6 veggenti per 23 mila apparizioni
31/03/17 Pubblicato su Query
Tutto cominciò il 24 giugno del 1981. E come cominciò non è affatto chiaro. La storia, come la leggiamo nei libri o nei siti - nel web ce ne sono a centinaia - di chi non nutre il benché minimo dubbio sulla veridicità delle apparizioni mariane di Medjugorje, segue il copione già visto per Fatima o per Lourdes. Quattro ingenui pastorelli accompagnano i loro greggi al pascolo quando improvvisamente appare loro una bella signora con un bambino tra le braccia che passeggia tranquillamente sulla cima della collina chiamata Podbrdo ai cui piedi sorge Medjugorje. I quattro si limitano ad osservare «la figura femminile luminosa», come la descriverà più tardi Marija, una dei quattro veggenti, senza capire ancora che si trattava della Madonna.
Il giorno dopo i quattro ritornano di loro iniziativa sopra la collina, portando altri due pastorelli. Questa volta l'apparizione rivolge loro la parola, si presenta come Kraljica Mira, la Regina della Pace in italiano, e racconta di averli scelti per portare al mondo il suo messaggio celeste. I sei pastorelli avevano tutti una età attorno ai 16 anni, tranne il più piccolo che ne aveva 10. I loro nomi sono: Marija Pavlović (nata nel 1965), Mirijana Dragičević (1965), Ivanka Ivanković (1966), Vicka Vida Ivanković (1964), Ivan Dragičević (1965) e Jakov Čolo (1971).
Per alcuni giorni, i sei continuarono ad incontrare in segreto l'apparizione, sino a che decidono di confidarsi col prete del paese, padre Jozo Zovko. E, all'inizio, il prete la prende piuttosto male.
«I veggenti pieni di entusiasmo mi hanno raccontato la loro esperienza, ma io ero sempre più triste e non vedevo, perché pensavo che fossero stati i comunisti ad organizzare tutto per screditare la Chiesa» dichiarerà in una intervista riportata da tutti i principali siti dedicati a Medjugorje, come Madonnadimedjugorje.org, camminoconfede.com, oppure lalucedimaria.org (i siti in rete sono davvero tantissimi anche se spesso riportano le stesse frasi che rimbalzano da una pagina all'altra...).
Nell'81 infatti l'allora Jugoslavia era guidata dal partito comunista. Quando un giornale di Zagabria riportò la notizia che sulla collina di Medjugorje qualcuno chiacchierava con la Madonna, il Governo la prese male e fece subito interdire tutti gli accessi al Podbrdo. Lo stesso padre Zovko fu arrestato e imprigionato per più di un anno e mezzo con l'accusa di cospirare contro la sicurezza dello Stato.
Le apparizioni però non si fermarono e, se i sei «veggenti» – come loro stessi scelsero di chiamarsi – non potevano più salire sulla collina, continuarono comunque a discorrere con la Madonna. Kraljica Mira infatti dava loro appuntamento tutti i giorni in una cappella della chiesa di San Giacomo, che sorge proprio nel centro di Medjugorje. E, qualche volta, non disdegnava neppure di andarli a trovare nelle loro case.
Al posto di padre Zovko, imprigionato, a condurre la parrocchia di San Giacomo fu chiamato il francescano Tomislav Vlašić, che avrà un ruolo determinante nella diffusione delle apparizioni mariane.
Ma prima di continuare la nostra storia, è bene fare qualche precisazione. A differenza di quanto accaduto a Lourdes o a Fatima, i sei non erano affatto pastorelli. La collina di Podbrdo, zeppa come è di pietre più che di erba, non è neppure un posto da pecore. Casomai ci si possono pascolare le capre che, come sappiamo, non hanno bisogno di pastori in quanto non seguono il gregge e rientrano spontaneamente nei loro ovili. Al momento in cui dichiarano di aver visto la Madonna, o la Gospa, la madre, come preferiscono appellarla i sei, non sono nemmeno più bambini, pur se tali vengono descritti nei siti dei credenti, bensì adolescenti. Inoltre va sottolineato che nessuno di loro era di Medjugorje. Mirijana e Jakov sono nati a Sarajevo, Vicka, Marija, Ivan e Ivanka in una frazione della cittadina di Čitluk. Medjugorje era il luogo in cui trascorrevano le vacanze estive e dove aveva una casa la nonna di Ivanka. Inoltre i sei fanno parte di due sole famiglie: Mirijana, Jakov e Marija sono cugine di primo grado e Ivan di secondo grado. Anche Ivanka e Vicka sono cugine.
