martiri del management

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Si chiama Catania, risolve i problemi

Ora io mi rendo conto che un Paese dove bastano 200 pendolari in una stazione a bloccare tutta la circolazione ferroviaria è una vergogna.
E non è certo colpa di Trenitalia o delle Ferrovie: è colpa dei pendolari, quei perfidi, che profittando di una intrinseca debolezza del tracciato ferroviario organizzano i loro maledetti scioperi fiscali. Che non sono belli, perché vengono fatti davanti a tutti, creando molto disagio.
Diciamola tutta, gli scioperi fiscali non sono roba da pezzenti, ma da professionisti, che sanno farli di nascosto, dal commercialista, senza disturbare giornalisti e tv.

Del resto è anche vero che a 'sti poveracci hanno aumentato il biglietto da 15 euro a 60. Se non sbaglio è un aumento del 400%. Io comunque una soluzione ai loro problemi ce l’ho. Non so come. Di solito non trovo le soluzioni ai problemi, ma stamattina è diverso.

La mia soluzione ha di buono che è rapida e quasi indolore. Consiste in questo: una pattuglia di finanzieri, o carabinieri, o poliziotti (ma vanno bene anche i vigili del fuoco) va da Elio Catania e gli chiede 5 milioni di Euro. Lui cinque da darci ce ne ha di sicuro: quando era amministratore delegato di Trenitalia ne prendeva due all’anno di stipendio; anche se li avesse spesi tutti (e non si capisce come) l’anno scorso licenziandosi dovrebbe averne pigliati cinque di liquidazione. I casi sono due: o ha un pozzo in giardino e passa il tempo a buttarci le mazzette da cinquanta, oppure dovrebbe averne parecchi da parte. Magari investiti. Beh, li disinvestiamo. Siamo lo Stato sovrano, dopotutto.

Io poi non sono un ignorante, sapete, mi rendo conto che per fare una cosa del genere ci vuole un habeas corpus. Però secondo me non è difficile trovarne uno: le zecche e i pidocchi sui vagoni ci sono ancora o no? le linee sono aumentate o diminuite? Ed esiste o no in Trenitalia un buco da un miliardo e settecento milioni di Euro? Sì? Chi avevano chiamato a risanare? Elio Catania? Ha risanato? No? E si è pigliato pure la liquidazione? E vabbè, noi gliela chiediamo indietro. Secondo me non fa una grinza.
...anziché puntare al risanamento e al contenimento degli sprechi, ha fatto letteralmente esplodere i costi operativi, con una proliferazione dell’apparato dirigente e un incremento delle spese per appalti e forniture pari al 22 per cento. A causa della carenza di materiale rotabile e di personale è diminuito il numero di treni, sbagliando clamorosamente la programmazione degli orari offerti al pubblico. A una domanda crescente di servizi adeguati si è risposto con il raddoppio degli spot pubblicitari e una qualità largamente approssimativa. Tutto questo evidenzia il fallimento delle politiche aziendali. (Franco Nasso, Filt, via wikipedia).

Dovrebbe anzi ringraziare che non gli facciamo fare neanche una mezza giornata di galera. Ci mancherebbe: non ha fatto mica niente di male, a parte contribuire allo sfascio ferroviario italiano, che non è un reato in sé.
E siccome già sento qualcuno commuoversi per il povero ex consigliere d’amministrazione sul lastrico, un altro martire del management, vi rassicuro: no, sul lastrico per ora non ci va, considerato che attualmente è

- Membro del Consiglio di Gestione di Banca Intesa-San Paolo.
- Vice Presidente Assonime,
- membro di giunta Confindustria
- Vice Presidente del Consiglio per le Relazioni Italia Stati Uniti.
- Dal 26 aprile 2007, presidente dell'Azienda Trasporti di Milano su proposta del sindaco di Milano Letizia Moratti. E si capisce, uno così bravo a sfasciare le ferrovie vuoi che la Moratti se lo lasci sfuggire?

Ho fatto un rapido conto. Cinque milioni di euro divisi per i duecento pendolari che hanno bloccato i treni ieri fanno 25.000 € a testa, una media vincita ad Affari Tuoi. I pendolari pidocchiosi potrebbero comprarci una macchina a metano o GPL per andare a lavorare a nord e non rompere più le scatole alle ferrovie, che così potranno concentrarsi sulla loro mission: far viaggiare i businessmen in pendolino. Oppure possono investirli in qualcosa, diventare professionisti, dopodiché gli scioperi fiscali li faranno come tutti gli altri, privatamente e senza dirlo in giro. E saremo tutti contenti. Persino Catania, secondo me.

Sono convinto che lui quei cinque milioni di euro non li ha nemmeno toccati. Probabilmente gli fa schifo solo pensarci. Ma come, un professionista come lui sfascia le ferrovie e si fa dare una montagna di soldi in liquidazione? No, nessuno riuscirebbe a intascarli a cuor leggero. Allora forse non servono i carabinieri, basta un appello accorato: Catania, risolvi un problema, per una volta nella tua vita. Dai, smolla il grano. Lo sappiamo che ti vergogni. E non c’è niente di male. È anzi una cosa che ti fa onore. Smolla, su. È l’Italia che te lo chiede.
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