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"Bambino di città
cerca amici perchè non ne ha.
Si prega di guardare
sul quinto balcone:
tiene in mano un aquilone
che volare non sa".

(Nell'anno di Rodari, chiedersi se esiste una poesia più triste e altrettanto perfetta).

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Ma noi continueremo a studiare i bricconi

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Nell'anno di Rodari, mamma perdonami, ma insomma è andata così.

[Lunedì 23 luglio 2018] 10 libri importanti per la mia vita, #2: Riguardo alle Avventure di Cipollino ho avuto di recente una discussione animata con mia madre. Io stavo notando che Cipollino mi sembrava un po' dimenticato, rispetto ad altri titoli di Rodari: come del resto era normale che succedesse, visto che il comunismo ha perso.
"Il comunismo? cosa c'entra adesso il c..."
"Eddai mamma, è l'unica fiaba dove i personaggi fanno la rivoluzione..."
"Ma io l'ho letto per vent'anni ai bambini".
"Certo mamma, ricordo benissimo, nella sezione dei cinque anni tu leggevi Cipollino perché..."
"Perché è una fiaba educativa".
"Perché è una fiaba educativa e comunista, mamma, tu lavoravi in una scuola materna comunale comunista, il prete non voleva entrarvi a benedire, eddai".
"Io non sono mai stata comunista".
"Magari non lo eri nel segreto nell'urna, ma insomma mamma, una fiaba in cui tutti gli ortaggi umili scacciano il duce pomodoro e i principi limoni..."
"Rodari forse un po' lo era..."
"Direi, scriveva sul Paese Sera".
"Ma io l'ho incontrato solo in ambito didattico, lo chiamarono nelle scuole..."
"Di Reggio Emilia".
"Comunque lo leggevano in tutto il mondo, si vede che era univers..."
"Mamma! Il mondo in cui lo leggevano era: Ungheria, Romania, Messico, Unione Sovietica, mi ricordo ancora la quarta di copertina con le edizioni in cirillico. Mamma!"
"Ma che c'entra l'Unione Sovietica, scusa, Pollicino è stato il primo personaggio che... me lo faceva leggere mio padre! sul giornalino illustrato che ci portava a casa da..."
"Quel giornalino era il Pioniere, era l'inserto dell'Unità, tuo padre comprava l'Unità, Cipollino era comunista, mio nonno era comunista, non siamo sempre stati tutti morotei in questa famiglia mamma dai".

Niente, se l'è presa.

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Ci fece un cenno dai vetri e fu tutto

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Noi leggevamo un giorno per diletto,
noi leggevamo un giorno sul diretto,
soli eravamo e senza alcun sospetto,
sordi eravamo e senza alcun cornetto,
stolti eravamo e senza alcun concetto,
saliti a Teramo senza biglietto,
senza burro né strutto,
né pancetta né prosciutto.

Morti eravamo, senza alcun costrutto.
Sola, la morte, in sala d’aspetto,
era una morte di modesto aspetto,
povera morte senza doppiopetto,
ci fece un cenno dai vetri e fu tutto. 

(Nell'anno di Gianni Rodari, ricordarsi di questa pubblicata sul "Caffè" che comincia come una filastrocca scema da ginnasiali e poi sembra che diventi sempre più scema e invece all'improvviso si impenna e con quel "cenno dai vetri" sorpassa Montale sul filo).
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