Venti di guerra, bombe e pellegrini
Il 4 maggio 1980 moriva a Lubiana Josip Broz Tito. Nessuno ancora lo sapeva, ma presto sarebbe morta anche la Jugoslavia. La repubblica dove convivevano ortodossi, cattolici e musulmani, la repubblica federale nata dall'unione di tutti gli Stati balcanici, si sarebbe presto sgretolata sotto i colpi del nazionalismo e dell'odio xenofobo. La guerra comincerà una decina di anni dopo ma fu preceduta da una grande campagna di destabilizzazione del Paese che fece leva anche sulla religione. La Bosnia, una scacchiera dove le comunità cristiane e musulmane vivevano una di fianco all'altra, si rivela presto il ventre molle dell'oramai ex Jugoslavia e viene attaccata prima dalla Serbia e poi dalla Croazia che adduce la scusa di dover difendere i bosniaci di religione cristiana.
Mostar, la città del ponte, la città simbolo della convivenza multietnica, è in prevalenza musulmana e subisce nel '93 un sanguinoso assedio che causerà anche la distruzione del famoso ponte (oggi ricostruito). E Medjugorje è là. A un tiro di mortaio. Le voci delle apparizioni mariane sono gonfiate ad arte dall'esercito croato che si erge a paladino della cristianità e contribuisce a diffondere la voce che la Madonna in persona appare a dei fedelissimi cristiani che parlano il croato e sventolano bandiere croate in quel piccolo paese circondato da enclave islamiche.
All'epoca lavoravo per un quotidiano di Padova e in un paio di occasioni cercai, senza mai riuscirci, di raggiungere Sarajevo assediata, al seguito di alcuni convogli umanitari. Fui fermato più volte dai posti di blocco della soldataglia ùstascia – paramilitari dichiaratamente fascisti che nel corso della guerra si macchieranno di crimini inauditi – e ricordo bene come molti di loro avessero incollato nel calcio della mitragliatrice le immagini delle due madonne. La prima era la nota cantante pop che all'epoca furoreggiava. La seconda era la Madonna di Medjugorje.
E un miracolo, in questo paesino nel cuore dei Balcani, avviene sul serio. «A Medjugorje sono cadute pochissime granate, i primi giorni della guerra. Poi niente». – scrive su BalcaniCaucaso il giornalista Dario Terzić in un articolo dal titolo Storia di un miracolo tra religione e politica – «Un gran silenzio. Come Medjugorje stessa. E gli aiuti umanitari si fermavano lì, perché non potevano proseguire per la parte bosniaca. Poi gli internazionali, la Croce Rossa, la Polizia europea, l'Unprofor e dopo la Sfor, che si è sistemata a Medjugorje per non correre il rischio di stare a Mostar. E, certo, gli internazionali lì ci vivevano per mesi, pagavano l'affitto, mangiavano nei ristoranti di Medjugorje. Piove sempre sul bagnato».
Quando la guerra finisce, comincia il turismo religioso. Perché la voce, oramai, si è diffusa nel mondo. La Madonna, la Regina della pace, è apparsa a sei pastorelli in un villaggio dei Balcani insanguinati.
E ancora continua ad apparire loro tutti i giorni.
Quando gli internazionali se ne vanno, arrivano i pellegrini.
«Molti di loro sono convinti che Medjugorje si trovi in Croazia. È vero, si vedono solo bandiere croate. Ma Medjugorje è in Bosnia Erzegovina, nella Federazione croato-bosniaca. – conclude Terzić – Quanto a tenore di vita, tuttavia, da molto tempo sono ormai in Europa. Lì si vive molto bene. 'La sanno lunga', si dice ogni tanto a proposito della gente nata in quella parte dell'Erzegovina. 'Medjugorje l'hanno inventata solo per guadagnare bene', dicono le malelingue. Certamente bisognerebbe scavare bene per capire quante strutture in tutta questa zona sono abusive, quanti non pagano le tasse... Ma no, è meglio non pensarci. Mai mischiare il sacro e il profano».
