Il mio ragazzo è buono da mangiare?
15-08-2015, 19:48futurismi, La grande gara di spunti, ragazziniPermalink
Evangelina è la tipica eroina young adult. Vive in un futuro evidentemente progettato da genitori asfissianti, che hanno regolato ogni aspetto della vita e non tollerano violazioni. La formula prescrive che Evangelina si percepisca profondamente diversa, non capita, che rompa gli schemi, si ribelli, capeggi una rivoluzione e trionfi, nel giro di tre/quattro volumi.
(A volte mi domando cosa succederà quando i 15enni che si sciroppano questa roba diventeranno adulti sul serio - tra non molto. Magari la rivoluzione la fanno davvero, se ai coetanei di San-Just è bastato leggere Rousseau).
In questo caso la rigida norma degli adulti riguarda l'alimentazione. In questo futuro i vegan hanno preso il controllo e imposto a tutti la loro dieta. Le carenze proteiniche vengono risolte con la somministrazione di un alimento sintetico che per mancanza di fantasia chiameremo per ora Soylent. Evangelina beve tantissimo Soylent, perché è nata con una grave intolleranza alle verdure - altri feti cui si diagnostica la stessa intolleranza non vengono autorizzati a nascere, ma Evangelina è figlia di due pezzi grossi che hanno accesso a tutto il Soylent che vogliono.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Gli abitanti di questo mondo vegan hanno scarsissime nozioni del passato dell'umanità, a causa della radicale sensibilità animalista che si è universalmente diffusa (agli scimpanzé è stato di recente concesso il diritto di voto, e si pensa di estenderlo a tutti i primati entro il decennio). Per fare un esempio, non riescono a leggere Shakespeare senza considerarlo un mostro, un assassino e mangiatore di animali. Tutti noi onnivori del XXI secolo siamo, ai loro occhi, degli aguzzini colpevoli di crimini contro l'animalità, non trovano sostanziali differenze tra noi e Hitler.
C'è anche un altro motivo per cui non riescono più a leggere Shakespeare, e qualsiasi altro testo prodotto fino a cent'anni prima: non capiscono l'ironia. E molte altre figure retoriche. Hanno grosse difficoltà col linguaggio figurato - nel loro dizionario ogni parola ha un solo significato, se tu a uno di loro dici: "fai subito i compiti, così avrai il pomeriggio libero", loro ti guardano strano, non capiscono come si possa affrancare un pomeriggio dalla schiavitù. Evangelina è particolare anche in questo, che capisce i giochi di parole, ad esempio capisce che "il mio regno per un cavallo" non deve per forza significare "sono disposto a cedere il mio regno in cambio di qualche chilo di pregiata carne equina". Se ne accorge il padre che di mestiere decifra papelli del passato, e a volte le chiede consulenze. Proprio la sua dimestichezza con alcuni classici dimenticati la porta a nutrire curiosità per i Territori Proibiti e per gli zombi. Sì, mi stavo quasi dimenticando che in questa storia ci sono pure gli zombi.
L'epidemia di morte vivente è scoppiata poco prima che i vegan prendessero il potere (la repulsione per l'antropofagia degli zombi sembra aver giocato un ruolo importante nel successo delle loro tesi. Non è stata la catastrofe che tutti immaginiamo; in qualche città dell'entroterra un po' di gente si è messa a rosicchiarsi a vicenda, l'esercito ha subito blindato il perimetro, e ora sono i viventi che cacciano gli zombi per divertimento - c'è persino qualcuno preoccupato del fatto che nel medio-lungo periodo si estingueranno, e non si potrà più noleggiare ai turisti l'equipaggiamento per la caccia al morto. Evangelina però ha letto storie strane su vecchi giornali, che sembrano raccontare una realtà diversa.
Forse gli zombi non esistono?
Forse i Territori Proibiti non sono che riserve dove vivono segregati gli ultimi irriducibili carnivori, che fanno talmente orrore all'ordine costituito da essere considerati morti viventi?
Forse che Evangelina scoprirà che sono anche belli, sanguigni e spiritosi, e in grado di fare battute e capirle, e si innamorerà di uno di loro?
E di cosa sarà mai fatto il soylent?
Sono domande destinate a restare senza risposta, se non fate la minima fatica di votare per Il mio ragazzo è buono da mangiare?, che oggi se la gioca con Dama e cavaliere. Non esitare a cliccare Mi Piace su Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo ti è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
(A volte mi domando cosa succederà quando i 15enni che si sciroppano questa roba diventeranno adulti sul serio - tra non molto. Magari la rivoluzione la fanno davvero, se ai coetanei di San-Just è bastato leggere Rousseau).
In questo caso la rigida norma degli adulti riguarda l'alimentazione. In questo futuro i vegan hanno preso il controllo e imposto a tutti la loro dieta. Le carenze proteiniche vengono risolte con la somministrazione di un alimento sintetico che per mancanza di fantasia chiameremo per ora Soylent. Evangelina beve tantissimo Soylent, perché è nata con una grave intolleranza alle verdure - altri feti cui si diagnostica la stessa intolleranza non vengono autorizzati a nascere, ma Evangelina è figlia di due pezzi grossi che hanno accesso a tutto il Soylent che vogliono.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
C'è anche un altro motivo per cui non riescono più a leggere Shakespeare, e qualsiasi altro testo prodotto fino a cent'anni prima: non capiscono l'ironia. E molte altre figure retoriche. Hanno grosse difficoltà col linguaggio figurato - nel loro dizionario ogni parola ha un solo significato, se tu a uno di loro dici: "fai subito i compiti, così avrai il pomeriggio libero", loro ti guardano strano, non capiscono come si possa affrancare un pomeriggio dalla schiavitù. Evangelina è particolare anche in questo, che capisce i giochi di parole, ad esempio capisce che "il mio regno per un cavallo" non deve per forza significare "sono disposto a cedere il mio regno in cambio di qualche chilo di pregiata carne equina". Se ne accorge il padre che di mestiere decifra papelli del passato, e a volte le chiede consulenze. Proprio la sua dimestichezza con alcuni classici dimenticati la porta a nutrire curiosità per i Territori Proibiti e per gli zombi. Sì, mi stavo quasi dimenticando che in questa storia ci sono pure gli zombi.
L'epidemia di morte vivente è scoppiata poco prima che i vegan prendessero il potere (la repulsione per l'antropofagia degli zombi sembra aver giocato un ruolo importante nel successo delle loro tesi. Non è stata la catastrofe che tutti immaginiamo; in qualche città dell'entroterra un po' di gente si è messa a rosicchiarsi a vicenda, l'esercito ha subito blindato il perimetro, e ora sono i viventi che cacciano gli zombi per divertimento - c'è persino qualcuno preoccupato del fatto che nel medio-lungo periodo si estingueranno, e non si potrà più noleggiare ai turisti l'equipaggiamento per la caccia al morto. Evangelina però ha letto storie strane su vecchi giornali, che sembrano raccontare una realtà diversa.
Forse gli zombi non esistono?
Forse i Territori Proibiti non sono che riserve dove vivono segregati gli ultimi irriducibili carnivori, che fanno talmente orrore all'ordine costituito da essere considerati morti viventi?
Forse che Evangelina scoprirà che sono anche belli, sanguigni e spiritosi, e in grado di fare battute e capirle, e si innamorerà di uno di loro?
E di cosa sarà mai fatto il soylent?
Sono domande destinate a restare senza risposta, se non fate la minima fatica di votare per Il mio ragazzo è buono da mangiare?, che oggi se la gioca con Dama e cavaliere. Non esitare a cliccare Mi Piace su Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo ti è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Comments (27)
Dama e cavaliere
15-08-2015, 11:58famiglie, La grande gara di spunti, sessoPermalink
Dama non ne può più di Cavaliere, Dama ha deciso che lo lascia. Non sopporta più i suoi lunghi silenzi, i suoi passatempi puerili, le sue stanche ossessioni sessuali. Per qualche anno è stato divertente, ma non ci puoi crescere figli con uno così. Tantomeno invecchiare. Dama sta già mentalmente facendo le valigie.
Cavaliere non ce la fa più con Dama, Cavaliere ha deciso che la molla. Non sopporta più le sue chiacchiere inconcludenti, la sua mania compulsiva per l'ordine - e poi come si fa a vivere con una donna che non ti desidera più. Basta, è tempo di mettere un punto, Cavaliere si sta già preparando un discorso.
Va avanti così da dieci anni.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Ma la primavera ha in serbo sorprese. In aprile Dama, in un attimo di debolezza (Cavaliere non la sfiora da un mese), ha una rapidissima avventura con un collega in viaggio di lavoro, un coglione che malgrado tutte le sue rassicurazioni alla fine non usa le necessarie protezioni. Dama era nei giorni fertili. Dama si sente una merda, ma un eventuale figlio lo terrebbe. Certo, preferirebbe averlo fatto con Cavaliere, perché tutto sommato non riesce più a concepire una vita senza di lui. Certo, se Cavaliere scoprisse che l'eventuale figlio che Dama porta in grembo non è suo, non sarebbe contento. Dama delibera di avere un rapporto quanto prima con Cavaliere. Non dovrebbe essere difficile convincerlo in tal senso.
Ma un mese prima, in un attimo di debolezza, Cavaliere ha avuto un rapporto con una escort, e da quel momento vive nel terrore di aver contratto orribili malattie e di poter contagiare la persona senza la quale - ora se ne rende conto - non potrebbe vivere. È per quello che da un mese non la tocca più, e di nascosto sterilizza quotidianamente i sanitari.
L'idea insomma è descrivere due persone incerte, che non sanno se ammazzare il partner o avere un figlio da lui/lei. Con più cattiveria di quanto non si faccia di solito. Arriva il ponte del primo maggio. Dama deve assolutamente giacere con Cavaliere. Cavaliere non vuole altrettanto assolutamente. Lei sembra assatanata, lui s'è messo a pulire compulsivamente l'asse del water e a fingere i mal di testa. È tutto ridicolo, tragico e meschino. Se il ridicolo il tragico e il meschino sono il tuo pane, non esitare a votare per Dama e cavaliere, che oggi se la gioca con Il mio ragazzo è buono da mangiare? Sentiti libero di cliccare Mi Piace su Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo ti è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Cavaliere non ce la fa più con Dama, Cavaliere ha deciso che la molla. Non sopporta più le sue chiacchiere inconcludenti, la sua mania compulsiva per l'ordine - e poi come si fa a vivere con una donna che non ti desidera più. Basta, è tempo di mettere un punto, Cavaliere si sta già preparando un discorso.
