Carovana Abriendo Fronteras 2024: verso i Balcani, contro il nuovo Patto UE sulla migrazione e l’asilo
26/06/2024Abriendo Fronteras torna a ripercorrere le rotte insanguinate dei migranti. E lo farà attraversando il nord Italia per dirigersi verso Bihać, nel cantone di Una-Sana in Bosnia ed Erzegovina, toccando nel suo cammino tutte le più drammatiche realtà di una Europa i cui confini sono sempre di più un fronte militare. Proprio per superare questi confini, per aprire frontiere ed abbattere muri, la rete di Abriendo Fronteras si è costituita nel 2016, riunendo molte organizzazioni per i diritti e collettivi iberici e mettendo in movimento molte carovane di attiviste e attivisti, in collaborazione con associazioni come la torinese Carovane Migranti.
Con questo nuovo appuntamento la carovana vuole denunciare il nuovo Patto Europeo per la Migrazione e l’Asilo (PEMA) che segna la “consolidazione delle necropolitiche di frontiera“, si legge nel manifesto di questa edizione. “A ciò si aggiunge l’ascesa dell’estrema destra con la conseguente proliferazione di discorsi xenofobi, razzisti, maschilisti e coloniali; e la crescente militarizzazione di questa Europa immersa nel business delle guerre“.
«Siamo in un momento storico molto difficile – spiega Gianfranco Crua, portavoce di Carovane Migranti – è in corso una vera a propria guerra contro i popoli. Una guerra che i fabbricanti d’armi, i potentati economici, i Governi complici o, se preferite, il capitalismo, stanno portando avanti con varie modalità in tutto il mondo. L’invasione dell’Ucraina, il massacro dei palestinesi sono solo due delle guerre che si stanno combattendo al di là dei nostri confini e che ci toccano più da vicino, ma i nostri stessi confini sono stati trasformati in campi di battaglia contro i popoli. Oramai, quando leggiamo di un naufragio in mare, non possiamo più parlare di episodi casuali. Si tratta piuttosto di un vero e proprio migranticidio. I Governi hanno deciso deliberatamente di non intervenire e di non salvare queste persone in fuga, e di contrastare, per di più, tutte quelle Ong che operano per portare soccorso».
Bihać, cittadina della Bosnia situata a pochi chilometri dal confine con la Croazia, è un punto cardine nella rotta balcanica. Qui, i carovanieri incontreranno i collettivi che supportano le persone migranti bloccate e che tentano di superare i confini e le associazioni di solidarietà.
La carovana, composta da tre autobus – uno da Madrid, uno dal Paese Basco e uno da Valencia, Alicante e altre città della costa mediterranea meridionale – valicherà i confini della Spagna l’11 luglio, giovedì, per fare tappa a Marsiglia il 12. A Torino saranno affiancati da un altro pullman di attiviste e attivisti italiani per un totale di 200 partecipanti.
Sabato 13 luglio, Abriendo Fronteras, partirà da Ventimiglia e farà tappa a Padova all’Abbazia di Carceri e la sera a Sherwood Festival. Il giorno dopo, domenica, il primo di una serie di incontri e poi la ripartenza verso Bihać passando per la base Usa di Aviano. Giovedì 18, la carovana farà rientro in Italia, per una iniziativa al Cpr di Gradisca di Isonzo ed incontrare in serata le attiviste di Linea d’Ombra nella piazza del Mondo di Trieste. Venerdì visita alla Risiera di San Sabba, il famigerato campo di concentramento nazista. Sabato, viaggio di rientro con una tappa a Gattatico (RE) alla Casa Museo dei fratelli Cervi e pernottamento a Venaus, in Val di Susa, ospiti del movimento No Tav (qui il programma completo).
Una carovana internazionale, questa di Abriendo Fronteras. Nei pullman, assieme alle attiviste e agli attivisti spagnoli e italiani, viaggeranno testimoni e vittime delle frontiere come la messicana Soccorro Gil Guzmán, del collettivo Memoria Verdad y Justicia. Suo figlio Jonathan Guadalupe Romero Gil è stato arrestato e desaparecido dalla polizia municipale ad Acapulco, il 5 dicembre 2018, mentre si recava a giocare a calcio. O come il camerunese Waffo Soh Deyo Leandry Shyve che nella notte tra l’11 e il 12 aprile 2023, in un naufragio al largo delle coste di Sfax in Tunisia, ha perso la moglie incinta e il figlio che non aveva ancora compiuto due anni. L’imbarcazione su cui viaggiava con la famiglia è stata speronata ed affondata dalla Guardia Nazionale Tunisina.
«Chiediamo ai Governi europei, e in particolare alla Spagna e all’Italia di smettere di utilizzare le persone in transito come strumento di pressione politica – conclude Crua – e di aprire vie legali e sicure, affinché nessuno perda la vita per migrare e per evitare lo sfruttamento, gli abusi, la violenza, la tratta e il traffico di persone».
“Non possiamo, né vogliamo guardare dall’altra parte – sottolinea il manifesto della carovana balcanica di Abriendo Fronteras – e non smetteremo di lottare per i diritti delle persone migranti e rifugiate. Non smetteremo di denunciare le guerre, i genocidi, i migranticidi e il conseguente omicidio di migliaia di persone, e lo sfollamento forzato di intere popolazioni”.