Boia chi non verifica le fonti

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Contro il citazionismo la mezza età si scaglia.

Ieri alla Camera è successa una cosa di cui forse, in minuscola parte, ho responsabilità anch'io. Che emozione.

Ieri è successo che un tizio alla Camera, affamato di visibilità come solo può essere un "cittadino" m5s con scarse possibilità di rielezione e un biglietto di ritorno già obliterato per l'anonimato, abbia proferito l'osceno motto "Boia chi molla". Non è una cosa che gli è scappata: se l'era preparata, perché immediatamente ha twittato accusando di ignoranza chi gli dava del fascista: infatti se uno legge bene wikipedia "Boia chi molla" non sarebbe un motto di origine fascista ecc. ecc. Come ha testimoniato abbastanza fedelmente Diego Bianchi a Gazebo, in realtà i giornalisti non avevano nemmeno avuto il tempo di reagire.

In seguito ovviamente le reazioni ci sono state, e molti hanno fatto notare la cosiddetta Regola della Svastica, ovvero: benché sia noto ai più che il simbolo ha origini buddiste, indù e ancora più antiche, se lo scrivi su un muro io non penserò che sei un buddista, né un indù. I simboli, i motti, le canzoni, non sono di chi le scrive, ma di chi le rende davvero famose. Se "te ne freghi", non stai citando gli arditi della prima guerra mondiale; se brindi con "eja eja alalà" non sei un raffinato dannunziano che vuole omaggiare l'impresa di Fiume. Stai rispolverando un arnese fascista e ne sei consapevole.

E tuttavia il tizio ci teneva a farci sapere che il motto non è fascista, e a tal scopo linkava wikipedia. Voglio sperare che sia una delle ultime volte in cui linkare wikipedia in pubblico sarà considerato un gesto d'avanguardia: guardate che sulle pagine di wikipedia ci vanno anche i bambini. Da qui in poi wikipedia dovrebbe essere considerata un po' il minimo sindacale della cultura generale, la cosa che non si linka più perché si dà per scontata.

Inoltre le informazioni su "Boia chi molla" presenti in wikipedia sono abbastanza insoddisfacenti e... potrei averle inserite io. Non sono sicuro, giuro. Tanti anni fa, quando avevo tempo libero (e mi ero preso una mezza vacanza dal blog), mi era cresciuta un'insana passione per i modi di dire - che era anche un modo per combatterli dentro di me. Pensavo che Wikipedia fosse l'ambiente più adatto per discuterne e catalogarli, anche se si tratta a ben vedere di un catalogo impossibile - ma Wikipedia in sé è impossibile. Così cominciai ad accumulare informazioni che finirono nel Glossario delle frasi fatte. Ci tengo a dire che tutto questo succedeva parecchi anni fa (2005), perché il mio lavoro fu tutt'altro che scrupoloso, ma a quei tempi se infilavi delle informazioni su it.wikipedia senza citare le fonti non ti prendevano ancora, e giustamente, a calci. In mezzo a tutta quella roba forse infilai anche "Boia chi molla". Non ne sono sicurissimo - so che c'era già una pagina sui motti fascisti - in ogni caso incappai nella frase e la misi lì, dove adesso non c'è. In compenso qualcuno (che oggi risulta "Bannato") la estrapolò e ne fece una paginetta autonoma, che con qualche variazione è la stessa che ha citato il cittadino m5s ieri.

Quella pagina continua ad affermare che l'espressione sia stata coniata durante la brevissima Repubblica Partenopea del 1799, e che sia stata usata a decenni e centinaia di chilometri di distanza, durante le Cinque Giornate di Milano. Ma la fonte? A un certo punto qualcuno ha trovato anche una fonte. Un articolo su Repubblica di Elena Stancarelli che parla di Eleonora Pimentel, la quale "si dice, coniò in quella occasione lo slogan". Purtroppo il tempo è passato, e oggi su wikipedia giustamente non si può più scrivere "si dice". Ma si può ancora linkare una fonte che dice "si dice"?

Passano altri anni, a Buffon a un certo punto scappa detta la stessa cazzata, e nessuno si prende la briga di controllare chi abbia realmente sentito dire alla raffinata Eleonora Pimentel "Boia chi molla". Tanto c'è wikipedia, no? Ecco, è un po' come quando Isidoro di Siviglia prendeva appunti rapidi rapidi perché doveva riassumere lo scibile umano in poche migliaia di pagine e poi arrivano i secoli bui, la pergamena costa cara e tutti si mettono a raschiare via i testi antichi, tanto c'è Isidoro di Siviglia che ha già scritto tutto. Allo stesso modo, un "si dice" su wikipedia sta diventando una verità incontestabile, ora anche diffusa in parlamento - e non mi stupirei se la stessa Stancarelli in buona fede avesse preso la notizia da wikipedia, creando un corto circuito auto-alimentante: wiki ha ragione perché ha una fonte, la fonte ha ragione perché l'ha letto su wiki.

Io nel frattempo mi diverto con le teorie del complotto, per esempio: chi avrebbe avuto interesse a mettere in giro la storia che "Boia chi molla" non era un motto di origine fascista? L'identikit del tizio prevede che abbia molta voglia di dire "Boia chi molla" (quindi un background fascio) e una certa insofferenza per il fascismo. Questo ci porta a due possibilità.

1. La destra evoliana, che cercava di allontanarsi dall'MSI, e allo stesso tempo continuava a scaldarsi con la stessa retorica: può darsi che qualcuno in qualche nucleo armato abbia sollevato un'obiezione (basta con boia chi molla, è roba nostalgica), e qualcuno si sia inventato un mito di fondazione per superarla (macché dici, è un archetipo! si diceva così a Napoli nel '99!)

2. Un problema di coscienza allo stadio. Da qualche parte, in qualche curva, una frangia di sinistra può avere avuto delle difficoltà a giustificare il fatto di divertirsi a intonare un motto così, e può avere inventato lo stesso mito di fondazione. E tuttavia doveva trattarsi d'una frangia abbastanza erudita, voglio dire, Eleonora Pimentel Fonseca, mica Tarzan. Per cui forse la prima ipotesi è più convincente.

La scelta di Napoli come luogo natale depone a favore di un'origine meridionale; l'idea che lo stesso motto appaia misteriosamente a Milano cinquant'anni dopo appare un tentativo di riequilibrare la storia.

Poi magari stamattina qualcuno ha scritto un pezzo meraviglioso in cui si citano quindici libri edizione Laterza che dimostrano inoppugnabilmente come Eleonora Pimentel motivasse i partenopei sibilando Boia chi Molla e Chi s'astiene dalla lotta è un gran figlio di *******, e io me lo sono perso: nel qual caso sareste molto gentili a segnalarmelo.

Update: dopo anni di attesa, grazie al prezioso contributo di Cragno, abbiamo finalmente una fonte che non dice "si dice": è il saggio Mondadori Le frasi celebri nella storia d'Italia di Antonello Capurso. Purtroppo è uscito nel 2012, e da quel che ho capito non cita le fonti, per cui... potrebbe aver recuperato l'informazione su it.wikipedia. E siamo daccapo. Però grazie Cragno.
Comments (39)

.mau. wrote ...
infatti. Il libro del Capurso l'avevo trovato anch'io, ma l'avevo scartato per manifesta recentismità.
2/4/2014, 2:03:00 PM

Anonymous wrote ...
che coglioni!
2/4/2014, 1:26:00 AM

senza nome.txt (g) wrote ...
Leonardo, non c'è nessuna guerra e le faccine si mettono proprio perché al netto delle stesse le cose potrebbero apparire di senso diverso da quello che hanno. Le faccine che ho messo io volevano indicare che - per me - siamo al massimo sul "serioso", e in tutta serenità: la pagina delle avvertenze
https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Avvertenze_generali
sta sotto a tutte le pagine, quindi solo a considerare le pagine delle voci ci sono già non meno di un milione di link (non so quante pagine in tutta la Rete siano così linkate), più questo qua sopra, se lo lasci :-)
Non è un lavarsi le mani, è che sappiamo come nascono le voci e ne avvisiamo chi si prende la briga di farsi avvertire; del fatto che poi la gente le legga e le linki lo stesso, attribuendo loro i caratteri che sappiamo, non c'è dubbio, è una responsabilità morale che vogliamo avvertire tutti, ma in termini morali. E agiamo di conseguenza, infatti lo spunto vero del tuo post non mi pare sia molto diverso da ciò che in it.wiki ho scritto anche io (nella parte finale, quella senza faccine). Sta anche nelle policy una menzione del rischio di autoreferenzialità circolare, e forse da prima dei tempi di quell'edit.

Ora, se tu chiudi il post dicendo più o meno "qualcuno mi faccia sapere se ci avevo azzeccato" :-) (me la consenti questa sintesi che ha la sua brava faccina? :-) siccome stiamo trattando di una ipotesi un po' forte, diciamocelo, mi son sorpreso; di quello come dei tanti "forse la scrissi", perché se sai di Bannato che scorporò la voce, ti sei letto la crono ed eri quindi a un clic dal tuo edit nella pagina che invece ricordavi. Mi son sorpreso anche perché avevo avuto con te scambi di gran precisione (che ho linkato) e perciò ti ho chiesto (con faccine :-) "com'è che proprio tu te la sei persa?"
Dopodiché, certo, mi si rivela ad ulteriore sorpresa che ci sono molti edit evidentemente da controllare, può farmi il piacere che puoi immaginare, ma non lo dico con animo negativo, è verissimo, allora si faceva così e si editava così; oggi però ce li dobbiamo spulciare. Tutto qui.
Sì, è vero, la Rep. Napoletana mi sa di bufala (mio pov). E' possibile che questo mi condizioni, e mi dispiace se risulta sgradevole, ma del resto ho provato a vederla più alla leggera di quanto sia parso.
Di mitomania io però non ho parlato, visto che non lo penso. E ho riferito "lazzo" a ciò che ho scritto io.

Adesso la situazione è che in voce ci sono fonti che confermano gli assunti, e comunque stiano le cose il mestiere di WP è (una volta non lo era) riferire che Tizio ha detto la tal cosa, giusta o sbagliata che sia.
L'importante è che non attribuisca mai patenti di verità di merito, lì sì che avremmo un problema gravissimo che figurati cosa diverrebbe se entrasse anch'esso in loop di fonti...

Ma un aiutino con quegli edit tuoi d'antan, ce lo dai? Su, dai, ti aspettiamo di là :-D
2/2/2014, 7:56:00 PM

Anonymous wrote ...
Ma per piacere, chissenefrega se si genera fuoco. Tu sarai anche un wikipediano pacato Retaggio, ma continui a tollerare le minacce e il comportamente odioso di gente come g. Apri gli occhi e smettila di proteggere certi comportamenti.
2/2/2014, 5:44:00 PM

Anonymous wrote ...
Invece, caro Anonimo, sei tu che stai soffiando su un fuoco inesistente cercando solo lo scontro per divertirti un po'.
Qui (e su wiki) si discute di fonti, di storia, di politica e tu invece vaneggi di complotti.
Dubito anche che tu sia un lettore abituale di questo blog, probabilmente sei venuto qui seguendo il link su wiki, in cerca di "chiasso".
Non ti vuoi firmare? Poco male, tanto non è un gran mistero.
Personalmente ringrazio di cuore Leonardo che ha portato alla luce un problema e che probabilmente porterà a un miglioramento dell'enciclopedia.
Il resto è inutile fuffa.

Firmato:
Retaggio, lettore assiduo di questo blog e wikipediano da diversi anni.

PS - Sono anche io che ho aperto la discussione su wikipedia riguardo questa segnalazione.
2/2/2014, 5:02:00 PM

Anonymous wrote ...
Per loro ormai hai fatto emergere un problema, e come tutte le volte che questo è successo vai attaccato, screditato e possibilmente te la devono far pagare in qualche modo. Devi pagare il prezzo di aver parlato di wikipedia non in una luce totalmente aulica e positiva. Sei un ottimo bersaglio, sanno chi sei su wikipedia, non sei il giornalista famoso che ha copiato spudoratamente e che va bene prendere un po' in giro su wikipedia mentre si gongola perché si pensa di aver dimostrato il proprio potere perché si è stati usati. Sei uno sconosciuto che per loro ha montato su tutto questo caso per sfruttare la loro presunta popolarità per aumentare le visite e farti un nome a loro spese. Questo è quello che è sempre successo. Si fanno critiche legittime? Screditato e attaccato, mai e poi mai ascoltato. Un sistema di chiusura verso l'esterno perfetto. Ci hai fatto ragionare su di un problema di wikipedia e dei siti di informazione in generale, paga il biglietto! Paga il biglietto!
2/2/2014, 10:48:00 AM

Leonardo T wrote ...
Da quel che ho capito c'è una specie di guerra in corso. Mi dispiace, però credo di non averci molto a che fare.