La Madonna contro la Chiesa
La Chiesa non si è ancora espressa ufficialmente riguardo le apparizioni mariane a Medjugorje. È pur vero che i primi a cercare di contrastare il diffondersi del culto furono proprio i vescovi dell'allora Jugoslavia, che a Zara, il 10 aprile del '91, firmarono all'unanimità una dichiarazione dove si leggeva che a Medjugorje «sulla base di quanto finora si è investigato non si può affermare che abbiamo a che fare con apparizioni e rivelazioni soprannaturali». Il che costò ai suddetti vescovi un bel po' di critiche da parte della Regina della Pace – critiche espresse naturalmente tramite le voci dei veggenti – che arrivò persino ad invitare i fedeli alla disobbedienza nei confronti di quei rappresentanti della Santa Sede che osavano mettere in discussione l’operato di padre Tomislav Vlašić.
A venir demonizzato dalla Madonna è, in particolare, il vescovo di Mostar in carica negli anni ‘80, monsignor Pavao Žanić, che prova ad arginare il diffondersi del fenomeno, indicando proprio in Tomislav Vlašić il vero “creatore” del fenomeno Medjugorje. «Clamoroso – ha dichiarato in una intervista a Lettera 43, lo studioso Marco Corvaglia – fu poi il caso dei messaggi in cui la Madonna, nei primissimi anni, esortava due francescani di Mostar, amici dei veggenti, a disobbedire al vescovo, che ne aveva disposto il trasferimento». Mentre per Vlašić i toni della Gospa sono di tutt’altro tono: «Ringraziate padre Tomislav Vlašić che vi guida così bene!» dirà. Sempre tramite i veggenti, ovviamente.
Va anche sottolineato che, contro padre Vlašić la gerarchia ecclesiale ha condotto una vera e propria guerra che si è risolta solo negli ultimi anni, quando, scaricato anche dai veggenti (o dalla Madonna, se preferite), Vlašić è stato allontanato da Medjugorje e riportato allo stato laicale. Oggi, ci informa Corvaglia, lo potete trovare su internet dove pubblica video «in cui dice di compiere viaggi interplanetari per conto di Dio».
La Chiesa dice… nì
Certamente, deve essere difficile anche per la Chiesa Cattolica prendere una posizione critica su un fenomeno come Medjugorje che oggi attira più di due milioni di fedeli. Senza contare un fatturato che uno studio dal titolo «Il fenomeno Medjugorje come brand mondiale e destinazione top del turismo della fede» condotto dall’economista Vencel Culjak ha stimato attorno ai tre miliardi di euro (cifra aggiornata al 2013) per il solo indotto turistico. Al quale bisognerebbe aggiungere le donazioni alla parrocchia, ai veggenti ed alla stessa Chiesa. Cifre di cui nessuno può azzardare stime.
Solo nel 2010, papa Benedetto XVI decise che era venuto il momento di far luce su questa faccenda e istituì una commissione di inchiesta ufficiale alle dipendenze del cardinale Camillo Ruini col compito di raggiungere un verdetto definitivo sul tema. I lavori di investigazione si sono protratti per 4 anni e si sono conclusi nel gennaio del 2014, quando al soglio pontificio era stato eletto papa Francesco. Il dossier conclusivo su Medjugorje è stato riservatamente consegnato nelle mani del nuovo primate e dei componenti della Congregazione per la Dottrina della Fede, l'organo pontificio che sino al 1908 era noto come Santa Inquisizione.
Le conclusioni non sono state rese note al di fuori della stretta segreteria pontificia ma due osservazioni ci possono far indurre a pensare che il verdetto non sia stato affatto favorevole alla veridicità delle apparizioni mariane. La prima è che se la Chiesa avesse ritenuto opportuno annoverare Medjugorje nell'elenco dei santuari cattolici di culto, non si vede per quale motivo rimandarne l'ufficializzazione, diversamente da come è stato fatto per Fatima e Lourdes, tanto per ricordare i santuari mariani più famosi, che furono ufficializzati subito dopo la conclusione della preposta commissione di indagine.
