Wikimonia
19-05-2009, 18:23internet, italianistica, wikipediaPermalinkLe mie parole libere nel mondo
Se volete un grande esempio dell'egemonia di Wikipedia, eccovelo pronto: Microsoft sta chiudendo la sua enciclopedia, Encarta. Nessuno la usa: Wiki funziona meglio e non costa nulla. Pensate se succedesse lo stesso coi sistemi operativi: se dovessero chiudere Windows perché tanto ormai sono tutti passati a Linux. Questo se volete un grande esempio.
Se ne volete uno piccolo piccolo, a misura di chi scrive in questo blog, ecco qua. Tre anni fa passai una mezza estate in una delle più belle biblioteche del mondo (questa). Cercavo una pista per scrivere una tesi di dottorato sul mio incubo storico, tal F. T. Marinetti fondatore del futurismo. Vi risparmio la tiritera su quant'è bella l'America loro sì che rispettano gli studiosi a Bologna sei poco più di un pancabbestia invece laggiù ti chiamano Mister ecc. ecc. ecc. blablabl.
A un certo punto incocciai in un libro abbastanza raro, di cui avevo già fiutato la presenza in qualche biblioteca italiana: si chiamava Patriottismo insetticida ed era un romanzo del 1939. Non solo non l'avevo mai letto, ma secondo me nessun altro al mondo ci aveva mai provato.
Marinetti era già poco leggibile nei suoi anni ruggenti, i Dieci; nel 1939 era un monumento che sopravviveva a sé stesso. Mussolini lo aveva voluto all'Accademia d'Italia perché non si dimenticava di chi gli aveva voluto bene nei giorni difficili (vent'anni prima erano stati in galera assieme, compagni di lista a Milano nei trombatissimi Fasci di Combattimento del '19). Così il vecchio futurista vivacchiava, aveva un contratto di ferro con la Mondadori che gli pubblicava qualsiasi cosa, ma persino i gerarchi lo disprezzavano pubblicamente, e i vecchi colleghi, diventati famosi anche grazie a lui, fingevano di non averlo mai conosciuto. La riscoperta sarebbe arrivata molto dopo.
Bene, in questa situazione Marinetti scrive un nuovo manifesto sul romanzo futurista, in cui in sostanza accusa Joyce e Proust di avere copiato da lui, e poi un romanzo, Patriottismo insetticida, la storia di... non si sa, perché nessuno lo ha mai letto. Così un pomeriggio decisi di farlo io, nella speranza di trovare qualcosa di utile alla mia infernale ricerca.
Di solito in questi casi si sottolineano i passi che ci potrebbero interessare, ma io non potevo: primo perché era un reato federale, secondo perché il libro sarebbe comunque rimasto a New Haven, Connecticut. L'alternativa è scriversi una scheda in un taccuino, o sul computer. Ma a questo punto, se si è connessi, tanto vale fare direttamente una scheda su Wikipedia. I miei appunti infatti si perdono spesso, e quando li ritrovo (possono passare mesi, anni) non sempre riesco a capirli. Invece Wiki è sempre lì, cioè dovunque, e la necessità di scrivere qualcosa intelleggibile a tutti e con un formato standard mi avrebbe costretto a essere chiaro.
Non solo, ma in questo modo le mie eventuali scoperte le avrei immediatamente condivise con l'umanità... sì, vabbè, capirai le scoperte, un romanzo sconosciuto di Marinetti, chi se lo fila? Già non si leggono le sue opere in commercio.
Se volete un grande esempio dell'egemonia di Wikipedia, eccovelo pronto: Microsoft sta chiudendo la sua enciclopedia, Encarta. Nessuno la usa: Wiki funziona meglio e non costa nulla. Pensate se succedesse lo stesso coi sistemi operativi: se dovessero chiudere Windows perché tanto ormai sono tutti passati a Linux. Questo se volete un grande esempio.
Se ne volete uno piccolo piccolo, a misura di chi scrive in questo blog, ecco qua. Tre anni fa passai una mezza estate in una delle più belle biblioteche del mondo (questa). Cercavo una pista per scrivere una tesi di dottorato sul mio incubo storico, tal F. T. Marinetti fondatore del futurismo. Vi risparmio la tiritera su quant'è bella l'America loro sì che rispettano gli studiosi a Bologna sei poco più di un pancabbestia invece laggiù ti chiamano Mister ecc. ecc. ecc. blablabl.
A un certo punto incocciai in un libro abbastanza raro, di cui avevo già fiutato la presenza in qualche biblioteca italiana: si chiamava Patriottismo insetticida ed era un romanzo del 1939. Non solo non l'avevo mai letto, ma secondo me nessun altro al mondo ci aveva mai provato.