Mi dispiace che G abbia letto questo pezzo come un lazzo contro wiki perché semplicemente non lo è. Wiki è uno strumento importante, mi piace molto, lo uso tantissimo, credo che sia necessario educare i lettori che vanno in cerca di informazioni su internet non a usarlo come fonte primaria, che è l'errore che ha fatto il "cittadino m5s": l'ho letto su wiki e quindi è vero. Questa mentalità tra l'altro espone wiki ad accuse ingiuste.

Al netto nelle faccine non ho capito se stia parlando sul serio: se avessi più informazioni sulla cosa ovviamente le avrei messe qui, perché dovrei tenermele? Sono passati molti anni e, se non ci fossero i log di wiki, non sarei nemmeno sicuro di avere inserito io quel testo. Fu senz'altro un errore e mi dispiace; come è già stato fatto notare, la leggenda circolava già parecchio nell'internet pre-wikipediana. Faccio presente che non la presi per vera, ma misi un "si dice" (che oggi mi fa rabbrividire): se fossi stato un mitomane, visto che è questa l'accusa, l'avrei spiattellata lì senza nessun "si dice".
2/2/2014, 10:07:00 AM

Anonymous wrote ...
L'altro ieri un onorevole ha dato un pugno a una cittadina 5s
2/1/2014, 11:26:00 PM

Anonymous wrote ...
Perché dovrei spendere il mio tempo per aggiungere fonti su wikipedia, quando tutto il progetto è compromesso dai suoi più assidui frequentatori? E quell'utente non ha falsificato le fonti, è stato invece accusato falsamente di averle falsificate. Ma potete ripetere la favoletta quanto volete, a nessuno interessa il vostro parete, solo dal modo in cui reagite quando ricevete critiche si capisce che non potete assolutamente valere nulla come interlocutori. Tra l'altro perché ogni volta uno dovrebbe diventare contributore per essere qualificato a criticarvi? Siete una enciclopedia, servite principalmente al lettore, non al contributore.
E se ve lo chiedete, non mi firmerò, è divertente vedere come lanciate le solite accuse e insinuazioni.
Vi auguro che questo anno come ogni gennaio ci sia un picco di contribuzione (e dai dati che vedo pare ci sarà), l'anno l'avete chiuso con un 30% in meno di utenze in tutte le statistiche.
2/1/2014, 10:39:00 PM

Anonymous wrote ...
Ieri è successo che un tizio alla Camera, affamato di visibilità come solo può essere un "cittadino" m5s con scarse possibilità di rielezione e un biglietto di ritorno già obliterato " fa un po' bue che da del cornuto etcetc
2/1/2014, 10:18:00 PM

Leonardo T wrote ...
Ma no, si può sempre recuperare, e questo è un esempio. Basta ricordarsi che Wiki non potrà mai essere perfetta, e che non puoi citarla come unica fonte (che è quanto successo in parlamento).
2/1/2014, 7:22:00 PM

senza nome.txt (g) wrote ...
A me se Leonardo porta le fonti di ciò che ha inserito (perché l'ha inserito lui) può far solo piacere. Il resto sono commenti e commentini che la voce non la correggono e non la sviluppano.
Ah, il libro citato è di un ex-utente che è stato bannato per falsificazione delle fonti, fattispecie che dà titolo a prebende in altri contesti, in WP è ostracismo, certo, e vorrei pure vedere.
In WP in effetti non c'è né democrazia né oligarchia, ci sono voci con fonti, voci senza fonti ma veritiere e voci senza fonti perché bufale (più o meno interessate).
Se avete fonti da aggiungere o correggere, grazie per l'aiuto.
Se non siete in posizione limpiderrima e ci fate sopra dello humour, qualche lazzo indietro ve lo portate a casa, è compreso nel prezzo ;-)

Leona', caccia sta fonte, che esiste tu lo sai dove l'hai messa :-P

(sì, sono il capo della Spectre, sapevatelo :-D)
2/1/2014, 7:03:00 PM

Trumpet wrote ...
Il problema delle referenze circolari su Wikipedia (informazione senza fonte su Wikipedia che viene ripresa da un giornalista/saggista/autore e che una volta pubblicata diventa fonte a sua volta per wikipedia) è grave come dimostra il recente caso delle citazioni in articulo mortis attribuite da un blogger a personaggi appena deceduti e venuto alla luce su Wired (http://www.wired.it/internet/2014/01/15/come-ho-fregato-tg-politici-e-giornali-con-wikipedia/) , ma sembra non interessare nessuno, né i media, né i Wikipediani come lamenta il recente saggio
"Wikipedia, L'Enciclopedia libera e l'egemonia dell'informazione", Bietti Editore

A margine, e rispondo all'anonimo che mi precede citando l'intervento minaccioso, contro Leonardo e il suo post a firma del wikipediano g, lo stesso libro spiega come lo stesso g sia a tirare le fila di un'oligarchia di Wikipediani che vuole imporre il proprio modus operandi, cercando ci ostracizzare chiunque abbia punti di vista diversi dal suo.
Leggendo il libro, nonostante la documentazione portata dagli autori, credevo che fosse una mezza esagerazione, ma leggendo il commento e l'acrimonia in quella discussione comprendo che la situazione su Wikipedia italiana possa essere anche peggiore di quanto descrivano gli autori del saggio
2/1/2014, 3:33:00 PM

Anonymous wrote ...
Volevo solo farti notare che come al solito quando si parla di wikipedia, se si evidenziano dei problemi partono le insinuazioni, seguite da una piccola minaccia (http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Wikipedia%3ABar%2FDiscussioni%2FBoia_chi_non_verifica_le_fonti&diff=63886267&oldid=63886253) da parte della comunità. Sarebbe ora di lasciar perdere wikipedia e ignorarli. Il problema delle fonti in wikipedia è irrisolvibile. All'inizio non ci si curava che venissero messe, ora è tardi pretendere di recuperare. E anche quando si fa, dipende sempre se le fonti piacciono o meno alla comunità. Chissà quanti danni son stati fatti.
2/1/2014, 11:38:00 AM

Leonardo T wrote ...
Ma mica volevo convincerti, a me andrebbe bene anche se finalmente si trovasse la fonte partenopea. L'importante non è mica se ha ragione l'uno o l'altro, l'importante è il metodo.
1/31/2014, 10:36:00 PM

cragno wrote ...
Ok Leo, mi hai convinto.
Nel senso che probabilmente il motto non nasce col fascismo ma nel ns esercito durante la prima guerra mondiale (come da ricostruzione storica di Antonello Capurso)

La storia della Repubblica Partenopea invece è probabilmente una cazzata, che ha funzionato per replicazione acritica di una pagina di wikipedia. Questo almeno fino a prova contraria, perchè al momento di prove non se incontrano

Meritano una citazione le uniche due fonti che ho trovato - a parte te - che si sono prese la briga di dire che si tratta appunto di una cazzata, una persino in tempi non sospetti:

Maria Mantello di Micromega
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/01/31/maria-mantello-boia-chi-molla-da-mussolini-a-tofalo/

Umanità Nova settimanale anarchico
http://www.umanitanova.org/n-39-anno-90/il-colore-delle-tende
1/31/2014, 7:15:00 PM

Anonymous wrote ...
Una precisazione minima: l'utente che ha creato la voce "boia chi molla" su Wikipedia non è un utente "che oggi risulta bannato". E' uno spiritoso che, a suo tempo, si è scelto la parola "Bannato" come nickname; scelta che non ha mancato di suscitare perplessità, come si vede qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Discussioni_utente:Bannato
Ciò non toglie che avrebbero fatto bene a bannarlo per davvero - ma questa è una mia opinione.
1/31/2014, 4:38:00 PM

lyutist wrote ...
L'indicizzazione della letteratura italiana su google books è ancora a livelli tristissimi, ma comunque "Boia chi molla" non appare su ngram prima del 1965

https://books.google.com/ngrams/graph?content=boia+chi+molla&case_insensitive=on&year_start=1799&year_end=2008&corpus=22&smoothing=3&share=&direct_url=t4%3B%2Cboia%20chi%20molla%3B%2Cc0%3B%2Cs0%3B%3Bboia%20chi%20molla%3B%2Cc0%3B%3BBoia%20chi%20molla%3B%2Cc0#t4%3B%2Cboia%20chi%20molla%3B%2Cc0%3B%2Cs0%3B%3Bboia%20chi%20molla%3B%2Cc0%3B%3BBoia%20chi%20molla%3B%2Cc1
1/31/2014, 4:02:00 PM

Anonymous wrote ...
"boia chi molla" lo disse rugantino a mastro titta che voleva disdirsi dallo sposare la sorella di un "assassino".

ma non il rugantino romanzato di G&G, il rugantino SSORICO* IOII!
la fonte sono io medesimo.
sapevatelo, su cheapalcohol.com

* quelli che per parte loro credono in mosè e nel roveto ardente sono pregati di osservare un dignitoso silenzio, almeno
1/31/2014, 2:47:00 PM

Anonymous wrote ...
Conoscevi questo?

http://xkcd.com/978/
1/31/2014, 11:19:00 AM

cragno wrote ...
Saranno anche libri nuovi ma l'hai letta la ricostruzione di Capurso ? Non era la tua, non era quella di wikipedia ma comunque conferma che la cosa ha un suo fondamento e che wiki, dovunque provenisse quella notizia, comunque non l'aveva inventata

Vabbè te l'ho postata su fb
1/31/2014, 11:18:00 AM

Leonardo T wrote ...
No, perché nel 2005 ero appunto uno di quei cialtroni che scriveva su wikipedia "secondo alcuni".
Se avessi avuto una fonte più precisa l'avrei messa, ma probabilmente anche la mia fonte diceva "secondo alcuni".
1/31/2014, 11:04:00 AM

Alex Capo wrote ...
Sei un genio. Purtroppo, leggendo il tono degli altri commenti, mi pare che ti capiscano in pochi.
1/31/2014, 10:53:00 AM

Anonymous wrote ...
Scusa Leonardo...
ma se l'informazione l'hai inserita proprio tu nel 2005 (e sembrerebbe di sì https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Glossario_delle_frasi_fatte&diff=2120095&oldid=2092437 ), non puoi inserirla tu stesso la fonte pre-2005?

O almeno ricordarti da dove l'avevi presa...

