Non siamo malati
16-05-2011, 22:09deliri, dialoghi, futurismiPermalinkChi è tuo fratello
“Allora, come l'hai trovato tuo fratello?”
“Peloso”.
...
“Uh, sì, comincia a mettere qualche pelo sotto il naso, è l'età...”
“Verranno anche a me dei peli così?”
“Può darsi, ma non ti devi preoccupare”.
“Quando mi vengono me li posso togliere?”
“Certo”.
...
“E lui perché non se li toglie?”
“Credo che abbia scelto di tenerseli”.
“Ma è brutto”.
“Non è brutto. È tuo fratello. Sta crescendo e ci tiene molto a mostrarlo. Magari tra qualche mese non si piacerà più e se li taglierà”.
“Allora può fare quello che vuole?”
“Con i peli che ha sotto il naso? Certo. Sono suoi”.
“Ma se può fare quello che vuole, perché non torna a casa con noi?”
“Tesoro, ne abbiamo parlato già. Tuo fratello non può vivere con noi. Non avrebbe abbastanza posto”.
“Poteva stare nella mia camera, come quando io ero piccolo”.
“Ma adesso tu non sei più piccolo, hai bisogno di più spazio, e anche tuo fratello ne ha bisogno. Ne abbiamo già parlato. Le persone come tuo fratello non possono dormire nelle stanze con gli altri bambini”.
“Perché diventano cattivi?”
“Ma no... non diventano cattivi. Chi ti dice queste cose”.
“Salima97 dice che mio fratello quando vede la luna diventa un lupo e morde la gente, ma io non ci credo tanto”.
“Fai bene, perché non è vero. Tuo fratello non diventa un lupo”.
“E allora perché non può venire a casa con noi? È malato?”
“Non è ammalato. Tuo fratello sta benissimo. Ma è un maschio. Non c'è niente di male. Però non può stare con noi”.
“Ma cos'è un maschio, mamma?”
“Ti ricordi quando abbiamo preso l'aeromobile e siamo andati in campagna, a vedere la stalla?”
“Sì”.
“Ti ricordi gli animali?”
“C'erano le oche, le anatre, i maiali, le galline, un cane e poi tutti gli animali con le corna”.
“Ecco. Ti ricordi come si chiamano gli animali con le corna?”
“Quando sono piccoli sono tutti vitelli, e poi mettono le corna e diventano: mucche, buoi e tori”.
“E che differenza c'è?”
“Le mucche sono le femmine, fanno i vitelli e gli danno il latte”.
“E i buoi?”
“I buoi sono neutri, sono buoni da mangiare e abbastanza forti per trainare i carretti. Però adesso invece dei buoi si usano i trattori a idrogeno”.
“Invece i tori...”
“I tori sono i maschi, sono forti ma non trainano i carretti perché sono cattivi, e mettono incinte le femmine”.
“Ti ricordi quante mucche hai visto nella stalla?”
“Quindici”
“E quanti buoi?”
“Dieci”.
“E i tori?”
“C'era un solo toro ma ce l'hanno fatto vedere da lontano”.
“Ecco”.
“Perché il signore ci ha detto che il toro era cattivo, crede che le mucche siano solo sue e aveva paura che noi gliele portavano via”.
“Ed è la sua natura, capisci? Il toro non ci può far niente. È fatto così”.
“E anche mio fratello è fatto così?”
“Lo conosci tuo fratello. È sempre lui, anche se sta mettendo i baffi. È simpatico, ti vuole bene, ti fa fare le capriole, però è un maschio. Se lo metti in mezzo alle altre persone, diventa nervoso, capisci? Pensa al toro. Cosa succede se vede una femmina?”
“Se un toro vede una femmina, pensa che è sua”.
“E se vede un maschio?”
“Pensa che è venuto a rubargli le femmine”.
“Ecco”.
“Ma mio fratello non è mica stupido così”.
“Tesoro, non è una questione di intelligenza. È una questione di istinto, capisci”.
“Cos'è l'istinto?”
“L'istinto è... quello che tutte le creature sanno fare senza che nessuno glielo spieghi. Per esempio, io sono la tua mamma. Nessuno mi ha insegnato come si fa, anche se tanti mi hanno dato dei consigli. Io ti vorrò sempre bene e cercherò sempre di difenderti, perché me lo dice l'istinto. Tuo fratello, invece, sta cominciando a guardare le ragazze”.
“Le ragazze sono stupide”.
“È l'istinto che lo guida. Non sarà contento finché non avrà trovato una ragazza con cui stare, e quando ne avrà trovata una si stancherà e ne cercherà un'altra, e così via. A te può sembrare strano, ma per lui è normalissimo”.