Un secondo motivo per dubitare che i risultati della commissione pontificia siano stati favorevoli ai sei veggenti lo troviamo nelle note parole di papa Francesco pronunciate nell'omelia del 9 agosto 2015: «Dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più». Parole che sembrano gettare una pietra tombale sulle apparizioni di Medjugorje e fanno pensare che la Chiesa abbia scelto una politica attendista nei confronti del santuario, nella prospettiva che il culto si sgonfi da solo. Parole che però non hanno scalfito la fede di chi davvero crede che la Madonna sia realmente apparsa nella collina di Medjugorje. E tra questi, è bene ricordarlo, ci sono la potente, e non solo in termini di diffusione via etere, Radio Maria e molti influenti personaggi della Chiesa legati all'ala tradizionalista. Senza contare i milioni di fedeli che danno vita ad un pellegrinaggio che non ha mai conosciuto soste. Tutti convinti che Papi e commissioni passino, mentre i veri miracoli siano destinati a sopravvivere alla storia.
I dieci segreti e la magica pergamena
Come è prassi consolidata, anche la Madonna di Medjugorje, al pari di quelle di Fatima e di Lourdes, ha comunicato ai veggenti i suoi segreti. Nella fattispecie, i segreti, di cui solo tre veggenti sarebbero al corrente – Mirjiana Dragičević Soldo, Jakov Čolo e Ivan Dragičević –, sono dieci e sarebbero stati scritti su una pergamena «magica» e di provenienza extraterrestre. «Ho ricevuto dalla Gospa una pergamena che non è di questo mondo» ha dichiarato Mirijana il 25 giugno 1985.
Scriviamo magica perché la pergamena custodita da Mirjiana è completamente bianca. Così perlomeno affermano i pochi che hanno avuto l'onore di vederla. Il contenuto infatti, per adesso, è visibile solo alla veggente Mirjiana e lo sarà, ma solo al momento opportuno, al padre francescano Petar Ljubicic che segue i sei veggenti sin dalle prime apparizioni. Oggi Ljubicic è pensionato e si è trasferito in Germania. Spetterà a lui il compito di divulgare i dieci segreti nascosti non appena diventeranno visibili.
Abbiamo scritto che la pergamena è di origine extraterrestre perché proviene direttamente dal paradiso. Ce lo assicura la stessa Mirijana che, sempre il 25 giugno 1985 dopo una chiacchierata con la Gospa evidentemente molto loquace quel giorno, ha dichiarato: «La Madonna mi ha consegnato un semplice foglietto speciale sul quale sono scritti i dieci segreti. È fatto di una materia che non si può descrivere. Sembra carta, ma non è carta. Sembra stoffa ma non è stoffa. È visibile. Si può toccare ma non si vede la scrittura. Al momento opportuno, consegnerò il foglietto al sacerdote scelto». E ancora: «Mio cugino, ingegnere in Svizzera, l’ha esaminato ma non è riuscito a identificare la materia».
Alla sopracitata commissione di inchiesta presieduta dal cardinale Camillo Ruini che le chiedeva di esaminare la pergamena, Mirijana ribatté che sarebbe stato inutile, perché solo lei poteva leggere quello che c'era scritto e che inoltre, per una questione di educazione, avrebbe dovuto prima chiedere alla Madonna.
Mirijana parlerà di questa pergamena in molte occasioni, anche se sono davvero pochi coloro che possono vantarsi di averci potuto posare gli occhi.
«Io la posso leggere, ha detto lei (la Madonna.ndr). Ma una mia cugina, che l'aveva trovata a casa mia, ha creduto di leggere qualcosa, ma non era quello che c'è scritto», riporta René Laurentin nel suo libro, Dernières Nouvelles de Medjugorje (edizioni Oeil).
