Cercando un altro Egitto
01-02-2011, 02:18Berlusconi, poveri piccoli imprenditori, rivoluzioniPermalinkCos'ha l'Egitto che non abbiamo noi? Un po' di coraggio, forse. Ma alla fine la principale differenza credo sia questa: se l'Egitto oggi è in crisi, se arranca e malgrado le risorse non riesce a garantire il benessere ai suoi cittadini, la responsabilità di Hosni Mubarak e dei suoi uomini è sotto gli occhi di tutti. E da noi?
Per arrancare, arranchiamo anche noi. Ma non riusciamo a identificare il colpevole. Quanto a Berlusconi, passava di lì per caso: pochi osano sostenere che il declino dell'Italia sia opera sua. Al massimo si ammette che non abbia fatto nulla per fermarlo, avendo egli altre priorità (salvare aziende sue e processi a carico suo). Anche i più incattiviti degli antiberlusconiani preferiscono concentrarsi sul bunga bunga, le offese al decoro, il corpo della donna eccetera. E se invece che da puttaniere cominciassimo a trattarlo da ladro? Se osassimo affermare che questa lunga discesa verso il sottosviluppo non è cominciata a fine '80 per una semplice coincidenza? Che le lussuose ville dentro le quali sarebbe “libero di fare quel che gli pare” (io se tocco una minorenne in casa mia vado in galera, ma tant'è) se le è prese coi soldi nostri? Che i milioni spesi in pastura di mignotte sono indirettamente prelevati dalla stessa cassa da cui non esce più un soldo per finanziare sviluppo, ricerca, scuola, turismo, spettacolo? Che è, sissignore, un re che fa i bagordi a spese nostre?
La rivoluzione che in Egitto si può fare, in Italia resta al palo per questo motivo: anche molti che di lui non ne possono più, non lo identificano come il responsabile. È solo un ostacolo, uno che sì, a questo punto dovrebbe andarsene, ma non perché ci opprime, no: perché ci impedisce di vedere i veri problemi. Come se lui non fosse un vero problema. E dire che lui, appena può, fa tutto il possibile per ricordarcelo. Giusto ieri ha scritto a Bersani una bella letterina in cui gli propone una rivoluzione liberale in comproprietà. Di cosa si tratta? Dunque, a sentire Berl. (o Ferrara per lui, cambia nulla) non bisogna fare la patrimoniale. Basta non fare la patrimoniale e il PIL s'impenna. In sostanza non tassiamo i ricchi e i ricchi s'impegnano a farci crescere del 3-4% in un anno, e... ma sì, anche a evadere un po' meno, dai. Allora. Berlusconi meriterebbe di cadere per questo, non perché mantiene un condominio a fine arrizzamento. La letterina di Berl. (o di Ferrara per lui, è proprio la stessa cosa) è un'offesa al senso comune e all'intelligenza degli italiani assai più molesta della telefonata a Lerner. Ma almeno fa chiarezza: chi è davvero Berlusconi? Chi rappresenta? Quali sono gli interessi che difende? Gli interessi di chi non vuole pagare la patrimoniale. Punto. I ricchi, chiamiamoli pure così, non è mica un'offesa. Una volta li avremmo chiamati classe imprenditoriale, ma era quando imprendevano ancora qualcosa. Una generazione fa, diciamo. Poi cos'è successo?
Ecco, è un po' questo il problema. I vecchi sono diventati un po' più vecchi, e anche se non hanno tutti sviluppato la scopofilia di B., non si può dire che rappresentino più una forza innovativa. I giovani sono quasi sempre figli dei vecchi e rappresentano, oserei dire, la classe dirigente più cialtrona dell'Europa occidentale: quella che ha studiato meno. No, non parlo di te che stai leggendo, parlo del tuo compagno di tennis, hai presente quell'idiota con la suoneria di Rihanna e il diplomino in ragioneria? Ecco, ci siamo capiti. Poi, chissà, può anche darsi che l'Italia fosse spacciata ugualmente, del resto campava di tessile e meccanica alla vigilia del boom cinese. Però dal momento che la grande risposta dei nostri eroici padroncini fu delocalizzare in Cina o in Romania e votare Berlusconi che tenesse a freno le fiamme gialle, cosa ci dovevamo aspettare? Allora, niente di personale, ma secondo me il declino dell'Italia siete voi. E Berlusconi vi ha rappresentato al meglio e al peggio. Certo, è riuscito a farsi votare anche dai vostri operai, è stato il suo capolavoro. Ma nel momento della verità è sempre lì che si ritorna: a quante tasse può togliervi. Lui vi toglierà le tasse e voi, all'improvviso, partorirete le geniali idee che non avete avuto in questi tristi vent'anni, creerete posti di lavoro con la sola imposizione del blackberry. Bisogna soltanto darvi fiducia, perché non vi abbiamo mai dato fiducia? Sì, è anche vero che abbiamo pagato le tasse anche per voi, però... però si vedeva che lo facevamo con poco entusiasmo, ecco, probabilmente è andata così, è mancato l'entusiasmo da parte nostra. Scusate.
Cos'ha l'Egitto che ci manca? Chiarezza. Al governo c'era una classe dirigente rapace, che dilapidava risorse e non garantiva il benessere ai suoi cittadini. Ma questo era almeno davanti agli occhi di tutti, in Egitto. Da noi no, da noi c'è sempre in mezzo una velina, un processo, una polemica, uno schizzo di fango, una proposta bipartisan, qualcosa che ci impedisce di vedere l'orribile realtà: l'oro per coprire Ruby e le compagne lo hanno preso dalle nostre tasche. Fosse appena un po' più chiaro, le piazze sarebbero piene già da un pezzo.
