23-02-2001, 16:14Calvino, cultura, Dante, Eco, enciclopedismi, italianistica, l'eurointraprendentePermalink
Cosa sanno gli europei della letteratura italiana?
Intervista a uno spagnolo e una francese ventitreenni, ad alto grado di scolarità (laurea breve). "Ditemi quello che vi viene in mente sull'argomento, non abbiate paura di essere imprecisi".
Prima di tutto c'è Dante, anzi, Dante Alighieri, un autore teatrale del Cinquecento, che ha scritto la Divina Commedia, un testo piuttosto breve che parla… vediamo, "dell'uomo… del suo cielo… del suo inferno" ("C'è anche una spirale da qualche parte", bisbigliano in dissolvenza).
Poi c'è Machiavello, autore del Prince, in cui parla di Borgia, uno statista malvagio e senza scrupoli, insomma, machiavellico. Sei-Settecento.
Seguono poi due nomi del Novecento; Italo Calvino e Umberto Eco. Ma siccome l'esperimento riguardava soltanto la letteratura fino all'Ottocento (la cultura scolastica), andiamo oltre (bisogna dire che per un breve attimo Calvino è scivolato nell'Ottocento).
Arriviamo così a "uno scrittore di poesie erotiche che aveva una casa a Pescara, inizia con la a". Dopo molto penare, mi rendo conto che si tratta di D'Annunzio – nelle altre lingue la particella non fa parte del cognome. "Ma ha scritto poesie erotiche, no?" Certo che le ha scritte.
Poi c'è il silenzio, che provo a sbloccare suggerendo un… "Petrarca?".
"Ah, Petrarca, certo. Ma era un romano, no?" [Nel senso di latino].
"Nooo, è dell'Ottocento".
Vi siete divertiti? Spaventati? Sentiti soli in un'Europa troppo grande che non sa niente di voi, della vostra preziosa cultura? Chiedetevi però cosa sanno i vostri amici con un'educazione non letteraria, o cosa sapete voi stessi, mettiamo, della storia letteraria castigliana.
Il gioco partiva dall'idea che ciascuno di noi, per il solo fatto di vivere continuamente esposto a messaggi, deve per forza trattenere nozioni, benché imprecise. Dovendo iniziare un breve corso sulla cultura italiana, mi piacerebbe partire da queste nozioni confuse e inconsapevoli piuttosto che da due tabule rase. Scoprire che in fondo si sa già qualcosa è rassicurante; scoprire quanto poco in realtà si sa è stimolante; correggere e approfondire una nozione, invece di apprenderla da zero, dovrebbe comportare un minimo risparmio di energia mentale
Infine, il gioco dà preziose informazioni all'istruttore, che può servirsene immediatamente per correggere il tiro.
In questo caso abbiamo una lezione interessante sulla percezione dell'Italia all'estero: ed è consolante, in fondo, che l'"inferno dantesco" e il "machiavellico Borgia" abbiano così poco a che fare cogli spaghetti e i mandolini.
Cosa sanno gli europei della letteratura italiana?
Intervista a uno spagnolo e una francese ventitreenni, ad alto grado di scolarità (laurea breve). "Ditemi quello che vi viene in mente sull'argomento, non abbiate paura di essere imprecisi".
Prima di tutto c'è Dante, anzi, Dante Alighieri, un autore teatrale del Cinquecento, che ha scritto la Divina Commedia, un testo piuttosto breve che parla… vediamo, "dell'uomo… del suo cielo… del suo inferno" ("C'è anche una spirale da qualche parte", bisbigliano in dissolvenza).
Poi c'è Machiavello, autore del Prince, in cui parla di Borgia, uno statista malvagio e senza scrupoli, insomma, machiavellico. Sei-Settecento.
Seguono poi due nomi del Novecento; Italo Calvino e Umberto Eco. Ma siccome l'esperimento riguardava soltanto la letteratura fino all'Ottocento (la cultura scolastica), andiamo oltre (bisogna dire che per un breve attimo Calvino è scivolato nell'Ottocento).
Arriviamo così a "uno scrittore di poesie erotiche che aveva una casa a Pescara, inizia con la a". Dopo molto penare, mi rendo conto che si tratta di D'Annunzio – nelle altre lingue la particella non fa parte del cognome. "Ma ha scritto poesie erotiche, no?" Certo che le ha scritte.
Poi c'è il silenzio, che provo a sbloccare suggerendo un… "Petrarca?".
"Ah, Petrarca, certo. Ma era un romano, no?" [Nel senso di latino].
"Nooo, è dell'Ottocento".
Vi siete divertiti? Spaventati? Sentiti soli in un'Europa troppo grande che non sa niente di voi, della vostra preziosa cultura? Chiedetevi però cosa sanno i vostri amici con un'educazione non letteraria, o cosa sapete voi stessi, mettiamo, della storia letteraria castigliana.
Il gioco partiva dall'idea che ciascuno di noi, per il solo fatto di vivere continuamente esposto a messaggi, deve per forza trattenere nozioni, benché imprecise. Dovendo iniziare un breve corso sulla cultura italiana, mi piacerebbe partire da queste nozioni confuse e inconsapevoli piuttosto che da due tabule rase. Scoprire che in fondo si sa già qualcosa è rassicurante; scoprire quanto poco in realtà si sa è stimolante; correggere e approfondire una nozione, invece di apprenderla da zero, dovrebbe comportare un minimo risparmio di energia mentale
Infine, il gioco dà preziose informazioni all'istruttore, che può servirsene immediatamente per correggere il tiro.
In questo caso abbiamo una lezione interessante sulla percezione dell'Italia all'estero: ed è consolante, in fondo, che l'"inferno dantesco" e il "machiavellico Borgia" abbiano così poco a che fare cogli spaghetti e i mandolini.
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