Più avanti, in un video girato al Pala-Iper di Monza, facilmente rintracciabile su YouTube, in occasione di un incontro con i fedeli, Mirijana risponderà così ad una domanda: «Sì, esiste la pergamena, tu hai sentito bene: una pergamena dove ci sono scritti tutti i dieci segreti. Per adesso posso leggere solo io quello che veramente è scritto. Non devo nascondere quello in posti segreti, perché solo io vedo cosa è scritto davvero. Una volta ho fatto vedere ad una mia cugina e ad una mia amica, nello stesso tempo, quella pergamena e non hanno visto la stessa cosa. Una ha visto una preghiera, l'altra ha visto come una lettera dove uno chiede aiuto».
Dove sono ora i sei?
La Gospa non ha portato male ai sei veggenti. Lo dichiara lo stesso Don Gabriele Amorth, uno dei sostenitori delle apparizioni mariane su medjugorje.altervista.org: «Erano poveri, sconosciuti, perseguitati dalla polizia e guardati con sospetto dalle autorità ecclesiastiche.
Ora le cose sono molto cambiate. Le prime due veggenti, Ivanka e Mirijana, si sono sposate, lasciando dietro a sé qualche delusione; gli altri sono più o meno chiacchierati, tranne Vicka che sa cavarsela sempre col suo sorriso disarmante».
Più avanti: i sei sono «passati a un ruolo di protagonismo, fotografati e richiesti come dei divi, vengono invitati all'estero, ospitati in alberghi di lusso e ricoperti di doni. Da poveri e sconosciuti, si vedono al centro dell'attenzione, guardati da ammiratori e da innamorati. Jakov ha lasciato il suo impieguccio nel botteghino parrocchiale perché un'agenzia di viaggi lo ha assunto con uno stipendio triplo».
L’associazione Amici di Lourdes, assai critica nei confronti della “rivale” in terra bosniaca, sottolinea «L’abissale differenza tra l’autentica veggente di Lourdes Santa Bernadette e i falsi veggenti di Medjugorje, dove la Madonna farebbe addirittura costruire degli alberghi a questi pseudo veggenti». L’associazione si riferisce all’hotel fatto costruire a Medjugorje dalla veggente e che può ospitare circa 150 pellegrini. Soltanto secondo il noto giornalista Paolo Brosio che in più di un libro ci ha raccontato la storia della sua conversione alla Madonna di Medjugorje, i veggenti non avrebbero mai intascato una lira.
Ma vediamo uno per uno, dove sono ora i sei “pastorelli” e a che punto sono con le loro visioni, così come leggiamo nei vari siti dei veggenti e nei principali siti che organizzano pellegrinaggi a Medjugorje.
Marija Pavlović
Si è trasferita in Italia e vive a Monza con marito e figli. Sostiene di avere apparizioni settimanali della Madonna, di solito al giovedì.
Svolge un'intensa attività di testimonianza. Assieme all'amica Emmanuel Maillard, suora e scrittrice parigina, gira per il mondo a testimoniare la sua devozione e fede, e, ovunque ella si rechi, assicura di ricevere una visita della Madonna che, però, solo lei riesce a vedere cadendo in uno stato di trance mistica.
Mirijana Dragičević
Sposata con due figli. Lei e Ivanka sono le uniche delle veggenti che continuano a vivere a Medjugorje. Dal 1981 va in estasi puntualmente il 24 giugno (giorno di San Giovanni Battista), il giorno di Natale e il 18 marzo che è la data del suo compleanno. La cosa non mancò di suscitare qualche perplessità anche tra i credenti. Il compleanno, infatti, è tutt'altro che una festività religiosa! Mirijana mise a tacere le malelingue spiegando – come si legge anche sul sito www.medjugorje-news.it: «Non è perché è il mio compleanno, per la Madonna è come se fosse il compleanno di ognuno di voi. Quando cominceranno a rivelarsi le cose per le quali è venuta, capirete perché ha scelto il 18 marzo».
In attesa di capire cosa abbia di speciale il 18 marzo, oltre che essere la giornata mondiale del sonno – come ci informa l'associazione Mondiale di Medicina del Sonno – dal 2000, all'agenda celeste di Mirijana si sono aggiunti anche gli appuntamenti mensili del secondo giorno del mese. Inoltre, di tanto in tanto, la Madonna la va a trovare anche in occasioni particolari.
Così, come una vecchia amica.