Va avanti così da dieci anni.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Ma la primavera ha in serbo sorprese. In aprile Dama, in un attimo di debolezza (Cavaliere non la sfiora da un mese), ha una rapidissima avventura con un collega in viaggio di lavoro, un coglione che malgrado tutte le sue rassicurazioni alla fine non usa le necessarie protezioni. Dama era nei giorni fertili. Dama si sente una merda, ma un eventuale figlio lo terrebbe. Certo, preferirebbe averlo fatto con Cavaliere, perché tutto sommato non riesce più a concepire una vita senza di lui. Certo, se Cavaliere scoprisse che l'eventuale figlio che Dama porta in grembo non è suo, non sarebbe contento. Dama delibera di avere un rapporto quanto prima con Cavaliere. Non dovrebbe essere difficile convincerlo in tal senso.
Ma un mese prima, in un attimo di debolezza, Cavaliere ha avuto un rapporto con una escort, e da quel momento vive nel terrore di aver contratto orribili malattie e di poter contagiare la persona senza la quale - ora se ne rende conto - non potrebbe vivere. È per quello che da un mese non la tocca più, e di nascosto sterilizza quotidianamente i sanitari.
L'idea insomma è descrivere due persone incerte, che non sanno se ammazzare il partner o avere un figlio da lui/lei. Con più cattiveria di quanto non si faccia di solito. Arriva il ponte del primo maggio. Dama deve assolutamente giacere con Cavaliere. Cavaliere non vuole altrettanto assolutamente. Lei sembra assatanata, lui s'è messo a pulire compulsivamente l'asse del water e a fingere i mal di testa. È tutto ridicolo, tragico e meschino. Se il ridicolo il tragico e il meschino sono il tuo pane, non esitare a votare per Dama e cavaliere, che oggi se la gioca con Il mio ragazzo è buono da mangiare? Sentiti libero di cliccare Mi Piace su Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo ti è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Comments (5)
Non è poi lontana Copernico
14-08-2015, 20:01futurismi, La grande gara di spunti, raccontiPermalink
A un certo punto sulla Terra si è fatto caldino e dovevamo assolutamente inventarci qualcosa, ad esempio inviare qualche migliaio di persone all'interno di enormi stazioni spaziali in direzione degli esoplaneti più vicini. Le stazioni, in teoria, sono autosufficienti - possono immagazzinare l'energia dei raggi cosmici e usare i propri rifiuti per concimare i campi dove coltivare frutta geneticamente modificata da usare come combustibile - ma abbastanza lente, per cui non si prevede che arrivino al pianeta Copernico 456b che in ventimila anni. Un periodo di tempo in cui qualsiasi cosa può andare storta.
In particolare gli antropologi ci hanno fatto presente che nessuna civiltà è esistita tanto a lungo, e in condizioni così particolari (chiusa in un proiettile sparato nel vuoto assoluto). Anche ammesso che per tutto il tempo continuino a credere alla stessa storia, è molto probabile che quando arriveranno avranno troppa paura per uscire dalla stazione e terraformare il pianeta. D'altro canto, sempre meglio che morire di caldo quaggiù...
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
E poi ci sono le vasche criogeniche. Bruciano troppa energia perché si possa addormentare un intero equipaggio - però si può raffreddare un uomo solo e svegliarlo ogni tanto perché dia istruzioni alla comunità. Quando parte, il professor Salem ha quarant'anni. È sociologo, economista e storico, ed è stato opportunamente addestrato per vivere il resto della sua esistenza svegliandosi ogni settimana in un secolo diverso. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo lo spazio profondo.
La settimana seguente sono già passati cent'anni. La comunità della stazione spaziale si è rigidamente compartimentata in caste - Agricoltori, Macchinisti, Burocrati, e gli intoccabili che puliscono i bagni e trattano il concime. Il consiglio degli anziani ha proibito i matrimoni misti. Era una evoluzione prevedibile e per il momento Salem non crede necessario ostacolarla, dal momento che si tratta di una delle forme di società più conservative possibili, e di conservazione c'è un gran bisogno - tanto più che l'endogamia si può correggere con prelievi periodici dalla banca del seme.
La settimana dopo fervono i preparativi per incrociare una cometa - c'è ormai una disperata necessità di metalli e h20 (il ciclo dell'acqua della stazione non è perfetto al 100%). Al suo risveglio Salem è festeggiato come il simbolo vivente dello status quo e della società castale. La cosa lo spaventa un po', soprattutto quando gli spiegano che ogni 18,5 anni circa scoppia una rivolta degli intoccabili. Costoro dubitano dell'esistenza di Copernico, ma anche della Terra: il loro obiettivo è costruire una società egalitaria all'interno della stazione. Salem si rende conto che se gli intoccabili dovessero prendere il controllo della stazione anche per breve tempo, gli staccherebbero la spina. Dà dunque disposizioni per il superamento della società castale: spiega agli Anziani, attoniti, che non è necessario che gli intoccabili diventano uguali agli altri, ma è importante che possano sognare di diventarlo: basta l'esempio di uno o due individui che hanno successo e salgono un gradino sociale, per disincentivare ogni proposito rivoltoso. Invece di fare la guerra agli altri, la faranno tra loro per primeggiare, e tra un secolo poi si vedrà. Buonanotte.
La settimana dopo tira una brutta aria. L'attracco alla cometa non è andato come previsto, e la scarsità di metalli ha costretto gli Anziani a dimezzare la Stazione (era una procedura prevista). La popolazione è calata del 50%, metà dei reattori sono stati fusi per ottenerne pezzi di ricambio per gli altri reattori. "E le rivolte?" "Quasi sparite. Tanto che abbiamo dovuto promuoverne". "Che cosa?" "Sì, dovevamo uccidere qualcuno, e siccome gli intoccabili esitavano a rivoltarsi, li abbiamo provocati. È successo 23 anni fa, e calcoliamo che debba risuccedere tra cinque... ci stiamo già preparando". "Non c'è nessuna cometa all'orizzonte?" "Nessuna, ma quando si sveglierà la prossima volta sarà già nel sistema Centauri. Dovrebbe assistere a un boom". "Speriamo bene".
Infatti la settimana dopo si sveglia a una festa. È il culmine di una settimana di celebrazioni. La stazione spaziale ha raggiunto il sistema di Alpha Centauri, riempiendo le stive di metalli, acqua, silicio, e ogni altro materiale prezioso. La popolazione è tornata al livello massimo consentito. C'è un ottimismo tangibile nell'aria (molto meglio ossigenata). Gli intoccabili non sono più tali; anche se restano sul fondo della società, molti di loro riescono ad avere carriere di successo e a diventare celebrità. Qualcuno ha proposto di restare nel sistema Centauri per sempre; è una proposta che Salem sa di dover respingere: le tecnologie a bordo della stazione non consentono di estrarre risorse in grado di far funzionare la stazione per più di qualche migliaio di anni. Per i rappresentanti della Stazione - quasi tutti quarantenni, o anche più giovani - non è un grosso problema. Per Salem sì.
La settimana successiva, infatti, la stazione non è ancora uscita dal sistema. C'è stato anche un tentativo - fallito - di colonizzare un pianetino. La popolazione della stazione è divisa in due fedi trasversali: chi vuole proseguire sulla rotta per Copernico, e chi vuole restare lì. C'è anche chi propone di tornare sulla Terra - non si riescono più a captare segnali, ma chissà, magari ora il problema del calore è stato risolto. Salem non ha molte scelte: se la stazione smette di puntare verso Copernico, lui rischia di diventare una curiosità, una mascotte, un corpo inanimato che in caso di carestia si può anche sacrificare; è il momento di attivare il protocollo 12. Per sterminare la fazione centaurista, Salem dona ai copernichisti la formula, nota a lui solo, con la quale si può distillare dalla frutta un'arma batteriologica. Poi si riaddormenta.
La settimana successiva Alpha Centauri è già lontana, una stella tra tante. Tra i lineamenti che è ormai abituato a riconoscere pur tra cento variazioni, non trova più quelli di una donna di cui si era innamorato due settimane prima: la sua famiglia è stata completamente sterminata durante i pogrom dei centauristi. La società si sta riorganizzando in caste, ma c'è una novità curiosa: nell'archivio della stazione qualcuno ha trovato il file di In tredici verso Centauro di Ballard e lo ha trasformato nel testo sacro di una nuova religione. I ballardisti credono che la stazione spaziale non stia viaggiando nello spazio, ma sia un'enorme simulazione, un esperimento custodito in un hangar sotterraneo nella Terra. Le stelle non sono che lampadine, e il prof. Salem tra un ciclo di veglia e l'altro andrebbe a riferire ai suoi superiori in un ufficio in superficie. Smetto qua sennò lo scrivo tutto stanotte. Continuerò se voterete per Non è poi lontana Copernico, che oggi se la gioca contro l'Universo Perpendicolare. Potete cliccare, indovinate, sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
In particolare gli antropologi ci hanno fatto presente che nessuna civiltà è esistita tanto a lungo, e in condizioni così particolari (chiusa in un proiettile sparato nel vuoto assoluto). Anche ammesso che per tutto il tempo continuino a credere alla stessa storia, è molto probabile che quando arriveranno avranno troppa paura per uscire dalla stazione e terraformare il pianeta. D'altro canto, sempre meglio che morire di caldo quaggiù...
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
E poi ci sono le vasche criogeniche. Bruciano troppa energia perché si possa addormentare un intero equipaggio - però si può raffreddare un uomo solo e svegliarlo ogni tanto perché dia istruzioni alla comunità. Quando parte, il professor Salem ha quarant'anni. È sociologo, economista e storico, ed è stato opportunamente addestrato per vivere il resto della sua esistenza svegliandosi ogni settimana in un secolo diverso. Ma tra il dire e il fare c'è di mezzo lo spazio profondo.
La settimana seguente sono già passati cent'anni. La comunità della stazione spaziale si è rigidamente compartimentata in caste - Agricoltori, Macchinisti, Burocrati, e gli intoccabili che puliscono i bagni e trattano il concime. Il consiglio degli anziani ha proibito i matrimoni misti. Era una evoluzione prevedibile e per il momento Salem non crede necessario ostacolarla, dal momento che si tratta di una delle forme di società più conservative possibili, e di conservazione c'è un gran bisogno - tanto più che l'endogamia si può correggere con prelievi periodici dalla banca del seme.