Anonimo di it:wiki
1/31/2014, 10:16:00 AM

Leonardo T wrote ...
No aspetta, c'è un problema. Capurso è del 2012, l'Handbuch del 2009, Gulisano del 2008. Nessuno di loro aggiunge informazioni o cita fonti, mi pare. Quindi potrebbero avere tutti e tre preso da it.wikipedia.
1/31/2014, 9:37:00 AM

marcell_o wrote ...
internet è una bestia strana:
per molte persone se sta su internet (wikipedia, un blog qualunque, la colonna destra dei quotidiani on line...) è vero e può essere citato come fonte
quindi le minchiate si autoalimentano, soprattutto se si possono riassumere in una battuta
visto che gran parte dell'informazione passa da computer/tablet/smartphone ci si sta disabituando a leggere cose circostanziate, con dettagli e citazioni controllate
senza contare che molti non leggono neanche più: guardano solo clip filmate!
in effetti sono stupito che tanti strillini vengano qui a criticare: i tuoi pezzi sono spesso lunghi e non metti mai filmati...
comunque sì, un approfondimento ci starebbe tutto
1/31/2014, 9:21:00 AM

Leonardo T wrote ...
Obbene. Sarebbe bello farci un post su Piste a questo punto.
1/31/2014, 2:21:00 AM

cragno wrote ...
Ah, dimenticavo l'Italienische Mediensprache. Handbuch / Glossario del linguaggio dei mass media di Eckhard Römer
1/31/2014, 2:17:00 AM

cragno wrote ...
Oltre al citato testo di Antonello Capurso se ne ritrova traccia anche in un testo di Paolo Gulisano, "Quel cristiano di Guareschi"
1/31/2014, 2:07:00 AM

cragno wrote ...
ehm, avrei trovato la fonte. Non so se sei ancora in tempo a cancellare tutto
http://books.google.it/books?id=yvQeJfDmY8MC&pg=PT127&dq=%22boia+chi+molla%22+repubblica+partenopea&hl=it&sa=X&ei=zvTqUra3JOGV7Aao0oF4&redir_esc=y#v=onepage&q=%22boia%20chi%20molla%22%20repubblica%20partenopea&f=false
1/31/2014, 2:00:00 AM

Leonardo T wrote ...
Magari prima i testi non sono indicizzati molto bene.
Oppure era considerato troppo volgare.
Oppure è un'invenzione del dopoguerra che grazie a film o altre cose è riuscita a infiltrarsi nella memoria collettiva. Quest'ultima è molto suggestiva, come cazzata.
1/30/2014, 11:00:00 PM

Leonardo T wrote ...
Bisogna leggere una parola sì e tre no, forse.
1/30/2014, 10:55:00 PM

Leonardo T wrote ...
Vi censuro a tutti quanti
1/30/2014, 10:54:00 PM

cragno wrote ...
Sull'archivio storico della Stampa, che parte dal 1867, la prima volta che compare la frase è il 31 agosto 1957, alle esequie di Mussolini (tra l'altro wikipedia dice che la traslazione della salma fu nel 1956)
1/30/2014, 10:24:00 PM

esse wrote ...
Postcontemporaneo.
1/30/2014, 9:57:00 PM

Genesio wrote ...
Credo che ci voglia dire che sta tornando il fasismo!
1/30/2014, 9:09:00 PM

.mau. wrote ...
non è uno scrittore del 2025?
1/30/2014, 8:15:00 PM

Claudio B. wrote ...
Il pezzo inizia con

"Ieri alla Camera è successa una cosa di cui forse, in minuscola parte, ho responsabilità anch'io"

In risposta a tale affermazione, citerò uno scrittore contemporaneo

"Eppure dice sempre ke nn a fatto niente d importante. Nel suo blog è terribilm evasivo: io portavo le paste, io dirigevo il traffico, io preparavo il caffè... Ora io t chiedo: È MAI POSSIBILEEE??? Ke in 20 anni di rivoluzione tu conosci tutti i pezzi grossi come Defarge & Arci, ap., & resti sempre uno sfigato ke porta paste & caffè alle ri1ioni???? Tu c credi? Io nn c credo."
1/30/2014, 8:07:00 PM

Anonymous wrote ...
Cosa vuoi comunicare esattamente?
1/30/2014, 7:50:00 PM

WWW Isidoro

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4 aprile - Sant'Isidoro di Siviglia, dottore della Chiesa, enciclopedista, patrono di Internet.

[Il pezzo intero si legge qui]. I posteri non ci leggeranno, i posteri non leggeranno in generale. Smetteranno di imparare l'alfabeto come noi abbiamo smesso di fare le aste e le O. Per capire quel che c'è da capire probabilmente guarderanno cose sospese nell'aria, in fondo lo stanno già facendo. E rideranno di noi. Ci considereranno dei deficienti. Ogni tanto verranno a guardare come si imparava ai nostri tempi - sfoglieranno i libri, guarderanno le figure, e rideranno per cose che non fanno ridere. Un atlante geografico, per esempio, un planisfero, che risate.

AHAH CHE RIDERE, GOOGLE PENSAVA
CHE LA TERRA FOSSE UN RETTANGOLO.
"Ma guarda, ahah".
"Cosa c'è da ridere, stronzetto".
"Com'eravate buffi. Pensavate che la terra fosse piatta".
"Ma no, niente affatto".
"E allora perché la disegnavate così?"
"Tanto per cominciare non è un disegno, ma una proiezione. E poi non avevamo scelta, se volevamo raffigurarla su un libro dovevamo proiettarla su una superficie piatta, dal momento che... mi stai ascoltando?"
"No, scusa, sto facendo sesso in chat3d"

Devo scrivere un pezzo su Isidoro di Siviglia, a cui un papa - il terzultimo, ormai - ha affidato il padronato di Internet. Per cui capite che non posso assolutamente far finta che il quattro aprile non si festeggi Sant'Isidoro, il celebre erudito, l'ultimo dottore dell'Antico Occidente, prima dei secoli veramente oscuri; ma questo non vuol dire che ne sappia molto. Solo perché ho una prestigiosa rubrica sul Post la gente crede che io sia un pozzo di scienza ma non è vero, la più parte delle volte do solo un'occhiata su internet il giorno prima. Di solito su wikipedia. Che non è il massimo, eh, ci ha tanti difetti, però è sempre il primo posto in cui vai a cercare. È comoda, a portata di clic. Quando proprio voglio ostentare una profonda conoscenza della materia seguo un paio di link che partono da lì. Mi piacerebbe saperne davvero di più, ma ho tante altre cose da fare, sapeste a che ora mi alzo. Su Isidoro poi pensavo che avrei trovato tantissime cose, ma come succede spesso non è affatto così; dovunque trovo più o meno le stesse tre-quattro nozioni. Ho anche dato un'occhiata ai libri che ho in casa ma non dicono nulla di più; potrei sellare i buoi e recarmi in una biblioteca seria - ma a quel punto mi troverei davanti i venti volumi delle Etymologiae in edizione critica, e poi che ci faccio? Troppo materiale è uguale a nessun materiale.

Non sembra, ma questa è la prima versione a stampa
(Günther Zainer, 1472. Il disegnino compare in alcuni manoscritti,
ma non siamo sicuri che ci fosse anche nell'originale di Isidoro.
Isidoro ha scritto migliaia di pagine che non si legge quasi nessuno, ed è stato messo in croce per un disegnino. A un certo punto, dovendo spiegare nella sua enciclopedia di tutto lo scibile umano una questione abbastanza secondaria, una mera curiosità - com'è fatto il mondo? - Isidoro ne traccia uno schizzo semplificatissimo: una T dentro una O. La O è l'Oceano, che circonda le terre emerse; la T è costituita dal Mediterraneo, che a oriente si biforca in due fiumi (il Nilo e il Don) dividendo i tre continenti: Asia in alto (est), Europa a sinistra (nord), Africa a destra (sud). Isidoro sapeva benissimo che il mondo era più complicato di così; probabilmente condivideva l'opinione degli antichi navigatori che lo consideravano sferico e non piatto; lui stesso aveva viaggiato per terra e per mare, emigrando da Cartagine in occasione dell'invasione bizantina, e trovando riparo nella Spagna visigota. Sapeva benissimo che Europa e Africa avevano coste irregolari e frastagliate; il suo schizzo non era una cartina geografica, ci sbagliamo a interpretarlo così. Era un simbolo, un ideogramma, un modo per raffigurare un concetto e mandarlo a mente. La forma circolare non alludeva a una presunta piattezza della Terra - del resto anche noi, con tutte le nostre approfondite conoscenze geografiche, sui libri usiamo ancora figure piatte, pardon, proiezioni. Sappiamo benissimo che tutte le cartine piatte raccontano qualcosa di falso - la Terra non è piatta - semplificando un concetto più complicato. Ma le usiamo lo stesso, sono comode. Anche Isidoro, sappiamo benissimo che aveva conoscenze più approfondite di quelle espresse con la T nell'O. Ma ci è comodo semplificarlo così, inserirlo nella Storia che ci raccontiamo nel ruolo dell'ultimo compendiatore del mondo antico, sul suo terrazzino spagnolo sospeso sull'abisso dei Secoli Oscuri: si fece buio su tutta la terra e la gente smise di viaggiare, pensate che l'unica cartina che ancora si copiavano nei manoscritti era una T iscritta in un cerchio! È anche un'ottima occasione per fare sfoggio di un sano relativismo culturale, visto che di lì a poco in Ispagna arriveranno gli Arabi con mappe assai più precise, schizzate da navigatori che sapevano orientarsi tra un porto e l'altro.

Ma quello di Isidoro è un mondo che nessun navigatore avrebbe potuto esplorare (continua sul Post...)
Comments (1)

marcell_o wrote ...
azz... io pensavo che il disegnino fosse la rappresentazione del parlamento fatta da grillo
pensa te
a che servono tutti 'sti dettagli? 'ste sofisticherie?
4/4/2013, 10:27:00 AM

Vuoi più bene a Sallusti o a Wikipedia?

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Well Done, Colombus!

Il primo post mai pubblicato su questo blog, quasi 12 anni fa, era un appello contro un progetto di legge-bavaglio. Non esisteva ancora l'espressione, legge-bavaglio, ma esisteva già il concetto e anche un certo allarmismo di fondo. In seguito credo non sia passato un anno senza un progetto di legge-bavaglio che ci costringesse a chiedere aiuto, e che quasi sempre all'ultimo momento veniva scongiurato, più che dai nostri risibili sforzi, dall'improvviso apparir del buonsenso. Come se a un certo punto da qualche parte in parlamento ci fosse una specie di imbuto, un filtro, qualcuno che si legge tutte le leggi strane che stanno per andare al Quirinale,  scuote la testa e dice "ma siete scemi?". Forse esiste davvero un personaggio così, anche se è difficile pensare che l'abbia votato qualcuno. Forse è un usciere.

Comunque io a un certo punto mi sono stancato e non protesto più: al limite quando mi denunceranno sul serio, chiuderò il blog, e finalmente avrà una risposta la domanda che mi arrovella da anni, ovvero: può l'internet italiana fare a meno di me? Credo di sì, ma non ho mai verificato, capite, e quindi il dubbio che tutto possa andare in malora nel giro di una settimana un po' serpeggia. No, scherzo.

Invece Wikipedia, ecco, lei non dovrebbe scherzare. Se davvero la comunità italiana di Wiki ritiene che la nuova legge salva-Sallusti sia una concreta minaccia, forse bisognerebbe trarre le conseguenze e chiudere tutto. Fine. Lo dico non soltanto con la morte nel cuore, ma anche con una punta di panico, perché ormai senza wikipedia non riesco nemmeno a ricordarmi non dico l'anno dell'editto di Tessalonica, ma quello in cui sono nato io. Ma proprio per questo credo sia la cosa giusta da fare. Ricordo ancora lo sbigottimento di quel paio di giorni in cui it.wikipedia andò giù, sempre per protestare contro una legge-bavaglio che non passò. Ecco. Stavolta proporrei una cosa più drastica. Una bella pagina 404 e pedalare. Dopodiché, sarebbe molto interessante vedere cosa succede.

Per prima cosa, i giornalisti. Vediamo cosa riescono a fare i giornalisti senza la wikipedia italiana. Vediamo al primo coccodrillo illustre, alla prima emergenza di qualche tipo. Vediamo se riescono ancora a sbrigarsela senza l'enciclopedia on line, una volta ce la facevano, vediamo.

Vediamo come se la cavano quelli che dovevano assolutamente salvare il collega Sallusti, perché non esiste, assolutamente, che un direttore responsabile che non verifica le falsità infamanti scritte da un giornalista radiato dall'albo sul suo quotidiano, e che in seguito si rifiuta di rettificarle, e quando lo portano in tribunale non paga nemmeno un avvocato decente, e quando lo condannano rifiuta la multa e l'assegnazione ai servizi sociali, e viceversa fa pressione per andare in galera il più presto possibile... non esiste che uno così vada in galera, è un sopruso, un affronto alla categoria, insomma bisogna fare una legge al più presto per impedire a un direttore responsabile che si rifiuta di rettificare le infamie scritte da un giornalista radiato dall'albo di andare in galera; vediamo come si trovano il giorno dopo, un giorno in cui Sallusti sarà libero, e wikipedia non sarà più on line (che poi non si capisce perché per salvare Sallusti in galera ci dobbiamo andare noi che non prendiamo stipendi da direttori responsabili, ma vabbe').

