06-02-2003, 02:05il cattivo supplente, scuolaPermalink
Il cielo è azzurro di un azzurro febbraio, e alla fermata del bus i ragazzini hanno facce torve: è Tempo di scrutini, again.
Tempo di dissanguar le rape.
Vi siete mai chiesti come si scrivono i “giudizi globali”? Quegli elaborati giri di parole sull’ultima facciata della pagella dove per venti righe si indugia sul concetto “il ragazzo ha qualità, ma potrebbe dare di più?”
Io sì, me lo sono sempre chiesto. Almeno per cinque secondi a quadrimestre. (Poi me ne dimenticavo. Nessuno ricorda i giudizi globali).
E ora che sono dall’altra parte della barricata, so. Esistono campionari di frasi fatte, che si tramandano di consiglio di classe in consiglio di classe. I più antichi si perdono nella notte del ciclostile, ma i più moderni si conservano nei computer, avete letto bene, c o m p u t e r .
L’anno scorso dovevo lavorare su un 386-Olivetti parastatale (sì, quelli con lo sportellino per l’alimentazione a carbonella), che ignorava ancora l’uso del mouse. Una bella scuola di umiltà per un ex cliccatore professionista: dovevo prendere lezione da gentili cinquantenni (“adesso premi effe dieci, poi vai a destra, premi return…”).
La scuola dove sto quest’anno è già nell’era “uord-per-uindos”. C’è un Dischetto con tutte le frasi usabili: tieni quello che ti piace e cancelli il resto.
L’attenzione in classe è stata sufficientemente/abbastanza/molto consapevole costante vivace buona discreta superficiale scarsa saltuaria discontinua labile
Possiede un metodo di studio sufficiente abbastanza molto ordinato autonomo diligente personale preciso produttivo efficace
Non ha ancora acquisito un metodo di studio e/perché l’organizzazione del lavoro è dispersiva disordinata superficiale frettolosa sbrigativa poco precisa poco autonoma manca di rielaborazione…
Resta ben poco spazio per l’improvvisazione creativa.
È per questo che vorrei salvare il piccolo capolavoro di una mia collega che, non sapendo dell’esistenza del Dischetto Globale, i giudizi se li è scritti a mano:
Si avvia lentamente verso l’acquisizione dei prerequisiti necessari ad affrontare le più elementari abilità di base.
Leggetelo due o tre volte e poi ditemi se non si merita un Oscar per l’Eufemismo.
Tempo di dissanguar le rape.
Vi siete mai chiesti come si scrivono i “giudizi globali”? Quegli elaborati giri di parole sull’ultima facciata della pagella dove per venti righe si indugia sul concetto “il ragazzo ha qualità, ma potrebbe dare di più?”
Io sì, me lo sono sempre chiesto. Almeno per cinque secondi a quadrimestre. (Poi me ne dimenticavo. Nessuno ricorda i giudizi globali).
E ora che sono dall’altra parte della barricata, so. Esistono campionari di frasi fatte, che si tramandano di consiglio di classe in consiglio di classe. I più antichi si perdono nella notte del ciclostile, ma i più moderni si conservano nei computer, avete letto bene, c o m p u t e r .
L’anno scorso dovevo lavorare su un 386-Olivetti parastatale (sì, quelli con lo sportellino per l’alimentazione a carbonella), che ignorava ancora l’uso del mouse. Una bella scuola di umiltà per un ex cliccatore professionista: dovevo prendere lezione da gentili cinquantenni (“adesso premi effe dieci, poi vai a destra, premi return…”).
La scuola dove sto quest’anno è già nell’era “uord-per-uindos”. C’è un Dischetto con tutte le frasi usabili: tieni quello che ti piace e cancelli il resto.
L’attenzione in classe è stata sufficientemente/abbastanza/molto consapevole costante vivace buona discreta superficiale scarsa saltuaria discontinua labile
Possiede un metodo di studio sufficiente abbastanza molto ordinato autonomo diligente personale preciso produttivo efficace
Non ha ancora acquisito un metodo di studio e/perché l’organizzazione del lavoro è dispersiva disordinata superficiale frettolosa sbrigativa poco precisa poco autonoma manca di rielaborazione…
Resta ben poco spazio per l’improvvisazione creativa.
È per questo che vorrei salvare il piccolo capolavoro di una mia collega che, non sapendo dell’esistenza del Dischetto Globale, i giudizi se li è scritti a mano:
Si avvia lentamente verso l’acquisizione dei prerequisiti necessari ad affrontare le più elementari abilità di base.
Leggetelo due o tre volte e poi ditemi se non si merita un Oscar per l’Eufemismo.
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