Marinetti era già poco leggibile nei suoi anni ruggenti, i Dieci; nel 1939 era un monumento che sopravviveva a sé stesso. Mussolini lo aveva voluto all'Accademia d'Italia perché non si dimenticava di chi gli aveva voluto bene nei giorni difficili (vent'anni prima erano stati in galera assieme, compagni di lista a Milano nei trombatissimi Fasci di Combattimento del '19). Così il vecchio futurista vivacchiava, aveva un contratto di ferro con la Mondadori che gli pubblicava qualsiasi cosa, ma persino i gerarchi lo disprezzavano pubblicamente, e i vecchi colleghi, diventati famosi anche grazie a lui, fingevano di non averlo mai conosciuto. La riscoperta sarebbe arrivata molto dopo.
Bene, in questa situazione Marinetti scrive un nuovo manifesto sul romanzo futurista, in cui in sostanza accusa Joyce e Proust di avere copiato da lui, e poi un romanzo, Patriottismo insetticida, la storia di... non si sa, perché nessuno lo ha mai letto. Così un pomeriggio decisi di farlo io, nella speranza di trovare qualcosa di utile alla mia infernale ricerca.
Di solito in questi casi si sottolineano i passi che ci potrebbero interessare, ma io non potevo: primo perché era un reato federale, secondo perché il libro sarebbe comunque rimasto a New Haven, Connecticut. L'alternativa è scriversi una scheda in un taccuino, o sul computer. Ma a questo punto, se si è connessi, tanto vale fare direttamente una scheda su Wikipedia. I miei appunti infatti si perdono spesso, e quando li ritrovo (possono passare mesi, anni) non sempre riesco a capirli. Invece Wiki è sempre lì, cioè dovunque, e la necessità di scrivere qualcosa intelleggibile a tutti e con un formato standard mi avrebbe costretto a essere chiaro.
Non solo, ma in questo modo le mie eventuali scoperte le avrei immediatamente condivise con l'umanità... sì, vabbè, capirai le scoperte, un romanzo sconosciuto di Marinetti, chi se lo fila? Già non si leggono le sue opere in commercio.
Del resto, se mi fossi mai preoccupato della reale utilità dei miei studi, non avrei mai preso la laurea che ho preso. Questo per dire che la profonda consapevolezza dell'infinita vanità del tutto mi attanaglia continuamente, compreso quando mi trovo nelle più belle biblioteche del mondo a scrivere riassuntini di romanzi che nessuno ha mai letto e leggerà mai.
Per la cronaca, pure questo non era un granché. Simpatico nel suo tentativo di essere divertente, ma raramente gli anziani tromboni ci riescono. Traccio un riassunto dell'assurda trama, isolo alcune citazioni che mi sarebbero potute servire, e mi appunto un'idea: forse in questo romanzo balordo in cui si parla con toni lusinghieri di avvelenatori, omosessuali e cannibali, Marinetti voleva teorizzare quello che oggi chiamiamo relativismo culturale: ogni popolo ha la sua morale, e quindi i cannibali delle isole Figi fanno bene a mangiare gli esploratori, e i fascisti fanno bene ad amare il duce e a eliminare le parole straniere dal paesaggio (era il periodo in cui i “bar” dovevano diventare “quisibeve”).
Il tutto finisce su Wiki, senza destare particolari emozioni: qualche brava persona corregge gli errori, qualcuno trova il titolo buffo e lo linca nella pagina Voci insolite, fine della storia. No, niente di utile per la mia tesi.
Passano tre anni e arriviamo al 2009, centenario della rivoluzione futurista, quando improvvisamente (ma prevedibilmente) F. T. Marinetti torna sotto i riflettori: chi non può pubblicare una biografia, si getta sul suo catalogo, che è sterminato e tutto da scoprire. Così alla fine persino Patriottismo insetticida trova un editore disposto a ristamparlo. Me ne accorgo mentre sto preparando una relazione per un convegno: volevo spiegare che il nazionalismo di FTM era un po' più complesso di quanto lo si pensasse, e che passava anche per concetti che oggi non siamo abituati a considerare 'di destra', come il relativismo culturale... ehi, come si chiamava quel romanzo in cui FTM faceva il relativista culturale? Patriottismo inset... ma toh, lo hanno ristampato. Bene. C'è persino una recensione su Panorama. Ottimo. Andiamo a leggere.
Oh, curioso.
Sembra che l'abbia scritta io.
Per la cronaca, pure questo non era un granché. Simpatico nel suo tentativo di essere divertente, ma raramente gli anziani tromboni ci riescono. Traccio un riassunto dell'assurda trama, isolo alcune citazioni che mi sarebbero potute servire, e mi appunto un'idea: forse in questo romanzo balordo in cui si parla con toni lusinghieri di avvelenatori, omosessuali e cannibali, Marinetti voleva teorizzare quello che oggi chiamiamo relativismo culturale: ogni popolo ha la sua morale, e quindi i cannibali delle isole Figi fanno bene a mangiare gli esploratori, e i fascisti fanno bene ad amare il duce e a eliminare le parole straniere dal paesaggio (era il periodo in cui i “bar” dovevano diventare “quisibeve”).