Magari non avranno nessuna difficoltà e continueranno a scrivere pezzi bene informati, come hanno sempre fatto. Magari a furia di copiarsi a vicenda tra quotidiani e agenzie daranno vita a un nuovo network di condivisione, un nuovo grumo di conoscenza che prima non esisteva, qualcosa di assolutamente inedito! E allora ne sarà valsa la pena. Ma nel frattempo, noi?

Beh, è persino banale. Nel frattempo noi consulteremo la wiki inglese. E le altre. Ma soprattutto quella inglese. Non troveremo esattamente tutto quello che c'era in quella italiana, ma col tempo riusciremo ad allargarla un po', ad adattarla alle nostre peninsulari esigenze. Nel frattempo, con ogni probabilità, il nostro inglese sarà molto migliorato. L'abitudine a usarlo ogni volta che ci serve una nozione ci renderà progressivamente naturale l'adoperarlo anche tra noi, e a quel punto cominceremo a scrivere - finalmente! - anche i nostri post in inglese. Da quel momento per la legge italiana saranno quasi invisibili, e il problema sarà risolto. Insomma, il modo per evitare questa e le prossime leggi bavaglio promosse dal parlamento italiano è semplice (ancorché un po' doloroso): basta uccidere la lingua italiana. Come lo chiamano, gli albionici, un espediente un po' rozzo, ai limiti della violenza, ma efficace? Ce l'ho sul tip of my tongue, si dice... Egg of Columbus, that's it. Bye.
Comments (9)

Alice wrote ...
Ma non sarà che il problema non è Sallusti (indifendibile), ma la lobby dei venditori di enciclopedie porta a porta?
11/1/2012, 3:01:00 PM

Gabriele wrote ...
Io sono anni che leggo solo la Wikipedia inglese. Non ci sono paragoni quanto ad affidabilità, enciclopedicità e precisione... e comunque hai ragione, già uso più molto volentieri l'inglese dell'italiano, in contesti di studio.

Non si tratta di confrontare più lingue: si tratta di controllare le fonti, che in un articolo wikipedia scritto bene sono sempre chiare e illuminanti.

E peccato che il blocco di due giorni di wikipedia era facilmente aggirabile!
11/1/2012, 10:38:00 AM

Claudio B. wrote ...
Per l'uso che faccio di Wikipedia ho alcune difficoltà a concepirla come tante enciclopedie separate, visto che tendo piuttosto ad usarla come un unico testo multilingua, un ventaglio di fonti; ho infatti l'abitudine di leggere una voce in almeno due o tre lingue. Questo accade in quanto in molti casi le informazioni contenute nelle varie lingue sono fra loro complementari: se infatti il nocciolo duro dell'informazione resta tale, nelle varie favelle sono presenti dettagli o sfumature differenti.
In particolare, per i viaggi che faccio mi capita spesso di consultare voci storico-geografiche relative a località tedesche, francesi o del Benelux e questo fenomeno delle diverse sfaccettature di significato balza agli occhi.
La perdita di Wikipedia italofona sarebbe un duro colpo perché perderemmo un certo punto di vista, alcune specifiche informazioni non contenute nelle stesse pagine anglofone, francofone, germanofone, esperantofone o di altre lingue.
Non ricordo dove, avevo letto che Wikipedia rappresenta il monumeno al sapere collettivo: contiene così tante notizie in continuo aggiornamento proprio perché è la somma di un numero enorme di saperi individuali... forse dovrebbe essere dichiarata patrimonio dell'umanità. Non è monolitica, ma è poliedrica, come l'umanità che la scrive.
Ovviamente non dobbiamo fidarci di Wikipedia a occhi chiusi, dobbiamo sempre essere critici nei confronti di ciò che vi è riportato (e anche per questo conviene confrontare più lingue), ma forse questo costituisce un valore aggiunto: se usata correttamente, Wikipedia stuzzica il nostro senso critico.
10/31/2012, 5:33:00 PM

DrBrunvand wrote ...
Ottimo:
internet, inglese, impresa.
10/31/2012, 2:55:00 PM

Mike wrote ...
Fuck yeah! I think also that we could stop to pay Italian Canone and start payint English TV Licensing. Next we could free the frequencies of Italian broadcasters and relay the broadcasts of Freeview televisions. Then we reorient the satellite dishes to receive Freesat channels, and for the filthy rich the BSkyB pay-tv.


10/31/2012, 2:35:00 PM

kro wrote ...
ma facciamolo!
of course : di corsa !!
10/31/2012, 12:01:00 PM

brad wrote ...
Beh, se si esclude qualche posticchio a diffusione locale su Maria de Filippi o su Scilipoti, sulla Wiki inglese trovi MOOOOLTO di pià di quello che c'è nella versione italica
10/31/2012, 9:56:00 AM

Anonymous wrote ...
Stavolta sembrano più decisi del solito. Più che altro perché quello che stanno facendo mi pare una sorta di immane rappresaglia nei confronti della stampa - internet, per così dire, finisce sull'area del bombardamento senza essere il bersaglio principale. Decisi, ma non seri, i nostri augusti deputati: dubito che la cosa andrà avanti fino alla fine.
Vero, in questi anni ci hanno abituato a far strombazzare almeno una proposta annuale per ammazzare il web italiano. Si è sempre trattato di proposte che dimostravano soltanto come chi scrive queste leggi non abbia alcuna idea sul web. Come l'anno in cui volevano istituire un archivio in cui dovevano registrarsi tutte le pagine in italiano e ogni loro singola modifica. Cinque minuti di normale attività del web avrebbero riempito l'archivio: per fortuna qualcuno lo disse e non si buttarono via i soldi in questa fregnaccia.
Spero che finirà così anche questa volta: o i partiti vogliono pagare un corpo d'armata di "segugi del web" per cercare costantemente le pagine in cui si dice qualcosa che non aggrada alle loro signorie e per mandare una rettifica? Ma ci credono veramente o stanno solo delirando? :) Quelo direbbe la seconda che ho detto.
10/31/2012, 9:25:00 AM

Foolio wrote ...
Why not try writing your next post in English then? ;)
10/31/2012, 9:23:00 AM

L'Itaglia senza wikipedia

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Coraggio, è andata, Wikipedia è tornata on line. Possiamo ricominciare a fingere di sapere cose.
Certo che è stata dura, eh. Anche se in fondo non è l'unica enciclopedia on line, no? Per esempio c'è la Treccani, potevamo usare la Treccani, no?



No, non potevamo. E dire che non è affatto male. Ma Wikipedia funziona meglio (H1t#94). Lo dice l'Unita.it, io mi fiderei (si commenta laggiù).

Martedì, come probabilmente già sapete,Wikipedia Italia ha sospeso il suo servizio in segno di protesta contro quel comma del disegno di legge anti-intercettazioni che prevedeva per ogni sito web l'obbligo di rettifica entro le 48 ore (ne avevo già parlato un anno fa). Ieri il testo è stato modificato: l'obbligo di rettifica dovrebbe riguardare soltanto le testate giornalistiche on line, risparmiando quindi wikipedia e i blog. Ma nel frattempo abbiamo sperimentato in tanti il senso di vuoto di chi cerca qualcosa su internet e... non la trova più. Proprio quando ormai davamo per scontato di poter recuperare qualsiasi informazione in pochi secondi. Forse non ci rendevamo conto di come buona parte di tutte le informazioni che trovavamo provenisse in realtà da un sito preciso: Wikipedia. Incompleto, inattendibile, ma anche insostituibile, ormai.

Mentre noi fissavamo il vuoto un po' sgomenti, altri esultavano. “La nuova legge sulle intercettazioni potrebbe avere un merito inaspettato: far scomparire Wikipedia”, scrivevaAntonio Di Majo sul Tempo. “L'enciclopedia sul Web, scritta e modificata dai lettori, piena di strafalcioni e di fonti incerte, ha fatto impallidire studiosi, spaventato accademici e depistato studenti”: se scompare tanto meglio, fa capire Di Majo, e suggerisce: “Rispolveriamo la Treccani”.

Non c'è alcun bisogno di rispolverarla, aggiungo io, visto che da qualche tempo la Treccani è presente on line in un'ottima versione molto comoda da consultare. A questo punto però vorrei chiedere una cosa a Di Majo: lei la usa davvero la Treccani, voglio dire abitualmente? Io no. Una volta ci ho anche provato, volevo fidarmi. Non mi ricordavo più chi fosse Mister Pesc e sulla Treccani c'era scritto: "attualmente la carica è ricoperta dallo spagnolo Javier Solana". Così ho scritto, sul mio blog, "Javier Solana". E ho fatto una figura orrenda, visto che (come un commentatore mi ha subito fatto presente) dal novembre 2009 è subentrata, nel suo ruolo, Catherine Ashton. Ma la voce della Treccani non è stata aggiornata. Probabilmente non è facile modificarla. Invece aggiornare una pagina di wikipedia è semplicissimo, come sappiamo tutti. E infatti su wiki è segnalata la Ashton, non Solana. Con tanto di foto e rimando alla biografia.

È solo un piccolo esempio, ma ne potrei fare tanti altri. Per dimostrare quello che gli studiosi del campo hanno ormai accettato, più o meno dallo studio di Nature del 2005:Wikipedia è autorevole quanto l'Encyclopaedia Britannica. Certo, Nature ha esaminato la Wikipedia inglese, molto più elaborata e condivisa. Ma tutto sommato anche la wiki italiana si difende bene. Non avrà l'autorevolezza della Treccani, ma sa aggiornarsi e correggere i suoi errori assai più rapidamente.

Ammettiamo per amor di discussione che su tanti argomenti la Treccani sia più precisa di Wiki: ci sarà sempre qua e là qualche errore o qualche dato non aggiornato. L'utente della Treccani però rischia di non rendersene conto, lasciandosi cullare da un'impressione di infallibilità che nessuna enciclopedia può davvero garantire. L'utente di Wikipedia no, e forse la differenza più importante è questa: chi consulta Wikipedia impara presto che nulla è sicuro. La pagina che sta leggendo potrebbe contenere soltanto informazioni sbagliate: potrebbe essere stata falsificata pochi minuti prima da un vandalo o un burlone. Su wikipedia non ci si può fidare mai al cento per cento. Bisogna stare attenti. Dare un'occhiata alle fonti, se ci sono – e se non ci sono, l'articolo non è così buono.

Bisogna insomma sviluppare un senso critico. Chi consulta la Treccani non ne ha certo bisogno: come scrive Di Majo, gli serve un sapere “sicuro”, “verificato da esperti”. Va bene, facciamo così: chi ha bisogno di sicurezza, chi non sa verificare da solo e ha bisogno degli esperti, usi pure la Treccani. Al massimo confonderà Catherine Ashton con Javier Solana, in fondo su certi siti che differenza vuoi che faccia. Almeno finché qualche Solana o qualche Ashton non avrà niente di meglio da fare che chiedere una rettifica. http://leonardo.blogspot.com
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Chi ha cambiato l'internet?

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Dieci anni fa, se ti serviva un'informazione sicura, un'informazione decente, Internet era l'ultimo posto dove saresti andato a cercarla.
Poi qualcuno ha cambiato le cose. Ma chi è stato?


Ho una teoria (#58): e se fossimo stati noi? Si commenta qui.

Un piccolo esempio tra mille: quest'estate, qualcuno se lo ricorderà, ci ha lasciato un grande artista, Lelio Luttazzi. Il giorno della sua morte decine di quotidiani hanno scritto (almeno nelle loro versioni on line) che Luttazzi era “rimasto coinvolto in una vicenda di droga dai contorni mai chiariti”. In realtà i contorni della vicenda erano assolutamente chiari da più di trent'anni: Luttazzi era stato completamente scagionato, e negli anni successivi pare che avesse vinto diverse querele contro chi sosteneva il contrario. E allora perché i quotidiani continuavano a seminare il dubbio? Vuoi per pigrizia, vuoi per sfortuna: Luttazzi era mancato alla vigilia di uno sciopero dei giornalisti, e tante redazioni si erano trovate a copiare le schede biografiche delle agenzie. Peccato che anche queste ultime fossero il risultato di un analogo lavoro di copia-incolla da articoli di quotidiani ancora più antichi... insomma, non era ben chiaro quando, ma a un certo punto qualcuno aveva schizzato del fango sulla biografia di Lelio Luttazzi, e poi quel fango era stato ricopiato da tutti, senza che nessuno si ponesse il problema di verificare cosa ci fosse di vero o di falso. No, in realtà qualcuno il problema se l'era posto. Su un sito internet si leggeva chiaramente che Luttazzi era stato completamente scagionato. Ma non era il sito di un quotidiano. Era Wikipedia, l'enciclopedia libera. Sì, quella gratuita, quella scritta dai dilettanti, quella che tutti possono modificare. Non ci si dovrebbe fidare troppo di lei, eppure...
 
