Little Big Love Gone Wrong
14-08-2024, 00:26cantautori, DiscoEstate24, drogarsiPermalinkAngelo Sbaglioni probabilmente non esiste; i suoi brani sembrano scritti da un'AI a cui è stato dato un prompt preciso: ricopia la prima strofa di una canzone d'autore italiana, quindi inserisci il verso: "poi all'improvviso la droga", e prosegui a ruota libera. Nel caso di Questo piccolo grande amore, il risultato è un delirio orgiastico che finisce con qualcuno che deve seppellire qualcun altro di nascosto.
Un papa e il suo antipapa (in miniera)
13-08-2024, 00:30pontefici, santiPermalink13 agosto: Ponziano papa e Ippolito antipapa (III secolo)
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San'Ippolito si fa un selfie (Antonio del Ceraiolo) |
Di solito vengono definiti "antipapi" quei papi che in seguito non sono vengono più considerati tali, per cui l'eventuale conclave che li ha eletti viene considerato nullo, il loro nome eliminato dai documenti e ignorato dalla numerazione progressiva. Siccome la storia la scrivono abitualmente i vincitori, gli antipapi quasi sempre fanno una cattiva fine: uccisi o esiliati – qualcuno è riuscito a dimettersi pacificamente, ma è difficile farlo quando ti sei convinto di essere il papa.
Il caso di Ippolito di Roma è abbastanza diverso: del resto è considerato il primo antipapa della Storia. È anche uno dei due antipapi che è stato considerato santo. Benché venga definito "di Roma", Ippolito proveniva forse dall'Asia minore. Qualche cronista lo definisce vescovo, anche se non è chiaro di che. Senz'altro era un personaggio di grande cultura e dotato di una certa verve polemica; come altri scrittori cristiani del tempo, la sfogava contro gli eretici, nei quali amava rintracciare le radici provenienti dalla cultura filosofica greca, anche per il gusto di sfoggiare la stessa cultura, mentre la censurava. Nella sua foga dialettica Ippolito non guardava in faccia a nessuno e a un certo punto accusò lo stesso papa, Zefirino, di intelligenza coi modalisti.
I modalisti pensavano che Padre e Figlio fossero solo due "modi" di essere dell'unico Dio. Zefirino forse era tiepido nei loro confronti, ma Ippolito lo considerava "privo d'istruzione", insomma non abbastanza colto per capire la loro eresia e prenderne le distanze. Ippolito sentiva la necessità di un pontefice più dotato intellettualmente, e aveva anche in mente il candidato ideale: sé stesso.
Invece alla morte di Zefirino (217) l'incarico passò a Callisto, un presule fautore di una linea morbida coi modalisti, ma soprattutto un maneggione con almeno una bancarotta alle spalle. Da come ne scrive, capiamo che Ippolito non riusciva a darsi pace del fatto che un tizio nato schiavo, che aveva fatto carriera amministrando i fondi del padrone (e perdendoli) fosse diventato il capo della comunità cristiana in città. Oggi sappiamo che nel terzo secolo la Chiesa aveva ormai acquisito una funzione sociale: oltre a predicare il ritorno di Cristo, presbiteri e diaconi raccoglievano fondi presso i membri più facoltosi e li ridistribuivano a chi aveva bisogno non solo di parole di vita eterna, ma anche di cure mediche o assegni di invalidità. È probabile insomma che i fondi che Callisto amministrava fossero quelli della comunità, e che questo gli avesse consentito di far carriera meglio di un teologo.
Ippolito però questa dimensione del problema non la vedeva, o non voleva vederla: scandalizzato da una nomina che riteneva così poco meritocratica, provocò il primo scisma occidentale rifiutandosi di accettare il nuovo papa, e affermando anzi che il nuovo pontefice autentico era lui. Qualcuno gli dovette dar retta (non sappiamo quanti) perché lo scisma sarebbe durato per 18 anni, fino al 235. Nel frattempo sul Soglio ufficiale si succedettero Callisto, Urbano I e Ponziano. Durante il pontificato di quest'ultimo l'imperatore Massimino il Trace diede il via a una nuova persecuzione anticristiana, tanto che Ponziano, catturato e condannato, decise di dimettersi: ed è il primo papa ad averlo fatto, ufficialmente (delle dimissioni di Clemente non abbiamo informazioni sicure). Può darsi che la decisione sia stata influenzata dal fatto che in città esisteva una Chiesa alternativa, ovvero quella retta da Ippolito, che avrebbe potuto a quel punto reclamare il titolo; in tal caso si trattò di una precauzione inutile, perché anche Ippolito fu arrestato e condannato.