La settimana dopo fervono i preparativi per incrociare una cometa - c'è ormai una disperata necessità di metalli e h20 (il ciclo dell'acqua della stazione non è perfetto al 100%). Al suo risveglio Salem è festeggiato come il simbolo vivente dello status quo e della società castale. La cosa lo spaventa un po', soprattutto quando gli spiegano che ogni 18,5 anni circa scoppia una rivolta degli intoccabili. Costoro dubitano dell'esistenza di Copernico, ma anche della Terra: il loro obiettivo è costruire una società egalitaria all'interno della stazione. Salem si rende conto che se gli intoccabili dovessero prendere il controllo della stazione anche per breve tempo, gli staccherebbero la spina. Dà dunque disposizioni per il superamento della società castale: spiega agli Anziani, attoniti, che non è necessario che gli intoccabili diventano uguali agli altri, ma è importante che possano sognare di diventarlo: basta l'esempio di uno o due individui che hanno successo e salgono un gradino sociale, per disincentivare ogni proposito rivoltoso. Invece di fare la guerra agli altri, la faranno tra loro per primeggiare, e tra un secolo poi si vedrà. Buonanotte.
La settimana dopo tira una brutta aria. L'attracco alla cometa non è andato come previsto, e la scarsità di metalli ha costretto gli Anziani a dimezzare la Stazione (era una procedura prevista). La popolazione è calata del 50%, metà dei reattori sono stati fusi per ottenerne pezzi di ricambio per gli altri reattori. "E le rivolte?" "Quasi sparite. Tanto che abbiamo dovuto promuoverne". "Che cosa?" "Sì, dovevamo uccidere qualcuno, e siccome gli intoccabili esitavano a rivoltarsi, li abbiamo provocati. È successo 23 anni fa, e calcoliamo che debba risuccedere tra cinque... ci stiamo già preparando". "Non c'è nessuna cometa all'orizzonte?" "Nessuna, ma quando si sveglierà la prossima volta sarà già nel sistema Centauri. Dovrebbe assistere a un boom". "Speriamo bene".
Infatti la settimana dopo si sveglia a una festa. È il culmine di una settimana di celebrazioni. La stazione spaziale ha raggiunto il sistema di Alpha Centauri, riempiendo le stive di metalli, acqua, silicio, e ogni altro materiale prezioso. La popolazione è tornata al livello massimo consentito. C'è un ottimismo tangibile nell'aria (molto meglio ossigenata). Gli intoccabili non sono più tali; anche se restano sul fondo della società, molti di loro riescono ad avere carriere di successo e a diventare celebrità. Qualcuno ha proposto di restare nel sistema Centauri per sempre; è una proposta che Salem sa di dover respingere: le tecnologie a bordo della stazione non consentono di estrarre risorse in grado di far funzionare la stazione per più di qualche migliaio di anni. Per i rappresentanti della Stazione - quasi tutti quarantenni, o anche più giovani - non è un grosso problema. Per Salem sì.
La settimana successiva, infatti, la stazione non è ancora uscita dal sistema. C'è stato anche un tentativo - fallito - di colonizzare un pianetino. La popolazione della stazione è divisa in due fedi trasversali: chi vuole proseguire sulla rotta per Copernico, e chi vuole restare lì. C'è anche chi propone di tornare sulla Terra - non si riescono più a captare segnali, ma chissà, magari ora il problema del calore è stato risolto. Salem non ha molte scelte: se la stazione smette di puntare verso Copernico, lui rischia di diventare una curiosità, una mascotte, un corpo inanimato che in caso di carestia si può anche sacrificare; è il momento di attivare il protocollo 12. Per sterminare la fazione centaurista, Salem dona ai copernichisti la formula, nota a lui solo, con la quale si può distillare dalla frutta un'arma batteriologica. Poi si riaddormenta.
La settimana successiva Alpha Centauri è già lontana, una stella tra tante. Tra i lineamenti che è ormai abituato a riconoscere pur tra cento variazioni, non trova più quelli di una donna di cui si era innamorato due settimane prima: la sua famiglia è stata completamente sterminata durante i pogrom dei centauristi. La società si sta riorganizzando in caste, ma c'è una novità curiosa: nell'archivio della stazione qualcuno ha trovato il file di In tredici verso Centauro di Ballard e lo ha trasformato nel testo sacro di una nuova religione. I ballardisti credono che la stazione spaziale non stia viaggiando nello spazio, ma sia un'enorme simulazione, un esperimento custodito in un hangar sotterraneo nella Terra. Le stelle non sono che lampadine, e il prof. Salem tra un ciclo di veglia e l'altro andrebbe a riferire ai suoi superiori in un ufficio in superficie. Smetto qua sennò lo scrivo tutto stanotte. Continuerò se voterete per Non è poi lontana Copernico, che oggi se la gioca contro l'Universo Perpendicolare. Potete cliccare, indovinate, sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Comments (40)
L'universo perpendicolare
14-08-2015, 11:48futurismi, La grande gara di spuntiPermalink
Nel 2072 all'improvviso una capsula spaziale appare all'orbita di Saturno. Dentro c'è un tale che si fa chiamare Capitano Alan e dice di provenire dal futuro.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Spiega che da lì a cinque anni scopriranno dove il nostro universo ha un punto di intersezione con un altro universo non parallelo, ma perpendicolare: molto simile al nostro, salvo per il piccolo particolare che il tempo scorre in direzione opposta al nostro. A quel punto...
"Hanno mandato lei?"
"Non esattamente, hanno mandato il capitano Sean. È entrato nell'universo, c'è rimasto per sei mesi, ed è rientrato verso la fine del 2071, aiutando sé stesso a capire qualche dettaglio tecnico".
"Non ha creato un paradosso?"
"Non c'è modo di saperlo".
"...Cioè dal nulla avete visto questo capitano Sean che appariva e diceva che sei mesi dopo avrebbero scoperto un punto di intersezione con un altro universo".
"Precisamente".
"E allora cosa avete fatto?"
"Cosa avreste fatto al nostro posto? Appare all'orbita di Saturno un tizio che assomiglia effettivamente a un nostro astronauta, con una capsula che assomiglia alle nostre e qualche tecnologia che ancora non conosciamo, e ci dice questo e quello... voi vi sareste fidati?"
"Non tanto, no".
"In linea teorica la sua storia era plausibile tanto quella di un'intelligenza aliena ostile che crea dei replicanti e li manda per confonderci".
"In effetti. E allora cosa avete fatto?"
"Voi che avreste fatto?"
"Mah, la prima cosa che mi viene in mente... avremmo mandato un altro astronauta nell'intersezione, con provviste per un po' più di tempo, affinché..."
"Scoprisse cosa c'era davvero dall'altra parte e ci informasse. Esatto. È quello che abbiamo fatto".
"E così hanno mandato lei".
"No, hanno mandato capitan Robert. È arrivato nel 2070".
"Comincio a intravedere il problema".
"No, ma avevamo previsto che potesse succedere: la capsula che compare all'improvviso nello spazio, ecc. ecc., gli scienziati sulla Terra che non sanno se fidarsi... per questo motivo, prima di partire, al capitano Robert erano stati confidati segreti intimi di diversi ingegneri della NASA. Inoltre conosceva in anticipo tutti i risultati di diversi campionati sportivi. Aveva insomma tutto quello che serviva per ottenere la nostra fiducia".
"E quindi cos'è andato storto? Perché qualcosa è andato storto, vero?"
"Dopo qualche mese sulla Terra ha strangolato sé stesso".
"Il capitan Robert del passato?"
"Il capitan Robert arrivato dal futuro ha strangolato il capitan Robert che si preparava alla missione".
"Ma non ha creato un paradosso?"
"È quello che ci siamo domandati. Ci sono varie scuole di pensiero, sapete. Secondo alcuni non sarebbe successo niente".
"E secondo gli altri?"
"L'universo sarebbe imploso di lì a pochi mesi. Il capitan Robert - per quel che contava - non era d'accordo né con gli uni né con gli altri".
"Ma non era morto?"
"Il capitan Robert del presente era morto, ma il capitan Robert venuto dal futuro era ancora vivo, e strepitava in una cella".
"Questo è impossibile".
"In effetti eravamo molto preoccupati. Anche perché lui sosteneva che l'universo perpendicolare è abitato da una razza senziente che vuole confonderci e soggiogarci. Affermava inoltre di non essere il vero capitan Robert, ma un replicante costruito dagli alieni, che però ormai si sentiva più umano che alieno, e perciò aveva deciso di uccidere sé stesso per impedire la catastrofe che sarebbe successa se lo mandavamo laggiù. Un evidente delirio paranoico, probabilmente causato dallo choc del viaggio nel tempo".
"E tuttavia..."
"Voi cosa avreste pensato?"
"Avremmo pensato che anche se sembrava un delirio paranoico, forniva una spiegazione molto più semplice al fatto che malgrado avesse strangolato sé stesso..."
"...fosse ancora in vita. Ma a questo punto abbiamo pensato di mandare capitan Quentin".
"...ancora più indietro!"
"No, appena un po' indietro, quanto bastava perché riuscisse a impedire al capitano Robert di strangolare sé stesso".
"Ma sapevate già che non era successo..."
"Eh, la fa facile lei. Guardi che quella che le sto offrendo è la ricostruzione a cui siamo arrivati dopo qualche anno. Invece per noi che la vivevamo andò così: mentre discutevamo col capitan Robert appena arrivato, ci arriva il segnale di capitan Quentin. Ignoratelo, spiega Robert, è il mio caro collega Quentin che è stato mandato dopo di noi ma purtroppo non era psicologicamente abbastanza stabile ed è impazzito durante i mesi passati nell'universo perpendicolare - pensate che è convinto che sia popolato da alieni che vogliono soggiogarci, ah ah".
"Ma come faceva il capitan Robert del futuro a saperlo, se il capitan Quentin era stato inviato dopo di lui?"
"Diceva di saperlo perché era stato testimone di tutto quando era ancora il capitan Robert del presente".
"Ma a quel punto il capitan Robert del presente era morto strangolato".
"E noi come facevamo a saperlo? Successe un mese dopo".
"Potevate dare retta a Quentin!"
"Pensammo invece di mandare il capitan Paul indietro nel tempo a impedire al povero Quentin di partire e impazzire".