Dieci anni fa, quando Wikipedia cominciò in sordina la sua avventura, Internet era molto diversa da oggi: qualcuno forse ricorda che impresa fosse trovare, in mezzo a tanta confusione colorata, contenuti realmente interessanti. Eppure i motori di ricerca esistevano già, e facevano quel che potevano: il problema è che molte informazioni su internet non c'erano ancora. Me lo ricordo abbastanza bene perché in quel periodo lavoravo anch'io a una specie di enciclopedia on line, che in seguito ha chiuso. Uno dei miei compiti era “scrivere” delle brevi schede biografiche, dove il termine tra virgolette si può rendere anche come “scopiazzare cambiando qualche parolina qua e là per evitare problemi di copyright”. Lavoravo con quattro motori di ricerca, setacciavo il web intensamente... e non trovavo altro che le stesse schede biografiche che altri prima di me si erano copiati a vicenda, cambiando anche loro qualche parolina qua e là. Naturalmente nessuno dei copiatori che mi avevano anticipato si era preoccupato di verificare quello che “scriveva”, per cui gli errori immessi da un primo copista avevano già fatto il giro del mondo: se qualcuno, poniamo, aveva avanzato dei dubbi sulla fedina penale di Lelio Luttazzi, ormai il brillante musicista si poteva ritrovare infangato su due, cinque, dieci siti diversi. Se poi qualcuno copiando aveva inserito qualche errore di ortografia, anche quelli erano stati ripresi. Tanto è internet – si diceva nell'ambiente – mica la Treccani. Nessuno sarebbe stato così folle da usare le informazioni trovate lì sopra in un articolo di giornale, o magari in un saggio accademico.

Quand'è che sono cambiate le cose? In quale momento internet è diventata la fonte più comoda per giornalisti e perfino studiosi? Quand'è che abbiamo veramente cominciato a risolvere tutti i nostri dubbi con la semplice pressione del tasto “cerca con google”? Ho una teoria: il vero salto di qualità lo abbiamo fatto quando Google ha deciso – con un notevole sprezzo del pericolo – di fidarsi di Wikipedia: quel folle progetto sul quale dieci anni fa ben pochi avrebbero scommesso un euro (e avrebbero fatto bene, dal momento che Wikipedia non guadagna ancora un euro: è il sito non profit più visitato del mondo). Inserire le voci di wikipedia tra i primi risultati di ricerca è stato un atto di fiducia importante, che ha cambiato radicalmente il nostro modo stare nella rete. Prima di Wikipedia, anche i più generosi consideravano internet alla stregua di un enorme caotico recipiente di informazioni, da setacciare alla ricerca del vero. Wiki ha cambiato tutto, non perché fosse autorevole: anzi, sin dal primo momento ha messo in guardia i suoi utenti sul fatto che non lo era. Ma qualsiasi cosa fosse stata scritta, su Wiki si poteva modificare. Se avessimo trovato contenuti scadenti eravamo invitati a sostituirli con qualcosa di migliore. Se sapevamo che le informazioni su Lelio Luttazzi erano sbagliate, potevamo correggerle. E proprio perché non potevamo pretendere che qualcuno si fidasse di noi, avremmo dovuto fornire pezze d'appoggio, collegamenti ad altri contenuti, piste che chi veniva dopo di noi avrebbe potuto seguire.

Grazie a Wikipedia abbiamo smesso di considerare Internet un recipiente di caos e ci siamo accorti che era un enorme libro, ancora pieno di pagine bianche, che non chiedeva di meglio che essere scritto e corretto. Certo, occorreva rinunciare a una delle cose più care ai navigatori: il proprio ego, la propria ideologia di riferimento, i propri gusti personali. Proprio tutte le cose che hanno fatto la fortuna di tutti i servizi 'sociali': dieci anni fa l'e-mail e le chat, più tardi i blog, Myspace, e oggi Facebook. In compenso, Wiki ci ha dato la possibilità di partecipare al più grande progetto di condivisione del sapere, al più grande libro mai scritto. Qualcosa che è ben lontano dall'essere perfetto (anzi, non lo sarà mai), e in gran parte resta ancora da scrivere, ma intanto ha già migliorato la vita quotidiana di tutti noi, ogni volta che abbiamo un dubbio e che sappiamo che la risposta è a portata di click. Anche se forse è sbagliata. Ma non lo è quasi mai. Sabato Wikipedia ha compiuto dieci anni: il minimo che possiamo fare è dirle grazie (se vogliamo fare qualcosa di più, possiamo andare qui).http://leonardo.blogspot.com
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Se sbaglio modificami

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(Domani Wikipedia compie dieci anni. Classe di ferro).

Il cervellone

Mi fa paura pensarci, ma più della metà della mia vita l'ho trascorsa senza sapere cosa fosse internet.

I computer invece no, ho sempre saputo che esistevano e che sarebbero diventati sempre più potenti. Ma ecco, da bambino avevo un'idea piuttosto sfasata. I chip erano già in circolazione, ma io ancora pensavo ai calcolatori dei vecchi film, quelle stanze piene di valvole roventi che estraevano radici cubiche in pochi minuti, incredibili. I cervelli elettronici, giuro che li chiamavamo tutti così. E pensavamo che rispondessero alle domande. Non scherzo: l'idea era che l'uomo accendesse un pulsante, facesse una domanda (a voce, o con una scheda perforata, ma questi erano dettagli), ad esempio, “Quanto è alto il Monte Bianco?”, e lui dopo un po' avrebbe risposto: “4810 metri”, perché i cervelloni avrebbero saputo tutto. Come Hal 9000: lo accendi, lui ti saluta, chiede se può esserti utile, ti propone una partita a scacchi, congiura alle tue spalle, eccetera: l'idea che avevo del computer da bambino era questa. No, grazie, Hal, niente scacchi, ma mi potresti fare questi problemi di geometria per domani?

La rabbia di appartenere all'ultima generazione che i compiti doveva farseli senza ausilio di un cervellone positronico svanì d'incanto non appena ebbi tra le mani un vero “computer”. Perché un bel giorno arrivarono nelle case, ed erano oggetti ben diversi da come ce li eravamo immaginati. Molto meno grossi, grazie al cielo. In compenso, assolutamente stupidi. Quando spiego ai miei alunni che alla loro età – tredici anni – possedevo un computer con ben otto kilobyte di memoria fissa, mi guardano come si guarderebbe uno scriba egizio del Medio Regno. Ma il vero choc culturale fu scoprire che anche quegli 8 Kb erano vuoti. Non ti vendevano un enciclopedia, per quanto minuscola. Ti vendevano un contenitore vuoto, un oggetto che appena acceso conosceva solo qualche nozione di aritmetica, in pratica una grossa calcolatrice che non aveva la più pallida idea di cosa fosse il Monte Bianco. Svanita la speranza di usarlo per i compiti, il computer diventava un oggetto affascinante proprio in quanto stupido. Ci potevi giocare, in vari modi, e (nel giro di una decina d'anni) saresti anche riuscito a lavorarci. Ma sarebbe sempre rimasto l'amico stupido con cui dialogare in Basic, che sa risolvere i logaritmi ma non ha la minima idea di cosa sia l'Egitto. Per molti anni non ho più pensato che il computer fosse un oggetto a cui chiedere le cose.

Vent'anni dopo è successa una cosa straordinaria. Mi hanno montato una lavagna interattiva in una classe, e ora possiamo andare su internet quando vogliamo. Qualsiasi domanda ci venga in mente... tu digiti, e in pochi secondi internet ti risponde. I ragazzi ci si abituano subito, del resto la maggior parte ha già internet in casa, e le ricerchine le sanno fare, anche solo per trovare le specifiche di un videogioco. E così mi sono reso conto di una cosa.

Oggi i computer assomigliano molto di meno a quegli scatoloni vuoti che ho cominciato a usare alle medie, e molto di più a quei cervelloni che sognavo da bambino. Guarda il modo in cui li usano i ragazzi: fanno domande, e il computer risponde. Ovvero no, in realtà a rispondere è Internet, attraverso google e wikipedia. Ma per il bambino che ero trent'anni fa tutti questi sarebbero dettagli incomprensibili; l'essenziale è che il computer, oggi, è un tizio coltissimo che se gli chiedi una cosa – mediante tastiera – ad esempio “Quanto è alto il Monte Bianco?” – ci mette pochi secondi a rispondere: “4810 metri”. Proprio come Hal 9000.

La cosa che non mi sarei aspettato, da bambino, è il modo in cui i computer hanno compiuto questa evoluzione. Mi sarei aspettato un progresso tecnologico: valvole sempre più efficaci, bobine sempre più veloci... a un certo punto avremmo dato da mangiare a un cervellone più grande degli altri l'intero scibile umano sotto forma di schede perforate e... voilà, il Cervellone avrebbe saputo tutto. Mi sembrava logico che sarebbe andata a finire così. E invece le cose hanno preso una via inattesa. All'inizio c'era Internet, una rete di contenuti buttati un po' qua e un po' là, scarti di tesi di laurea e vecchi archivi di forum, informazioni generalmente scadenti che oscillavano per il mondo in modo browniano, e persino Google molto spesso non era in grado di trovarti un granché, per il semplice motivo che in rete – malgrado tutte le chiacchiere che se ne facevano su libri e riviste specializzate – non c'era ancora un granché. Fino al 2000, più o meno.

Eppure in un qualche modo Internet non era tutta lì. Essa comprendeva anche i suoi utenti: non era un'intelligenza artificiale, ma un'intelligenza collettiva, metà carne metà html (cyborg, si diceva in quegli anni). Ecco, io credo che il momento decisivo è stato quello in cui questa intelligenza collettiva, ancora non molto intelligente e non molto collettiva, ha preso atto della sua pochezza e... ha cominciato a fare delle domande all'utente. In pratica, il momento in cui ha creato wikipedia. Wikipedia era il posto dove il signor Internet ammetteva di non saperne abbastanza, e ti chiedeva aiuto. Pensateci, forse il test di Turing lo ha passato in quel momento in cui gli abbiamo fatto una domanda (“Quanto è alto il Monte Bianco?”) e lui ha risposto con una domanda ('Non lo so, dimmelo tu per favore'). Una rivoluzione copernicana. Abbiamo smesso di pensare a Internet come a un libro stampato e abbiamo cominciato a considerarlo un libro da scrivere, una creatura da crescere, qualcosa a cui insegnare le cose.

Wiki è stato il momento, è stato il luogo in cui il signor Internet ha scoperto di non sapere, e ha fatto il primo passo giusto verso la conoscenza di sé e degli altri. Oggi, se chiedi quand'è alto il Monte Bianco, Internet attraverso Wikipedia ti dice: 'Mi risulta che sia alto 4810 m., ma non posso esserne certo; per favore, se la sai più lunga di me, correggimi. Non chiedo di meglio'(*). Hal 9000 era molto più spocchioso. Poi certo, anche l'ibrido collettivo che chiamiamo Internet, ma più precisamente Wikipedia, ha i suoi difetti. Tutti i difetti umani dei suoi utenti (pignoleria, superficialità, ignoranza, spocchia, ecc. ecc. ecc.), più i difetti dei computer. Però è la più grande creatura che abbiamo visto nascere. Ha solo dieci anni e forse sa già più cose delle enciclopedie vere. È un gigante buono che è disponibile a raccontarti qualsiasi cosa, ci puoi passare le serate. E ogni volta che commette un errore di ortografia, tu glielo correggi e lui ti ringrazia. Questa ultima cosa fa impazzire i ragazzini a scuola. Non importa di cosa stiamo parlando: ogni volta che troviamo un errore di ortografia, lo correggiamo in diretta. E così scopriamo che sbagliare è umano, perché sbaglia anche la creatura più umana di tutte, che è Wikipedia. Ma allo stesso tempo, sbagliare è inammissibile, sbagliare è pericoloso: tutto quello che Wikipedia ci dice potrebbe essere falso. Potrebbe essere il brutto scherzo di un'altra classe dall'altra parte del mondo, che ha tolto un migliaio di metri al Monte Bianco a maggior gloria delle vette del Caucaso. Non bisogna fidarsi ciecamente di nessuno, neanche del famoso cervello elettronico, perché in fondo che ne sa lui? Solo quello che gli abbiamo detto noi.

