Tutti Fallimmo all'Alba

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Prima ti fanno studiare. Ti fanno comprare i libri, te li fanno leggere, te li spiegano, ti interrogano: qualche nozione a memoria, ma neanche tante, visto che le date e i nomi ormai non se li ricordano più neanche loro. Ti chiedono qualche concetto vago e se sentono che hai la voce sicura passano subito a interrogare qualcun altro, ché non c'è mai tempo. Ti diplomano, ti laureano, ti spintonano fuori e poi son problemi tuoi.

Poi ti dicono che se davvero t'interessa il mestiere d'insegnante... magari qualche posticino c'è. Con un'abilitazione, un concorso, un tirocinio, un piripacchio, ma soprattutto un bel bonifico. Tu paghi. Loro incassano.

Poi ti squadrano e ti dicono: lo sai, vero, che devi imparare tutto da capo? "Ma come", fai tu, "se è una vita che studio... ho anche la laurea..." Puah, dicono loro. Diplomi, lauree, pezzettini di carta. "Ma me li avete dati voi". Ora salta fuori che non sapete niente. Di niente. Meno di Socrate, lui almeno ammetteva la sua ignoranza, voi no, voi credete di conoscere qualcosa, ma cosa? Le "nozioni". Ma le nozioni non servono a niente, non lo sapevate? Non si va a scuola per imparare le nozioni, non ti paga lo Stato per impartire le nozioni, le nozioni sono inutili e dannose. Nozioni via, nozioni brutto. Come diceva l'immortale pedagogista, Eugenio Finardi, "l'unica cosa che la scuola dovrebbe fare è insegnare a imparare".

Voi ubbidite... (continua sull'Unità, H1t#137).

Voi ubbiditeché tutte queste nozioni poi non vi sembrava di averle imparate, per esempio avete qualche difficoltà a ricordare le opere attribuite a Nevio, e l’anno di pubblicazione dell’Adelchi. Però se buttiamo via le nozioni cosa ci mettiamo al loro posto? Le competenze, ci spiegano. “E cosa sono queste competenze?” Allora cominciano a parlarcene, non la smettono più, le competenze sono bellissime. Sono come dei software, tu le installi sui tuoi studenti e loro imparano a imparare tutto senza bisogno di memorizzare date che non sono importanti, capito? Le date non sono importanti! Ma possibile che abbiate passato vent’anni tra scuola e università a memorizzare date? È una vergogna, è il sintomo del ritardo italiano, nel mondo nessuno più studia le date, eccetera. Voi prendete appunti.
Poi vi dicono che quei posti famosi in realtà non ci sono, perché non ci sono i soldi per mandare in pensione i vostri predecessori. Si tratta di aspettare che abbandonino loro per consunzione. A voi scoppia da ridere, poi vi rendete conto che non è uno scherzo. Ci si risente qualche anno dopo.
Nel frattempo voi questa cosa delle competenze l’avete introiettata, avete studiato anche un po’, ci credete! Viva le competenze, abbasso le nozioni! Soprattutto le date.
A un certo punto si fanno vivi loro, dicono che qualche posto finalmente c’è, però c’è anche una fila spaventosa, bisogna prima fare un bonifico, poi una preammissione, poi un orale, poi uno scritto, poi pagarsi un anno di tirocinio, poi un concorso. Ci state? Voi ci state, si vede che insegnare proprio vi interessa. Fate il bonifico e andate alla preammissione. È un test a crocette. 700 iscritti, solo 100 posti. 60 domande, bisogna azzeccarne almeno 42. La prima è questa…
…A quel punto voi li mandate a vaffinardi.
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