- sulla crosta sottile
19-06-2006, 11:39cattiva politica, scandalismi, telefoniaPermalinkQuaquaraquà generation
Io vorrei che anche nei giorni meno ispirati, la linea ""editoriale"" di questo blog fosse la seguente: evitare i commenti tanto-un-chilo, cercare di prendere ogni argomento come se fosse solo un aspetto di un problema più vasto. Una maglia del tessuto. Un elemento di una struttura. O un pezzo dell'animale, come direbbe Baricco (che è più bravo di me, ribadisco).
Nello specifico, non si tratta di sottolineare quanto siano stronzi e maiali Principe, Sottile e compagnia, quanto di notare una volta per tutte l'epoca eccezionale in cui stiamo vivendo.
Quest'epoca eccezionale è quella in cui una tecnologia davvero rivoluzionaria (la telefonia cellulare) è stata resa disponibile anche a persone di una certa età. Il che nel passato non avveniva: quando inventarono le automobili o gli aeroplani, non credo che i sessanta-settantenni ci si dilettassero. Ma in generale, i politici, i funzionari, i principi, non sono mai stati così all'avanguardia tecnologica come adesso. Hanno imparato a usare i cellulari, adesso li usano piuttosto bene, fin troppo bene, e il risultato da un anno a questa parte è una serie infinita di scandali seguiti a intercettazioni telefoniche. Prima Ricucci e compagnia, poi Fassino un po' spregiudicato che al telefono con Consorte sbotta in un "Abbiamo una banca!" (salvo pentirsi subito, perché è Fassino). Poi Moggi. E adesso Vittorio Emanuele, che comunque di Moggi non ha né il potere né il bieco carisma. Tutta gente un po' troppo chiacchierona, e poi hai voglia a lamentarti della fuga di notizie. E star zitti?
Una volta il malavitoso di successo era il tizio con la voce bassa e roca, che parlava poco o nulla, e sempre per interposta persona. Con l'avvento del cellulare è arrivato il Chiacchierone. Indubbiamente la pubblicazione seriale delle intercettazioni è un malcostume, ma suvvia. Quante possibilità aveva di resistere il modello-Chiacchierone? Il mondo del malaffare, lo sappiamo tutti, è ferocemente darwiniano: vince chi si adatta meglio all'ambiente. Moggi parlava troppo per sopravvivere. Deve prendersela solo con sé stesso.
Il bello è che questi Chiacchieroni, lo sono diventati grazie a una tecnologia innovativa. Prima erano probabilmente intrallazzoni riservati. Il mondo del malaffare Italiano è una specie di Afganistan tecnologico, dove si è passati direttamente dalla sciabola al razzo Terra-Aria, dai pizzini di Provenzano al telefono cellulare. Risultato? Uomini potenti che si sputtanano per un nonnulla. Vittorio Emanuele si vantava di essere "il telefonino più intercettato d'Italia". E poi passava a spiegare come avrebbe rotto il naso a una giornalista tv rea d'essere brutta e comunista. Allora, a prescindere dai reati contestati, a uno così il cellulare bisogna toglierglielo. Come si sequestrano i motorini ai tredicenni.
C'è stato un periodo nella vita mia e di alcuni miei amici, in cui i nostri numeri di cellulare erano su liste della Digos. Niente di drammatico, ma c'eravamo e sapevamo di esserci. E sui nostri cellulari si sentivano clic strani: autosuggestione, probabilmente; in ogni caso era meglio non dire cazzate. Un normalissimo principio di precauzione: non si cammina su un cornicione, non ci si accende da fumare se si sente puzza di gas. E non si dicono cazzate su un cellulare. Ma noi eravamo giovani e assolutamente sfigati, non dirigevamo la Banca d'Italia né i Democratici di sinistra, né la Juventus, né la guardia al Pantheon. Questo periodo è eccezionale perché c'è un giro un sacco di vecchi furboni che di fronte a un cellulare non sanno resistere, non hanno introiettato il principio di precauzione. Come i pellerossa nei cantieri dovevano ancora introiettare il senso di vertigine. Che t'impedisce un po' nei movimenti, ma a volte ti salva la vita.
Le intercettazioni sono un colpo basso, indubbiamente. Ma posso dire una cosa poco correct? Questa gente doveva farsi furba, punto. Il reato di imbecillità non esiste, lo so bene. Ma una società che non si protegge dagli imbecilli non funziona.