Se volete che continui - e siete curiosi di sapere se dall'altra parte ci sono gli alieni o semplicemente la versione inversa di noi stessi che sta cercando di comunicare con noi e dirci che va tutto bene - non avete che da votare per l'Universo Perpendicolare, che oggi se la gioca contro Non è poi lontano Copernico. Potete cliccare - devo spiegarvelo? - sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Spiega che da lì a cinque anni scopriranno dove il nostro universo ha un punto di intersezione con un altro universo non parallelo, ma perpendicolare: molto simile al nostro, salvo per il piccolo particolare che il tempo scorre in direzione opposta al nostro. A quel punto...
"Hanno mandato lei?"
"Non esattamente, hanno mandato il capitano Sean. È entrato nell'universo, c'è rimasto per sei mesi, ed è rientrato verso la fine del 2071, aiutando sé stesso a capire qualche dettaglio tecnico".
"Non ha creato un paradosso?"
"Non c'è modo di saperlo".
"...Cioè dal nulla avete visto questo capitano Sean che appariva e diceva che sei mesi dopo avrebbero scoperto un punto di intersezione con un altro universo".
"Precisamente".
"E allora cosa avete fatto?"
"Cosa avreste fatto al nostro posto? Appare all'orbita di Saturno un tizio che assomiglia effettivamente a un nostro astronauta, con una capsula che assomiglia alle nostre e qualche tecnologia che ancora non conosciamo, e ci dice questo e quello... voi vi sareste fidati?"
"Non tanto, no".
"In linea teorica la sua storia era plausibile tanto quella di un'intelligenza aliena ostile che crea dei replicanti e li manda per confonderci".
"In effetti. E allora cosa avete fatto?"
"Voi che avreste fatto?"
"Mah, la prima cosa che mi viene in mente... avremmo mandato un altro astronauta nell'intersezione, con provviste per un po' più di tempo, affinché..."
"Scoprisse cosa c'era davvero dall'altra parte e ci informasse. Esatto. È quello che abbiamo fatto".
"E così hanno mandato lei".
"No, hanno mandato capitan Robert. È arrivato nel 2070".
"Comincio a intravedere il problema".
"No, ma avevamo previsto che potesse succedere: la capsula che compare all'improvviso nello spazio, ecc. ecc., gli scienziati sulla Terra che non sanno se fidarsi... per questo motivo, prima di partire, al capitano Robert erano stati confidati segreti intimi di diversi ingegneri della NASA. Inoltre conosceva in anticipo tutti i risultati di diversi campionati sportivi. Aveva insomma tutto quello che serviva per ottenere la nostra fiducia".
"E quindi cos'è andato storto? Perché qualcosa è andato storto, vero?"
"Dopo qualche mese sulla Terra ha strangolato sé stesso".
"Il capitan Robert del passato?"
"Il capitan Robert arrivato dal futuro ha strangolato il capitan Robert che si preparava alla missione".
"Ma non ha creato un paradosso?"
"È quello che ci siamo domandati. Ci sono varie scuole di pensiero, sapete. Secondo alcuni non sarebbe successo niente".
"E secondo gli altri?"
"L'universo sarebbe imploso di lì a pochi mesi. Il capitan Robert - per quel che contava - non era d'accordo né con gli uni né con gli altri".
"Ma non era morto?"
"Il capitan Robert del presente era morto, ma il capitan Robert venuto dal futuro era ancora vivo, e strepitava in una cella".
"Questo è impossibile".
"In effetti eravamo molto preoccupati. Anche perché lui sosteneva che l'universo perpendicolare è abitato da una razza senziente che vuole confonderci e soggiogarci. Affermava inoltre di non essere il vero capitan Robert, ma un replicante costruito dagli alieni, che però ormai si sentiva più umano che alieno, e perciò aveva deciso di uccidere sé stesso per impedire la catastrofe che sarebbe successa se lo mandavamo laggiù. Un evidente delirio paranoico, probabilmente causato dallo choc del viaggio nel tempo".
"E tuttavia..."
"Voi cosa avreste pensato?"
"Avremmo pensato che anche se sembrava un delirio paranoico, forniva una spiegazione molto più semplice al fatto che malgrado avesse strangolato sé stesso..."
"...fosse ancora in vita. Ma a questo punto abbiamo pensato di mandare capitan Quentin".
"...ancora più indietro!"
"No, appena un po' indietro, quanto bastava perché riuscisse a impedire al capitano Robert di strangolare sé stesso".
"Ma sapevate già che non era successo..."
"Eh, la fa facile lei. Guardi che quella che le sto offrendo è la ricostruzione a cui siamo arrivati dopo qualche anno. Invece per noi che la vivevamo andò così: mentre discutevamo col capitan Robert appena arrivato, ci arriva il segnale di capitan Quentin. Ignoratelo, spiega Robert, è il mio caro collega Quentin che è stato mandato dopo di noi ma purtroppo non era psicologicamente abbastanza stabile ed è impazzito durante i mesi passati nell'universo perpendicolare - pensate che è convinto che sia popolato da alieni che vogliono soggiogarci, ah ah".
"Ma come faceva il capitan Robert del futuro a saperlo, se il capitan Quentin era stato inviato dopo di lui?"
"Diceva di saperlo perché era stato testimone di tutto quando era ancora il capitan Robert del presente".
"Ma a quel punto il capitan Robert del presente era morto strangolato".
"E noi come facevamo a saperlo? Successe un mese dopo".
"Potevate dare retta a Quentin!"
"Pensammo invece di mandare il capitan Paul indietro nel tempo a impedire al povero Quentin di partire e impazzire".
Se volete che continui - e siete curiosi di sapere se dall'altra parte ci sono gli alieni o semplicemente la versione inversa di noi stessi che sta cercando di comunicare con noi e dirci che va tutto bene - non avete che da votare per l'Universo Perpendicolare, che oggi se la gioca contro Non è poi lontano Copernico. Potete cliccare - devo spiegarvelo? - sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Comments (13)
Sauron vive e lotta insieme a noi
13-08-2015, 19:23La grande gara di spuntiPermalinkEin Volk, Ein Mittelland, Ein Koenig |
Il gioco di ruolo in questione non esiste, se lo è inventato uno del gruppo che spera di venderlo. Sta usando gli amici come alpha tester. Il titolo provvisorio è Sauron vive!. È ambientato in una Terra di Mezzo de-fiabizzata, in cui le vicende narrate nel Signore degli Anelli non sono che invenzioni propagandistiche elaborate dagli scribi di regime (Gandalf). Aragorn è un feroce dittatore di etnia europoide, che presentandosi come il custode di antiche tradizioni, ha capeggiato una rivolta luddista contro le prime manifestazioni della società mercantile-industriale (Saruman). Ne è conseguita una crisi economica che ha pensato di risolvere reintroducendo la schiavitù e invadendo il pacifico regno di Mordor, dove vivevano in armonia con l'arida natura popolazioni semite (gli Haradrim) e negroidi (definiti, con disprezzo, "Orchi" od "Orchetti"). A un secolo dopo dalla guerra descritta in modo così tendenzioso nel Ritorno del Re, gli orchetti forniscono ancora gran parte della forza lavoro in tutto il regno di Gondor, vivendo in condizioni subumane. Ma non hanno dimenticato il loro eroico re, Sauron, scomparso nell'ultima battaglia. Sauron vive, il suo occhio tutto vede, Sauron il Forgiatore un giorno tornerà a spezzare le loro catene.
I giocatori si sentono tutti orchetti dentro. Hanno spesso ricevuto un'istruzione superiore alle loro effettive opportunità. Sono precari, manovali, spaccini, organizzatori e vittime di truffe piramidali. Hanno un programma in radio, hanno un progetto di ricerca, hanno un prodotto da vendere ai parenti. Ma la sera si trovano in veranda e fanno il culo agli hobbit. Se il buon Sauron li vedesse, ne sarebbe anche un po' fiero.
Nell’ultima seduta si mette finalmente a piovere, l'Esercito di Liberazione di Mordor sbaraglia i neofascisti celtici, e intanto si sono fatte le 5 del mattino. Il Destino esce a comprare i bomboloni, Tizio si decide a invitare fuori Caia, Sempronio saluta e parte per Londra, alla fine ha deciso di trasferirsi là. Tutti cercano di lasciarsi felici e contenti.
Questo aveva potenziale, ma bisognava farsi un po' di esperienza di giochi di ruolo e non mi andava, poche ragazze. Uno dice: perché a studiare i Catari, invece... e invece sì, a studiare i Catari ne incontravo di più. Sauron vive e lotta insieme a noi se la gioca contro Non si esce vivi dalla scuola media. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Comments (18)
Non si esce vivi dalla scuola media
13-08-2015, 11:12La grande gara di spunti, scuolaPermalink
Come qualcuno di voi forse saprà, io su internet ci sto solo per divertirmi; per il resto, ho il mio allevamento di capre tibetane che mi dà enormi soddisfazioni. Ho solo un piccolo rimpianto, nella vita, ed è non aver mai visto una scuola media in vita mia.
Non ci sono mai andato, neanche da piccolo (dovevo badare alle capre). Ho preso la licenza media come privatista, però mi sono sempre chiesto come dev'essere quel tipo di scuola. Tutti i giorni me lo chiedo: chissà che cosa incredibile dev'essere frequentare la scuola media, insegnare nella scuola media, pulire i gabinetti della scuola media. Me lo chiedo anche a voce alta, ma le capre non rispondono. Brucano perplesse.
Così torno a casa e scrivo storie ambientate in una scuola media immaginaria, che ovviamente non ha niente a vedere con le scuole medie che esistono davvero e nelle quali mi potrebbe esser capitato di entrare aver - visto che, ricordiamolo, io non sono mai entrato in una scuola media in vita mia.
Perciò, capite, ogni riferimento a persone e situazioni realmente esistenti non può che essere casuale. È fan fiction: c'è chi scrive storie sui personaggi secondari di Guerre Stellari, chi scrive seguiti del Signore degli Anelli, e io scrivo storie ambientate nella scuola media di un comune di 70.000 abitanti, al centro del distretto del sellino. All'inizio del Novecento il brevetto dell'Ing. Cav. Rabone trasformò l'ozioso borgo agricolo in un centro artigianale; nei '60 otto fabbriche producevano selle e sellini per il mercato mondiale. Trent'anni dopo, la produzione è stata ormai completamente delocalizzata nel Belucistan: resiste una sola fabbrica (verrà chiusa sotto Natale) e gli uffici stile, che ogni anno si copiano a vicenda i nuovi innovativi design. I nativi non hanno ancora tirato le conseguenze del declino economico e vivono al di sopra delle loro possibilità.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Non ci sono mai andato, neanche da piccolo (dovevo badare alle capre). Ho preso la licenza media come privatista, però mi sono sempre chiesto come dev'essere quel tipo di scuola. Tutti i giorni me lo chiedo: chissà che cosa incredibile dev'essere frequentare la scuola media, insegnare nella scuola media, pulire i gabinetti della scuola media. Me lo chiedo anche a voce alta, ma le capre non rispondono. Brucano perplesse.