Il papa e il suo antipapa sarebbero stati condannati "ad metalla", ovvero ai lavori forzati in una miniera sarda, dove si sarebbero incontrati. Può darsi che Ippolito abbia trovato in Ponziano un interlocutore più degno – dopotutto proveniva da famiglia nobilissima, a differenza di Callisto. Oppure fu il duro lavoro in miniera che permise a entrambi di guardare alle controversia teologica da una più giusta prospettiva, ma insomma la leggenda dice che prima di trovare insieme il martirio, Ippolito e Ponziano si sarebbero riappacificati e avrebbero chiesto ai rispettivi discepoli di fare altrettanto. Il primo scisma d'occidente si sarebbe dunque risolto in miniera, lasciandoci il sospetto di quanti altri scismi si sarebbero potuti risolvere così: i vescovi non si mettono d'accordo sul filioque? Ad metalla! C'è un papa ad Avignone e uno a Roma, qual è quello giusto? Mandiamoli entrambi in miniera! Lutero ce l'ha con Tetzel, chi avrà ragione? Ne discutano in miniera, e così via.
Compagno di scuola dove vai vieni qua
12-08-2024, 00:00cantautori, DiscoEstate24PermalinkIn effetti è un caso rarissimo di canzone performativa, ti dà proprio quella sensazione di incontrare una persona che avresti preferito incontrare in un qualsiasi altro momento, non so se avete presente. Vabbe' comunque complimenti al cantautore, e ne approfitto per postare quest'altra canzoncina di dubbio gusto.
Sesso con gli ursidi
11-08-2024, 00:17Le Solite Stronze, musica, sessoPermalink(Prosegue l'intervista con le solite stronze, nel senso della punk band che si fa chiamare Le Solite Stronze e devo dire che è un nome che comincia a convincermi).
Siamo arrivati al quarto pezzo del vostro album, che è anche il più... come dire...
Con parole tue.
Beh ecco devo dire che all'interno del vostro album, che è un po' più eterogeneo di quanto possa sembrare al primo ascolto, Sesso coi coleotteri è il pezzo più eterogeneo, almeno dal punto di vista musicale.
A me fa cagare.
Non sembra un pezzo delle Solite Stronze, ecco.
In effetti è un pezzo che viene da prima... cioè è una cosa a cui stava lavorando Claudia Azzolina, che nel brano suona anche il violino, credo.
Un cazzo di violino, ti rendi conto.
Quando abbiamo deciso di mettere su il gruppo, Claudia è stata un elemento prezioso, però...
Ha subito cominciato a dire, ehi, potremmo fare questa stronzata! potremmo fare quest'altra stronzata! insomma aveva già dei pezzi da parte e non c'entravano molto col mood del collettivo.
Allora alla fine ha ripreso questa, e ha aggiunto la prima strofa sugli orsi perché sembrasse collegata alle altre. Già il pezzo aveva poco senso prima, secondo me.
Ecco appunto, un'altra cosa che volevo chiedervi...
Volevi chiederci il senso di Sesso con gli ursidi?
Sarete d'accordo che è una composizione abbastanza enigmatica.
Noi non siamo mai d'accordo e comunque io trovo più che sia un mucchio di merda senza senso.
Lo dici anche, a un certo punto, quando fa: "sesso coi semafori! Ma in che senso?"
Perdio Sesso coi semafori, ma che cazzo significa.
Eh speravo che me lo spiegaste voi.
Ma per chi mi prendi, io non ho la minima idea di come si possa fare sesso con un cazzo di semaforo, non saprei proprio da che parte prendermelo.
O mettermelo.
Cioè non dico che mi fa schifo, ma è comunque un semaforo, chi è che trova sessuali i semafori.
Beh devo dire che da questo punto di vista forse la musica è una chiave... nel senso che al di là del testo è una canzone serena, che mette allegria
Questo sì, è una canzone molto allegra da cantare.
...per cui magari l'intenzione della vostra collega era comunicare un senso di liberazione dalle inibizioni che...
È una polimorfo-perversa.
Questo indubbiamente, ma lo siamo un po' tutti in una fase della crescita.
Tipo tre anni? Lei si è bloccata lì, poveraccia.
Io non so se possiamo continuare a suonare con lei, cioè a parte il fatto che siamo un gruppo punk e lei si presenta col suo cazzo di violino...