Io vorrei che anche nei giorni meno ispirati, la linea ""editoriale"" di questo blog fosse la seguente: evitare i commenti tanto-un-chilo, cercare di prendere ogni argomento come se fosse solo un aspetto di un problema più vasto. Una maglia del tessuto. Un elemento di una struttura. O un pezzo dell'animale, come direbbe Baricco (che è più bravo di me, ribadisco).
Nello specifico, non si tratta di sottolineare quanto siano stronzi e maiali Principe, Sottile e compagnia, quanto di notare una volta per tutte l'epoca eccezionale in cui stiamo vivendo.
Quest'epoca eccezionale è quella in cui una tecnologia davvero rivoluzionaria (la telefonia cellulare) è stata resa disponibile anche a persone di una certa età. Il che nel passato non avveniva: quando inventarono le automobili o gli aeroplani, non credo che i sessanta-settantenni ci si dilettassero. Ma in generale, i politici, i funzionari, i principi, non sono mai stati così all'avanguardia tecnologica come adesso. Hanno imparato a usare i cellulari, adesso li usano piuttosto bene, fin troppo bene, e il risultato da un anno a questa parte è una serie infinita di scandali seguiti a intercettazioni telefoniche. Prima Ricucci e compagnia, poi Fassino un po' spregiudicato che al telefono con Consorte sbotta in un "Abbiamo una banca!" (salvo pentirsi subito, perché è Fassino). Poi Moggi. E adesso Vittorio Emanuele, che comunque di Moggi non ha né il potere né il bieco carisma. Tutta gente un po' troppo chiacchierona, e poi hai voglia a lamentarti della fuga di notizie. E star zitti?
Una volta il malavitoso di successo era il tizio con la voce bassa e roca, che parlava poco o nulla, e sempre per interposta persona. Con l'avvento del cellulare è arrivato il Chiacchierone. Indubbiamente la pubblicazione seriale delle intercettazioni è un malcostume, ma suvvia. Quante possibilità aveva di resistere il modello-Chiacchierone? Il mondo del malaffare, lo sappiamo tutti, è ferocemente darwiniano: vince chi si adatta meglio all'ambiente. Moggi parlava troppo per sopravvivere. Deve prendersela solo con sé stesso.
Il bello è che questi Chiacchieroni, lo sono diventati grazie a una tecnologia innovativa. Prima erano probabilmente intrallazzoni riservati. Il mondo del malaffare Italiano è una specie di Afganistan tecnologico, dove si è passati direttamente dalla sciabola al razzo Terra-Aria, dai pizzini di Provenzano al telefono cellulare. Risultato? Uomini potenti che si sputtanano per un nonnulla. Vittorio Emanuele si vantava di essere "il telefonino più intercettato d'Italia". E poi passava a spiegare come avrebbe rotto il naso a una giornalista tv rea d'essere brutta e comunista. Allora, a prescindere dai reati contestati, a uno così il cellulare bisogna toglierglielo. Come si sequestrano i motorini ai tredicenni.
C'è stato un periodo nella vita mia e di alcuni miei amici, in cui i nostri numeri di cellulare erano su liste della Digos. Niente di drammatico, ma c'eravamo e sapevamo di esserci. E sui nostri cellulari si sentivano clic strani: autosuggestione, probabilmente; in ogni caso era meglio non dire cazzate. Un normalissimo principio di precauzione: non si cammina su un cornicione, non ci si accende da fumare se si sente puzza di gas. E non si dicono cazzate su un cellulare. Ma noi eravamo giovani e assolutamente sfigati, non dirigevamo la Banca d'Italia né i Democratici di sinistra, né la Juventus, né la guardia al Pantheon. Questo periodo è eccezionale perché c'è un giro un sacco di vecchi furboni che di fronte a un cellulare non sanno resistere, non hanno introiettato il principio di precauzione. Come i pellerossa nei cantieri dovevano ancora introiettare il senso di vertigine. Che t'impedisce un po' nei movimenti, ma a volte ti salva la vita.
Le intercettazioni sono un colpo basso, indubbiamente. Ma posso dire una cosa poco correct? Questa gente doveva farsi furba, punto. Il reato di imbecillità non esiste, lo so bene. Ma una società che non si protegge dagli imbecilli non funziona.
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