Il Centro di Modena ha un problema

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Portici affumicati e strade strette
storte, piene di buche e di letame,
un'aria sempre torbida ed infame,
un continuo votar di canalette...

(Anonimo ex modenese)

Cari commercianti del Centro di Modena,
vi scrive un ex modenese, un po' preoccupato. Da quel che si leggeva in questi giorni sui vostri giornali, sembra che in città ci sia stato un vero e proprio assedio. Sei ore di combattimenti, anarchici dappertutto, cioè insomma, dappertutto, diciamo in via Emilia. Hanno rotto una videocamera a circuito chiuso. Hanno “preso di mira” le vetrine (scrivono tutti così: preso di mira. Neanche fosse un bersaglio mobile, una vetrina). Hanno lordato i muri con le bombolette spray. Hanno trasformato la città “in un teatro da guerriglia urbana”, ha detto l'onorevole Bertolini, che colgo l'occasione di salutare: buongiorno onorevole Bertolini, è da tanto che non sentivo più parlare di lei, cominciavo a preoccuparmi. Ma soprattutto, cari commercianti, tutti quegli anarchici vi hanno rovinato il sabato pomeriggio: quella mezza giornata che “le famiglie tradizionalmente dedicano allo shopping”. Un bel guaio, in tempo di crisi.

Cari commercianti, miei ex concittadini: credetemi se vi dico che mentre leggevo trepidante le testimonianze della battaglia, il mio cuore è tornato a dieci anni fa, quando anch'io passavo a Modena i miei sabati pomeriggio. Insomma la nostalgia si è impadronita di me, e ho ripensato ai miei sabati in via Emilia. Quanti ricordi, che folle, che calche... no, aspetta. Di solito nel ricordo tutto s'ingrandisce un po'. Nel mio caso questo non succede. Ovvero, io tutta questa gente al sabato pomeriggio non riesco a ricordarmela. Qualche crocchio sì, ma nulla di paragonabile a... a... qualsiasi altra città in cui io abbia passato un sabato pomeriggio. In Italia, in Europa, ovunque, ormai sono uno che ha viaggiato. Vivo da qualche anno in una città più piccola, non vi dirò quale perché non mi prendereste più sul serio, e rammento che i primi sabati che mi capitava di mettere il naso fuori mi chiedevo sempre cosa stesse succedendo: concerti gratis? Bancomat impazziti erogavano banconote? Orge in piazza? No, niente, era solo la normale folla del sabato pomeriggio. Normale? Non c'ero abituato. Eppure venivo da una città più grande, da Modena. Cari commercianti, da uomo che un po' ha viaggiato io prima o poi vorrei dirvelo: Modena ha un problema. Il centro di Modena ha un grosso problema. E non sono gli anarchici.

Quelli sappiamo benissimo cosa fanno: arrivano, girano tre isolati, sporcano un po', e poi levano le tende. Considerato che erano in seicento, il corteo non doveva superare i sessanta metri. Un corteo così avrebbe dovuto spaventare le famiglie? Rifletteteci bene. Una famiglia che sta prendendo il gelato al K2 non lo sente nemmeno, il corteo alla Ghirlandina. Magari s'incrociano al portico del Collegio, e se la famiglia si spaventa un po' prende per via Farini (dove ci sono comunque tanti esercizi interessanti), fine del disagio. Ma il vero problema è che la famiglia quel sabato non ci va nemmeno in centro, e perché? Coraggio, ditemelo, perché? Chi è che ha detto alla Famiglia Modenese: State lontani dal centro, arrivano migliaia di anarchici cattivissimi? Sono stati i vostri giornali. Quelli che continuano a pomparsi e pomparvi con questa storia della guerriglia urbana. Ma voi avete presente cos'è una guerriglia urbana?

Ho letto un'intervista al questore. Ha difeso la scelta di fare il corteo in Via Emilia: dice che in questo modo si sono limitati i danni. Dice che non è stata infranta una sola vetrina. Ecco perché i giornali scrivono che le vetrine sono state 'prese di mira': non possono scrivere che sono state rotte... Insomma 'sti anarchici devono avere una mira scadentissima: prendono di mira, prendono di mira, ma niente da fare. Oppure hanno capito, e non da oggi, che una vetrina rotta non serve a niente. Purtroppo continuano a usare bombolette e uova marce, ma anche qui, ha senso prendersela col Comune? Ha ripulito tutto in 24 ore, come al solito. Secondo voi avrebbero dovuto fare il corteo da un'altra parte. È il solito discorso. Perché la gente non manifesta a casa sua, magari con le tapparelle giù, e a basso volume? Ahimè no, il senso di una manifestazione è proprio l'azione di disturbo: la possibilità di fare arrivare il messaggio anche alla famosa famiglia che va a prendersi il gelato in centro. È una cosa che non si può impedire, neanche il questore ci prova. Cosa vorreste fare esattamente, transennare il centro storico? Far entrare soltanto quelli che hanno la faccia da shopping?