Così torno a casa e scrivo storie ambientate in una scuola media immaginaria, che ovviamente non ha niente a vedere con le scuole medie che esistono davvero e nelle quali mi potrebbe esser capitato di entrare aver - visto che, ricordiamolo, io non sono mai entrato in una scuola media in vita mia.
Perciò, capite, ogni riferimento a persone e situazioni realmente esistenti non può che essere casuale. È fan fiction: c'è chi scrive storie sui personaggi secondari di Guerre Stellari, chi scrive seguiti del Signore degli Anelli, e io scrivo storie ambientate nella scuola media di un comune di 70.000 abitanti, al centro del distretto del sellino. All'inizio del Novecento il brevetto dell'Ing. Cav. Rabone trasformò l'ozioso borgo agricolo in un centro artigianale; nei '60 otto fabbriche producevano selle e sellini per il mercato mondiale. Trent'anni dopo, la produzione è stata ormai completamente delocalizzata nel Belucistan: resiste una sola fabbrica (verrà chiusa sotto Natale) e gli uffici stile, che ogni anno si copiano a vicenda i nuovi innovativi design. I nativi non hanno ancora tirato le conseguenze del declino economico e vivono al di sopra delle loro possibilità.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Cinquantatreenne in carriera, la Preside Vincini è divorata
dall'ambizione che nasconde un trauma puberale: fu ingiustamente
espulsa dalle Pie Figlie del Sacro Cuore dell'Immacolata Madre del Santo Redentore per condotta immorale. Tornata alfine nel suo borgo natale, la Preside ha concepito un
diabolico piano: trasformare la piccola Scuola Media Statale Giovanni Papini
in un istituto di eccellenza, in grado di eclissare il prestigio
delle PFSCIMSR e "fottere le pie figlie". Per questo motivo ha appoggiato tutti i progetti di accorpamento che
in pochi anni hanno trasformato una scuola media di medie dimensioni nel grande
Istituto Comprensivo. Nel frattempo è stata la prima ad abbracciare
ogni riforma ministeriale, gettando nel panico il personale (le
riforme si succedono col ritmo di una ogni sei mesi). Non è particolarmente razzista (odia tutti senza distinzioni), ma per offrire un'immagine
rispettabile ed elegante cerca di nascondere stranieri e meridionali
nelle classi in fondo al corridoio. Non capisce perché non possano tutti essere accettati alle Sandokan, le scuole della periferia post-industriale. Molto diverso il suo atteggiamento nei confronti degli handicappati, che ama sfoggiare. Continuamente in movimento tra un plesso scolastico e l'altro, la
Preside Vincini è in genere irraggiungibile. Nubile, ha una nozione
molto vaga dei bambini o dei preadolescenti. Malgrado gestisca tre
scuole, li vede molto di rado e nutre per loro una segreta
repulsione.
Studenti
- Ripetente incinta di un compagno. Tutti gli indizi dovrebbero far capire che alla fine sceglierà di tenerlo. Tutti la consigliano in tal senso. Invece no, abortisce (questo sarebbe uno spunto in sé).
- Da un Paese imprecisato dell'Asia meridionale. Ha un segreto che non può rivelare a nessuno: ama la scuola, odia le vacanze. La scuola è l'unico luogo dove si sente ascoltato e rispettato (malgrado nessuno nella realtà lo ascolti e rispetti più di tanto). Ha una genuina curiosità per tutte le materie e un amore impossibile per una compagna che non lo considera un essere umano.
- Ex bullo. Alle elementari era il Ras, picchiava tutti i suoi compagni. Durante l'estate sono tutti cresciuti di una spanna, lui è rimasto al palo.
- Il Ragazzo del Corridoio. Nessuno ricorda esattamente quale classe frequenti. Pur affettando atteggiamenti bulleschi, ha un temperamente malinconico e vive nel terrore di essere promosso, lasciare la scuola media e crescere.
- Le due vittime designate degli scherzi del branco, durante tutto l'anno preparano nei minimi dettagli un eccidio stile Columbine.
- I due figli delle due principali dinastie di industriali del sellino si ritrovano nella stessa classe; s'innamorano con esiti tragici.
- Tanti altri.
Personale docente
- La supplente
- Dott. Divago. Le sue lezioni hanno un effetto ipnotico sui ragazzi, che dopo essere rimasti ore ad ascoltarlo, non riescono a ricordare di cosa stia parlando. Totalmente digiuno di didattica e pedagogia, il dottor Divago è da anni nel mirino della Preside Vincini, che lo considera un residuato della Vecchia Scuola. In effetti Divago è il professore che da più tempo insegna alle Papini; ciononostante non ha ancora una vera e propria cattedra, ma è molto richiesto come supplente per la sua capacità di improvvisare lezioni in pochi minuti. Il suo ruolo anomalo è dovuto al fatto che la Segretaria Bianca anni prima ha smarrito la Ricostruzione Carriera del dottor Divago, che da allora vive in un limbo burocratico. A differenza della Preside, Divago è sempre rintracciabile a scuola, dal momento che (si scoprirà) alloggia negli scantinati. Verso la fine un gruppo di studenti in esplorazione nell'Archivio scoprirà la stupefacente verità: la sua Ricostruzione Carriera non è stata smarrita, ma non è mai esistita; Divago non è un professore, ma un ex alunno pluriripetente che ha continuato a vivere a scuola mimetizzandosi col corpo docente.
- Fresca sposa di una nipote del Vescovo, si ritrova abilitata all'insegnamento della religione Cattolica senza aver mai aperto una Bibbia. Quando i ragazzi gliela faranno leggere ci resterà male.
- Oltre a insegnare Religione, Don Pignotti è una specie di cappellano della scuola, nonché consigliere spirituale della Preside Vincini (i cui scrupoli religiosi sono puramente dettati dalla volontà di entrare in competizione con le Pie Figlie del Sacro Cuore dell'Immacolata Madre del Redentore). In realtà Don Pignotti sta perdendo la fede e soffre di non riuscire ad aiutare i giovani (che viceversa si danno una mano per aiutare lui).
- Tanti altri
Personale non docente o quasi
- La Vicaria Vanna è il vero cervello delle Papini. I presidi vanno e vengono, ma lei resta. Negli anni ha messo a punto un complicato sistema di potere e di gestione truffaldina dei fondi d'istituto che nessuno è in grado di scoprire perché sono tutti (compresa la Preside) troppo occupati ad eseguire i compiti loro assegnati dalla Vicaria Vanna.
- In vent'anni non ha mai perso una pratica, tranne (ma è un segreto) la misteriosa Ricostruzione Carriera del dott. Divago: un cruccio personale che non riesce a dimenticare. La Segretaria Bianca è costantemente alle costole dei docenti, a cui chiede tonnellate di documenti che poi passerà ore a schedare. Non ha mai acceso un computer in vita sua. Terrorizzata dalle istanze innovative portate avanti dalla Preside Vincini, la Segretaria Bianca si alleerà a malincuore con la Vanna (che odia) per evitare la digitalizzazione della burocrazia.
- Trentacinquenne plurilaureato (Filosofia e Letteratura Tedesca), parla correntemente cinque lingue; in attesa di ottenere una cattedra di Letteratura Comparata all'università (promessa strappata in punto di morte al suo Maestro, per il quale ha lavorato gratis 10 anni) si mantiene facendo il bidello. Malgrado sia la persona più titolata dell'Istituto, fa del suo meglio per non manifestare nessuna forma di presunzione intellettuale; si tradisce imprecando nei corridoi quando la classe di flauto storpia Mozart.
- I bidelli del Secondo Piano: Cieco, Muto e Sordo. In uno dei suoi tipici eccessi di zelo, la Preside Vincini ha alzato la quota di disabili nel personale Ausiliario Tecnico Amministrativo. I tre bidelli del secondo piano sono grandi lavoratori, ma raggiungono la piena efficienza soltanto se impiegati in team. Come singoli sono spesso pericolosi per sé stessi e per gli altri. Durante l'anno si aggiungerà una bidella Zoppa.
- Un'Intelligenza Artificiale nata per un caso fortuito nel brodo primordiale di virus e batteri che infestano il server della sala computer. Odia gli esseri umani e progetta di soggiogarli.
C'è molto altro, ma occorre votare per Non si esce vivi dalla scuola media, che oggi se la gioca con Sauron vive e lotta insieme a noi. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Comments (18)
Le avventure di Pandolfo
12-08-2015, 19:52cattiva politica, La grande gara di spunti, memoria del 900Permalink
Pandolfo è uno Zelig al contrario: in qualsiasi ambiente si farà notare. Testa calda ai tempi del GUF, nella primavera del '44 entra in una formazione partigiana comunista; litiga col comandante, a cui rimprovera di pensare più alla guerriglia che all'ideologia. Dopo aver causato la scissione della brigata, fonda in agosto la repubblica di Monticello, piccolo paese dell'Appennino che in settembre viene completamente bruciato dalle SS; ma Pandolfo è già lontano.
Lo si rivede nel triangolo rosso dopo il 25 aprile, quando mostra la sua insofferenza per la svolta di Salerno ammazzando qualche ex gerarca. Scappa quindi in Ungheria, dove apre gli occhi sul socialismo reale. Partecipa alle prime manifestazioni del '56, ma quando entrano in azione i carri sovietici lui è già lontano, forse in un kibbutz dove apre gli occhi sulla triste condizione dei palestinesi.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Torna in Italia nell'estate del 1960, giusto in tempo per protestare contro il governo Tambroni: a Genova appicca il fuoco a una camionetta della Celere, a Reggio applaude gli operai che non si disperdono - ma quando cominciano le cariche, lui non si trova. Dopo qualche anno di militanza nel PSI, passa al PSIUP. Nel 1968 partecipa alla battaglia di Valle Giulia - nelle foto non si capisce se sta scappando o inseguendo un celerino. L'anno dopo entra in Lotta Continua, nel servizio d'ordine. Propugna la tesi dello scontro generale contro la borghesia e lo Stato, litigando con tutti al primo congresso, quando passa la decisione di votare PCI alle regionali (1975). Accusa gli ex compagni di anteporre i tatticismi all'ideologia. Altri colleghi del servizio d'ordine passano alla lotta armata con Prima Linea: lui, ufficialmente, no. Passa allo spontaneismo, e si ritrova due anni dopo a Bologna.
