In questa pagina ho riportato gli ultimi articoli che ho scritto per il quotidiano ambientalista Terra, il settimanale Carta, Manifesto, per siti come Global Project, FrontiereNews o siti di associazioni come In Comune con Bettin e altro ancora.
Amministratori locali sempre più nel mirino del crimine. Ne parliamo con Gianfranco Bettin, uno di quelli sotto tiro
13/03/20152020VE, Articolo 21, Frontiere News, Lo Straniero
Anche “Avviso Pubblico”, l’associazione tra amministrazioni pubbliche che promuovono la legalità e la lotta alle mafie, registra il preoccupante fenomeno. L’ultimo Rapporto, del 2014, registra un aumento del 66% rispetto al 2010 degli atti intimidatori. L’80% avviene al sud ma anche al nord ormai il problema si pone in modo inquietante. Nel Veneto sono 9 i casi censiti. Di questo quadro allarmante parliamo con Gianfranco Bettin, sociologo e scrittore, attivista politico e ambientalista ma anche più volte amministratore pubblico a Venezia con deleghe alle politiche sociali e all’ambiente, uno degli amministratori del Nord più sotto attacco, per anni sotto scorta, definito da “Avviso Pubblico” nel suo ultimo rapporto “un amministratore storicamente impegnato nella difesa dell’ambiente e contro la criminalità”.
Sono dati molto preoccupanti, no? Anche per la “risalita” al Nord e nel nostro Veneto di questa escalation di attacchi e intimidazioni.
Secondo me, il dato è ancora sottostimato. Credo che si basi su ciò che viene segnalato da interrogazioni parlamentari. Ma molto sfugge. Mi baso sulla mia esperienza: dagli atti citati nei report che mi riguardano mancano diversi episodi: le minacce contro mia madre, scritte intimidatorie apparse in varie parti della città, diverse intimidazioni a domicilio. Certo, quelle registrate bastano a farmi entrare in classifica, diciamo così, per sdrammatizzare. In realtà, voglio dire che molto probabilmente il fenomeno generale è più esteso e, dunque, più preoccupante.
A cosa pensi sia dovuto?
Intanto al fatto che molti amministratori locali fanno il loro dovere. A fronte di qualcuno che, qualità del lavoro amministrativo a parte, si comporta da disonesto, ce ne sono moltissimi che fanno il loro dovere anche rischiando. Bisognerebbe rammentarlo a chi blatera contro la politica e gli amministratori in generale. Anche a Venezia. Poi c’è il fatto che, oggi, gli amministratori sono in prima linea comunque, sul fronte dei bisogni dei cittadini, con scelte difficili e cruciali da assumere, con interessi potenti da contrastare. Lo Stato li lascia spesso soli, togliendo risorse e poteri, e facendone dei capri espiatori (pensiamo al feroce Patto di stabilità che devasta i bilanci comunali o alle regole farraginose che imbrigliano l’azione amministrativa e la subordinano a pareri e poteri sovradeterminati, spesso opachi, sempre autoreferenziali).
Ma c’entra anche la crescita dei poteri criminali, no? La loro risalita al Nord.
Certo. Sia quelli “in guanti bianchi”, e qui a Venezia e nel Veneto, ne abbiamo avuto un esempio lampante con le vicende del Mose e delle truffe sulle bonifiche a Marghera (il capitolo più infame di quella storia infame), sia quelli “senza guanti”, anche se spesso tendenti a mimetizzarsi. Qui da noi, ad esempio, la gang del Tronchetto, e i suoi possibili ammanicamenti mafiosi, o quella degli appalti, con sicuri legami mafiosi, come nel settore dello smaltimento rifiuti e terre di scavo, o del riciclaggio nell’edilizia, nel turismo e nel commercio. Oltre, ovviamente, ai racket del narcotraffico e dello spaccio di strada, della prostituzione e perfino dello sfruttamento dei mendicanti e alle più ovvie rapine, scippi, furti, prepotenze varie.
Tu hai avuto e hai a che fare un po’ con tutti costoro. E’ inevitabile?
E’ inevitabile se entri a fondo nelle dinamiche della città, se non ti limiti ad agire in superficie. Se non chiudi gli occhi o non giri lo sguardo da un’altra parte. Un amministratore locale non lo deve fare. ma con questi ambienti loschi mi sono scontrato anche prima e dopo aver avuto ruoli amministrativi e istituzionali. Anche da semplice cittadino o da attivista ci si può impegnare contro questi nemici della sicurezza, della legalità e della convivenza civile. Tra costoro, beninteso, ci metto anche fascisti e razzisti.
Te ne sei mai pentito?
No.
Tempo fa, dopo qualche ennesimo attacco, hai dichiarato di non volere la scorta. Perché?
L’ho avuta per diversi anni, è pesante. In Italia, poi, se proprio non ti ammazzano (e anche in quel caso…), dopo il primo momento di solidarietà, si comincia a malignare, a guardare male gli stessi agenti che ti tutelano. Mi era diventato insopportabile, per il rispetto e la gratitudine che provavo per il loro lavoro. Piuttosto, mi chiedo se vale la pena di rischiare, di mettere in pericolo te stesso e chi ti sta vicino, in un paese di ciarlatani maligni capaci di dire che perfino Falcone l’attentato all’Addaura se lo era fatto da solo, o che Saviano è un mitomane, e via infamando. Non sto parlando dei fuori di testa che impestano il web, o dei calunniatori da mouse, o dei buontemponi che buttano tutto in vacca, disgustosi comunque. Sto parlando di chi fa finta di non vedere il tuo lavoro, il tuo rischio, e sparge veleni e allusioni e quando può ti calunnia. Accade a tutti gli amministratori esposti al pericolo, oggetto di campagne di delegittimazione.
Come mai?
Per interesse, da parte dei nemici politici (o dei loro nemici criminali o malavitosi). O perché essi sono la prova vivente dell’ignavia e a volte del fallimento di chi è bravo solo a cianciare e quindi vorrebbe denigrarli, ucciderne immagine e reputazione. Lo ha ben documentato proprio Roberto Saviano, ma è esperienza corrente di chiunque si trovi esposto da un lato agli attacchi dei criminali o dei fuori di testa e dall’altro all’azione denigratoria di questi cialtroni. Scarabei stercorari, senza la bellezza e l’ingegno di quegli ottimi insetti (pure buoni astronomi, si muovono seguendo la traccia in cielo della Via Lattea, lo sapevi?). Di essi - degli umani stercorari, intendo - potremmo dimenticarcene, se non fosse che il loro sporco lavorìo mette ancor più in difficoltà chi lavora onestamente nelle istituzioni e sul territorio e coerentemente contrasta malavita e crimine organizzato così come i poteri forti e loschi.
Insomma, vale la pena.
Non lo so, se ne vale la pena. So che è giusto.