“Ma allora è vero che è cattivo?”
“Sei stato con lui tutta la giornata: ti è sembrato cattivo?”
“No, a me sembra sempre mio fratello”.
“Ecco. E sarà sempre tuo fratello. E ti vorrà sempre bene. L'importante è tenerlo lontano dagli altri maschi”.
“Perché gli altri maschi gli fanno paura?”
“Non è paura. È un istinto di competizione. Quando stanno assieme, i maschi sempre la lotta per decidere chi è il più forte”.
“Ma che senso ha?”
“Non ha nessun senso per te, ma per i maschi serve a decidere chi va con le ragazze”.
“Ma non possono andare tutti con ragazze diverse?”
“Adesso sì, perché di maschi ce ne sono pochi”.
“Una volta non era così?”
“No, una volta c'erano tanti maschi quanti femmine, e i neutri come te non esistevano”.
“E come facevate con così tanti maschi?”
“Eh, come facevamo... evidentemente le cose non andavano tanto bene. I maschi iniziavano a farsi la lotta da ragazzini e poi continuavano per tutta la vita. E siccome erano tanti, comandavano loro e facevano fare la lotta anche a noi femmine”.
“Comandavano loro?”
“Facevano i presidenti, i giudici, i poliziotti, i soldati... tutti i lavori più pericolosi”.
“Ma dai mamma, scusa, come faceva un maschio a fare il presidente?”
“Te l'ho detto, era un grosso problema. Infatti scoppiavano continuamente delle guerre”.
“Cos'è una guerra?”
“Una guerra è quando tutti i maschi di una nazione attaccavano i maschi di un'altra nazione, con le armi”.
“E perché dovevano fare una cosa del genere?”
“Tesoro, per milioni di motivi... però col tempo ci siamo resi conto che il motivo principale era l'istinto, appunto. I maschi si fanno la lotta fra loro: sono fatti così. L'unico sistema era... farne molti di meno, e tenerli separati dal resto della società”.
“Ma anche le donne si fanno la lotta”.
“Sì, tesoro, non siamo mica delle sante. Ma noi di solito lottiamo per difendere la nostra tana, la casa, la famiglia. I maschi invece, quando comandavano, erano molto più violenti e distruttivi. Ed erano sempre insoddisfatti, capisci? Perfino quelli più importanti... i presidenti, i colonnelli, i direttori delle banche mondiali... persino all'apice del loro potere, continuavano a dare la caccia alle donne, come dei selvaggi. Noi donne per molto tempo abbiamo pensato che fossero malati. Poi abbiamo capito che non era una malattia: erano semplicemente troppi. E così abbiamo deciso di farne meno”.
“Cos'è una banca mondiale?”
“Adesso un maschio come tuo fratello vive in un collegio. L'anno prossimo sarà considerato maturo e gli sarà assegnata una circoscrizione che contiene più o meno un centinaio di femmine di ogni razza ed età. Tutto quello che gli serve per essere felice senza diventare cattivo e senza fare la guerra a nessuno”.
“Ma come avete fatto a fare meno maschi?”
“Ti ricordi due anni fa, quando sei stato all'ospedale?”
“Sì, che sono stato in vacanza per una settimana e siamo stati anche a disneyland”.
“Ecco. Ti ricordi cosa ti hanno tolto all'ospedale?”
“Le palline”.
“Ecco. Se te le avessimo lasciate saresti diventato un maschio, come tuo fratello, e tra qualche anno avresti messo i peli come lui”.
“Che schifo!”
“Ma no, non sta così male”.
“Però non mi sarebbero piaciute le femmine!”
“Probabilmente sì”.
“Ma solo per via di due palline? Se uno ce le ha corre dietro alle femmine e se non ce le ha non gli interessano? Non ha senso”.
“Non deve avere senso, tesoro. È la natura”.
“Ma perché invece a mio fratello gliele hai lasciate? Non lo volevi tenere?”
“Tesoro no, come puoi dire una cosa del genere! Non sono stata io a scegliere. Quando siete piccoli, in ospedale vi fanno tutta una serie di esami. In base a questi esami tuo fratello è risultato più adatto a fare il maschio. Io nei primi anni non ero tanto convinta, sai. Ma poi sono rimasta incinta di te e ho pensato che forse era un segno”.
“Mamma, scusa, ma chi ti ha messo incinta?”
“Non lo conosci. Era il maschio della nostra circoscrizione, è andato in pensione cinque anni fa. Hai il suo naso”.
“E questo signore quindi... è mio padre?”