Il tutto finisce su Wiki, senza destare particolari emozioni: qualche brava persona corregge gli errori, qualcuno trova il titolo buffo e lo linca nella pagina Voci insolite, fine della storia. No, niente di utile per la mia tesi.
Passano tre anni e arriviamo al 2009, centenario della rivoluzione futurista, quando improvvisamente (ma prevedibilmente) F. T. Marinetti torna sotto i riflettori: chi non può pubblicare una biografia, si getta sul suo catalogo, che è sterminato e tutto da scoprire. Così alla fine persino Patriottismo insetticida trova un editore disposto a ristamparlo. Me ne accorgo mentre sto preparando una relazione per un convegno: volevo spiegare che il nazionalismo di FTM era un po' più complesso di quanto lo si pensasse, e che passava anche per concetti che oggi non siamo abituati a considerare 'di destra', come il relativismo culturale... ehi, come si chiamava quel romanzo in cui FTM faceva il relativista culturale? Patriottismo inset... ma toh, lo hanno ristampato. Bene. C'è persino una recensione su Panorama. Ottimo. Andiamo a leggere.
Oh, curioso.
Sembra che l'abbia scritta io.
Del resto, giudicate voi: non c'è una citazione dal libro che non possa essere stata presa anche da Wiki. Senz'altro il recensore di Panorama aveva avuto una copia omaggio del testo: però poi avrebbe dovuto aprirla, leggerla... è una fatica, no? Invece wiki è così comoda.
E allora ho ripensato a quel pomeriggio in cui avevo scritto la voce su Wiki. Mi sembravo così inutile, quel giorno. Mai avrei pensato che un giorno la mia scheda avrebbe aiutato un recensore di Panorama a risparmiare tempo: tempo, che ne so? per fare la spesa, o andare in palestra, o giocare coi figli, o chissà, scrivere un pezzo per difendere i poveri cantanti che si fanno rubare le canzoni su internet. Ragazzi, non rubate le canzoni su internet: quelle hanno un prezzo. Invece le schede sui romanzi sono di tutti.
Del resto come biasimarlo? Persino la scheda dell'editore l'ho fatta io. E la scheda della Feltrinelli. Ovunque andiate adesso per la rete, se cercate informazioni su quel romanzo google vi restituirà parole tratte dal mio riassuntino. Inclusa la mia ipotesi sul relativismo culturale, sensata o meno che sia: non importa, tanto ormai è su Wiki, e Wiki è l'Oggettività.
Conclusioni.
1. Niente di quello che fai per Wiki è inutile. Tutto prima o poi servirà a qualcuno. Sì, perfino il Patriottismo Insetticida.
2. Tutto quello che fai per Wiki è gratis, ma non vuol dire che qualcuno non ci guadagnerà. Non sarai tu, purtroppo.
3. Non fidatevi dei giornalisti che fanno finta di non sapere niente di Internet. Ormai è tutta posa. Appena ti volti stanno già copincollando pagine intere di Wiki, che neanche i laureandi.
4. Una piccola idea su una piccola pagina di Wiki può fare il giro del mondo (per questo in teoria è vietato mettere idee originali su Wiki).
5. Scrivere su Internet significa mandare le proprie parole libere per il mondo (chissà in quante tesi di laurea sono già finito senza saperlo). Finché un giorno qualcuno non le prende e le rivende come sue, certo, succede anche questo.
6. Se voi rivendete i miei riassuntini, perché io dovrei comprare i vostri libri o film o canzoni? Rubare a voi è davvero questo gran furto?
Del resto come biasimarlo? Persino la scheda dell'editore l'ho fatta io. E la scheda della Feltrinelli. Ovunque andiate adesso per la rete, se cercate informazioni su quel romanzo google vi restituirà parole tratte dal mio riassuntino. Inclusa la mia ipotesi sul relativismo culturale, sensata o meno che sia: non importa, tanto ormai è su Wiki, e Wiki è l'Oggettività.
Conclusioni.
1. Niente di quello che fai per Wiki è inutile. Tutto prima o poi servirà a qualcuno. Sì, perfino il Patriottismo Insetticida.
2. Tutto quello che fai per Wiki è gratis, ma non vuol dire che qualcuno non ci guadagnerà. Non sarai tu, purtroppo.
3. Non fidatevi dei giornalisti che fanno finta di non sapere niente di Internet. Ormai è tutta posa. Appena ti volti stanno già copincollando pagine intere di Wiki, che neanche i laureandi.
4. Una piccola idea su una piccola pagina di Wiki può fare il giro del mondo (per questo in teoria è vietato mettere idee originali su Wiki).
5. Scrivere su Internet significa mandare le proprie parole libere per il mondo (chissà in quante tesi di laurea sono già finito senza saperlo). Finché un giorno qualcuno non le prende e le rivende come sue, certo, succede anche questo.
6. Se voi rivendete i miei riassuntini, perché io dovrei comprare i vostri libri o film o canzoni? Rubare a voi è davvero questo gran furto?
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