No, non mi hai dimostrato che la scuola privata mi fa risparmiare

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Su un blog può capitare di essere più superficiali del necessario, per fretta o per stanchezza o per tattica. In un pezzo di qualche giorno fa mi chiedevo se davvero la scuola privata facesse risparmiare lo Stato e quindi i contribuenti; domandavo ai sostenitori di questa tesi dove avessero preso i loro numeri, e nel frattempo, prendendoli per buoni, rovesciavo completamente le loro argomentazioni: se davvero i buoni scuola costano così poco e fanno risparmiare così tanto, eliminarli del tutto farebbe risparmiare allo Stato ancor di più. Dunque - se i numeri sono quelli - aboliamoli! Si trattava di una tesi paradossale, buttata lì per far uscire allo scoperto i fan dei buoni scuola. Siccome il tutto parte da una loro affermazione (i buoni scuola fanno risparmiare), spetterebbe a loro dimostrarla. In precedenza li avevo visti bellicosi e mi aspettavo di ritrovarmeli a tiro in breve tempo.

Non si è più fatto vivo nessuno.

In realtà no, qualcuno ha voluto commentare, da Praga addirittura. L'intervento di Butta.org è molto interessante, ma purtroppo muove da un equivoco. Butta se l'è presa perché ho usato la parola "dimostrare", che in ambito scientifico ha un significato molto rigoroso, mentre la mia dimostrazione di rigoroso non aveva nulla. È vero, era una cosa molto cialtrona. Il mio pezzo, mi fa sapere, non reggerebbe la peer review di una rivista di economia. Credo anch'io. Mi sembra però che Butta non abbia colto l'aspetto paradossale e polemico della questione: ovviamente non sono un economista, ma anche se ne fossi capace io non potrei dimostrare che i buoni scuola fanno risparmiare, perché non ho i dati e non voglio cercarli: non spetta a me. Io sono quello scettico che deve essere convinto.

Butta, per esempio, se ci crede, potrebbe cercare i dati e offrire una dimostrazione.

E infatti ci prova.

Ma la peer review se la sogna. Anche il suo paper è eccezionalmente povero di dati: dovendo pur partire da qualche numero, anche solo per stabilire quanto può costare una scuola privata in Italia, decide di andare su un sito a caso e prendere una retta a caso. È un po' come se per stabilire quanti polli mangia un italiano alla settimana, Butta decidesse di prendere un italiano a caso e chiederglielo: sospetto che esistano sistemi più affidabili di rilevazione statistica, più o meno da Trilussa in poi, ma lo scienziato è lui, saprà pure quel che fa. Nel frattempo però ha perso completamente di vista la mia argomentazione: io non mi preoccupavo di sapere quanto costi effettivamente una scuola privata in Italia (non spetta a me l'onere della prova!), ma mi domandavo quanto dovrebbe costare. E siccome ho il dato MIUR delle scuole pubbliche - 5000€ ca. - e ho buoni motivi per ritenere che la scuola pubblica costi molto poco, parto dall'assunto che una scuola privata di scarsa qualità, per non essere una truffa ai danni dell'utente, dovrebbe costare più o meno cinquemila euro.

"Sì, ciao", risponde Butta.

Lui lo sa che le scuole private costano meno (ne ha presa una a caso).

Ma temo che non abbia capito. Sono anch'io abbastanza sicuro che mediamente costano meno. Ma mi domando il perché. Già le pubbliche costano pochino. Come fanno le private a essere così convenienti?

Lui sa anche il perché: ad esempio, pagano meno gli insegnanti.

Grazie, Butta, non è che non ci fossimo arrivati. Il problema è che gli insegnanti statali sono già pagati poco rispetto a una media europea. Quindi se gli insegnanti delle scuole private sono pagati ancora meno, si può tranquillamente dire che sono sottopagati: il che è ingiusto non solo nei loro confronti, ma anche rispetto ai clienti della scuola - gli studenti - che infatti in media hanno risultati inferiori ai loro compagni che frequentano le pubbliche. Tanto più che le dimensioni massicce e capillari della rete pubblica le consentono di distribuire le risorse con un'efficienza che piccoli enti privati non possono permettersi (ad esempio: se in due scuole pubbliche avanza una mezza cattedra, la scuola pubblica può spalmare un docente su due sedi; due scuole private pagherebbero di più. Per tacere delle forniture). Come possono le scuole private costare in medie mille o duemila euro in meno (prendendo per buono il dato che Butta ha estrapolato da una scuola a caso su tutto il territorio nazionale) e offrire lo stesso servizio di una scuola pubblica? O il servizio è inferiore - e i dati sembrano dirci questo - o... c'è qualche altra possibilità?

Certo che c'è. È lì che vanno a parare tutti i difensori della scuola privata, invariabilmente. Gli sprechi.

La scuola pubblica sarebbe piena di sprechi.

Fonte?

Quando ero a scuola io c'era un bidello che non faceva un cazzo.

Grazie per la testimonianza. Ma pensavo che avessi delle cifre, non so, statistiche sull'assenteismo... no, il metodo è sempre lo stesso. Si prende un campione molto ristretto (Butta) e gli si chiede come gli è andata.

Non gli è andata tanto bene. C'era questo bidello (ma quanti bidelli lavoravano nelle scuole in cui è passato Butta? Decine, centinaia, lui conosce un caso solo?) e inoltre ha conosciuto un insegnante che non sapeva insegnare.

Uh, sapessi io.

Ma vedi, è un po' il problema di tutti quelli che parlano di scuola.
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