In questa pagina ho riportato gli ultimi articoli che ho scritto per il quotidiano ambientalista Terra, il settimanale Carta, Manifesto, per siti come Global Project, FrontiereNews o siti di associazioni come In Comune con Bettin e altro ancora.
Da Venezia a Roma in bicicletta per dire No ai cambiamenti climatici
16/03/2019Comune-info
Ci sono circa 600 chilometro tra Venezia e Roma. Chilometri che si possono percorrere in auto, in treno o in aeroplano con un costo ambientale in termini di emissioni di gas climalteranti più o meno elevato a seconda della scelta. Ma sono 600 chilometri che possono essere percorsi anche a zero emissioni. Come? Con una bicicletta! Certo, una soluzione che non è da tutti e per la quale è necessario, come si dice, “avere le gambe giuste”. Ma i ciclisti di RideWithUs le “gambe giuste” ce le hanno e lo hanno dimostrato in questi ultimi anni raggiungendo, sempre partendo da Venezia, le sedi delle varie Cop, le conferenze per il clima, che si sono svolte a Parigi, Bonn e, ultima impresa, Katowice, in Polonia. Un modo come un’altro per ribadire che si può viaggiare, vivere e pure divertirsi anche lasciando i combustibili fossili là dove devono essere lasciati, se vogliamo contenere il riscaldamento globale nei limiti previsti dall’accordo sul clima: sottoterra. Domenica 17 marzo, i nostri ciclisti si lanceranno in un’altra impresa, sempre in sella alle loro biciclette, che hanno chiamato The Climate Ride: raggiungere Roma per partecipare alla grande manifestazione per la Giustizia Climatica che si svolgerà nella Capitale sabato 23. Sarà un viaggio lungo 6 tappe che toccheranno, in ordine, Ferrara, Ravenna, Pieve Santo Stefano, Perugia, Terni e, infine, Roma. Un viaggio per sensibilizzare l’opinione pubblica ma anche per incontrare le associazioni, i comitati, le cittadine e i cittadini che, nel loro territorio, si battono per la difesa dei beni comuni, dell’ambiente, per l’utilizzo delle rinnovabili e per una economia solidale e sostenibile. In altre parole, per quella che i movimenti che hanno indetto la mobilitazione del 23 marzo, hanno scelto di chiamare Giustizia Climatica.
Sarà un viaggio per fare rete tra movimenti ma sarà soprattutto un viaggio per raccogliere storie. Che è poi la motivazione più forte che spinge i veri viaggiatori ad uscire di casa. Storie di resistenze alla mercificazione del territorio e allo sfruttamento indiscriminato. Storie che, noi che accompagneremo la carovana lungo tutto il suo percorso, racconteremo nel sito EcoMagazine.
E con i movimenti che agiscono nel territorio, i ciclisti di The Climate Ride incontreranno - se accetteranno il confronto! - anche le amministrazioni locali che sono il primo punto di riferimento dei cittadini per una democrazia come la vorremmo, dal basso e partecipata. Ai sindaci dei Comuni, RideWithUs chiederà una lettera di intenti e il patrocinio per un’altra biciciclettata già programmata il prossimo ottobre, quando risaliranno sulle loro due ruote per pedalare da Venezia a Bruxelles, con tappe a Strasburgo e Maastricht, per chiedere al nuovo parlamento europeo di affrontare la questione dei cambiamenti climatici con quella decisione che, sino ad ora, è rimasta tutta nelle dichiarazioni di intenti.
Ma questo è un altro viaggio e un’altra storia. Ora tocca affrontare i 600 chilometri che separano la laguna dalla Capitale. Bisogna oliare bene gli ingranaggi del cambio. Si parte domenica 17 alle 7,45 di mattina. L’appuntamento è davanti al municipio di Marghera dove il presidente della municipalità, lo scrittore Gianfranco Bettin, verrà ad augurarci il buon viaggio.
Sarà un viaggio per fare rete tra movimenti ma sarà soprattutto un viaggio per raccogliere storie. Che è poi la motivazione più forte che spinge i veri viaggiatori ad uscire di casa. Storie di resistenze alla mercificazione del territorio e allo sfruttamento indiscriminato. Storie che, noi che accompagneremo la carovana lungo tutto il suo percorso, racconteremo nel sito EcoMagazine.