Ma è molto brava ad arrangiare, e ha un sacco di idee.
Vabbe' ma poi lo lascia in giro e io non voglio neanche toccarlo, cioè hai idea di cosa può farci con quel violino mentre siamo nell'altra stanza.
Lady ma dai, su.
Sono seria, cazzo, cioè una che si eccita coi semafori lo capisci che può farlo con qualsiasi cosa.
Dovremmo mostrare una mentalità più aperta.
Io lo sai quanto sono aperta, ma cazzo, i coleotteri? La eccitano gli scarafaggi?
Ma magari intende le coccinelle,
Ah beh allora.
Più probabilmente credo che anche in questo caso si tratti di un'iperbole, e comunque mi sembra che il brano dica che c'è qualcosa di peggio di concupire i semafori o i coletteri.
Cosa c'è di peggio?
I vigili urbani.
Ah vabbe'.
L'implacable enfant
10-08-2024, 00:45DiscoEstate24, Francia, musica, poesiaPermalinkNessuno sa davvero quando e chi partecipò al Projét Verlaine: probabilmente un emulo di Léo Ferré, magari coadiuvato da un imitatore di Serge Gainsbourg. Ma anche un po' di Boris Vian? Dipende, comunque le Feste Galanti erano lì, libere dai diritti, a disposizione di chi se le volesse prenderle, cantabili ed enigmatiche come i soliti quadri di Watteau che sembra indispensabile citare ogni santa volta.
Pierrot qui d'un saut,
De puce
Franchit le buisson,
Cassandre sous son
Capuce,
Arlequin aussi,
Cet aigrefin si
Fantasque
Aux costumes fous,
Ses yeux luisants sous
Son masque,
– Do, mi, sol, mi, fa, –
Tout ce monde va,
Rit, chante
Et danse devant
Une belle enfant
Méchante
Dont les yeux pervers
Comme les yeux verts
Des chattes
Gardent ses appas
Et disent: "À bas
Les pattes!"
– Eux ils vont toujours! –
Fatidique cours
Des astres,
Oh! dis-moi vers quels
Mornes ou cruels
Désastres
L'implacable enfant,
Preste et relevant
Ses jupes,
La rose au chapeau,
Conduit son troupeau
De dupes?
Non so se hai afferrato il concetto
09-08-2024, 00:26essere donna oggi, Le Solite Stronze, musicaPermalink(Sto ancora intervistando Le Solite Stronze, un gruppo punk con una sua idea del femminismo che francamente boh, vabbe', andiamo avanti).
...E arriviamo al terzo brano dell'album, che è quello che personalmente ho trovato più perturbante.
Sei uno che si perturba facile.
Beh sì, diciamo che contiene immagini abbastanza forti, che possono dare fastidio...
Infatti sono abbastanza fiera di questa canzone, credo che siamo riuscite a essere, come dici tu, perturbanti, e anche molto volgari, ma senza usare nemmeno una parolaccia.
Che cazzo ci hai con le parolacce adesso.
Ma niente, sono una scorciatoia, è facile essere volgari con le parolacce, sono bravi tutti. Anche noi in altri pezzi ne abbiamo approfittato, invece qui...
Qui io volevo cantare STROOONZOOOO per tutto il ritornello, ma mi è stato impedito.
Sarebbe stato ridondante.
STROOONZOOOO! Senti come suona bene?
La faccio annusare ai plantigradi / piuttosto di darla più a te. Qui se non sbaglio c'è un riferimento a una polemica di un paio di mesi fa... scoppiata credo su Tictoc...
Una polemica veramente del cazzo, devo dire.
Sì.
Ma proprio del cazzo, cioè bisogna avere veramente una testa di cazzo atta a recepire soltanto pensieri a forma di cazzo per non comprendere il senso della provocazione. Cioè io nei boschi non ci vado mai perché non mi va di rompere i coglioni alla natura e cazzivari, ma se ci andassi e mi capitasse di incontrare un orso secondo te resto lì a farmi sbranare?
Suppongo di no.
Il punto è che centinaia di migliaia di donne in tutto il mondo hanno detto, sentite: se invece nel bosco incontro un uomo ho persino più paura. la notizia era quella...
...poi ovviamente certa gente ha la testa di cazzo e contro questa cosa forse è inutile lottare.