Ma non capite che il problema è l'opposto, e cioè che in centro a Modena non entra comunque nessuno? Praticamente nessuno. Una cittadina di cinquantamila abitanti ha dei sabati pomeriggio mediamente più interessanti dei vostri. E voi ve la prendete con gli anarchici. Dovreste festeggiarli, gli anarchici: sono gli unici che nel Centro di Modena ci credono ancora. Quando capiranno di quanto poco sia importante il Centro per gli stessi modenesi, non verranno più. Andranno a manifestare nel parcheggio del Grandemilia, o del nuovo multisala. E voi finalmente sarete liberi di esporre i vostri diamanti per i quattro turchi e i tre filippini che passano, perplessi. Il centro di Modena ha effettivamente un problema.

Può darsi che siano gli spazi. Strade troppo strette, e i portici non sono accoglienti come in altre città. Poi è vero che i centri storici sono luoghi schizofrenici. Negozi di lusso ed extracomunitari in subaffitto, non ha senso. Ma anche qui: è colpa del Comune?
Non sarà anche un po' colpa vostra? Se fosse per voi, la Pomposa sarebbe ancora la piazza dei cinesi. Invece hanno fatto aprire un po' di locali e adesso è piena di giovani. Non ce li avete mica portati voi, lì, diciamolo. Comunque adesso ci sono, e potreste profittarne per vender loro qualcosa. No, niente. È già tanto se non aderite a qualche raccolta di firme per far chiudere i locali. Sarà che ai giovani non si riesce a vender niente, hanno orari balordi, e poi non si sa cosa gli piace, sarà. Voi vorreste vendere alle famiglie. Ma le famiglie cosa dovrebbero venire a fare in centro, esattamente?

A proposito, voi dov'eravate quando hanno chiuso cinque cinema? Il Cavour. Il Metropol. Lo Splendor. L'Embassy. L'Olimpia, vabbè, diciamo che non era proprio in centro. E poi l'Arena che è diventato un porno. Tutto bene, secondo voi? D'altro canto, si sa, il cinema è un'invenzione senza futuro. Le famiglie non ci vanno più. Tranne per Avatar in 3d, eh, sì. Quante famiglie sono andate a vederlo, quest'inverno. Di sicuro non sono passate per il Centro.
A meno che non l'abbiano dato all'Astra. L'Astra resiste! È uno dei pochi motivi per cui mi capita ancora di trovarmi a Modena, di sabato, diciamo verso le diciannove. E magari mentre aspetto che cominci un film entro anche in un negozio. Ci trovo un'esercente scocciata che mi fa fretta perché non vede l'ora di chiudere. Il sabato alle diciannove. Io credo che Modena abbia un grosso problema.

Vogliamo raccontarci che siano gli anarchici? A proposito, ma con chi ce l'avevano? Con quel centro di Identificazione e di Espulsione che invece di identificare ed espellere gli immigrati li rinchiude per mesi e mesi. Quello gestito dalla Misericordia di Giovanardi, che prende soldi dallo Stato e non fa nemmeno funzionare le docce. Pensate che in un mondo appena appena un po' passabile quella gente non marcirebbe là dentro. Sarebbero in giro a darsi da fare. Qualcuno magari anche a Modena. E magari al sabato pomeriggio gli avanzerebbe un po' di tempo per farsi un gelato al K2. Ma poi lo fareste entrare nei vostri negozi?

No, eh?

Cari commercianti, io credo che il centro di Modena abbia un grossissimo problema.
Guardate, ve lo dico senza alcun pregiudizio, da vecchio appassionato di Centri storici. Anche adesso vivo in un Centro, oddio, diciamo in un Centrino. Sapete cosa c'è di fantastico? Che posso andare a lavorare in bicicletta. E compro il pane e la verdura sotto casa. E qualsiasi cosa. In effetti, sono sempre in bicicletta. A Modena la bicicletta mi è marcita in cantina. E dire che vivevo dietro il teatro. Perché non la usavo mai?

Forse perché in tutto il centro non c'era nemmeno un supermercato decente? Neanche uno. Pelliccerie, gioiellerie, e più scarpe che stelle nel cielo. Ma per fare una semplice spesa dovevo prender la macchina e andare all'iper. Avete capito qual è il problema?

Siete voi.
Perché non mollate l'osso? Vendete tutto e via. Coi soldi ricavati comprate un lotto di terreno, sloggiate l'anarchico che ci coltivava le patate bio e ci costruite un enorme centro commerciale pressurizzato. Lo fate a forma di Centro di Modena, però con l'aria condizionata e Pavarotti in filodiffusione. E soprattutto un immenso parcheggio davanti. Non verrà più pacchiano di un qualsiasi outlet, ma del resto ci siete mai stati in un outlet? Se avete visto il Fidenza Village, o Mantova Sud, dovete ammetterlo: quelli sì che sono centri storici come dio comanda. Si potrebbe fare anche un'autopista tutt'intorno, chiedete in giro, c'è richiesta per questo tipo di cose.

E il centro vero lasciatelo a chi lo abita. Ai giovinastri, agli extra, ai vecchietti, ai bambini, agli anarchici, a tutta questa gente inadeguata alle vostre vetrine. Vediamo come se lo gestiscono. Mal che vada diventerà un ghetto putrescente – quel che è stato per centinaia d'anni. Sopravvivrà.
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