“Dove hai sentito questa parola?”
“Allora, come l'hai trovato tuo fratello?”
“Peloso”.
...
“Uh, sì, comincia a mettere qualche pelo sotto il naso, è l'età...”
“Verranno anche a me dei peli così?”
“Può darsi, ma non ti devi preoccupare”.
“Quando mi vengono me li posso togliere?”
“Certo”.
...
“E lui perché non se li toglie?”
“Credo che abbia scelto di tenerseli”.
“Ma è brutto”.
“Non è brutto. È tuo fratello. Sta crescendo e ci tiene molto a mostrarlo. Magari tra qualche mese non si piacerà più e se li taglierà”.
“Allora può fare quello che vuole?”
“Con i peli che ha sotto il naso? Certo. Sono suoi”.
“Ma se può fare quello che vuole, perché non torna a casa con noi?”
“Tesoro, ne abbiamo parlato già. Tuo fratello non può vivere con noi. Non avrebbe abbastanza posto”.
“Poteva stare nella mia camera, come quando io ero piccolo”.
“Ma adesso tu non sei più piccolo, hai bisogno di più spazio, e anche tuo fratello ne ha bisogno. Ne abbiamo già parlato. Le persone come tuo fratello non possono dormire nelle stanze con gli altri bambini”.
“Perché diventano cattivi?”
“Ma no... non diventano cattivi. Chi ti dice queste cose”.
“Salima97 dice che mio fratello quando vede la luna diventa un lupo e morde la gente, ma io non ci credo tanto”.
“Fai bene, perché non è vero. Tuo fratello non diventa un lupo”.
“E allora perché non può venire a casa con noi? È malato?”
“Non è ammalato. Tuo fratello sta benissimo. Ma è un maschio. Non c'è niente di male. Però non può stare con noi”.
“Ma cos'è un maschio, mamma?”
“Ti ricordi quando abbiamo preso l'aeromobile e siamo andati in campagna, a vedere la stalla?”
“Sì”.
“Ti ricordi gli animali?”
“C'erano le oche, le anatre, i maiali, le galline, un cane e poi tutti gli animali con le corna”.
“Ecco. Ti ricordi come si chiamano gli animali con le corna?”
“Quando sono piccoli sono tutti vitelli, e poi mettono le corna e diventano: mucche, buoi e tori”.
“E che differenza c'è?”
“Le mucche sono le femmine, fanno i vitelli e gli danno il latte”.
“E i buoi?”
“I buoi sono neutri, sono buoni da mangiare e abbastanza forti per trainare i carretti. Però adesso invece dei buoi si usano i trattori a idrogeno”.
“Invece i tori...”
“I tori sono i maschi, sono forti ma non trainano i carretti perché sono cattivi, e mettono incinte le femmine”.
“Ti ricordi quante mucche hai visto nella stalla?”
“Quindici”
“E quanti buoi?”
“Dieci”.
“E i tori?”
“C'era un solo toro ma ce l'hanno fatto vedere da lontano”.
“Ecco”.
“Perché il signore ci ha detto che il toro era cattivo, crede che le mucche siano solo sue e aveva paura che noi gliele portavano via”.
“Ed è la sua natura, capisci? Il toro non ci può far niente. È fatto così”.
“E anche mio fratello è fatto così?”
“Lo conosci tuo fratello. È sempre lui, anche se sta mettendo i baffi. È simpatico, ti vuole bene, ti fa fare le capriole, però è un maschio. Se lo metti in mezzo alle altre persone, diventa nervoso, capisci? Pensa al toro. Cosa succede se vede una femmina?”
“Se un toro vede una femmina, pensa che è sua”.
“E se vede un maschio?”
“Pensa che è venuto a rubargli le femmine”.
“Ecco”.
“Ma mio fratello non è mica stupido così”.
“Tesoro, non è una questione di intelligenza. È una questione di istinto, capisci”.
“Cos'è l'istinto?”
“L'istinto è... quello che tutte le creature sanno fare senza che nessuno glielo spieghi. Per esempio, io sono la tua mamma. Nessuno mi ha insegnato come si fa, anche se tanti mi hanno dato dei consigli. Io ti vorrò sempre bene e cercherò sempre di difenderti, perché me lo dice l'istinto. Tuo fratello, invece, sta cominciando a guardare le ragazze”.
“Le ragazze sono stupide”.
“È l'istinto che lo guida. Non sarà contento finché non avrà trovato una ragazza con cui stare, e quando ne avrà trovata una si stancherà e ne cercherà un'altra, e così via. A te può sembrare strano, ma per lui è normalissimo”.