Questa canzone è un vero scoppio d'ira, e mi ha fatto pensare se avevo mai sentito altre canzoni così aggressive almeno dal punto di vista verbale. Mi è venuta in mente, non so se ce l'avete presente, I Wanna Destroy You dei Soft Boys...
Eh, come no, chi è che non ascolta i Soft Boys.
Ecco, come ovvio mi vengono in mente solo brani di gruppi maschili, che magari esprimono un forte desiderio di violenza, ma è sempre del tutto estroflesso, cioè, ti distruggo, ti anniento, ti spacco la faccia, e così via.
O gli Skiantos! "Quando t'incontro per la strada ti darei i calci nei denti"!
Anche, sì giusto. Voi qualcosa l'avete presa dagli Skiantos, non dite di no.
Non diciamo di no.
Invece in questa canzone c'è una violenza fortissima, che però è completamente introflessa, cioè capisco l'ironia e l'iperbole e tutto quanto, ma è una canzone sul distruggersi la vagina piuttosto di concederla a qualcuno.
E questa cosa ti perturba.
Beh sì. Cioè ci vedo anche una pulsione autodistruttiva, masochistica...
"La riempio di polvere pirica!"
Che tra l'altro è un dato che mi sembra di avere riconosciuto in altre autrici femminili, cioè un'insistenza sulla sofferenza e sulla mutilazione che magari è inferta dall'uomo, ma talvolta mi sembra quasi rivendicata con orgoglio, una specie di mistica del dolore che la trovi già nelle sante medievali e arriva fino al Racconto dell'ancella e probabilmente anche più in là.
Capisco quello che intendi dire.
Davvero?
Ma è una stronzata.
Va bene, andiamo avanti. A un certo punto c'è una citazione da Gianni Rodari e Sergio Endrigo, o sbaglio?
In che senso?
La rima ricci/Scandicci.
Aaah, quella. Beh non era consapevole, io pensavo più al mostro di Firenze.
Ah. Oh. Eeeeh. Uh.
Vuoi fare una pausa?
No, no, è solo che per un attimo ho visualizzato e... un'ultima cosa. A un certo punto tu, credo che sia tu, canti: "la chiudo e poi butto il lucchetto".
Sì.
Ma scusa, capisco l'iperbole e tutto quanto, ma se butti il lucchetto vuol dire che non è più chiusa... forse volevi dire che buttavi la chiave.
Cazzo, ma non ci arrivi che le serviva la rima? "La chiudo e poi butto il lucchetto, non so se hai afferrato il concetto".
Sì, ma...
Perché ci stiamo facendo intervistare da questo idiota?
È l'unico che ci ha richiamato.
Il cane da guardia di Dio
08-08-2024, 00:55santiPermalink8 agosto: San Domenico di Guzmán (1170-1221), cane di Dio.
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Claudio Coello, 1865. Il cagnolino è in basso a sinistra. |
Capita a tanti santi di cambiare giorno nel calendario, ma il caso di Domenico è peculiare. Di solito i santi si festeggiano nel giorno della 'nascita in cielo', ovvero quando muoiono: quella data così importante che un giorno starà su tutti i nostri documenti e sulla tomba, vicino a un'altra data che conosciamo benissimo, mentre quella data non la sapremo mai, o solo per poche ore. Domenico però morì a Bologna il 6 agosto del 1221, giorno della Trasfigurazione del Signore; perciò, per evitare di sovrapporsi alla festività, quando nel 1234 fu canonizzato, assunse come festa il 5 agosto. Tre secoli dopo però il 5 divenne la festa per la dedica della Basilica di Santa Maria Maggiore (la Madonna delle Nevi), e Domenico fu retrocesso al 4 agosto, un giorno relativamente sgombro di santi importanti... fino al 1859, quando capita di morire proprio il 4 al curato di campagna Jean-Marie Vianney, un personaggio in cui la Chiesa scelse di investire molto a cavallo tra Otto e Novecento... sì, ma Domenico? Sarebbe un santo importante anche lui, è in sostanza quello che ha inventato gli ordini mendicanti, fondandone il primo (l'Ordine dei Predicatori) i cui membri ancora oggi sono chiamati col suo nome: frati domenicani. Perché deve sempre spostarsi lui? Probabilmente l'idea è che siccome si è spostato sin dall'inizio, svincolando subito la sua festa dal giorno della morte, a quel punto tanto vale continuare a spostare lui, che c'è abituato; ecco, questo è proprio un tratto tipico di Domenico, un santo che dove lo metti sta.