Ivanka Ivanković
Sposata con tre figli. È stata lei la prima a vedere la Madonna sulla collina e ad indicarla alle amiche. Da quel giorno afferma di aver parlato con la Regina della Pace tutti i giorni sino al 7 maggio 1985, quando la Madonna le rivelò l'ultimo dei dieci segreti (che era stato già rivelato a Mirijana) e le disse che, da allora, sarebbe andata a trovarla non più di una volta all'anno e sempre il giorno dell'anniversario della prima apparizione.
Vicka Ivanković
Sposata con due figli. Vive a Krehin Grac. Da quella prima volta sulla collina, la Madonna le appare tutti i giorni. Conosce solo nove dei dieci segreti. La Madonna le ha dato il compito di pregare per i malati e a lei si rivolgono molte persone disperate in cerca di una cura. La Gospa le appare solitamente quando lei è di fronte ad un folto pubblico - non di rado pagante - e le causa l'estasi mistica che, ci assicura lei, la estranea completamente dal mondo.
Ivan Dragičević
Vive a Boston e ha sposato Laureen Murphy, nota per aver vinto il concorso di miss Massachusetts. Anche lui ha apparizioni quotidiane. Tra tutti i veggenti, è quello che fa parlare meno di sé. È sotto inchiesta negli Usa per un caso di sospette transazioni immobiliari.
Jakov Čolo
Il più piccolo dei sei. È sposato con una italiana, Annalisa Barozzi, e ha tre figli. Ha avuto apparizioni quotidiane sino al 12 settembre 1998, quando la Madonna ha comunicato anche a lui il decimo segreto. Da allora, dice di vedere la Madonna solo il giorno di Natale ma «sempre col bambino in braccio», precisa.
Facendo un rapido calcolo, da quell'oramai lontano 24 giugno dell'81, i sei avrebbero avuto un totale di oltre 23 mila apparizioni!
Apparizioni che hanno senza dubbio contribuito a rimpinguare il conto in banca dei veggenti. Per non parlare di tutto il supermarket turistico che si è creato attorno a loro, dal merchandising ai viaggi organizzati sino agli incontri spirituali a pagamento con apparizione garantita.
Lo studioso Marco Corvaglia è stato il primo a puntare l’indice contro il conflitto che sta dietro le apparizioni e scrive nel suo blog: «Se le presunte apparizioni e i messaggi terminassero, si determinerebbe un progressivo calo di interesse nei confronti di Medjugorje. Che per i veggenti sia presente, di fatto, un enorme conflitto di interessi, è pertanto una verità inconfutabile. Se le apparizioni cessassero, essi (e molti loro parenti) si ritroverebbero privi delle proprie fonti di reddito».
Apparizioni, scienza e dita negli occhi
Sin dall'inizio delle apparizioni i sei veggenti furono sottoposti ad una serie di esami per far luce sui momenti di estasi in cui compariva loro - e solo a loro - la Kraljica Mira, sempre descritta come una donna il cui volto sprigionava infinita misericordia, dagli occhi infinitamente dolci e dai capelli infinitamente neri, vestita con abiti che sprigionavano luce e con una netta predominanza dell'azzurro.
In particolare, ricordiamo lo studio condotto dal dottor Henri Joyeux, della facoltà di Medicina di Montpellier, che esaminò i sei veggenti nel 1984, applicando elettrodi al loro cervello durante le apparizioni. I risultati sono stati pubblicati l'anno dopo negli Etudes médicales et scientifiques sur les apparitions de Medjugorje. Dobbiamo a Joyeux la teoria secondo la quale la scienza non riuscirebbe a spiegare quanto accade a Medjugorje e, di conseguenza, i fenomeni siano imputabili a cause soprannaturali. Quando le veggenti entrano nella fase di estasi, scriverà nel suo lavoro, «la percezione visiva del mondo esterno scompare».
Altri studi che confermarono la sanità mentale dei sei lasciando il campo aperto ad ipotesi miracolistiche, furono condotti dal neurofisiologo italiano Marco Margnelli su richiesta dell'associazione Regina della Pace, vicina ai veggenti, due anni dopo.
Recentemente, nel 2005, i sei e il loro stato di estasi mistica furono studiati dal professor Phillipe Loron, neurologo nella clinica Salpêtrière di Parigi.