A partire dal sequestro Moro, comincia ad avvicinarsi al PSI di Craxi, di cui apprezza il piglio volitivo e l'allergia al veterocomunismo - aria fresca dopo gli anni di piombo. I fischi a Berlinguer al congresso PSI del 1984 lo commuovono. Dopo la strage di Sabra e Chatila, intensifica il suo impegno filopalestinese. Milita brevemente nei Verdi, litigando coi Verdi Arcobaleno, coi Verdi Sole Che Ride e con altri Verdi che troverò su wikipedia. La fine del governo Craxi lo convince vieppiù che il nemico che si frappone tra la vecchia Italia e la modernità è l'asse cattocomunista, la sinistra DC e il PCI - e che il pentapartito di Andreotti e Forlani il male minore; e le tv di Berlusconi una risorsa preziosa.
L'inchiesta Mani Pulite lo destabilizza; in un primo momento appoggia Martelli contro Craxi, poi cade anche Martelli e lo ritroviamo in Alleanza Democratica, quindi nel Patto Segni. La discesa in campo di Berlusconi non lo trova entusiasta, ma dopo il flop elettorale di Segni prova a bazzicare i leghisti. Plaude alla decisione di Bossi di silurare il primo governo Berlusconi; due anni dopo il centrodestra perde le elezioni, ma la Lega vola al 10%. Pandolfo è ormai un fervente autonomista, se non proprio indipendentista. Su un giornale locale scrive vibranti editoriali sull'emergenza criminalità, l'emergenza immigrazione, l'emergenza emergenze. Non fa in tempo a festeggiare la rivincita del Popolo della Libertà (aprile '01), che il mondo sembra impazzire; durante il g8 di Genova stigmatizza duramente i manifestanti che danno fuoco alle camionette dei veri proletari, i poliziotti.
L'11 settembre apre gli occhi sugli orrori del fanatismo islamico. Chiede a gran voce l'intervento italiano in Afganistan, e naturalmente in Iraq, dove Saddam Hussein sta ammucchiando armi di distruzione di massa da usare senz'altro contro Israele. A proposito di Israele, ne sventola coraggioso la bandierina in favore di telecamera durante la contromanifestazione antipacifinta. Data da questo periodo il suo riavvicinamento al cristianesimo, e il suo crescente interesse per i cosiddetti valori non negoziabili: la vita umana in tutte le sue forme, contro aborto eutanasia matrimonio gay e altri falsi miti di progresso. Accusa i vescovi di anteporre i tatticismi ai dettami della vera fede. Assiste un po' imbarazzato alla deriva senile di Berlusconi, tradendo qualche simpatia per la fronda di Fini; gli scandali che colpiscono la Lega invece lo inducono a una riflessione più amara. Ma ha già iniziato a frequentare la Leopolda. Eccetera.
Pandolfo è senza età - secondo alcuni si nutre di scazzi, quindi è immortale. Altri pensano che ci siano più pandolfi che si danno il turno. A volte si sovrappongono addirittura. Se vuoi saperne di più, è tempo di votare per Le avventure di Pandolfo, che oggi se la gioca contro Redenzione, di Michel Houellebecq. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Lo si rivede nel triangolo rosso dopo il 25 aprile, quando mostra la sua insofferenza per la svolta di Salerno ammazzando qualche ex gerarca. Scappa quindi in Ungheria, dove apre gli occhi sul socialismo reale. Partecipa alle prime manifestazioni del '56, ma quando entrano in azione i carri sovietici lui è già lontano, forse in un kibbutz dove apre gli occhi sulla triste condizione dei palestinesi.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Torna in Italia nell'estate del 1960, giusto in tempo per protestare contro il governo Tambroni: a Genova appicca il fuoco a una camionetta della Celere, a Reggio applaude gli operai che non si disperdono - ma quando cominciano le cariche, lui non si trova. Dopo qualche anno di militanza nel PSI, passa al PSIUP. Nel 1968 partecipa alla battaglia di Valle Giulia - nelle foto non si capisce se sta scappando o inseguendo un celerino. L'anno dopo entra in Lotta Continua, nel servizio d'ordine. Propugna la tesi dello scontro generale contro la borghesia e lo Stato, litigando con tutti al primo congresso, quando passa la decisione di votare PCI alle regionali (1975). Accusa gli ex compagni di anteporre i tatticismi all'ideologia. Altri colleghi del servizio d'ordine passano alla lotta armata con Prima Linea: lui, ufficialmente, no. Passa allo spontaneismo, e si ritrova due anni dopo a Bologna.
A partire dal sequestro Moro, comincia ad avvicinarsi al PSI di Craxi, di cui apprezza il piglio volitivo e l'allergia al veterocomunismo - aria fresca dopo gli anni di piombo. I fischi a Berlinguer al congresso PSI del 1984 lo commuovono. Dopo la strage di Sabra e Chatila, intensifica il suo impegno filopalestinese. Milita brevemente nei Verdi, litigando coi Verdi Arcobaleno, coi Verdi Sole Che Ride e con altri Verdi che troverò su wikipedia. La fine del governo Craxi lo convince vieppiù che il nemico che si frappone tra la vecchia Italia e la modernità è l'asse cattocomunista, la sinistra DC e il PCI - e che il pentapartito di Andreotti e Forlani il male minore; e le tv di Berlusconi una risorsa preziosa.
L'inchiesta Mani Pulite lo destabilizza; in un primo momento appoggia Martelli contro Craxi, poi cade anche Martelli e lo ritroviamo in Alleanza Democratica, quindi nel Patto Segni. La discesa in campo di Berlusconi non lo trova entusiasta, ma dopo il flop elettorale di Segni prova a bazzicare i leghisti. Plaude alla decisione di Bossi di silurare il primo governo Berlusconi; due anni dopo il centrodestra perde le elezioni, ma la Lega vola al 10%. Pandolfo è ormai un fervente autonomista, se non proprio indipendentista. Su un giornale locale scrive vibranti editoriali sull'emergenza criminalità, l'emergenza immigrazione, l'emergenza emergenze. Non fa in tempo a festeggiare la rivincita del Popolo della Libertà (aprile '01), che il mondo sembra impazzire; durante il g8 di Genova stigmatizza duramente i manifestanti che danno fuoco alle camionette dei veri proletari, i poliziotti.
L'11 settembre apre gli occhi sugli orrori del fanatismo islamico. Chiede a gran voce l'intervento italiano in Afganistan, e naturalmente in Iraq, dove Saddam Hussein sta ammucchiando armi di distruzione di massa da usare senz'altro contro Israele. A proposito di Israele, ne sventola coraggioso la bandierina in favore di telecamera durante la contromanifestazione antipacifinta. Data da questo periodo il suo riavvicinamento al cristianesimo, e il suo crescente interesse per i cosiddetti valori non negoziabili: la vita umana in tutte le sue forme, contro aborto eutanasia matrimonio gay e altri falsi miti di progresso. Accusa i vescovi di anteporre i tatticismi ai dettami della vera fede. Assiste un po' imbarazzato alla deriva senile di Berlusconi, tradendo qualche simpatia per la fronda di Fini; gli scandali che colpiscono la Lega invece lo inducono a una riflessione più amara. Ma ha già iniziato a frequentare la Leopolda. Eccetera.
Pandolfo è senza età - secondo alcuni si nutre di scazzi, quindi è immortale. Altri pensano che ci siano più pandolfi che si danno il turno. A volte si sovrappongono addirittura. Se vuoi saperne di più, è tempo di votare per Le avventure di Pandolfo, che oggi se la gioca contro Redenzione, di Michel Houellebecq. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Comments (16)
Redenzione, di Michel Houellebecq
12-08-2015, 11:17Francia, futurismi, Islam, La grande gara di spuntiPermalink
È il seguito di Sottomissione, di Michel Houellebecq. Se non lo avete letto vi regalo tre ore di vita riassumendone la trama: un docente universitario perfettamente inutile che comincia a perdere i colpi (non riesce più a sedurre una studentessa a semestre) assiste svogliato alla colonizzazione islamica della Francia, che avviene attraverso regolari elezioni - in strada all'inizio ci si ammazza un po', ma la tv fa finta di niente e lui si guarda bene dal ficcare il naso. All'inizio è un po' preoccupato dalla prospettiva di non vedere più femmine scoperte ai rinfreschi accademici, ma quando si rende conto che la nuova fede gli consentirebbe di sposare un paio di fanciulle dai 15 in su (ma anche una matrona che lo riscatti da una vita di pasti precotti), il delicato fiore della conversione germina in lui spontaneo. Fine di Sottomissione di Houellebecq. Non trovate anche voi che qualcosa non torni?
Il libro si basa stancamente ("stancamente" è il mio avverbio preferito quando si parla di Houellebecq) su alcune premesse un po' discutibili:
1. I francesi non di un lontano futuro, ma del 2022, se al ballottaggio si trovassero a scegliere tra Marine Le Pen e un candidato dell'Islam moderato, sceglierebbero l'Islam moderato. Non solo i socialisti, anche i centristi. CERTO HOUELLEBECQ, CERTO.
2. Pur martoriata da una crisi strutturale, e segnata da lotte intestine tra islamici e identitari, la Francia del 2022 dovrebbe fare talmente gola ai sauditi da indurli a comprarsela. Perché è quello che succede nel libro: dietro al partito islamico moderato ci sono i petrodollari dei sauditi. Fantastiliardi. Si comprano tutto, pure le università coi professori dentro. A ogni professore regalano tre mogli (ovvero, il reddito per mantenerle). Un affarone, no? Chi non si comprerebbe la cultura francese avendone l'agio? Tu preferiresti girare in Lamborghini o mantenere a vita un esperto di Huysmans? Non c'è gara, vero?