E con i movimenti che agiscono nel territorio, i ciclisti di The Climate Ride incontreranno - se accetteranno il confronto! - anche le amministrazioni locali che sono il primo punto di riferimento dei cittadini per una democrazia come la vorremmo, dal basso e partecipata. Ai sindaci dei Comuni, RideWithUs chiederà una lettera di intenti e il patrocinio per un’altra biciciclettata già programmata il prossimo ottobre, quando risaliranno sulle loro due ruote per pedalare da Venezia a Bruxelles, con tappe a Strasburgo e Maastricht, per chiedere al nuovo parlamento europeo di affrontare la questione dei cambiamenti climatici con quella decisione che, sino ad ora, è rimasta tutta nelle dichiarazioni di intenti.
Ma questo è un altro viaggio e un’altra storia. Ora tocca affrontare i 600 chilometri che separano la laguna dalla Capitale. Bisogna oliare bene gli ingranaggi del cambio. Si parte domenica 17 alle 7,45 di mattina. L’appuntamento è davanti al municipio di Marghera dove il presidente della municipalità, lo scrittore Gianfranco Bettin, verrà ad augurarci il buon viaggio.
A Venezia contro i mostri del mare
8/09/2017Comune-infoProvate a immaginare quanto veleno possa uscire dai tubi di scappamento di 14 mila automobili. Ce la fate? Ecco, vi state avvicinando a capire come possa ridurre il canale della Giudecca, uno di quelli che sfociano a San Marco, una Grande Nave. Soltanto una. Sono molti anni che un grande e tenace movimento si oppone all’ osceno via vai dei mostruosi grattacieli galleggianti, veri e propri villaggi turistici che si muovono concentrando in sé, o nella loro colossale simbologia figlia dell’economia fossile, l’insaziabile sete di profitti, l’umiliazione dell’idea del viaggio, l’arroganza delle multinazionali del mare e la corruzione politica. Il 23 e 24 settembre, in modo tanto particolare quanto affascinante, l’acqua di Venezia si propone allora come “territorio” da difendere, insieme all’ambiente e alla democrazia. E’ questa l’idea di fondo che il Comitato No Grandi Navi propone a chi, per esempio in Italia e in Europa, si batte per affermare che le calli veneziane, così come gli ulivi del Salento o le montagne della Val di Susa, sono un bene comune da sottrarre al saccheggio e alla devastazione. Un’occasione da non perdere per un primo week-end autunnale in cui, c’è da giurarci, Venezia non sarà affatto triste!
E’ una battaglia per l’ambiente, prima di tutto, ma non è solo questo. E’, anche e soprattutto, una battaglia per la democrazia.
La questione delle Grandi Navi, “simboli galleggianti dell’arroganza delle multinazionali e della corruzione di una classe politica piegata alla difesa dei profitti privati a scapito del bene comune”, sta tutta in questa domanda: chi decide sul territorio?
La stessa domanda che si pongono i valsusini che lottano contro la Tav o i No Tap che si battono contro la devastazione degli antichi ulivi nel Salento, tanto per citare due esempi delle tante battaglie per la democrazia ambientale che comitati, associazioni e movimenti dal basso portano avanti senza tregua, senza curarsi di arresti, cariche e intimidazioni, sfidando una politica di palazzo che oramai con la politica, intesa come “cosa di tutti”, non ha più nulla da spartire.
Chi decide sul territorio, quindi? Chi amministra deve tutelare i beni comuni e gli interessi delle generazioni presenti e future o quelli di una economia da rapina che ha trasformato questi stessi territori in merce? Domande queste, che si sono posti anche i veneziani che chiedono l’allontanamento delle Grandi Navi dalla laguna e che non si danneggi ulteriormente l’ambiente con altri scavi per far passare questi villaggi turistici galleggianti da qualche altra parte. Ipotesi questa, già bocciate dalla Via ma che vengono puntualmente riproposte dal ministro di turno che si trova a passare per Venezia.
“Venezia è, da oltre mille anni, città simbolo dell’equilibrio tra uomo e natura, la sua magia origina e vive nella e della straordinaria compenetrazione di artificio e natura, pietra e acqua, città e Laguna”. “E’ una città unica, certo, ma è al contempo un simbolo globale. Vorremmo che la nostra città divenisse per due giorni la cassa di risonanza di tutte quelle lotte che oggi, in Italia e in Europa, sono condotte per la difesa dei territori, per la giustizia ambientale e per la democrazia decisionale”.
Il virgolettato è tratto dall’appello ai movimenti europei per la difesa dei territori, la giustizia ambientale e la democrazia che il comitato No Grandi Navi ha lanciato proponendo una “due giorni” internazionale per parlare di democrazia dal basso e di ambiente, sabato 23 e domenica 24 settembre. E, naturalmente, sfilare in barca e per terra, contro le Grandi Navi.
