I più bei siti di immersione della costa toscana – il mare di Livorno
26/07/2019 Archiviato in: LiguriaNautica
Il litorale della Toscana offre un ricco quanto vario campionario di escursioni subacquee capace di soddisfare tutti gli appassionati
I resti dell'ancora Ammiragliato che danno il nome ad una delle più celebri immersioni del mar Tirreno
La grande varietà dei siti di immersione che troviamo lungo la costa toscana consente a tutti i subacquei, qualsiasi siano il loro livello e le loro preferenze, di vivere splendide avventure sommerse. Se consideriamo anche l’innegabile qualità dei diving presenti nella zona, che offrono garanzie di sicurezza e preparatissime guide, si capisce come mai questa regione sia tra le più selezionate per lo svolgimento di corsi didattici e di esami per i vari brevetti dai club subacquei di tutta Italia. Vediamo ora una carrellata dei siti in cui, perlomeno una volta nella vita, un subacqueo dovrebbe immergere le sue pinne.
Da settentrione a meridione, la prima immersione che non possiamo fare a meno di segnalare à la splendida grotta del Boccale, che si trova di fronte ad Antignano. Si tratta di un “foro” naturale che taglia l’omonima cigliata ricca di spugne e, perlomeno quando ci sono stato io, qualche anno fa, anche di corallo rosso. L’entrata è a 25 metri e l’uscita a 18. Un brevetto di secondo grado è più che sufficiente per affrontare questa divertente immersione. La corrente non è mai forte e la visibilità sempre buona. State attenti a non danneggiare i coralli con incaute pinneggiate.
Nel costa tra Antignano e Quercianella sono concentrare le immersioni più belle della Regione. Sempre procedendo verso sud, troviamo l’Arco. Un grande scoglio circondato da tanti scogli più piccoli. Si scende nel blu in un paesaggio surreale, reso ancora più estraniante dalle tante reti rimaste impigliate nelle rocce e che le correnti marine agitano come il vento muove le bandiere. State ovviamente molto attenti a non impigliarvi con la rubinetteria e buttate sempre un occhio al vostro compagno di immersione, anche perché la profondità non è poca. Si va dai 32 ai 40 metri. Non dimenticate, prima di risalire, di passare sotto l’arco che dà il nome all’immersione e che si trova proprio nello scoglio principale.
Dopo una grotta e una scogliera, troviamo una secca: l’Isola. L’immersione comincia a 24 metri ma si può scendere sino a 40. Il sito è molto vario e presenta anche una parete verticale verso ovest ed una serie di gradini verso est. A sud trovate uno sorta di sperone che pare quello di una nave. Questa zona è battuta da correnti, quindi l’immersione è per subacquei con una certa esperienza sulle pinne! Me la ricordo bene questa immersione perché ho incontrato il dentice più grosso della mia vita. Una mezza balena!
Procedendo ancora verso sud, sempre tra i litorali di Antignano e Quercianella, troviamo una cigliata chiamata l’Ancorone perché nel fondale, oramai mezza mangiata dalle concrezioni, giace una grossa ancora del tipo Ammiragliato. Se osservate con attenzione il fondale potete trovare nella prateria di posidonia anche dei resti di anfore di epoca romana che testimoniano antichi naufragi. Non sto a ricordarvi che anche il coccio più piccolo va lasciato dove sta! Il fondale va dai 24 ai 38 metri.
Prima di saltare nel tratto di mare chiamato le secche di Vada, ricordiamo anche le spaccature del Romito ricche di corallo rosso e di gorgonia. Questi anfratti rocciosi pieni di vita e amatissimi dai biologi marini, cominciano a 19 metri e scendono sino a 35. Degli amici sub che ci si sono immersi recentemente mi hanno detto che sono stati sistemati dei cartelli didattici che descrivono le specie marine che si incontrano. Molto utili senza dubbio. Vale la pena di scendere sino in fondo perché, con un briciolo di fortuna, potrete imbattervi nel raro falso corallo nero, nome volgare della Gerardia savaglia.
Nella secche di Vada, che si trovano davanti all’omonimo paese in provincia di Livorno, troviamo almeno 4 siti di immersione, come si dice, uno più interessante dell’altro. Partiamo con lo spettacolare Sperone. Una specie di contrafforte puntato come un rostro verso il blu e immerso in un fondale di sabbia bianca. Si va dai 25 ai 40 metri di profondità. Poi c’è il Muraglione. Una delle cigliate più lunghe che esistano, considerato che raggiunge i 2 chilometri e mezzo! Non preoccupatevi che la vostra guida non ve la farà percorrere tutta ma vi porterà dove c’è più vita marina: coralli, astici, aragoste. Da ricordare che il muraglione è sorto grazie all’eruzione di un vulcano sommerso chiamato Poggio Pelato che oggi non è più attivo.
Concludiamo la nostra immersione virtuale nelle secchi di Vada con il ciglio di Terra (dai 28 ai 36 metri) e il Mosquito (29 metri). La prima è una cigliata molto varia morfologicamente, che ha la caratteristica di avere sempre una splendida visibilità tranne quando butta tramontana e il campo visivo si riduce a pochi metri. Il Mosquito, invece, è quanto rimane di Jun cacciabombardiere bimotore alleato, abbattuto dalla contraerea nazista durante la seconda guerra mondiale. L’interesse è più che altro storico.