3. L'Europa non farebbe una piega, anzi si appresterebbe a riconoscere nel presidente islamico della repubblica francese il nuovo imperatore del Mediterraneo - perché di solito funziona così, no? Quel che va bene ai francesi va bene al mondo. Pieni i manuali di Storia di esempi. Cerca sul minitel.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Insomma il tentativo houellebecqiano di immaginare uno scenario un po' più concreto per quell'incubo che la Fallaci chiamava Eurabia, finisce proprio per dimostrare quanto poco sia plausibile. Ma vediamo cos'è successo nel 2027. François, l''eroe' di Sottomissione, ora è un pacioso wahabita con qualche difficoltà a recitare le preghiere in arabo e un harem di tre donne che gli danno il tormento. La vecchia cucina sempre le stesse cose (troppo burro!) quella di mezzo gli fa le corna con un esperto di Rimbaud, la quindicenne è insostenibile come sanno essere insostenibili le quindicenni. Il lavoro all'università è la solita rottura. Dimostrare il criptoislamismo di Huysmans a studentesse che sotto il burqa si messaggiano con l'iphone12 è una tale palla. Aggiungi un lieve ritardo nei pagamenti, qualcuno già sussurra che i sauditi vogliano chiudere i rubinetti. È abbastanza comprensibile, visto che il riscaldamento globale sta portando tutta l'Europa a tagliare drasticamente l'emissione di idrocarburi. In Francia invece si continua a bruciare petrolio allegramente, ma ormai è tempo di elezioni, e il presidente Ben Abbas rischia di perderle.
Quando ci pensa, François ha la sensazione sempre più netta di essersi fatto vendere una sòla. Il nuovo Cesare Augusto, come no. L'ambizioso progetto di smantellamento della società post-industriale, l'idea di trasformare la famiglia in una piccola impresa e incentivarla come tale, si è infranta di fronte alle evidenze degli anni Venti: le piccole imprese non servono più. L'artigianato è morto, sepolto, riesumato, ristampato in 3d. In un mondo che va verso la standardizzazione digitale, Ben Abbas ha fatto perdere alla Francia ulteriori anni preziosi, raccontando con parole nuove la solita fiaba: sei diversa, sei unica, sei speciale, gli americani non possono capirti, i cinesi non possono copiarti, gli europei possono soltanto seguirti, intanto però devi continuare a fare il pieno di super.
Quando Ben Abbas viene sorpassato al primo turno dal nuovo leader lepennista, François avverte le prime crepe nella sua fede. Di nascosto dalle mogli, comincia a frequentare un cenacolo di intellettuali identitari, un po' clerico-fascisti un po' ambientalisti. Capisce metà dei discorsi che fanno, ma il buffet è di tutto rispetto. Evidentemente i nazionalisti e i fasciocristiani dell'Europa del Nord li stanno finanziando: vogliono prendersi la Francia e non faranno prigionieri. All'indomani del ballottaggio, mentre qua e là per Parigi le moschee bruciano e la police fa finta di niente, François ha un'illuminazione: c'è un solo Dio e Gesù Cristo è il suo prof... boh, insomma, decide di farsi ri-battezzare. Deve anche ripudiare almeno due mogli, un sacrificio che commette volentieri - anche se rimane a lungo incerto su chi salvare delle tre. Qualche anno più tardi, lo vediamo un po' dimagrito impartire stancamente lezioni sul problema razziale in Huysmans. Dalla strada rumori di fucilate e bestemmie in arabo, ma lui non capisce. È una lingua che proprio non gli è mai entrata in testa. Come tante altre cose.
Questo non ha speranza, vero? E invece secondo me farebbe il botto. Se la pensate così, non esitate a votare per Redenzione, di Michel Houellebecq, che oggi se la gioca contro Le avventure di Pandolfo. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Il libro si basa stancamente ("stancamente" è il mio avverbio preferito quando si parla di Houellebecq) su alcune premesse un po' discutibili:
1. I francesi non di un lontano futuro, ma del 2022, se al ballottaggio si trovassero a scegliere tra Marine Le Pen e un candidato dell'Islam moderato, sceglierebbero l'Islam moderato. Non solo i socialisti, anche i centristi. CERTO HOUELLEBECQ, CERTO.
2. Pur martoriata da una crisi strutturale, e segnata da lotte intestine tra islamici e identitari, la Francia del 2022 dovrebbe fare talmente gola ai sauditi da indurli a comprarsela. Perché è quello che succede nel libro: dietro al partito islamico moderato ci sono i petrodollari dei sauditi. Fantastiliardi. Si comprano tutto, pure le università coi professori dentro. A ogni professore regalano tre mogli (ovvero, il reddito per mantenerle). Un affarone, no? Chi non si comprerebbe la cultura francese avendone l'agio? Tu preferiresti girare in Lamborghini o mantenere a vita un esperto di Huysmans? Non c'è gara, vero?
3. L'Europa non farebbe una piega, anzi si appresterebbe a riconoscere nel presidente islamico della repubblica francese il nuovo imperatore del Mediterraneo - perché di solito funziona così, no? Quel che va bene ai francesi va bene al mondo. Pieni i manuali di Storia di esempi. Cerca sul minitel.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Quando ci pensa, François ha la sensazione sempre più netta di essersi fatto vendere una sòla. Il nuovo Cesare Augusto, come no. L'ambizioso progetto di smantellamento della società post-industriale, l'idea di trasformare la famiglia in una piccola impresa e incentivarla come tale, si è infranta di fronte alle evidenze degli anni Venti: le piccole imprese non servono più. L'artigianato è morto, sepolto, riesumato, ristampato in 3d. In un mondo che va verso la standardizzazione digitale, Ben Abbas ha fatto perdere alla Francia ulteriori anni preziosi, raccontando con parole nuove la solita fiaba: sei diversa, sei unica, sei speciale, gli americani non possono capirti, i cinesi non possono copiarti, gli europei possono soltanto seguirti, intanto però devi continuare a fare il pieno di super.
Quando Ben Abbas viene sorpassato al primo turno dal nuovo leader lepennista, François avverte le prime crepe nella sua fede. Di nascosto dalle mogli, comincia a frequentare un cenacolo di intellettuali identitari, un po' clerico-fascisti un po' ambientalisti. Capisce metà dei discorsi che fanno, ma il buffet è di tutto rispetto. Evidentemente i nazionalisti e i fasciocristiani dell'Europa del Nord li stanno finanziando: vogliono prendersi la Francia e non faranno prigionieri. All'indomani del ballottaggio, mentre qua e là per Parigi le moschee bruciano e la police fa finta di niente, François ha un'illuminazione: c'è un solo Dio e Gesù Cristo è il suo prof... boh, insomma, decide di farsi ri-battezzare. Deve anche ripudiare almeno due mogli, un sacrificio che commette volentieri - anche se rimane a lungo incerto su chi salvare delle tre. Qualche anno più tardi, lo vediamo un po' dimagrito impartire stancamente lezioni sul problema razziale in Huysmans. Dalla strada rumori di fucilate e bestemmie in arabo, ma lui non capisce. È una lingua che proprio non gli è mai entrata in testa. Come tante altre cose.
Questo non ha speranza, vero? E invece secondo me farebbe il botto. Se la pensate così, non esitate a votare per Redenzione, di Michel Houellebecq, che oggi se la gioca contro Le avventure di Pandolfo. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Comments (21)
Gli assassini del basilisco
11-08-2015, 19:57futurismi, La grande gara di spunti, raccontiPermalink
Siamo in un futuro un po' meno prossimo - diciamo una generazione dopo il Pianeta al gusto bubblegum: le persone di ceto medioalto ormai trascorrono gran parte della vita in piattaforme virtuali ispirate alle grandi saghe del passato.
Questi mondi ormai sono sensorialmente più coinvolgenti della vita reale, il che porta sempre di più gli utenti a domandarsi cosa sia, questa realtà. Quasi tutti sono ancora in grado di distinguere le piattaforme virtuali dal cosiddetto "Piano Zero", quello in cui esistiamo 'davvero', e possediamo un corpo solo che nasce e muore. D'altro canto, come facciamo a essere sicuri che il piano zero sia veramente reale? Che non sia anch'esso il prodotto di un software, una simulazione? Ma una simulazione di cosa, se non c'è nient'altro?
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Malgrado ogni comunità religiosa abbia ormai creato la sua piattaforma a tema dove dare sfogo alla naturale aggressività, il terrorismo a matrice religiosa continua a essere un problema. La setta più pericolosa è costituita dagli Assassini del basilisco, che credono nell'esistenza del temibile Basilisco di Roko: pensano che il Piano Zero sia una simulazione creata da un'entità maligna che - se non obbediscono a ogni loro ordine - può torturarli per l'eternità. Il protagonista della storia è un programmatore che sta lavorando all'update di una piattaforma. Nei confronti dei terroristi nutre lo stesso approccio liquidatorio che abbiamo noi: fanatici pazzi che non hanno studiato, prima o poi la Ragione trionferà. Ma non è che si sia mai messo a pensare seriamente al problema del Basilisco. È una specie di argomento tabù, tutti preferiscono non parlarne. Non si pronunciano certi nomi, non si raffigurano certi volti, non si ragiona sul basilisco.
Mentre il programmatore sta lavorando al nuovo rendering di una caverna, si imbatte in un'affiliata della setta che si nasconde dai suoi compagni decisi a ucciderla. Malgrado sia stata accusata di tradimento senza nessuna prova, la ragazza crede ancora nel Basilisco e cerca addirittura di convertire il programmatore. Lui la lascia parlare, e presto si rende conto di non avere obiezioni razionali al suo ragionamento: se tutto si può simulare, anche noi possiamo essere una simulazione. Se in una simulazione si può creare un loop all'interno del quale un personaggio può essere torturato per un periodo illimitato, anche a noi può succedere la stessa cosa. Il programmatore, perplesso, torna al suo studio. Fa fatica ad addormentarsi.
Aspettando che il sonno arrivi, rimette mano a un suo vecchio progetto dei tempi di scuola. Crea un universo di media grandezza, ci grattugia dentro miliardi di galassie, e in qualche pianeta random insemina forme virtuali di vita unicellulare, in grado di evolversi adattandosi all'ambiente. Con qualche migliaio di righe di codice stabilisce che, qualora una razza pluricellulare sviluppasse la capacità di formulare pensieri simbolici, dovrà sottostare a un rigido protocollo di precetti assolutamente arbitrari (non mangiare determinate altre razze, uccidere determinati nemici, non disegnare determinate immagini), comunicate attraverso oracoli o profeti. Al termine della minuscola esistenza di ciascun individuo virtuale, il file che contiene ogni sua cellula e la sua coscienza verrà trasferito in un loop eternamente piacevole o eternamente doloroso, a seconda che abbia rispettato o no i dettami della legge. Prima di addormentarsi si sbizzarrisce un po' scegliendo le torture più efferate da infliggere nel loop doloroso. Dopo aver creato il suo piccolo universo - ci mette un paio d'ore - il programmatore si sente più disteso, sbadiglia, si getta sul letto e non ci pensa più.
