dove andremo a finire?"
"Ma è per il risparmio energetico, Guido!"
"A t'al dag me, il risparmio energetico! Con tutta quelle partite che fanno tutte le sere, al campionato, e poi la ciamponslig, c'la roba lè… tutti quei riflettori accesi per niente, milioni, miliardi... e Berlusconi che non dice niente, e D'Alema… e quel altro là, veh, Cofferati…"
"Son tutti dei ladri, eh, Guido?"
"Tutti, tutti, dal prèm a l'ultèm. E a me tocca puntar la sveglia un'ora prima, tutti gli anni. Roba da matt".
"Ma Guido, scusa, dov'è che hai da andare, c'hai mica un cartellino da timbrare te, no?"
"L'è l'istess! È il principio che conta. Ma lo sai che svegliarsi prima fa male alla salute?"
"Dai, Guido, vieni, ti offro qualcosa".
"O, a'n'deg menga ad no!".
Questi anziani signori ci sono in tutti i bar di tutti i paesi, e in tutte le redazioni dei giornali rispettabili. Perché c'è la guerra, è vero, ma questo non c'impedisce di divertirci ogni tanto alle spalle di qualcuno. Al Corriere c'è la Fallaci, con le sue memorabili smargiassate: "e allora gli ho detto ad Arafat, ma chi ti credi, oh, guarda che i numeri ce li avevano anche i Romani, ed erano anche più dritti dei vostri". Alla Stampa c'è Ceronetti, con la sua Lanterna Rossa. Che bisogna fare? Compatirli? E perché? Sono ridicoli, d'accordo, uno spettacolo pietoso, ma guadagnano bene. Guadagnano molto di più ora da rimbambiti che ai tempi in cui avevano ancora qualcosa di sensato da dire. Non resta che divertirsi anche noi alle loro spalle. In attesa che il prossimo efferato delitto, il prossimo incidente, il prossimo attentato ci riportino alla triste attualità Ma fino ad allora… Dai Oriana, raccontaci di quella volta che tu e Kissinger…
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