Va sottolineato però che, in nessun caso, i veggenti hanno accettato di sottoporsi a commissioni di studio indipendenti. Come spiega Corvaglia nel suo Medjugorje: è tutto falso, i presunti studi sui veggenti furono sempre condotti senza rispettare i basilari criteri di verifica scientifica, e commissionati a team guidati da credenti, più che scienziati, provenienti da percorsi di studio assai discutibili e sostenitori di medicine alternative che non trovano riscontro nella medicina moderna.
Il dottor Joyeux, ad esempio, recentemente è stato radiato dall'ordine dei medici per le sue posizioni vicine al Rinnovamento Carismatico Cattolico e ad oncologi come René Lejeune che predicano il digiuno, la preghiera e l'astinenza come panacea di tutti i mali.
Il neurofisiopatologo Francesco D'Alpa, nel suo La scienza e Medjugorje, critica pesantemente il lavoro svolto dal team di Marco Margnelli, un sostenitore dichiarato della fotografia Kirlian e della pranoterapia.
Ancora, Loron, anch'esso legato al movimento integralista cattolico del Rinnovamento Carismatico e convinto sostenitore dell'ineluttabilità di un ritorno della monarchia in Francia per volontà divina, è un seguace della medicina olistica ildegardiana, che si basa sulle teorie di suor Ildegarda di Bingen vissuta nel XII secolo.
Senza entrare nei dettagli delle critiche ai presunti studi sulle estasi dei veggenti compiuti da questi personaggi, che pure nei siti dei credenti sono additati come scienziati di indiscutibile valore - critiche che chi è interessato può leggere dettagliatamente nei citati libri di D'Alpa o Corvaglia - ricordiamo solo un improvvisato esperimento condotto da un giovane francese, Jean-Louis Martin.
«Animato da un forte desiderio di spiritualità - racconta Corvaglia - aveva lasciato un ottimo lavoro in Francia e si era trasferito stabilmente a Medjugorje [...] persuaso della veridicità delle apparizioni».
Jean-Louis non aveva però lasciato in Francia lo spirito critico e, dopo aver assistito a tante miracolose apparizioni, aveva cominciato a sospettare che non tutto quello che accadeva in quel piccolo paese della Bosnia fosse di origine divina.
Così, il 14 gennaio 1985, decide di tentare una piccola prova. Segue con gli altri fedeli i veggenti nella cappella delle Apparizioni e quando questi si inginocchiano improvvisamente ed entrano in estasi per l'arrivo della Gospa, disconnettendosi completamente dal mondo circostante, Jean-Louis improvvisamente fa il gesto di infilare un dito nell'occhio di Vicka... che reagisce prontamente tirando indietro la testa...
La scena fu immortalata da un noto parapsicologo canadese e docente della facoltà di Teologia di Montréal, Louis Bélanger, che era a Medjugorje proprio per documentare il miracolo delle apparizioni mariane, e fu ripresa da alcuni documentari mandati in onda dalla televisione inglese e canadese. Oggi i video possono essere reperiti facilmente su YouTube.
L'esperimento costò una bella lavata di testa al giovane da parte dei frati francescani presenti nella cappella ma basta da solo a contraddire la cosiddetta «prova del cartoncino» che il dottor Joyeux aveva adoperato per dimostrare la disconnessione dalla realtà durante le estasi e che lo stesso medico racconta così nel suo studio sopracitato: «Test dello schermo per Ivanka e Marija, consistito nel porre un cartoncino davanti ai loro occhi durante l’estasi. [...] Dopo l’estasi hanno detto che la loro visione della Madonna non è stata impedita e non hanno visto il cartoncino davanti a loro». Il che ci dà anche la misura dei criteri con i quali Joyeux conduceva i suoi cosiddetti "esperimenti scientifici" sulle veggenti.
Ma come giustificò la sua reazione tutta umana la veggente Vicka, che aveva sempre dichiarato che durante le estasi mistiche in cui le compariva la Madonna tutto il mondo reale scompariva ai suoi sensi? «La Vergine mi stava parlando e mi ha mostrato Gesù Bambino, lo teneva in braccio... poi lui si è piegato e io pensavo che stesse per cadere».
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