Le adesioni non si sono fatte attendere. Dalla Valsusa al Salento, da Stop Biocidio di Napoli al No Muos di Sicilia sino alle Terre In Moto delle Marche. Moltissime e in continuo aggiornamento anche i movimenti europei che si battono contro le Grandi Opere: i francesi del Comitè contre la construction de l’aereporte de Notre Dame des Landes, i tedeschi dell’associazione Geheimagentur e del Movement against Stuttgart 21, i catalani dell’assemblea Ciutat per a qui l’habita, i portoghesi dell’Academia Cidadã, gli internazionali del quarto Forum Against Unnecessary Imposed Mega Project. Ciascuno parteciperà con una loro delegazione alla “due giorni” di Venezia. Il primo dei quali, sabato, sarà dedicato ad un incontro di presentazione delle varie realtà presenti e all’approfondimento dei temi ambientali che si svolgerà negli antichi Magazzini del Sale, alle Zattere, che si aprono sul canale della Giudecca, teatro del contestato passaggio di quesi condomini galleggianti. Il secondo giorno, domenica, in marittima, ci sarà la manifestazione in barca e per terra contro le Grandi Navi con un concerto che avrà come protagonisti, tra gli altri, i 99 Posse e Cisco dei Modena City Ramblers.
Per la lista completa delle adesioni e anche per aderire (come abbiamo fatto anche noi di Comune, ndr), ma anche per leggere il programma della Due giorni e per altre informazioni, collegatevi al sito del comitato contro le Grandi Navi.
“Non c’è dubbio che quella di domenica sarà una grande e coloratissima manifestazione con tantissima gente in barca e nella riva – commenta Marta Canino, portavoce del comitato -. Lo possiamo già affermare perché attendiamo tantissime persone da tutta Europa. Associazioni e comitati stanno organizzando pullman, oltre che dal Veneto, dal Friuli e dall’Emilia Romagna anche dalla Valsusa e dal sud Italia. Senza contare la partecipazione dei veneziani che patiscono sulla loro salute l’inquinamento generato da questi mostri del mare, che temono per l’incolumità della loro città e delle loro case sfiorate da queste tonnellate di acciaio più alte del campanile di San Marco, che non possono stendere la biancheria fuori della finestra che la tirano dentro sporca di fuliggine”. Già, perché le Grandi Navi, partorite da una economia fossile basata sullo spreco, non possono spegnere i loro motori nemmeno quando sono ormeggiate e continuano ad inquinare come una autostrada a tre corsie e a fare di Venezia, il luogo per antonomasia senza auto, la terza città più inquinata d’Italia.
“Per questo, noi attiviste del comitato, non abbiamo dubbi che domenica il popolo delle calli sarà in riva con noi – conclude Marta Canino -. La gente ce lo dimostra tutti i giorni avvicinandoci ai banchetti che stiamo organizzando nei campi e nelle calli per esprimerci solidarietà e vicinanza. E ce lo ha dimostrato anche nel referendum autogestito che abbiamo organizzato domenica 18 giugno, raccogliendo oltre 18 mila votanti in poche ore con una percentuale di favorevoli all’allontanamento delle Grandi Navi pari all’98,7 per cento. Di fronte ad una politica che non sa decidere e che è prona agli interessi di una economia armata che porta profitti per pochi e povertà per tanti, i veneziani hanno avuto il coraggio di alzare la testa e di ribadire che la laguna è un bene comune e non una proprietà privata della compagnie di crociera“.
E’ una battaglia per l’ambiente, prima di tutto, ma non è solo questo. E’, anche e soprattutto, una battaglia per la democrazia.
La questione delle Grandi Navi, “simboli galleggianti dell’arroganza delle multinazionali e della corruzione di una classe politica piegata alla difesa dei profitti privati a scapito del bene comune”, sta tutta in questa domanda: chi decide sul territorio?
La stessa domanda che si pongono i valsusini che lottano contro la Tav o i No Tap che si battono contro la devastazione degli antichi ulivi nel Salento, tanto per citare due esempi delle tante battaglie per la democrazia ambientale che comitati, associazioni e movimenti dal basso portano avanti senza tregua, senza curarsi di arresti, cariche e intimidazioni, sfidando una politica di palazzo che oramai con la politica, intesa come “cosa di tutti”, non ha più nulla da spartire.
Chi decide sul territorio, quindi? Chi amministra deve tutelare i beni comuni e gli interessi delle generazioni presenti e future o quelli di una economia da rapina che ha trasformato questi stessi territori in merce? Domande queste, che si sono posti anche i veneziani che chiedono l’allontanamento delle Grandi Navi dalla laguna e che non si danneggi ulteriormente l’ambiente con altri scavi per far passare questi villaggi turistici galleggianti da qualche altra parte. Ipotesi questa, già bocciate dalla Via ma che vengono puntualmente riproposte dal ministro di turno che si trova a passare per Venezia.