“Ma allora è vero che è cattivo?”
“Sei stato con lui tutta la giornata: ti è sembrato cattivo?”
“No, a me sembra sempre mio fratello”.
“Ecco. E sarà sempre tuo fratello. E ti vorrà sempre bene. L'importante è tenerlo lontano dagli altri maschi”.
“Perché gli altri maschi gli fanno paura?”
“Non è paura. È un istinto di competizione. Quando stanno assieme, i maschi sempre la lotta per decidere chi è il più forte”.
“Ma che senso ha?”
“Non ha nessun senso per te, ma per i maschi serve a decidere chi va con le ragazze”.
“Ma non possono andare tutti con ragazze diverse?”
“Adesso sì, perché di maschi ce ne sono pochi”.
“Una volta non era così?”
“No, una volta c'erano tanti maschi quanti femmine, e i neutri come te non esistevano”.
“E come facevate con così tanti maschi?”
“Eh, come facevamo... evidentemente le cose non andavano tanto bene. I maschi iniziavano a farsi la lotta da ragazzini e poi continuavano per tutta la vita. E siccome erano tanti, comandavano loro e facevano fare la lotta anche a noi femmine”.
“Comandavano loro?”
“Facevano i presidenti, i giudici, i poliziotti, i soldati... tutti i lavori più pericolosi”.
“Ma dai mamma, scusa, come faceva un maschio a fare il presidente?”
“Te l'ho detto, era un grosso problema. Infatti scoppiavano continuamente delle guerre”.
“Cos'è una guerra?”
“Una guerra è quando tutti i maschi di una nazione attaccavano i maschi di un'altra nazione, con le armi”.
“E perché dovevano fare una cosa del genere?”
“Tesoro, per milioni di motivi... però col tempo ci siamo resi conto che il motivo principale era l'istinto, appunto. I maschi si fanno la lotta fra loro: sono fatti così. L'unico sistema era... farne molti di meno, e tenerli separati dal resto della società”.
“Ma anche le donne si fanno la lotta”.
“Sì, tesoro, non siamo mica delle sante. Ma noi di solito lottiamo per difendere la nostra tana, la casa, la famiglia. I maschi invece, quando comandavano, erano molto più violenti e distruttivi. Ed erano sempre insoddisfatti, capisci? Perfino quelli più importanti... i presidenti, i colonnelli, i direttori delle banche mondiali... persino all'apice del loro potere, continuavano a dare la caccia alle donne, come dei selvaggi. Noi donne per molto tempo abbiamo pensato che fossero malati. Poi abbiamo capito che non era una malattia: erano semplicemente troppi. E così abbiamo deciso di farne meno”.
“Cos'è una banca mondiale?”
“Adesso un maschio come tuo fratello vive in un collegio. L'anno prossimo sarà considerato maturo e gli sarà assegnata una circoscrizione che contiene più o meno un centinaio di femmine di ogni razza ed età. Tutto quello che gli serve per essere felice senza diventare cattivo e senza fare la guerra a nessuno”.
“Ma come avete fatto a fare meno maschi?”
“Ti ricordi due anni fa, quando sei stato all'ospedale?”
“Sì, che sono stato in vacanza per una settimana e siamo stati anche a disneyland”.
“Ecco. Ti ricordi cosa ti hanno tolto all'ospedale?”
“Le palline”.
“Ecco. Se te le avessimo lasciate saresti diventato un maschio, come tuo fratello, e tra qualche anno avresti messo i peli come lui”.
“Che schifo!”
“Ma no, non sta così male”.
“Però non mi sarebbero piaciute le femmine!”
“Probabilmente sì”.
“Ma solo per via di due palline? Se uno ce le ha corre dietro alle femmine e se non ce le ha non gli interessano? Non ha senso”.
“Non deve avere senso, tesoro. È la natura”.
“Ma perché invece a mio fratello gliele hai lasciate? Non lo volevi tenere?”
“Tesoro no, come puoi dire una cosa del genere! Non sono stata io a scegliere. Quando siete piccoli, in ospedale vi fanno tutta una serie di esami. In base a questi esami tuo fratello è risultato più adatto a fare il maschio. Io nei primi anni non ero tanto convinta, sai. Ma poi sono rimasta incinta di te e ho pensato che forse era un segno”.
“Mamma, scusa, ma chi ti ha messo incinta?”
“Non lo conosci. Era il maschio della nostra circoscrizione, è andato in pensione cinque anni fa. Hai il suo naso”.
“E questo signore quindi... è mio padre?”
“Dove hai sentito questa parola?”
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