Insomma, caro me stesso bambino del passato, è andata più o meno come te l'immaginavi. Adesso in classe abbiamo un cervellone elettronico che risponde alle domande. Sì, a volte ti fa anche i problemi. Ma a volte li sbaglia, insomma, non ti puoi mai fidare.

(*) In realtà oggi ti dice: “ Al di sotto della calotta sommitale, sotto una coltre di ghiaccio e di neve spessa dai 16 ai 23 m, a quota 4.792 m si trova la cima rocciosa, spostata di 40 m circa più ad ovest rispetto alla vetta stessa. Nell'agosto del 1986 la misurazione ortometrica rilevata tramite satellite risultava di 4.804,4 m. Successivamente l'altezza ufficiale è stata per lungo tempo 4.807 m, per poi passare nel 2001 a 4.810,40 m; nel 2003 a 4.808,45; nel 2005 fu di 4.808,75; nel 2007 a 4.810,90 e nell'ultima misurazione nel settembre 2009 a 4.810,45 m [5]."
Comments (14)

Anonymous wrote ...
In ossequio al titolo: "Non ti vendevano un enciclopedia" difetta di un apostrofo
1/17/2011, 4:43:00 AM

Anonymous wrote ...
Grande Leonardo.
1/17/2011, 12:44:00 AM

Mr. Tambourine wrote ...
Sempre più umano, anche più di Hal, in questo senso.
1/16/2011, 11:48:00 PM

Leonardo T wrote ...
Per quanto riguarda la frase offensiva, rileggendola dopo qualche ora l'avevo trovata anch'io offensiva (il problema è sempre riuscire a rileggersi un po' a distanza, perché uno alla fine getta le parole un po' a casaccio nel tentativo di azzeccare quella giusta). E poi se scrivo un pezzo che si intitola "se sbaglio modificami", il minimo che si possa fare è modificarlo appena qualcuno trova uno sbaglio.
1/16/2011, 11:22:00 PM

Leonardo T wrote ...
Non è tanto la lavagna interattiva, quanto internet, ovviamente, ad aver cambiato le carte in tavola. Oggi reperire le informazioni è più semplice, e quindi bisognerebbe valutare maggiormente la capacità di rielaborarle in modo autonomo (per dire, alle medie è inutile assegnare "ricerche", perché quelli ti stampano semplicemente una voce di wikipedia e sono convinti di aver studiato).
1/16/2011, 11:17:00 PM

Anonymous wrote ...
La ricerca delle informazioni prima di Internet e di Google era una componente dell'apprendimento sulla quale eravamo pure valutati. Con la lavagna interattiva oggi questo non accade più?
1/16/2011, 7:37:00 PM

Anonymous wrote ...
Volevo segnalare che il percorso di avvicinamento ad HAL sta proseguendo, nel corso del prossimo mese si terrà una sfida uomo-macchina basata su un gioco di domande (Jeopardy). Servirà a coronare una progetto di ricerca di IBM (e a farsi un po' di pubblicità) riprendendo in parte le modalità della sfida tra Kasparov e DeepBlue.
Questa volta il computer affronterà i due massimi campioni statunitensi di Jeopardy (2 contro 1!).

Qui c'é una spiegazione:
http://www.youtube.com/watch?v=_1c7s7-3fXI

Qui c'é il video dei match di riscaldamento con cui stanno preparando lo show finale:
http://www.youtube.com/watch?v=12rNbGf2Wwo
1/15/2011, 9:17:00 PM

Angelo M. Buongiovanni wrote ...
Ero passato di qua per cancellare/chiedere di cancellare il mio commento, visto che Leonardo ha eliminato l'espressione "incriminata" -- e che non vorrei mantenere una polemica che non aveva piu' ragione di restar viva. Dato che c'e' stato dibattito -- e che la mia posizione appare "ipersensibile", provo a spiegarmi, sperando di evitare il flame.

Sono anni che non e' piu' socialmente accettabile dare di "mongoloide" a chi fa qualcosa di poco intelligente. Anche il meno offensivo "Down" sarebbe considerato insultante per le persone con trisomia 21, piu' che per chi si e' comportato da idiota. Perche' per l'autismo ci deve essere meno rispetto di cosi'?

Aggiungo: gli impieghi metaforici di un termine come "autistico" contribuiscono a diffondere pregiudizi sull'autismo, a perpetuare idee che non hanno fondamento nella realta'. E poi con quei pregiudizi e quelle idee mio figlio deve convivere, perche' la gente conosce molto piu' il senso metaforico del termine che la realta' concreta che gli sta dietro.

Per questo continuo ad arrabbiarmi, a puntualizzare, a polemizzare. Proprio perche' quelli come mio figlio "puoi passare la vita a sbeffeggiarli come un cretino, e probabilmente non ti diranno mai nulla...". Allora parlo io per lui, per loro.
1/15/2011, 9:04:00 PM

Rob wrote ...
Mi pare che la frase contestata non intendesse essere offensiva, ma la sua costruzione purtroppo l'ha fatta diventare offensiva per qualcuno. Mi sembra civile l'atteggiamento di eliminarla, senza entrare in polemiche.
1/15/2011, 6:56:00 PM

tomate wrote ...
Hal non congiurava alle spalle degli uomini. Eseguiva solo le loro istruzioni.
1/15/2011, 5:59:00 PM

Torgul wrote ...
Sono d'accordo con IZ, a me è morto il padre il giorno di Natale, cosa devo fare, trollare mezza internet?
Posso capire la stizza di chi vede usato "stupido" e "autistico" nella stessa frase, ma in realtà trovo il termine autistico molto azzeccato per i computer: Sono intelligenti, ma in maniera diversa da te, capaci di comunicare, ma sei TU che devi imparare il loro linguaggio, hanno un sacco di cose da insegnarti, eppure puoi passare la vita a sbeffeggiarli come un cretino, e probabilmente non ti diranno mai nulla...

Dopodichè, "hai detto cacca non ti faccio più mio amico" non è una soluzione accettabile, la permalosità va combattuta, non espressa gratuitamente!
1/15/2011, 4:33:00 PM

IZ wrote ...
Leonardo, ma sei sicuro che si faccia così? Che sia giusto lasciarsi portar via un aggettivo che, per quanto riferito a una terribile condizione umana per chi la vive direttamente e in prossimità, può e deve avere utilizzi metaforici, qual era _evidentemente_ il tuo? Mia madre era epilettica, ma se io smettessi di frequentare tutti quelli che una volta nella vita hanno detto "Cioè, cazzo, adesso non farti venire una crisi epilettica" non avrei più neanche un amico. Lo dico anch'io, figurarsi...
Sei disposto a considerare l'ipotesi che nel tuo passaggio non ci fosse proprio niente di male, e che Angelo invece, per via della sua situazione, abbia la pelle un po' troppo fina?
1/15/2011, 3:09:00 PM

Leonardo T wrote ...
Mi dispiace se ho offeso qualcuno. Ho tolto il passaggio. Sto scrivendo troppo e troppo in fretta ultimamente.
1/15/2011, 12:11:00 AM

Angelo M. Buongiovanni wrote ...
"Ma sarebbe sempre rimasto l'amico stupido, il fratellino autistico con cui dialogare in Basic"

Complimenti per il pregiudizio nei confronti degli autistici. Da oggi smetto di leggerti.

Angelo, papa' di un fratellino autistico che probabilmente e' piu' sensibile e intelligente di te.
1/14/2011, 9:27:00 PM

Wikimonia

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Le mie parole libere nel mondo

Se volete un grande esempio dell'egemonia di Wikipedia, eccovelo pronto: Microsoft sta chiudendo la sua enciclopedia, Encarta. Nessuno la usa: Wiki funziona meglio e non costa nulla. Pensate se succedesse lo stesso coi sistemi operativi: se dovessero chiudere Windows perché tanto ormai sono tutti passati a Linux. Questo se volete un grande esempio.

Se ne volete uno piccolo piccolo, a misura di chi scrive in questo blog, ecco qua. Tre anni fa passai una mezza estate in una delle più belle biblioteche del mondo (questa). Cercavo una pista per scrivere una tesi di dottorato sul mio incubo storico, tal F. T. Marinetti fondatore del futurismo. Vi risparmio la tiritera su quant'è bella l'America loro sì che rispettano gli studiosi a Bologna sei poco più di un pancabbestia invece laggiù ti chiamano Mister ecc. ecc. ecc. blablabl.

A un certo punto incocciai in un libro abbastanza raro, di cui avevo già fiutato la presenza in qualche biblioteca italiana: si chiamava Patriottismo insetticida ed era un romanzo del 1939. Non solo non l'avevo mai letto, ma secondo me nessun altro al mondo ci aveva mai provato. 

Marinetti era già poco leggibile nei suoi anni ruggenti, i Dieci; nel 1939 era un monumento che sopravviveva a sé stesso. Mussolini lo aveva voluto all'Accademia d'Italia perché non si dimenticava di chi gli aveva voluto bene nei giorni difficili (vent'anni prima erano stati in galera assieme, compagni di lista a Milano nei trombatissimi Fasci di Combattimento del '19). Così il vecchio futurista vivacchiava, aveva un contratto di ferro con la Mondadori che gli pubblicava qualsiasi cosa, ma persino i gerarchi lo disprezzavano pubblicamente, e i vecchi colleghi, diventati famosi anche grazie a lui, fingevano di non averlo mai conosciuto. La riscoperta sarebbe arrivata molto dopo.

Bene, in questa situazione Marinetti scrive un nuovo manifesto sul romanzo futurista, in cui in sostanza accusa Joyce e Proust di avere copiato da lui, e poi un romanzo, Patriottismo insetticida, la storia di... non si sa, perché nessuno lo ha mai letto. Così un pomeriggio decisi di farlo io, nella speranza di trovare qualcosa di utile alla mia infernale ricerca.

Di solito in questi casi si sottolineano i passi che ci potrebbero interessare, ma io non potevo: primo perché era un reato federale, secondo perché il libro sarebbe comunque rimasto a New Haven, Connecticut. L'alternativa è scriversi una scheda in un taccuino, o sul computer. Ma a questo punto, se si è connessi, tanto vale fare direttamente una scheda su Wikipedia. I miei appunti infatti si perdono spesso, e quando li ritrovo (possono passare mesi, anni) non sempre riesco a capirli. Invece Wiki è sempre lì, cioè dovunque, e la necessità di scrivere qualcosa intelleggibile a tutti e con un formato standard mi avrebbe costretto a essere chiaro.

Non solo, ma in questo modo le mie eventuali scoperte le avrei immediatamente condivise con l'umanità... sì, vabbè, capirai le scoperte, un romanzo sconosciuto di Marinetti, chi se lo fila? Già non si leggono le sue opere in commercio. 
Del resto, se mi fossi mai preoccupato della reale utilità dei miei studi, non avrei mai preso la laurea che ho preso. Questo per dire che la profonda consapevolezza dell'infinita vanità del tutto mi attanaglia continuamente, compreso quando mi trovo nelle più belle biblioteche del mondo a scrivere riassuntini di romanzi che nessuno ha mai letto e leggerà mai.

Per la cronaca, pure questo non era un granché. Simpatico nel suo tentativo di essere divertente, ma raramente gli anziani tromboni ci riescono. Traccio un riassunto dell'assurda trama, isolo alcune citazioni che mi sarebbero potute servire, e mi appunto un'idea: forse in questo romanzo balordo in cui si parla con toni lusinghieri di avvelenatori, omosessuali e cannibali, Marinetti voleva teorizzare quello che oggi chiamiamo relativismo culturale: ogni popolo ha la sua morale, e quindi i cannibali delle isole Figi fanno bene a mangiare gli esploratori, e i fascisti fanno bene ad amare il duce e a eliminare le parole straniere dal paesaggio (era il periodo in cui i “bar” dovevano diventare “quisibeve”).