“Venezia è, da oltre mille anni, città simbolo dell’equilibrio tra uomo e natura, la sua magia origina e vive nella e della straordinaria compenetrazione di artificio e natura, pietra e acqua, città e Laguna”. “E’ una città unica, certo, ma è al contempo un simbolo globale. Vorremmo che la nostra città divenisse per due giorni la cassa di risonanza di tutte quelle lotte che oggi, in Italia e in Europa, sono condotte per la difesa dei territori, per la giustizia ambientale e per la democrazia decisionale”.
Il virgolettato è tratto dall’appello ai movimenti europei per la difesa dei territori, la giustizia ambientale e la democrazia che il comitato No Grandi Navi ha lanciato proponendo una “due giorni” internazionale per parlare di democrazia dal basso e di ambiente, sabato 23 e domenica 24 settembre. E, naturalmente, sfilare in barca e per terra, contro le Grandi Navi.
Le adesioni non si sono fatte attendere. Dalla Valsusa al Salento, da Stop Biocidio di Napoli al No Muos di Sicilia sino alle Terre In Moto delle Marche. Moltissime e in continuo aggiornamento anche i movimenti europei che si battono contro le Grandi Opere: i francesi del Comitè contre la construction de l’aereporte de Notre Dame des Landes, i tedeschi dell’associazione Geheimagentur e del Movement against Stuttgart 21, i catalani dell’assemblea Ciutat per a qui l’habita, i portoghesi dell’Academia Cidadã, gli internazionali del quarto Forum Against Unnecessary Imposed Mega Project. Ciascuno parteciperà con una loro delegazione alla “due giorni” di Venezia. Il primo dei quali, sabato, sarà dedicato ad un incontro di presentazione delle varie realtà presenti e all’approfondimento dei temi ambientali che si svolgerà negli antichi Magazzini del Sale, alle Zattere, che si aprono sul canale della Giudecca, teatro del contestato passaggio di quesi condomini galleggianti. Il secondo giorno, domenica, in marittima, ci sarà la manifestazione in barca e per terra contro le Grandi Navi con un concerto che avrà come protagonisti, tra gli altri, i 99 Posse e Cisco dei Modena City Ramblers.
Per la lista completa delle adesioni e anche per aderire (come abbiamo fatto anche noi di Comune, ndr), ma anche per leggere il programma della Due giorni e per altre informazioni, collegatevi al sito del comitato contro le Grandi Navi.
“Non c’è dubbio che quella di domenica sarà una grande e coloratissima manifestazione con tantissima gente in barca e nella riva – commenta Marta Canino, portavoce del comitato -. Lo possiamo già affermare perché attendiamo tantissime persone da tutta Europa. Associazioni e comitati stanno organizzando pullman, oltre che dal Veneto, dal Friuli e dall’Emilia Romagna anche dalla Valsusa e dal sud Italia. Senza contare la partecipazione dei veneziani che patiscono sulla loro salute l’inquinamento generato da questi mostri del mare, che temono per l’incolumità della loro città e delle loro case sfiorate da queste tonnellate di acciaio più alte del campanile di San Marco, che non possono stendere la biancheria fuori della finestra che la tirano dentro sporca di fuliggine”. Già, perché le Grandi Navi, partorite da una economia fossile basata sullo spreco, non possono spegnere i loro motori nemmeno quando sono ormeggiate e continuano ad inquinare come una autostrada a tre corsie e a fare di Venezia, il luogo per antonomasia senza auto, la terza città più inquinata d’Italia.
“Per questo, noi attiviste del comitato, non abbiamo dubbi che domenica il popolo delle calli sarà in riva con noi – conclude Marta Canino -. La gente ce lo dimostra tutti i giorni avvicinandoci ai banchetti che stiamo organizzando nei campi e nelle calli per esprimerci solidarietà e vicinanza. E ce lo ha dimostrato anche nel referendum autogestito che abbiamo organizzato domenica 18 giugno, raccogliendo oltre 18 mila votanti in poche ore con una percentuale di favorevoli all’allontanamento delle Grandi Navi pari all’98,7 per cento. Di fronte ad una politica che non sa decidere e che è prona agli interessi di una economia armata che porta profitti per pochi e povertà per tanti, i veneziani hanno avuto il coraggio di alzare la testa e di ribadire che la laguna è un bene comune e non una proprietà privata della compagnie di crociera“.