Di lui non sappiamo tantissimo perché alla fine la vita di un santo non è che debba essere per forza un romanzo; rispetto ad altre figure anche coeve, quasi completamente trasfigurate dalla leggenda, la biografia di Domenico sembra quella di un uomo vero che visse nel mondo vero, con le sue contraddizioni. Domenico si diede parecchio da fare, stimolato dall'eresia catara che soprattutto nel Mezzogiorno francese era ormai diventata una nuova religione organizzata, con vescovi che reggevano intere comunità. La Linguadoca ormai era una terra di missione e come tale aveva bisogno di missionari, una figura che nel Basso Medioevo non esisteva; gente coraggiosa e intraprendente, pronta a battere la provincia ostile senza armi che non fossero l'esempio e la parola. Una grande idea che Domenico riuscì a trasformare in un Ordine, più o meno nello stesso periodo in cui in Italia centrale Francesco d'Assisi otteneva il permesso di fondare comunità basate sulla povertà; ma se Francesco fu sin dall'inizio un personaggio da romanzo, che stimolava leggende incontrollabili, Domenico per contrasto sembrava un tipo assai più tranquillo, un professionista della predicazione senza molti grilli per la testa.
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Pedro Berruguete |
Di lui gli agiografi non sapevano bene cosa raccontare: lo si capisce dalla quantità di episodi che si sono inventati, copiandoli da altri santi. Nel Quattrocento ad esempio Domenico diventa l'inventore del rosario, probabilmente perché qualcuno lo confonde col Domenico di Prussia. Da neonato, si dice, le api si posavano sulle sue labbra, uno dei miracoli in assoluto più raccontati e che probabilmente nasce da un'antica metafora che serviva a complimentarsi con i bravi oratori. Quando – abbastanza presto – i domenicani scelgono come abito il saio bianco con la cappa nera, di Domenico si comincia a raccontare che sua madre la notte prima del concepimento aveva sognato un cagnolino bianco e nero che portava tra i denti un tizzone acceso per rischiarare l'universo; cosa che era già capitata alle madri di san Gregorio, di san Bernardo e san Giuliano di Cuenca. L'associazione al cane può anche essere stata suggerita dal fatto che la festa di Domenico si celebri nei giorni della canicola, i più caldi dell'anno. Per gli uomini del Medioevo era un fatto assodato che le elevate temperature di questo periodo dell'anno fossero concausate dalla presenza nascosta della stella Sirio (il cane di Orione), che tra luglio e agosto sorge in cielo poco prima dell'alba. In questo periodo venivano festeggiati diversi santi che avevano a che fare coi cani: Bernardo, Cristoforo, persino il cane Guinefort... e Domenico.
Nel suo caso il sogno del cane assume una tinta inquietante, non solo perché i domenicani venivano definiti, con un gioco di parole da sagrestia, "cani di Dio" (Domini canes), ma perché dopo la morte del fondatore diventeranno il principale servizio di intelligence del Pontefice, e avranno un ruolo fondamentale nello sviluppo della Sacra Inquisizione; per cui forse quel tizzone, oltre a rischiarare l'universo, serviva anche a incendiarlo un poco. Questa svolta autoritaria Domenico non poteva prevederla, ma ne divenne comunque il simbolo. A fine Quattrocento l'Inquisizione spagnola ordina al pittore Pedro Berruguete un quadro in cui Domenico in costume bianconero presiede un 'autodafé: gli eretici sono già legati al palo e cominciano a bruciacchiare, Domenico è seduto su un vero e proprio trono, sul palco d'onore. Sono raffigurazioni come queste a rendere Domenico, e il suo ordine, i bersagli preferiti della propaganda protestante, pochi anni dopo; del resto era domenicano il famigerato fra' Tetzel, inviato dal Papa a far cassa in Germania spacciando indulgenze, con lo scandaloso slogan Sobald der Gülden im Becken klingt / im huy die Seel im Himmel springt ("appena la moneta va nella cassetta, l'anima in cielo sale benedetta").
