Il chiar di luna non passerà!

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Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo all'Italia, se la marcia su Roma invece di Mussolini l'avesse organizzata Filippo Tommaso Marinetti? Se in luogo di vent'anni di fascismo ne avessimo avuti altrettanti di futurismo? Cosa avremmo combinato? Grattacieli di Sant'Elia dappertutto? Venezia asfaltata? Marconi ministro dell'innovazione tecnologica, a Enrico Fermi un budget illimitato per costruire qualsiasi ordigno ad alto potenziale?

Dovete però immaginarveli realizzati a metà, con cemento scadente, gare d'appalto truccate ecc.

La cosa è meno assurda di quanto non possa sembrare - ok, resta abbastanza assurda, però Marinetti è stato un avanguardista nella politica, oltre che nell'arte. Già ai primi del secolo i cortei lo affascinavano, anche se gli operai lo scambiavano per una spia ("no guardate che sono un poeta"). Fu interventista prima di Mussolini, scrisse un manifesto politico prima di lui. Partecipò al rogo della sede dell'Avanti. C'era a San Sepolcro e ai primi due congressi dei Fasci, quando erano ancora un movimento repubblicano e anticlericale; se ne andò al secondo accusando Mussolini di virare in senso reazionario, e aveva ragione. Insomma fu un fascista talmente della prima ora che ai tempi della marcia su Roma s'era già stancato. Poi si accodò e produsse anche propaganda molto sui generis, che al Minculpop non piaceva. È chiaro che gli mancavano l'astuzia e la pazienza di Mussolini (che forse era anche uno scrittore migliore di lui). Ma se Mussolini non ci fosse stato?

(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).

La storia sarebbe uno strano seguito di Fiume 1920, ambientata in un universo molto simile a quello del Chiaro di luna colpisce ancora. 1939: in un laboratorio della Palestra di Neofisica di Futuroma, un assistente di laboratorio sta conducendo i primi timidi esperimenti di viaggio nel tempo. Dopo l'esperienza in Etiopia, dove ha assistito allo sterminio della popolazione mediante armi chimiche e batteriologiche, ha un solo obiettivo: tornare indietro nel tempo e impedire che Filippo Tommaso Marinetti prenda il potere. Ha una certa fretta, perché sa che in qualche stanza più in là stanno cominciando ad arricchire l'uranio; e i gerarchi, pardon, gli eccitatori(*), hanno intenzione di avvalersene per risolvere alcuni contenziosi territoriali tra la Somalia italiana e quella inglese.

* (Tra le proposte seriamente avanzate da FTM c'era quella di sostituire il Senato con un Eccitatorio di giovani sotto i trent'anni).

Flashback (anzi, indietroveloce): mentre si sta recando in automobile a uno dei primi comizi dei fasci di combattimento, il giornalista Benito Mussolini dimentica che nel contado si tiene la sinistra e non la destra della strada, rimane coinvolto in un incidente stradale e muore sul colpo. Un paio d'anni più tardi gli industriali italiani sono terrorizzati: il bolscevismo è alle porte e a destra c'è il solito problema: nessun leader affidabile. Tutta una galassia di nazionalisti, reduci allo sbando, anarchici sviati, semplici picchiatori. La figura un po' più carismatica è quel pazzo di Filippo Tommaso Marinetti, che col suo Partito Futurista Nazionale ha un programma politico fieramente antibolscevico, ma non meno radicale (vuole eliminare il vaticano, la monarchia e l'istituto famigliare). Siccome l'alternativa è l'anarchia e i soviet, Agnelli e i fratelli Perrone decidono di finanziare FTM. Persino i vescovi benedicono la cosa - chiedendo però esplicite garanzie. Così nell'ottobre 1922 Marinetti organizza la Corsa su Roma e ottiene dal perplesso sovrano l'incarico di formare un governo.

La transizione del futurismo dall'arte alla politica non è soltanto vissuta come naturale, ma fornisce un esempio agli altri Paesi europei: in Germania gli espressionisti promuovono varie sommosse, litigando con gli spartachisti; in Russia cubofuturisti e realisti-socialisti lottano per l'egemonia nel comitato centrale; a Parigi il dadaismo viene represso nel sangue. Marinetti nei primi anni cerca di destreggiarsi come può: ovviamente i principi del suo libretto rosso sono quasi tutti irrealizzabili nei tempi brevi. Si toglie solo qualche soddisfazione simbolica, ad esempio trasformare immediatamente tutti i licei classici in palestre tecnico-scientifiche. I suoi sponsor lo spingono a svalutare lo svalutabile per varare una campagna di grandi opere: galleria rapida Bologna-Firenze, le prime autostrade, e soprattutto palazzoni, palazzoni dappertutto.

Col tempo la fiducia illimitata concessa agli scienziati gli dà qualche risultato - anche perché attira ingegni dall'estero, Einstein e Bohr a Futuroma sono di casa. All'inizio degli anni Trenta carezza la possibilità di sopperire alla cronica mancanza di energia con un'idea inedita: fendere l'atomo. Però serve l'uranio. In Italia non ce n'è, nel corno d'Africa forse, ma l'ideale sarebbe perforare l'acrocoro etiopico. In realtà non ci sono prove che là sotto l'uranio ci sia, ma Marinetti è tutto fuor che razionale e ha una gran voglia di sperimentare e mostrare al mondo le nuove armi chimiche. E poi l'Africa è un altro dei suoi pallini sin dall'infanzia egiziana: sogna di cacciare inglesi e francesi e diventarne l'imperatore. E così via.

Se Marinetti vi sembra un dittatore più interessante - e asfaltare Venezia è un vostro vecchio sogno - non avete che da votare Il chiar di luna non passerà! che oggi se la gioca contro La falsa e vera Gioconda. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
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