I resti dell'ancora Ammiragliato che danno il nome ad una delle più celebri immersioni del mar Tirreno
La grande varietà dei siti di immersione che troviamo lungo la costa toscana consente a tutti i subacquei, qualsiasi siano il loro livello e le loro preferenze, di vivere splendide avventure sommerse. Se consideriamo anche l’innegabile qualità dei diving presenti nella zona, che offrono garanzie di sicurezza e preparatissime guide, si capisce come mai questa regione sia tra le più selezionate per lo svolgimento di corsi didattici e di esami per i vari brevetti dai club subacquei di tutta Italia. Vediamo ora una carrellata dei siti in cui, perlomeno una volta nella vita, un subacqueo dovrebbe immergere le sue pinne.
Da settentrione a meridione, la prima immersione che non possiamo fare a meno di segnalare à la splendida grotta del Boccale, che si trova di fronte ad Antignano. Si tratta di un “foro” naturale che taglia l’omonima cigliata ricca di spugne e, perlomeno quando ci sono stato io, qualche anno fa, anche di corallo rosso. L’entrata è a 25 metri e l’uscita a 18. Un brevetto di secondo grado è più che sufficiente per affrontare questa divertente immersione. La corrente non è mai forte e la visibilità sempre buona. State attenti a non danneggiare i coralli con incaute pinneggiate.
Nel costa tra Antignano e Quercianella sono concentrare le immersioni più belle della Regione. Sempre procedendo verso sud, troviamo l’Arco. Un grande scoglio circondato da tanti scogli più piccoli. Si scende nel blu in un paesaggio surreale, reso ancora più estraniante dalle tante reti rimaste impigliate nelle rocce e che le correnti marine agitano come il vento muove le bandiere. State ovviamente molto attenti a non impigliarvi con la rubinetteria e buttate sempre un occhio al vostro compagno di immersione, anche perché la profondità non è poca. Si va dai 32 ai 40 metri. Non dimenticate, prima di risalire, di passare sotto l’arco che dà il nome all’immersione e che si trova proprio nello scoglio principale.
Dopo una grotta e una scogliera, troviamo una secca: l’Isola. L’immersione comincia a 24 metri ma si può scendere sino a 40. Il sito è molto vario e presenta anche una parete verticale verso ovest ed una serie di gradini verso est. A sud trovate uno sorta di sperone che pare quello di una nave. Questa zona è battuta da correnti, quindi l’immersione è per subacquei con una certa esperienza sulle pinne! Me la ricordo bene questa immersione perché ho incontrato il dentice più grosso della mia vita. Una mezza balena!
Procedendo ancora verso sud, sempre tra i litorali di Antignano e Quercianella, troviamo una cigliata chiamata l’Ancorone perché nel fondale, oramai mezza mangiata dalle concrezioni, giace una grossa ancora del tipo Ammiragliato. Se osservate con attenzione il fondale potete trovare nella prateria di posidonia anche dei resti di anfore di epoca romana che testimoniano antichi naufragi. Non sto a ricordarvi che anche il coccio più piccolo va lasciato dove sta! Il fondale va dai 24 ai 38 metri.
Prima di saltare nel tratto di mare chiamato le secche di Vada, ricordiamo anche le spaccature del Romito ricche di corallo rosso e di gorgonia. Questi anfratti rocciosi pieni di vita e amatissimi dai biologi marini, cominciano a 19 metri e scendono sino a 35. Degli amici sub che ci si sono immersi recentemente mi hanno detto che sono stati sistemati dei cartelli didattici che descrivono le specie marine che si incontrano. Molto utili senza dubbio. Vale la pena di scendere sino in fondo perché, con un briciolo di fortuna, potrete imbattervi nel raro falso corallo nero, nome volgare della Gerardia savaglia.
Nella secche di Vada, che si trovano davanti all’omonimo paese in provincia di Livorno, troviamo almeno 4 siti di immersione, come si dice, uno più interessante dell’altro. Partiamo con lo spettacolare Sperone. Una specie di contrafforte puntato come un rostro verso il blu e immerso in un fondale di sabbia bianca. Si va dai 25 ai 40 metri di profondità. Poi c’è il Muraglione. Una delle cigliate più lunghe che esistano, considerato che raggiunge i 2 chilometri e mezzo! Non preoccupatevi che la vostra guida non ve la farà percorrere tutta ma vi porterà dove c’è più vita marina: coralli, astici, aragoste. Da ricordare che il muraglione è sorto grazie all’eruzione di un vulcano sommerso chiamato Poggio Pelato che oggi non è più attivo.
Concludiamo la nostra immersione virtuale nelle secchi di Vada con il ciglio di Terra (dai 28 ai 36 metri) e il Mosquito (29 metri). La prima è una cigliata molto varia morfologicamente, che ha la caratteristica di avere sempre una splendida visibilità tranne quando butta tramontana e il campo visivo si riduce a pochi metri. Il Mosquito, invece, è quanto rimane di Jun cacciabombardiere bimotore alleato, abbattuto dalla contraerea nazista durante la seconda guerra mondiale. L’interesse è più che altro storico.