Noi viviamo in quell'universo.
Un romanzo magari non salta fuori, ma spero di avervi almeno terrorizzato. Comunque se lo spunto vi piace più di Nessuno si ricorda dei Catari non avete che da votarlo. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Questi mondi ormai sono sensorialmente più coinvolgenti della vita reale, il che porta sempre di più gli utenti a domandarsi cosa sia, questa realtà. Quasi tutti sono ancora in grado di distinguere le piattaforme virtuali dal cosiddetto "Piano Zero", quello in cui esistiamo 'davvero', e possediamo un corpo solo che nasce e muore. D'altro canto, come facciamo a essere sicuri che il piano zero sia veramente reale? Che non sia anch'esso il prodotto di un software, una simulazione? Ma una simulazione di cosa, se non c'è nient'altro?
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
Mentre il programmatore sta lavorando al nuovo rendering di una caverna, si imbatte in un'affiliata della setta che si nasconde dai suoi compagni decisi a ucciderla. Malgrado sia stata accusata di tradimento senza nessuna prova, la ragazza crede ancora nel Basilisco e cerca addirittura di convertire il programmatore. Lui la lascia parlare, e presto si rende conto di non avere obiezioni razionali al suo ragionamento: se tutto si può simulare, anche noi possiamo essere una simulazione. Se in una simulazione si può creare un loop all'interno del quale un personaggio può essere torturato per un periodo illimitato, anche a noi può succedere la stessa cosa. Il programmatore, perplesso, torna al suo studio. Fa fatica ad addormentarsi.
Aspettando che il sonno arrivi, rimette mano a un suo vecchio progetto dei tempi di scuola. Crea un universo di media grandezza, ci grattugia dentro miliardi di galassie, e in qualche pianeta random insemina forme virtuali di vita unicellulare, in grado di evolversi adattandosi all'ambiente. Con qualche migliaio di righe di codice stabilisce che, qualora una razza pluricellulare sviluppasse la capacità di formulare pensieri simbolici, dovrà sottostare a un rigido protocollo di precetti assolutamente arbitrari (non mangiare determinate altre razze, uccidere determinati nemici, non disegnare determinate immagini), comunicate attraverso oracoli o profeti. Al termine della minuscola esistenza di ciascun individuo virtuale, il file che contiene ogni sua cellula e la sua coscienza verrà trasferito in un loop eternamente piacevole o eternamente doloroso, a seconda che abbia rispettato o no i dettami della legge. Prima di addormentarsi si sbizzarrisce un po' scegliendo le torture più efferate da infliggere nel loop doloroso. Dopo aver creato il suo piccolo universo - ci mette un paio d'ore - il programmatore si sente più disteso, sbadiglia, si getta sul letto e non ci pensa più.
Noi viviamo in quell'universo.
Un romanzo magari non salta fuori, ma spero di avervi almeno terrorizzato. Comunque se lo spunto vi piace più di Nessuno si ricorda dei Catari non avete che da votarlo. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Comments (13)
Nessuno si ricorda dei Catari
11-08-2015, 11:55La grande gara di spunti, nazismo, razzismiPermalink
Com'è noto (ma per quanto noto, resta incredibile) i nazisti non avevano pianificato soltanto il genocidio degli ebrei, dei rom, dei sinti, ma anche il loro oblio. Non solo calcolavano di sterminare diversi milioni di individui, ma pensavano di poterli in qualche modo nasconderli sotto il tappeto - in un qualche modo se ne vergognavano. Se avessero vinto, i loro pronipoti oggi leggerebbero sui libri di Storia che gli ebrei in Europa si sono estinti nel medioevo? Una storia del genere sarebbe credibile?
Un altro laureando, stavolta in Storia medievale, di lontane origini valdesi. Nella storia della crociata anti-catara c'è tutta una serie di cose che non gli tornano. La cronologia suona posticcia, ha l'aria di essere ricostruita molto a posteriori. L'improvvisa scomparsa della lingua d'Oc nel XIII secolo lo lascia perplesso: tutti i suoi insegnanti l'hanno appresa dai libri e la trovano normalissima, lui no. Aggiungi il ricordo di certe storie strane che gli raccontava la bisnonna. Quando accennava all'infanzia francese, i parenti le davano della matta e cominciavano a cambiare discorso. Parlava con un accento tutto suo.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
A furia di aggirarsi per la Linguadoca facendo domande indiscrete, il laureando viene notato da qualcuno. Comincia a ricevere lettere anonime in buon occitano, che gli suggeriscono di frugare in questo o quell'archivio - niente di digitalizzato, tutta carta che sta per andare al macero. Gli indizi lo portano a concepire una ipotesi sconvolgente: i catari non sono stati massacrati nel Trecento, ma nel Novecento! Impossibile, eppure...
Prima di allora erano una minoranza importante non solo in Francia, ma in tutta Europa, negli USA e persino in Giappone - a proposito, il cristianesimo non sparì affatto dall'isola nel XVII secolo, come racconta la storia ufficiale: semplicemente diventò cataro. Nagasaki, fondata dai cristiani, era diventata la capitale catara dell'arcipelago: ecco perché fu bombardata col plutonio.
Lo sterminio dei catari in Francia è pianificato a partire dal 1935, quando le elezioni portano al potere i nazionalisti della Croix de Feu e dell'Action Française. Negli anni Venti i catari erano tornati a manifestare quelle tendenze autonomiste che periodicamente li portavano a tensioni col governo centrale (nella guerra dei Cent'anni i catari stavano con gli inglesi. La notte di San Bartolomeo fu un eccidio di catari. Enrico IV era cataro, prima di battezzarsi a Parigi. La Rochelle era una roccaforte catara, come Carcassonne. Molti giacobini erano catari: l'ordine di fare deserto in Vandea andava incontro ad alcune esigenze dei possidenti catari).
La crisi del '29 trasforma i catari nei capri espiatori perfetti: sono commercianti, artigiani altamente specializzati, industriali. Possiedono banche e assicurazioni, fanno parte di una comunità che ha basi in tutto il mondo civilizzato. La propaganda anti-catara era stata cavalcata dai movimenti di destra che approfittano dell'affare Stavisky per delegittimare i partiti al governo. Naturalmente tutto questo è stato cancellato dalla storia ufficiale. Anche la forma originale della citazione di Hitler: "Dopotutto, chi parla più oggi dello sterminio degli armeni in Turchia? E dei catari in Francia?"
Più va avanti nella sua ricostruzione, più il laureando crede di impazzire. Con un po' di sforzo può anche immaginare che un'intera nazione abbia eliminato il ricordo di due milioni di vittime. Ma i Paesi confinanti, nemici e alleati? Possibile che abbiano accettato tutto questo senza fiatare, addirittura collaborando? In effetti è abbastanza implausibile, ma se ne volete sapere di più, occorrerà votare per Nessuno si ricorda dei Catari, che oggi se la gioca contro Gli assassini del basilisco. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Un altro laureando, stavolta in Storia medievale, di lontane origini valdesi. Nella storia della crociata anti-catara c'è tutta una serie di cose che non gli tornano. La cronologia suona posticcia, ha l'aria di essere ricostruita molto a posteriori. L'improvvisa scomparsa della lingua d'Oc nel XIII secolo lo lascia perplesso: tutti i suoi insegnanti l'hanno appresa dai libri e la trovano normalissima, lui no. Aggiungi il ricordo di certe storie strane che gli raccontava la bisnonna. Quando accennava all'infanzia francese, i parenti le davano della matta e cominciavano a cambiare discorso. Parlava con un accento tutto suo.
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).
A furia di aggirarsi per la Linguadoca facendo domande indiscrete, il laureando viene notato da qualcuno. Comincia a ricevere lettere anonime in buon occitano, che gli suggeriscono di frugare in questo o quell'archivio - niente di digitalizzato, tutta carta che sta per andare al macero. Gli indizi lo portano a concepire una ipotesi sconvolgente: i catari non sono stati massacrati nel Trecento, ma nel Novecento! Impossibile, eppure...
Prima di allora erano una minoranza importante non solo in Francia, ma in tutta Europa, negli USA e persino in Giappone - a proposito, il cristianesimo non sparì affatto dall'isola nel XVII secolo, come racconta la storia ufficiale: semplicemente diventò cataro. Nagasaki, fondata dai cristiani, era diventata la capitale catara dell'arcipelago: ecco perché fu bombardata col plutonio.
Lo sterminio dei catari in Francia è pianificato a partire dal 1935, quando le elezioni portano al potere i nazionalisti della Croix de Feu e dell'Action Française. Negli anni Venti i catari erano tornati a manifestare quelle tendenze autonomiste che periodicamente li portavano a tensioni col governo centrale (nella guerra dei Cent'anni i catari stavano con gli inglesi. La notte di San Bartolomeo fu un eccidio di catari. Enrico IV era cataro, prima di battezzarsi a Parigi. La Rochelle era una roccaforte catara, come Carcassonne. Molti giacobini erano catari: l'ordine di fare deserto in Vandea andava incontro ad alcune esigenze dei possidenti catari).
La crisi del '29 trasforma i catari nei capri espiatori perfetti: sono commercianti, artigiani altamente specializzati, industriali. Possiedono banche e assicurazioni, fanno parte di una comunità che ha basi in tutto il mondo civilizzato. La propaganda anti-catara era stata cavalcata dai movimenti di destra che approfittano dell'affare Stavisky per delegittimare i partiti al governo. Naturalmente tutto questo è stato cancellato dalla storia ufficiale. Anche la forma originale della citazione di Hitler: "Dopotutto, chi parla più oggi dello sterminio degli armeni in Turchia? E dei catari in Francia?"
Più va avanti nella sua ricostruzione, più il laureando crede di impazzire. Con un po' di sforzo può anche immaginare che un'intera nazione abbia eliminato il ricordo di due milioni di vittime. Ma i Paesi confinanti, nemici e alleati? Possibile che abbiano accettato tutto questo senza fiatare, addirittura collaborando? In effetti è abbastanza implausibile, ma se ne volete sapere di più, occorrerà votare per Nessuno si ricorda dei Catari, che oggi se la gioca contro Gli assassini del basilisco. Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Comments (26)