Il tutto finisce su Wiki, senza destare particolari emozioni: qualche brava persona corregge gli errori, qualcuno trova il titolo buffo e lo linca nella pagina Voci insolite, fine della storia. No, niente di utile per la mia tesi.

Passano tre anni e arriviamo al 2009, centenario della rivoluzione futurista, quando improvvisamente (ma prevedibilmente) F. T. Marinetti torna sotto i riflettori: chi non può pubblicare una biografia, si getta sul suo catalogo, che è sterminato e tutto da scoprire. Così alla fine persino Patriottismo insetticida trova un editore disposto a ristamparlo. Me ne accorgo mentre sto preparando una relazione per un convegno: volevo spiegare che il nazionalismo di FTM era un po' più complesso di quanto lo si pensasse, e che passava anche per concetti che oggi non siamo abituati a considerare 'di destra', come il relativismo culturale... ehi, come si chiamava quel romanzo in cui FTM faceva il relativista culturale? Patriottismo inset... ma toh, lo hanno ristampato. Bene. C'è persino una recensione su Panorama. Ottimo. Andiamo a leggere.
Oh, curioso.
Sembra che l'abbia scritta io.

Del resto, giudicate voi: non c'è una citazione dal libro che non possa essere stata presa anche da Wiki. Senz'altro il recensore di Panorama aveva avuto una copia omaggio del testo: però poi avrebbe dovuto aprirla, leggerla... è una fatica, no? Invece wiki è così comoda.
E allora ho ripensato a quel pomeriggio in cui avevo scritto la voce su Wiki. Mi sembravo così inutile, quel giorno. Mai avrei pensato che un giorno la mia scheda avrebbe aiutato un recensore di Panorama a risparmiare tempo: tempo, che ne so? per fare la spesa, o andare in palestra, o giocare coi figli, o chissà, scrivere un pezzo per difendere i poveri cantanti che si fanno rubare le canzoni su internet. Ragazzi, non rubate le canzoni su internet: quelle hanno un prezzo. Invece le schede sui romanzi sono di tutti.

Del resto come biasimarlo? Persino la scheda dell'editore l'ho fatta io. E la scheda della Feltrinelli. Ovunque andiate adesso per la rete, se cercate informazioni su quel romanzo google vi restituirà parole tratte dal mio riassuntino. Inclusa la mia ipotesi sul relativismo culturale, sensata o meno che sia: non importa, tanto ormai è su Wiki, e Wiki è l'Oggettività.

Conclusioni.
1. Niente di quello che fai per Wiki è inutile. Tutto prima o poi servirà a qualcuno. Sì, perfino il Patriottismo Insetticida.
2. Tutto quello che fai per Wiki è gratis, ma non vuol dire che qualcuno non ci guadagnerà. Non sarai tu, purtroppo.
3. Non fidatevi dei giornalisti che fanno finta di non sapere niente di Internet. Ormai è tutta posa. Appena ti volti stanno già copincollando pagine intere di Wiki, che neanche i laureandi.
4. Una piccola idea su una piccola pagina di Wiki può fare il giro del mondo (per questo in teoria è vietato mettere idee originali su Wiki).
5. Scrivere su Internet significa mandare le proprie parole libere per il mondo (chissà in quante tesi di laurea sono già finito senza saperlo). Finché un giorno qualcuno non le prende e le rivende come sue, certo, succede anche questo.
6. Se voi rivendete i miei riassuntini, perché io dovrei comprare i vostri libri o film o canzoni? Rubare a voi è davvero questo gran furto?
Comments (45)

leonardo@lilik wrote ...
Ciao leonardo,
lo so che il 45-esimo commento lo leggono in pochi, ma questa storia mi ricorda una cosa che mi è successa da poco. Una delle n-mila che succedono :-)
http://leonardo.lilik.it/wordpress/2009/05/16/i-media-siamo-noi/
5/27/2009, 10:25:00 AM

Leonardo T wrote ...
Io affermo che non abbia aperto il libro su un principio cardine della filologia, che adesso ti spiego.

Metti che esista un testo A, di difficile reperibilità.
Poi esiste un testo B, più facilmente reperibile, che cita passi del testo A.
Infine esiste un testo C, più recente, il cui autore afferma di conoscere A, ma ne cita soltanto pezzi presi da B.

Ebbene, è assolutamente improbabile che l'autore di C abbia letto A: tutto lascia pensare che abbia soltanto potuto accedere a B. Funziona coi manoscritti medievali e con i temi copiati alla scuola media.

Se ci pensi bene, che senso avrebbe citare da solo una fonte quando ne conosci due? Nessuno lo farebbe. Tutti, quando hanno più fonti a cui attingere, sono ben fieri di fartelo vedere.

La frase che tu citi dei Promessi Sposi è comunemente considerata una delle più famose del romanzo più letto e studiato della letteratura italiana. Patriottismo Insetticida è uno dei romanzi più oscuri della letteratura italiana, e le citazioni che ho fatto io dipendono esclusivamente dalla mia scelta. Poi arriva Carnevale e, su un libro di quasi 300 pagine, fa la stessa scelta? Andiamo.
5/24/2009, 9:00:00 PM

Gatto Nero wrote ...
Leonardo, ohibò. È come dire lamentarsi che qualcuno usi la frase "Questo matrimonio non s'ha da fare" per descrivere i Promessi Sposi.
Io il libro non l'ho letto, e anzi: credo che Carnevale abbia preso ispirazione anche dalla pagina di Wikipedia per scrivere quell'articolo. Ma da lì a dire che il libro non l'ha letto ce ne vuole, no? - maledizione non funziona il copia&incolla, volevo riportare la tua citazione :D -
Vedi, il punto è che non c'è nulla di male a prendere Wikipedia come fonte, anche d'ispirazione: serve proprio a quello, a diffondere la conoscenza. E mi sembra sciocco lamentarsi perché qualcuno, anche un giornalista, ne ha fatto uso. Scherziamo? Il concetto alla base di Wikipedia è proprio la condivisione della conoscenza.
L'errore sarebbe stato prendere e copiare wikipedia pedissequamente, magari - come dici tu - senza aver letto il libro. Ma che Carnevale il libro non lo abbia letto su che basi lo affermi?
Basandomi solo sull'articolo di Panorama.it, io questo post lo avrei scritto per dire "vedi? wikipedia funziona, ha una sua credibilità". Se invece mi fossi basato solo sulle due schede riprese a mani basse dai cataloghi, allora sì, avrei parlato di come non sia giusto copiare senza avere un minimo di conoscenza dell'opera.

Ma i due esempi, assieme, secondo me sono inconciliabili.
5/24/2009, 11:19:00 AM

anKor wrote ...
bloggers - giornalisti : 1-0

palla al centro.
5/23/2009, 6:09:00 PM

Anonymous wrote ...
il malvezzo dei giornalisti di fregarsi contenuti da internet è molto diffuso. A me, per dire, rubano sistematicamente le foto che ho su un sito. Alle mie proteste per l'ennesimo furto, ecco come mi ha risposto, risentito, il direttore di un importante quotidiano regionale:

[...]la pubblicazione di quelle foto è avvenuta pescando sui motori di ricerca, come avviene sempre più diffusamente, senza ricercare in uno specifico sito da "saccheggiare". Pur stupito, prendo atto della lettera e del suo tono".

capito? si è anche stupito dei toni.
5/23/2009, 7:08:00 AM

Leonardo T wrote ...
Neanch'io ho accusato Carnevale di plagio.
Ho scritto: "non c'è una citazione dal libro che non possa essere stata presa anche da Wiki".

Provo a spiegarmi meglio: tutte le citazioni dell'articolo di Panorama si trovavano già sulla pagina di Wiki. Per un libro di 300 pagine circa mi sembra una coincidenza impressionante.
5/22/2009, 5:55:00 PM

delio wrote ...
anch'io non ho visto particolari somiglianze tra la tua voce di wiki e il post sul sito di panorama (mentre la pagina sul sito excelsior è chiaramente una sintesi del tuo testo e la pagina di feltrinelli un preciso copiaeincolla della pagina di excelsior). per la precisione.

credo altresì che anche in un'era prima di internet nessuno avrebbe mai potuto parlare di plagio da parte di carnevale. poi è del tutto possibile che lui abbia preso spunto da te: ma il mondo gli sarà comunque grato perché nello scrivere il suo post ha eliminato i tuoi sciagurati puntini di sospensione prima di "di indigestione".
5/22/2009, 2:24:00 PM

Gatto Nero wrote ...
Scusami Leonardo, io ho dei problemi a capire il post.
Linki una notizia di Panorama e citi la voce scritta da te su Wikipedia. Le ho lette entrambe per cercare di capire cosa e come era stato copiato e... non ho trovato somiglianze.
Nel senso che non ho trovato frasi simili, se non nella descrizione della trama. Ma la trama quella è...
Puoi spiegarti meglio? Qui, in mail, dove vuoi... è importante per la mia salute mentale :)
5/22/2009, 12:52:00 PM

Woland wrote ...
Non me la prenderei troppo col giornalista.
Io, per esempio, una volta ho scritto una guida ai migliori ristoranti d'Italia per un noto settimanale femminile.
Capirai, mi davano 300 euro, non ho fatto altro che comprarmi una serie di guide, selezionare quelli coi nomi più simpatici e scrivere una serie di cazzate inventate di sana pianta.
Ma secondo te potevo andare a recensire l'enoteca pinchiorri con 300 euro di budget totale?
5/22/2009, 10:47:00 AM

Paolo wrote ...
Il copia incolla dilaga anche da parte di chi si atteggia a presidio della cultura, come Augias (http://www2.unitn.it/minirass/immagini/220509N/2009052232142.pdf)
5/22/2009, 10:46:00 AM

ottanta/cento wrote ...
Bene. A questo punto non devo fare altro che aggiungerti ai feed
5/21/2009, 8:13:00 PM

Anonymous wrote ...
leonardo, un tuo giudizio su "mafarka il futurista", ha una trama che mi attira da anni...o l'hai già scritto su wiki?
Stefano
5/21/2009, 5:43:00 PM

Anonymous wrote ...
Io direi che il primo comandamento del web (e la principale debolezza dei vari wiki, open source, etc.) è: se trovo qualcosa che mi posso prendere senza essere obbligato a pagare, chiedere il permesso o dire grazie a nessuno, perché dovrei fare altrimenti?

tibi
5/21/2009, 12:47:00 PM

Anonymous wrote ...
grazie leo, pensare che oggi ero depresso perchè ho letto una tesina di uno studente interamente copio incollata da wikipedia...
5/21/2009, 8:24:00 AM

Thomas Morton wrote ...
Il mestiere di fare schede bibliografiche senza aprire i libri l'ho fatto anch'io e mi sembrava d'essere più bravo.

L'ho fatto anch'io. Di solito i libri hanno una cosa fantastica scritta dall'autore o dal curatore che si chiama "introduzione", e nessuno si lamenta se peschi a piene mani da lì. Quello che mi lascia perplesso in questa operazione editoriale è proprio l'impressione che nessuno l'abbia seguita.
5/20/2009, 9:16:00 PM

Cassandra wrote ...
Sì ma io sono curiosa... faceva veramente ridere? :)
Quando si parla di FTM mi sembra sempre si sia superata quella soglia che va dalla stravaganza al delirio...
5/20/2009, 9:02:00 PM

Anonymous wrote ...
Questa forse la sapete gia'.

http://arstechnica.com/media/news/2009/05/wikipedia-hoax-reveals-limits-of-journalists-research.ars

Uno studente di sociologia di Dublino ha scritto delle false quotations su Jarre appena morto e subito sono state pubblicate i maggiori quotidiani in Regno Unito.

La frase finale dell'articolo recita
"If there are going to be arguments made for the persistence of journalism as a vital force in modern society, they will undoubtedly need to be based on the role of the press in conveying accurate information. Incidents like these, along with the hard numbers provided by more rigorous studies, will make it much harder to make those arguments."

Direi sacrosanto
Andrea
5/20/2009, 7:45:00 PM

Leonardo T wrote ...
* In generale tutti i testi francesi di Marinetti fino al 1912 sono stati tradotti dal suo segretario, Decio Cinti (c'è anche la voce di wikipedia, pensa...) A volte però l'attribuzione non è esplicita, nel senso che non è contenuta nel testo.
* Sulla scansione del testo in italiano, mi dispiace, per ora non mi viene in mente niente. Se trovo una riproduzione la scansiono io, ma in casa ho quasi nulla.