Domenico, per quel poco che sappiamo, non era quel tipo di frate. Non vendeva il paradiso a peso d'oro, e non riteneva giusto bruciare gli eretici, in un'epoca in cui era già un'opzione. L'Ordine che aveva fondato doveva servire all'esatto opposto: a convincerli con le parole, non coi tizzoni ardenti. Uno dei pochi aneddoti che non sembrano essere copiati da altri santi è quello dell'oste di Tolosa. Domenico era venuto a passare la notte nel suo ostello, ma quando si accorge che l'oste è cataro, si mette a discutere con lui finché all'alba non lo converte. Anche nella storia di Domenico, come in quella di Francesco, è possibile leggere in controluce una sconfitta; Francesco voleva creare una nuova società di poveri, che divenne immediatamente qualcosa di diverso. Domenico voleva ri-evangelizzare la Linguadoca, ma se alla fine dei suoi giorni lo troviamo a Bologna non è un caso; in Linguadoca non c'era più spazio per i predicatori: i catari sconfitti dalla crociata venivano sistematicamente sterminati.
Venerea in che senso
07-08-2024, 00:49santiPermalink![]() |
Österreichische Nationalbibliothek |
I Died For Beauty
06-08-2024, 00:30anglistica, DiscoEstate24, poesia, vita e mortePermalinkI died for Beauty — but was scarce
Adjusted in the Tomb
When One who died for Truth, was lain
In an adjoining Room —
He questioned softly "Why I failed?"
"For Beauty," I replied —
"And I — for Truth — Themself are One —
We Brethren, are," He said —
And so, as Kinsmen, met a Night —
We talked between the Rooms —
Until the Moss had reached our lips —
And covered up — Our names —
Tu non mi scrivi e non mi telefoni
05-08-2024, 01:32DiscoEstate24, Le Solite StronzePermalink(Prosegue l'intervista con le Solite Stronze, un collettivo che si definisce punk e postmaschilista ma che ha intitolato inopinatamente il suo album Perché non mi scrivi? Perché non mi telefoni?)
Siamo al secondo brano, che potremmo definire la title track di tutto l'album, se siete d'accordo...
Noi non siamo mai d'accordo.
E poi cazzo è una title track?
È il brano che dà il titolo all'album.
Ah beh in quel senso.
Mi sembra insomma che sia il brano su cui state insistendo di più.
Beh, in un certo senso è il primo che abbiamo realizzato... cioè qualche pezzo c'era già, ma non c'era esattamente il collettivo. Tu non mi scrivi è stato il brano che ci ha fatto pensare che aveva un senso prendere questa direzione.
Ma l'avete veramente presa? Cioè in realtà alla fine non sembra così rappresentativo del vostro stile, mi sembra che quasi tutti gli altri brani siano un po' più cattivi, mentre questo suona più...
Dai, dillo.
Non me la sento.
Ti suona più commerciale.
Beh sì, è più sbarazzino. È che è nato un po' per scherzo, da una cantilena di Fanny Tozzetti....
La nostra chitarrista.
Si chiama Fanny Tozzetti?
No, idiota, è uno pseudonimo. Non so dove l'ha tirato fuori.
Era la donna amata da...
Tuo nonno. Insomma lei quando sta aspettando una telefonata, e questa telefonata non arriva, per vincere l'ansia canta questa cosa.
Tu non mi scrivi e non mi telefoni.
Precisamente.
"Hai preso i lassativi / è per questo che non scrivi".
Sì, è un'idiozia totale, il punto è che quando abbiamo provato a farci una canzone, beh, non so perché, ma funzionava.
Poi forse abbiamo girato troppo attorno a questo concetto.
Quindi è corretto affermare che il vostro sia un concept album.
Non è corretto affermare un cazzo. Cos'è un concept album?
È appunto un album che gira tutto intorno a un concetto.
Aaah. Beh diciamo che è diventato una sorta di tormentone.
Un'ossessione, anche.
Quando non sapevamo come finire una strofa, ci mettevamo "tu non mi telefoni".
Ecco, appunto, e vorrei capire... come si concilia questo col vostro approccio, diciamo femminista?
Non si concilia.
Cioè se dai per scontato che l'unico approccio femminista sia quello empowering, siamo forti, non abbiamo bisogno di nessuno, fottetevi maschi impotenti, ecco, no.
Potrebbe essere l'approccio del prossimo album.
Se riusciamo prima a vendere questo.
Questo è un disco autoironico, la voce narrante è una rimastona molto incazzata perché qualcuno non le telefona. Non è senz'altro un modello. Il punk non deve fornire modelli.
Se non per sputargli addosso.
Ecco, appunto, probabilmente la nostra intenzione era quella.
Probabilmente?
Beh ho ricordi un po' vaghi, quando abbiamo composto la cosa non... non ero sempre in me, diciamo.
Diciamo che anche l'autoironia può essere empowering.
Cazzo, sì, diciamolo.