L'accelerazione è percepibile

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L'impressione che potrei dare a un lettore di passaggio è che mentre il mondo va in malora – ci è sempre andato, ma da qualche mese l'accelerazione è percepibile – l'impressione che potrei dare, a chi ancora si ricorda di passare su questa paginetta web, è quella di un tizio che a un certo punto ha mollato e si è ritirato in un chiostro, e adesso parla con gli uccellini, che è molto meglio di parlare, per dire, su twitter. Sì. 

Cioè no, non è successo, ma non mi spiace dare questa impressione. I santi hanno reso bene, non tanto perché hanno venduto più di quanto mi aspettavo (mi aspettavo pochissimo), ma per lo spazio che mi hanno fatto intorno, quel sentore di muschio e muffa più che consono a un sito internet più vecchio della maggioranza della popolazione umana al mondo. Pensatemi finalmente assorbito in una passione futile, ogni maschio della mia età ne ha almeno una; e non con gli occhi sbarrati davanti a questo schermo mentre vedo il mondo bruciare e mi torco le mani, e pesto i piedi, e dalla cucina qualcuno mi chiede cosa sto combinando, niente, niente, ho chiuso un attimo la Bibliotheca Sanctorum e sotto c'era un tweet da Gaza, bombardano la spiaggia. Vuoi vedere che Hamas ha messo i tunnel anche lì. 

A novembre in USA si vota e chi vincerà sarà fuori da ogni giurisdizione, infallibile come il papa salvo che il papa al massimo oggi ti scomunica, laddove i presidenti tendono a bombardare. Sarà il comandante sul ponte di un Occidente che affonda, sarà nervoso e circondato da imbecilli, un'élite liberale che ha fatto tutto il possibile per mandare la nave a scontrarsi contro ogni logica di sopravvivenza. Sarà tante cose, ma a questo punto tenderei a escludere che sarà una persona equilibrata e sana di mente: Trump non lo era neanche quando aveva ancora due orecchie, Biden se lo fosse si sarebbe ritirato mesi fa. Questa persona si ritroverà sulle spalle l'emergenza climatica, il fallimento strategico e morale di tutte le campagne degli ultimi anni, e in mano la valigetta nucleare. Se non sembra un incubo, è perché a sognarlo tutti i giorni dopo un po' ci si sente come a casa. 

Qualche fine settimana vado al mare, perché fa davvero troppo caldo; anche se a dirlo passi per un fanatico. Leggo qualcosa, scrivo qualcos'altro, guardo cartoni animati, faccio anche le parole crociate. Se pensassi che il mondo fosse finito, che non restasse più niente da fare, probabilmente mi comporterei nello stesso modo. Quindi forse lo penso. 

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