- chiedo scusa per l'intelleggib... l'intelliggeb...

- E' vero che FTM certi titoli li indovinava (magari più "Zang Tumb Tumb" che "Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana"; detto questo, "Patriottismo insetticida" è un esempio di titolo sviante: uno si aspetta paginate di lodi alle virtù italiane, invece si ritrova davanti a un'apologia dei cannibali polinesiani.

- E' vero che l'articolo di Panorama alla fine non è neanche male: si vede che il giornalista ci ha messo qualcosa di suo: anche se il libro non lo ha aperto.

- Il mestiere di fare schede bibliografiche senza aprire i libri l'ho fatto anch'io e mi sembrava d'essere più bravo.

- La cosa curiosa è che adesso, anche andando su Ibs, si legge che "Il libro fa i conti con quello che oggi diremmo relativismo culturale: persino cielo e mare hanno due morali differenti, che l'idrovolante di Paranza concilia a malapena". Che è roba assolutamente mia, e il mese scorso stavo andando a parlarne al convegno convinto di dire cose originali, mentre si trovava già nero su bianco su tutti i siti web che contano.
5/20/2009, 7:28:00 PM

Anonymous wrote ...
Caro leonardo, scusa se vado OT,
ma approfitto della tua smisurata conoscenza futurista per chiederti se:
* sai chi ha tradotto il Manifesto futurista dal francese
(io immagino che lo stesso FTM lo abbia riscritto, ma non si sa mai)
* sai dove si possa trovare una scansione del testo italiano del 1909.
Tutte questionacce legali da risolvere per poter inserire il testo in Wikisource. Appena torno a casa a Modena ti offro una birra per l'aiuto ;-)
5/20/2009, 5:03:00 PM

Anonymous wrote ...
Denunciali per furto. Tu hai rinunciato ai diritti economici, accettando la GFDL, non ai tuoi diritti morali, che sono inalienabili.
5/20/2009, 3:42:00 PM

equipaje wrote ...
Mi è capitato qualcosa di analogo con una mia vecchia tesi che avevo messa online su un sito dedicato all'argomento X. Anni dopo inizio a scrivere una seconda tesi sempre sull'argomento X, per aggiornarmi compero un numero della rivista Y che si occupa spesso di X e... mi rileggo quasi integralmente, aggettivi inclusi. Me la sono cavata con le scuse del direttore, ma sarebbe stato il caso di incazzarsi di più (la tesi era online perché fosse usata, bastava citare).

Quel che sta accadendo alle enciclopedie è questo (altro che Encarta!): http://www.bibliotecheoggi.it/content/20090101501.pdf
5/20/2009, 3:03:00 PM

Anonymous wrote ...
@IZ
comunque intelletto e leggere vengono entrambi da "lego" (inter-lego > intelligo con assimilazione e apofonia)
Chelidon
5/20/2009, 2:48:00 PM

Ivo wrote ...
ogni volta che mi accorgo di quanto è lungo un tuo post e che quindi ci metterò un pò a leggerlo tutto, ma che probabilmente sarà tempo ben speso, mi riviene in mente quell'aneddoto in cui Davis si lamentava del fatto che Coltrane fosse sempre troppo prolisso negli spazi dedicati a lui. Coltrane rispondeva che sounava così a lungo perché doveva essere sicuro che ci fosse dentro tutto quello che intendeva dire. Sei il Coltrane dei blogger
5/20/2009, 1:45:00 PM

livefas wrote ...
questo è effettivamente un post maggiore. perfino per i tuoi standard. hats off.
5/20/2009, 12:11:00 PM

toyg wrote ...
Denunciarli per il rispetto della licenza...

"You may copy and distribute the Document in any medium, either commercially or noncommercially, provided that this License, the copyright notices, and the license notice saying this License applies to the Document are reproduced in all copies, and that you add no other conditions whatsoever to those of this License. You may not use technical measures to obstruct or control the reading or further copying of the copies you make or distribute. However, you may accept compensation in exchange for copies. If you distribute a large enough number of copies you must also follow the conditions in section 3."..."You may copy and distribute a Modified Version of the Document under the conditions of sections 2 and 3 above, provided that you release the Modified Version under precisely this License, with the Modified Version filling the role of the Document, thus licensing distribution and modification of the Modified Version to whoever possesses a copy of it"...

etc etc

Peraltro ora, in teoria, tu potresti prendere quel numero di Panorama, aggiungerci la licenza, e rivenderlo... oppure scannerizzarlo e ripubblicarlo su internet nella sua interezza (piu' la licenza, of course), siccome tecnicamente adesso e' GPL anche quello.
5/20/2009, 11:53:00 AM

Blue Bottazzi wrote ...
Trovare un proprio testo senza citazione da più fastidio che piacere. È il gusto dolce amaro dell'open source. Il problema è che chi "copia" dovrebbe comunque citare wikipedia. Invece va di moda criticarla, salvo attingerne a piene mani... Personalmente adoro wikipedia.
5/20/2009, 11:02:00 AM

Anonymous wrote ...
Le schede editoriali si fanno così: si copia, quando non si è bravi; quando si è bravi, si copiano quele di Amazon, traducendole; quando si è bravissimi si copiano quelle di Evene, dal francese. La bravura si riduce a questo e in Feltrinelli, evidentemente, non ne avevano a disposizione, quel giorno.
D'altronde io ho scritto schede editoriali per anni: sono diventate tutte, tutte, recensioni sui quotidiani e sui settimanali; oppure su Ibs; oppure slogan pubblicitari che mi arrivavano via sms dalla vodafone (lo giuro, mi è successo).
Quale conclusione se ne deve trarre?
Direi "l'inifinita vanità del tutto"; se non che lo hai già detto tu.
5/20/2009, 10:44:00 AM

paolocoss wrote ...
Beh, tra copiare le cartelle stampa e copiare te c'è già un bel passo in avanti. Comunque, questa è l'etica professionale, capito? Questi sono i personaggi che vogliono far pagare i loro contenuti perché realizzarli costa, perché sono verificati, mica come quella roba amatoriale che si trova in giro per la rete. Che tristezza.
5/20/2009, 10:35:00 AM

marzio wrote ...
Che figuraccia! Spero solo che gli autori di articolo e scheda editoriale fossero degli stagisti al terzo rinnovo. Il dilettantismo ormai è la strategia di sopravvivenza di molte aziende.
Nell'industria culturale e in quella pubblicitaria per esempio è la regola.
5/20/2009, 10:26:00 AM

Anonymous wrote ...
La rete e' cosi, e deve essere cosi, fuori dalle leggi, mainstream, di massa, dozzinale, e in gran parte inutile.Con solo qualche isola felice.
Cosi' dovrebbe rimanere, e' panorama che andrebbe bruciato.
5/20/2009, 9:16:00 AM

IZ wrote ...
Con rispetto e ammirazione, si scrive "intelligibile" (consigliato) o "intellegibile" (raro ma possibile). "Intelleggibile" no, la parentela è con intelletto, non con leggere (ma questo lo sai).
5/20/2009, 7:37:00 AM

Ipazia Sognatrice wrote ...
La dice lunga il fatto che per fare una tesi su Marinetti tu sia dovuto andare fino a lì...
5/20/2009, 1:18:00 AM

Anonymous wrote ...
Leo, scusa se mi permetto, ma il prossimo anno cade il centenario della nascita di Karel Zeman (magari perfino parente di Sdengo), regista e animatore cecoslovacco... magari scrivendo una scheda wiki su un qualche suo misconosciuto (o non esistente) capolavoro fai felice un altro miniaturista di Panorama? Oppure hai pensato a scrivere un wiki-qualcosina su Noemi? Una piccola scheda... cosi', tanto per il gusto di farsi copiaincollare da Panorama tra 100 anni...
5/19/2009, 11:35:00 PM

luigi w wrote ...
Caro Leonardo, come ben sai anch'io mi occupai allora - e torno a farlo ora, inseguendo la moda del centenario non per amor della moda bensì per avere uno straccio di assegno - di filippotommaso e allegri compagni di merende. L'aneddoto è fantastico, sai la sola cosa che avrei aggiunto al tuo pezzo? Che "Patriottismo insetticida" è un gran titolo. Marinetti è quasi sempre tremendo ma spesso ha dei titoli non da buttare.
5/19/2009, 11:00:00 PM

GP wrote ...
Qualche tempo fa sfogliavo il libro di testo di educazione artistica di mio nipote (terza media), e non mi ricordo nemmeno per quale motivo mi è venuto in mente di cercare su wikipedia l'argomento di cui stavo leggendo. Il contenuto era identico anche nella punteggiatura. Il dubbio mi attanaglia ancora: chi ha copiato chi? Bah...
5/19/2009, 10:26:00 PM

Thomas Morton wrote ...
La recensione di Panorama non mi pare poi così scandalosa: ci sono alcune frasi prese molto probabilmente da Wiki ma l'autore ci aggiunge anche del suo (anche se niente, a dire il vero, dimostra che abbia almeno aperto il libro).
Che la scheda dell'editore invece sia presa paro paro da Wikipedia è piuttosto sconcertante. Questi non sanno nemmeno cosa stanno pubblicando...
5/19/2009, 9:51:00 PM

abbasta wrote ...
La scheda dell'editore!... non ci posso credere... non ci voglio credere xD

qualche giorno fa hanno beccato il premio pulitzer 2009 che ha copiato da huffington (forse è stata sempre una pratica diffusa, ma ora è così facile scoprirli)... quindi per tornare alla domanda che mi facevo dopo l'inciucio DeBortoli-CorruttoreDiAvvocatiInglesi: ci serve ancora una stampa del genere, così pigra e pavida professionalmente, intellettualmente, umanamente? Mi sa di no.
5/19/2009, 9:48:00 PM

Matteo Rizzolli wrote ...
Io sono molto orgoglioso di averti conosciuto là... all'ombra di quella bella biblioteca. E che mi raccontavi del marinetti sorprendente mentre gustavamo un hamburger da Sullivan...
5/19/2009, 9:37:00 PM

falecius wrote ...
Encarta ha sempre fatto cagare anche più della media dei prodotti Microsoft. Nella versione italiana, al massimo avrebbe potuto proporsi per la qualifica di "dizionario enciclopedico", e non dei migliori, le enciclopedie sono una cosa diversa. Ma dal poco che ne so ha il sospetto che anche la versione inglese fosse come minimo mediocre.
Per cui, se davvero la chiudono, forse l'unica cosa da fare è ballare sulla tomba.
A parte questo, la relazione di Leo al convegno in questione era effettivamente interessante.
5/19/2009, 8:25:00 PM

catepol wrote ...
il mondo è piccolo, la rete ancora meno...un giorno un alunno ti stamperà la pagina wiki per la sua ricerca e te la consegnerà :-)
5/19/2009, 8:19:00 PM

Anonymous wrote ...
In tutta onesta', sei un genio :)
5/19/2009, 8:15:00 PM

Anonymous wrote ...
Mmm... interessante!
Ma, oggi più che mai: chi ha corrotto David Mills?
Se il "futuro segretario del PD" ti avesse ascoltato in quel di Febbraio, oggi dopo mesi interi di ritornello, guadagnerebbe qualche punto di popolarità. Peccato, essere ascoltati/copiati da Panorama non credo sia così gratificante...
5/19/2009, 8:04:00 PM

Anonymous wrote ...
Potresti appellarti alla licenza GNU di wikipedia, ma "il primo comandamento dell'Internet" mi sa è: Ignorare le finestre popup
5/19/2009, 7:58:00 PM

Leonardo T wrote ...
Condividere è ok.
Copiare e rivendere non è più ok.
E' il primo comandamento dell'internet, ormai.
5/19/2009, 7:41:00 PM

Anonymous wrote ...
"6. Se voi rivendete i miei riassuntini, perché io dovrei comprare i vostri libri o film o canzoni? Rubare a voi è davvero questo gran furto?"

Tuoi? Credevo gli avessi condivisi con il mondo!
5/19/2009, 7:31:00 PM