Per arrancare, arranchiamo anche noi. Ma non riusciamo a identificare il colpevole. Quanto a Berlusconi, passava di lì per caso: pochi osano sostenere che il declino dell'Italia sia opera sua. Al massimo si ammette che non abbia fatto nulla per fermarlo, avendo egli altre priorità (salvare aziende sue e processi a carico suo). Anche i più incattiviti degli antiberlusconiani preferiscono concentrarsi sul bunga bunga, le offese al decoro, il corpo della donna eccetera. E se invece che da puttaniere cominciassimo a trattarlo da ladro? Se osassimo affermare che questa lunga discesa verso il sottosviluppo non è cominciata a fine '80 per una semplice coincidenza? Che le lussuose ville dentro le quali sarebbe “libero di fare quel che gli pare” (io se tocco una minorenne in casa mia vado in galera, ma tant'è) se le è prese coi soldi nostri? Che i milioni spesi in pastura di mignotte sono indirettamente prelevati dalla stessa cassa da cui non esce più un soldo per finanziare sviluppo, ricerca, scuola, turismo, spettacolo? Che è, sissignore, un re che fa i bagordi a spese nostre?
La rivoluzione che in Egitto si può fare, in Italia resta al palo per questo motivo: anche molti che di lui non ne possono più, non lo identificano come il responsabile. È solo un ostacolo, uno che sì, a questo punto dovrebbe andarsene, ma non perché ci opprime, no: perché ci impedisce di vedere i veri problemi. Come se lui non fosse un vero problema. E dire che lui, appena può, fa tutto il possibile per ricordarcelo. Giusto ieri ha scritto a Bersani una bella letterina in cui gli propone una rivoluzione liberale in comproprietà. Di cosa si tratta? Dunque, a sentire Berl. (o Ferrara per lui, cambia nulla) non bisogna fare la patrimoniale. Basta non fare la patrimoniale e il PIL s'impenna. In sostanza non tassiamo i ricchi e i ricchi s'impegnano a farci crescere del 3-4% in un anno, e... ma sì, anche a evadere un po' meno, dai. Allora. Berlusconi meriterebbe di cadere per questo, non perché mantiene un condominio a fine arrizzamento. La letterina di Berl. (o di Ferrara per lui, è proprio la stessa cosa) è un'offesa al senso comune e all'intelligenza degli italiani assai più molesta della telefonata a Lerner. Ma almeno fa chiarezza: chi è davvero Berlusconi? Chi rappresenta? Quali sono gli interessi che difende? Gli interessi di chi non vuole pagare la patrimoniale. Punto. I ricchi, chiamiamoli pure così, non è mica un'offesa. Una volta li avremmo chiamati classe imprenditoriale, ma era quando imprendevano ancora qualcosa. Una generazione fa, diciamo. Poi cos'è successo?
Ecco, è un po' questo il problema. I vecchi sono diventati un po' più vecchi, e anche se non hanno tutti sviluppato la scopofilia di B., non si può dire che rappresentino più una forza innovativa. I giovani sono quasi sempre figli dei vecchi e rappresentano, oserei dire, la classe dirigente più cialtrona dell'Europa occidentale: quella che ha studiato meno. No, non parlo di te che stai leggendo, parlo del tuo compagno di tennis, hai presente quell'idiota con la suoneria di Rihanna e il diplomino in ragioneria? Ecco, ci siamo capiti. Poi, chissà, può anche darsi che l'Italia fosse spacciata ugualmente, del resto campava di tessile e meccanica alla vigilia del boom cinese. Però dal momento che la grande risposta dei nostri eroici padroncini fu delocalizzare in Cina o in Romania e votare Berlusconi che tenesse a freno le fiamme gialle, cosa ci dovevamo aspettare? Allora, niente di personale, ma secondo me il declino dell'Italia siete voi. E Berlusconi vi ha rappresentato al meglio e al peggio. Certo, è riuscito a farsi votare anche dai vostri operai, è stato il suo capolavoro. Ma nel momento della verità è sempre lì che si ritorna: a quante tasse può togliervi. Lui vi toglierà le tasse e voi, all'improvviso, partorirete le geniali idee che non avete avuto in questi tristi vent'anni, creerete posti di lavoro con la sola imposizione del blackberry. Bisogna soltanto darvi fiducia, perché non vi abbiamo mai dato fiducia? Sì, è anche vero che abbiamo pagato le tasse anche per voi, però... però si vedeva che lo facevamo con poco entusiasmo, ecco, probabilmente è andata così, è mancato l'entusiasmo da parte nostra. Scusate.
Cos'ha l'Egitto che ci manca? Chiarezza. Al governo c'era una classe dirigente rapace, che dilapidava risorse e non garantiva il benessere ai suoi cittadini. Ma questo era almeno davanti agli occhi di tutti, in Egitto. Da noi no, da noi c'è sempre in mezzo una velina, un processo, una polemica, uno schizzo di fango, una proposta bipartisan, qualcosa che ci impedisce di vedere l'orribile realtà: l'oro per coprire Ruby e le compagne lo hanno preso dalle nostre tasche. Fosse appena un po' più chiaro, le piazze sarebbero piene già da un pezzo.
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